Cicerone, De officiis: Libro 02 - Parte 01, pag 4

Cicerone, De officiis: Libro 02 - Parte 01

Latino: dall'autore Cicerone, opera De officiis parte Libro 02 - Parte 01
Quam ob rem, ut ante dixi, contemnuntur ii, qui nec sibi nec alteri, ut dicitur, in quibus nullus labor, nulla industria, nulla cura est

Admiratione autem adficiuntur ii, qui anteire ceteris virtute putantur et cum omni carere dedecore, tum vero iis vitiis, quibus alii non facile possunt obsistere

Nam et voluptates, blandissumae dominae, maioris partis animos a virtute detorquent et, dolorum cum admoventur faces, praeter modum plerique exterrentur; vita, mors, divitiae, paupertas omnes homines vehementissime permovent

Quae qui in utramque partem excelso animo magnoque despiciunt, cumque aliqua iis ampla et honesta res obiecta est, totos ad se convertit et rapit, tum quis non admiretur splendorem pulcritudinemque virtutis
Perciò, come ho detto prima, vengono disprezzati quelli che non sono come si dice ne per sé nè per altri , i quali non lavorano, non sono operosi, non s'interessano di nulla

Sono invece ammirati quelli che, secondo l'opinione comune, superano gli altri in virtù e sono scevri d'ogni macchia morale e da quei vizi, ai quali gli altri non possono opporre una facile resistenza

Infatti i piaceri, dolcissimi tiranni, allontanano dalla virtù l'animo della maggior parte degli uomini e, avvicinandosi le fiaccole dei dolori, i più si atterriscono fuor di misura; la vita, la morte, le ricchezze, la povertà sconvolgono profondamente tutti gli uomini

che disprezzano con animo nobile e superiore queste cose, in un senso e nell'altro, e quando si presenta loro un'impresa nobile ed onesta, e li attira a sé e quasi li rapisce interamente, allora chi non ammira lo splendore e la bellezza della virtù
Ergo et haec animi despicientia admirabilitatem magnam facit et maxume iustitia, ex qua una virtute viri boni appellantur, mirifica quaedam multitudini videtur, nec iniuria

Nemo enim iustus esse potest, qui mortem, qui dolorem, qui exilium, qui egestatem timet, aut qui ea, quae sunt his contraria, aequitati anteponit

Maximeque admirantur eum, qui pecunia non movetur; quod in quo viro perspectum sit, hunc igni spectatum arbitrantur

Itaque illa tria quae proposita sunt ad gloriam, omnia iustitia conficit, et benivolentiam, quod prodesse vult plurimis, et ob eandem causam fidem et admirationem, quod eas res spernit et neglegit, ad quas plerique inflammati aviditate rapiuntur
Il disprezzo di queste cose suscita grande ammirazione; soprattutto la giustizia, l'unica virtù in base alla quale gli uomini sono chiamati onesti, appare straordinaria alla folla: e non a torto

Infatti non può essere giusto chi teme la morte, il dolore, l'esilio o chi antepone alla giustizia il contrario di queste cose

Ammirano soprattutto colui che rimane imperturbabile di fronte al denaro, e ritengono che l'uomo, in cui questa virtù sia stata accertata, abbia superato la prova del fuoco

Perciò la giustizia riunisce tutti e tre gli aspetti che ho sopra esposti per il conseguimento della gloria, ed anche la benevolenza perché vuol giovare a moltissimi e per il medesimo motivo la fiducia e l'ammirazione, perché disprezza e trascura quei beni verso i quali i più, eccitati da un desiderio sfrenato, sono trasportati
Ac mea quidem sententia omnis ratio atque institutio vitae adiumenta hominum desiderat, in primisque, ut habeat quibuscum possit familiares conferre sermones; quod est difficile, nisi speciem prae te boni viri feras

Ergo etiam solitario homini atque in agro vitam agenti opinio iustitiae necessaria est, eoque etiam magis, quod eam si non habebunt, iniusti habebuntur nullis praesidiis saepti multis afficientur iniuriis

Atque iis etiam, qui vendunt, emunt, conducunt, locant contrahendisque negotiis implicantur, iustitia ad rem gerendam necessaria est, cuius tanta vis est, ut ne illi quidem, qui maleficio et scelere pascuntur, possint sine ulla particula iustitiae vivere
Secondo il mio parere, ogni maniera e ordine di vita ha bisogno dell'aiuto degli uomini, in primo luogo perché si abbia con chi poter parlare familiarmente; il che è difficile, se tu non hai l'aspetto di un uomo onesto

Dunque anche all'uomo solitario e che trascorre la vita in campagna è necessaria la fama di uomo giusto, e tanto più per il fatto che, se non l'avrà, verrà considerato ingiusto non essendo protetto da alcun aiuto sarà offeso molte volte

Ma anche a coloro che vendono, comprano, prendono e danno in affitto e sono occupati in trattative commerciali, la giustizia è necessaria per trattare gli affari, ed è così grande la sua potenza, che neppure quanti si pascono di scelleratezze e misfatti possono vivere senza una sua porzione, sia pur minima

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Cicerone, De officiis: Libro 03 - Parte 01

Latino: dall'autore Cicerone, opera De officiis parte Libro 03 - Parte 01

Nam qui eorum cuipiam, qui una latrocinantur, furatur aliquid aut eripit, is sibi ne in latrocinio quidem relinquit locum, ille autem, qui archipirata dicitur, nisi aequabiliter praedam dispertiat, aut interficiatur a sociis aut relinquatur

Quin etiam leges latronum esse dicuntur, quibus pareant, quas observent

Itaque propter aequabilem praedae partitionem et Bardulis Illyrius latro, de quo est apud Theopompum, magnas opes habuit et multo maiores Viriatus Lusitanus, cui quidem etiam exercitus nostri imperatoresque cesserunt, quem C Laelius, is qui Sapiens usurpatur, praetor fregit et comminuit ferocitatemque eius ita repressit, ut facile bellum reliquis traderet

Cum igitur tanta vis iustitiae sit, ut ea etiam latronum opes firmet atque augeat, quantam eius vim inter leges et iudicia et in constituta re publica fore putamus
Chi, infatti, ruba o strappa qualcosa ad un membro della banda di ladri cui appartiene, deve abbandonare il suo posto in quella banda; ma colui che è detto capo dei pirati, qualora non distribuisse il bottino in parti uguali, o sarebbe ucciso dai suoi compagni o verrebbe abbandonato

Che anzi si dice che esistano delle leggi proprie dei briganti, alle quali essi obbediscono ed ottemperano

Così per la sua giusta divisione del bottino il brigante illirico Barduli di cui parla Teopompo ebbe grande potenza, e di gran lunga superiore fu quella del lusitano Viriato, di fronte al quale cedettero anche i nostri eserciti ed i nostri generali; ne fiaccò la potenza Gaio Lelio, detto il Sapiente, da pretore, e ne diminuì la ferocia, reprimendola tanto da lasciare ai suoi successori una facile guerra

Dunque, dal momento che è tanto grande la forza della giustizia che anche rafforza ed aumenta la potenza dei briganti, quanto grande penseremo che sia la sua forza nell'applicazione delle leggi, dei tribunali, in uno Stato ordinato
Mihi quidem non apud Medos solum, ut ait Herodotus, sed etiam apud maiores nostros iustitiae fruendae causa videntur olim bene morati reges costituti

Nam cum premeretur in otio multitudo ab iis, qui maiores opes habebant, ad unum aliquem confugiebant virtute praestantem, qui cum prohiberet iniuria tenuiores, aequitate constituenda summos cum infimis pari iure retinebat

Eademque constituendarum legum fuit causa quae regum

Ius enim semper est quaesitum aequabile; neque enim aliter esset ius

Id si ab uno iusto et bono viro consequebantur, erant eo contenti; cum id minus contingeret, leges sunt inventae, quae cum omnibus semper una atque eadem voce loquerentur

Ergo hoc quidem perspicuum est, eos ad imperandum deligi solitos, quorum de iustitia magna esset opinio multitudinis
Secondo me, non solo presso i Medi, come dice Erodoto, ma anche presso i nostri antenati sembra che, per godere della giustizia, si creassero re uomini di onesti costumi

Ma poiché la moltitudine in miseria era oppressa da quelli che avevano maggiori ricchezze, essa cercava aiuto presso qualcuno superiore per valore, il quale, proteggendo dalle offese i più deboli, ristabilita l'equità, reggeva con uguale legge i cittadini più potenti ed i più umili

E lo stesso motivo per cui si crearono i re determinò la costituzione delle leggi

Si è sempre ricercato un diritto equo, che altrimenti non sarebbe un diritto

Se il popolo lo conseguiva da un solo uomo, giusto ed onesto, se ne stava tranquillo; ma poiché questo accadeva raramente, si elaboravano leggi che parlassero sempre con una sola e medesima voce a tutti

E' chiaro che di solito si sceglievano per il governo uomini la cui fama di giustizia fosse ben grande presso la moltitudine

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Adiuncto vero, ut idem etiam prudentes haberentur, nihil erat, quod homines iis auctoribus non posse consequi se arbitrarentur

Omni igitur ratione colenda et retinenda iustitia est, cum ipsa per sese nam aliter iustitia non esset, tum propter amplificationem honoris et gloriae

Sed ut pecuniae non quaerendae solum ratio est, verum etiam collocandae, quae perpetuos sumptus suppeditet, nec solum necessarios, sed etiam liberales, sic gloria et quaerenda et collocanda ratione est

Quamquam praeclare Socrates hanc viam ad gloriam proximam et quasi compendiariam dicebat esse, si quis id ageret, ut qualis haberi vellet, talis esset

Quod si qui simulatione et inani ostentatione et ficto non modo sermone sed etiam voltu stabilem se gloriam consequi posse rentur, vehementer errant
se vi si aggiungeva il fatto che essi godevano anche fama di uomini prudenti, non vi era niente che gli uomini non pensassero di poter conseguire sotto la loro guida

La giustizia è da conservare e da rispettare con ogni mezzo, sia per essa stessa altrimenti non sarebbe giustizia che per la grandezza del nostro onore e della nostra gloria

Ma come c'è un mezzo non solo per cercar denaro, ma anche per investirlo in modo da coprire le spese continue non solo quelle necessarie, ma anche quelle di lusso, così la gloria si deve ricercare e sfruttare in modo ragionevole

E' vero che Socrate diceva, con parole assai famose, che la via più breve e quasi la scorciatoia per la gloria è quella di comportarsi in modo da essere tali, quali si voglia esser stimati

Ma sbagliano in maniera molto grave quanti credono di poter ottenere una gloria duratura con la simulazione e con un vano ostentare, non solo con discorsi falsi, ma anche con l'aspetto esteriore
Vera gloria radices agit atque etiam propagatur, ficta omnia celeriter tamquam flosculi decidunt nec simulatum potest quicquam esse diuturnum

Testes sunt permulti in utramque partem, sed brevitatis causa familia contenti erimus una

Tiberius enim Gracchus, P f, tam diu laudabitur, dum memoria rerum Romanarum manebit, at eius filii nec vivi probabantur bonis et mortui numerum optinent iure caesorum

Qui igitur adipisci veram gloriam volet, iustitiae fungatur officiis

Ea quae essent, dictum est in libro superiore

Sed ut facillime, quales simus, tales esse videamur, etsi in eo ipso vis maxima est, ut simus ii, qui haberi velimus, tamen quaedam praecepta danda sunt
La vera gloria pone salde radici ed anche si accresce; ogni finzione cade rapidamente come i fiori delicati e non vi può essere alcuna simulazione duratura

Vi sono moltissimi esempi nell'uno e nell'altro caso, ma per brevità ci accontenteremo di quello di una sola famiglia

Si loderà Tiberio Gracco, figlio di Publio, fino a quando durerà il ricordo della romanità; ma i suoi figli da vivi non riscuotevano l'approvazione dei buoni e da morti sono nel novero degli uccisi a giusta ragione

Colui che, dunque, vorrà ottenere la vera gloria di giustizia adempia i doveri della giustizia

E nel libro precedente si è detto quali siano

Ma per sembrare tali quali siamo con la maggior facilità, benché in ciò stesso sia l'efficacia piu grande, e cioè nell'essere quelli che vorremmo apparire agli occhi degli altri, tuttavia si devono dare alcuni consigli

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Nam si quis ab ineunte aetate habet causam celebritatis et nominis aut a patre acceptam, quod tibi, mi Cicero, arbitror contigisse, aut aliquo casu atque fortuna, in hunc oculi omnium coniciuntur atque in eum, quid agat, quemadmodum vivat, inquiritur, et, tamquam in clarissima luce versetur, ita nullum obscurum potest nec dictum eius esse nec factum

Quorum autem prima aetas propter humilitatem et obscuritatem in hominum ignoratione versatur, ii, simul ac iuvenes esse coeperunt, magna spectare et ad ea rectis studiis debent contendere; quod eo firmiore animo facient, quia non modo non invidetur illi aetati verum etiam favetur

Prima est igitur adulescenti commendatio ad gloriam, si qua ex bellicis rebus comparari potest, in qua multi apud maiores nostros extiterunt; semper enim fere bella gerebantur
Se qualcuno sin dalla giovinezza ha un qualche titolo di celebrità e di rinomanza o ricevuto dal padre e questo è il tuo caso credo o mio Cicerone o per qualche fortunata circostanza, ha f issi su di sé gli occhi di tutti; s'indaga nei suoi riguardi, che cosa faccia, come viva e, come se si trovasse nella luce più piena, così non vi può essere alcuna sua parola o fatto oscuro

Quelli, invece, la cui prima età, per gli umili e oscuri natali, trascorre totalmente ignorata da parte degli uomini, non appena incominciano ad esser giovani dovranno prefiggersi grandi scopi e perseguirli con onesto zelo: e ciò faranno con animo tanto più fermo, poiché quella età non solo non suscita invidia, ma anzi li favorisce

La prima raccomandazione per un giovane che aspira alla gloria consiste, dunque, nel potersi segnalare nelle imprese di guerra: e cosi molti emersero al tempo dei nostri antenati; quasi sempre, infatti, si conducevano guerre
Tua autem aetas incidit in id bellum, cuius altera pars sceleris nimium habuit, altera felicitatis parum

Quo tamen in bello cum te Pompeius alae alteri praefecisset, magnam laudem et a summo viro et ab exercitu consequebare equitando, iaculando, omni militari labore tolerando

Atque ea quidem tua laus pariter cum re publica cecidit

Mihi autem haec oratio suscepta non de te est, sed de genere toto

Quam ob rem pergamus ad ea, quae restant

Ut igitur in reliquis rebus multo maiora opera sunt animi quam corporis, sic eae res quas ingenio ac ratione persequimur, gratiores sunt quam illae, quas viribus

Prima igitur commendatio proficiscitur a modestia, tum pietate in parentes, in suos benivolentia
Ma la tua giovinezza incappò in quella guerra, in cui una fazione ebbe troppa scelleratezza, ma l'altra poca fortuna

Tuttavia in quella guerra, poiché Pompeo ti aveva posto a capo di un'ala dell'esercito, ti procurasti lodi da parte di quel sommo uomo e dell'esercito combattendo a cavallo, tirando giavellotti e sopportando ogni fatica militare

E, invero, la tua gloria cadde insieme con la repubblica

Ma io non ho intrapreso questa mia trattazione proprio per te, ma per tutti, in generale

Ritorniamo, perciò, al nostro argomento

Come in ogni altra atttività le opere dello spirito sono molto superiori a quelle del corpo, così quelle imprese che ci prefiggiamo con l'ingegno e la ragione, sono più gradite di, quelle compiute con la forza fisica

Il primo passo, dunque, verso la gloria parte dalla moderazione, unita al sentimento di pietà verso i genitori e alla benevolenza verso i propri familiari

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Facillume autem et in optimam partem cognoscuntur adulescentes, qui se ad claros et sapientes viros bene consulentes rei publicae contulerunt, quibuscum si frequentes sunt, opinionem adferunt populo eorum fore se similes, quos sibi ipsi delegerint ad imitandum

P Rutilii adulescentiam ad opinionem et innocentiae et iuris scientiae P Mucii commendavit domus

Nam L quidem Crassus, cum esset admodum adulescens, non aliunde mutuatus est, sed sibi ipse peperit maximam laudem ex illa accusatione nobili et gloriosa, et qua aetate qui exercentur, laude adfici solent, ut de Demosthene accepimus, ea aetate L Crassus ostendit, id se in foro optume iam facere, quod etiam tum poterat domi cum laude meditari
Assai facilmente si fanno riconoscere, e nel modo migliore, quei giovani che si sono affidati ad uomini famosi e sapienti e che hanno buona cura dello Stato; se li frequentano, suscitano l'opinione nel popolo, che diventeranno simili a quelli che proprio essi si sono scelti come modelli

L'essere stato nella famiglia di Publio Mucio servì come raccomandazione al giovane Publio Rutilio nel crearsi fama di onestà morale e sapienza giuridica

Invero Lucio Crasso, ancora adolescente, non mutuò la sua grandissima gloria da qualche parte, ma se la procurò da solo con quella sua requisitoria nobile e gloriosa; e, proprio in quell'età, in cui coloro che si esercitano sogliono ottenere lodi come sappiamo di Demostene in quell'età, dunque, Lucio Crasso dimostrò nel foro di esser già ottimamente capace di ciò che poteva realizzare anche allora in privato con lode

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