Di fronte, lungo una scala in muratura, due uomini trasportano verso il basso, sorreggendola con un lenzuolo, una donna morta, il cui capo esangue e i lunghi capelli obbediscono ormai solo alla legge di gravità. Un'altra donna, la sorella o la madre della defunta, guarda sconvolta la macabra scena portandosi le mani al capo. In un gradino appena più in basso della stessa scala già c'è prono un bambino morto, con il braccio destro anch'esso preda della legge di gravità, vegliato dalla madre annientata.
Nel vallo che circonda le mura sono distesi, scomposti e seminudi, corpi di uomini e donne ammassati gli uni sugli altri. Al centro, una donna si china per assistere un uomo tormentato dal dolore della malattia. Davanti a loro c'è il cadavere di un bambino seminudo il cui viso è coperto da un lenzuolo bianco. Più a sinistra ci sono i corpi esanimi di un uomo e di una donna. Il figlio di quest'ultima cerca ancora di succhiare il latte dal seno della madre ormai morta.
Al di sopra della drammatica scena sono raffigurati due monatti (addetti un tempo al trasporto dei malati e dei cadaveri in caso di epidemia) che trasportano su una lettiga, non si sa dove, una giovane donna nuda, piegata prona sulla barella con le braccia e i capelli pendenti verso il basso e un bambino nudo, appoggiato supino, con le braccia che pendono spalancate, sul corpo della donna. Il pallone dei cadaveri contrasta con il colorito degli unici vivi presenti, parenti e monatti