Cicerone, In Verrem: 02; 05-06-10

Cicerone, In Verrem: 02; 05-06-10

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-06-10
[VI, 12] Quid ais, bone custos defensorque provinciae

Tu quos servos arma capere et bellum facere in Sicilia voluisse cognoras et de consili sententia iudicaras, hos ad supplicium iam more maiorum traditos ex media morte eripere ac liberare ausus es, ut, quam damnatis crucem servis fixeras, hanc indemnatis videlicet civibus Romanis reservares

Perditae civitates desperatis iam omnibus rebus hos solent exitus exitialis habere, ut damnati in integrum restituantur, vincti solvantur, exsules reducantur, res iudicatae rescindantur

Quae cum accidunt, nemo est quin intellegat ruere illam rem publicam haec ubi eveniant; nemo est qui ullam spem salutis reliquam esse arbitretur
[VI, 12] Che ne dici tu, vigile guardiano ad eccellente difensore della provincia

Tu sapevi bene che quegli schiavi avevano voluto prendere le armi e combattere una guerra in Sicilia, e li avevi condannati in base alla sentenza del collegio giudicante, ma quando ormai erano stati condotti al supplizio seguendo le consuetudini fissate dai nostri antenati, tu osasti strapparli al la morte che stavano affrontando e liberarli, perché volevi evi dentemente tenere in serbo per cittadini romani condan nati ingiustamente questa croce che avevi eretto per schiavi regolarmente condannati

Solo gli Stati che van no in rovina, quando ormai la situazione è definitivamente compromessa, hanno l'abitudine di ricorrere a queste soluzioni estreme e rovinose, per cui i condannati sono reintegrati nei loro pieni diritti, i prigionieri sono ri lasciati, gli esiliati sono richiamati, le sentenze passate in giudicato sono cassate

E quando succedono queste cose, non c'è nessuno che non si renda conto che un tale stato sta crollando quando si verificano queste cose;non c'è più nessuno che nutra una qualche residua spe ranza di salvezza
[13] Atque haec sicubi , ita facta sunt ut homines populares aut nobiles supplicio aut exsilio levarentur, at non ab iis ipsis qui iudicassent, at non statim, at non eorum facinorum damnati quae ad vitam et ad fortunas omnium pertinerent

Hoc vero novum et eius modi est ut magis propter reum quam propter rem ipsam credibile videatur, ut homines servos, ut ipse qui iudicarat, ut statim e medio supplicio dimiserit, ut eius facinoris damnatos servos quod ad omnium liberorum caput et sanguinem pertineret

[14] O praeclarum imperatorem nec iam cum M Aquilio, fortissimo viro, sed vero cum Paulis, Scipionibus, Mariis conferendum
[13] E se cose del genere sono pure capitate per un verso o per l'altro, per liberare dal patibolo o dall'esilio uomini politici di parte democratica o di parte aristocratica, e comunque la liberazione non fu decisa dalle medesime persone che avevano emesso il verdetto, e comunque non avvenne immediatamente dopo la conclusione del processo, e comunque escludeva i condannati per quei delitti comuni, che riguardassero la vita e i beni di tutti i cittadini

Il no stro caso invece è nuovo ed è di natura tale che risulta credibile meno per se stesso che se si tiene conto della personalità dell'imputato, in quanto ha graziato degli schiavi, in quanto la grazia è partita proprio da colui che li aveva giudicati colpevoli, in quanto li ha liberati subito dopo il verdetto mentre si avviavano all'esecuzio ne, in quanto si trattava di schiavi condannati per un delitto che riguardava la sicurezza e la vita di tutti gli uomi ni liberi

[14] Che splendido esempio di generale, che a questo punto dev'essere paragonato non più con quel l`uomo gagliardo che fu Manio Aquilio, ma piuttosto con personaggi della statura di un Emilio Paolo, degli Scipioni, di un Mario
Tantumne vidisse in metu periculoque provinciae

Cum servitiorum animos in Sicilia suspensos propter bellum Italiae fugitivorum videret, ne quis se commovere auderet, quantum terroris iniecit

Comprendi iussit; quis non pertimescat

Causam dicere dominos; quid servo tam formidolosum

Fecisse videri pronuntiat; exortam videtur flammam paucorum dolore ac morte restinxisse

Quid deinde sequitur

Verbera atque ignes et illa extrema ad supplicium damnatorum, metum ceterorum, cruciatus et crux

Hisce omnibus suppliciis sunt liberati
Essere stato così lungimirante nel bel mezzo delle paure e dei pericoli che correva la provincia

Vedendo che in Sicilia la massa degli schiavi si trovava in uno stato di ansiosa incertezza in seguito alla guerra servile che divampava in Italia, quanto terrore gettò nei loro animi perché a nessuno saltasse in testa di ribellarsi

Ordinò che fossero arrestati: Chi non avrebbe avuto paura

Citò in giudizio i padroni: che cosa cè per uno schiavo di più terrificante

Poi emette il verdetto che è riconosciuto che abbiano compiuto il fatto; con il sacrificio e con la morte di pochi dà a vedere di aver estinto l'infuriare di un incendio

Che cosa viene do po

Ecco comparire le verghe e i ferri incandescenti e in ffne l'armamentario destinato al supplizio dei condanna ti e a incutere timore in tutti gli altri, gli strumenti di tor tura e la croce

Sì, certo, ma da tutti questi supplizi furo no liberati

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Cicerone, In Verrem: 02; 36-40
Cicerone, In Verrem: 02; 36-40

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 36-40

Quis dubitet quin servorum animos summa formidine oppresserit, cum viderent ea facilitate praetorem ut ab eo servorum sceleris coniurationisque damnatorum vita vel ipso carnifice internuntio redimeretur

[VII, 15] Quid

Hoc in Apolloniensi Aristodamo, quid

In Leonte Imacharensi non idem fecisti

Quid

Iste motus servitiorum bellique subita suspicio utrum tibi tandem diligentiam custodiendae provinciae an novam rationem improbissimi quaestus attulit

Halicyensis Eumenidae, nobilis hominis et honesti, magnae pecuniae vilicus cum impulsu tuo insimulatus esset, HS lx a domino accepisti, quod nuper ipse iuratus docuit quem ad modum gestum esset
Chi può dubitare che Verre sia riuscito a get tare l'animo degli schiavi nella più profonda costernazio ne, mostrandosi come un governatore talmente arrende vole da pattuire il riscatto della vita di schiavi condannati per un delitto qual è quello di cospirazione, facendo addirittura ricorso al carnefice come intermediario

[VII, 15] Come

Non hai agito così con Aristodàmo ad Apollonia

Non hai fatto la stessa cosa anche con Leonte di Imacara

Che dire

Questa sommossa di schiavi e questo improvviso sospetto di guerra ti hanno forse de stato una buona volta la sollecitudine per vigilare sulla provincia o ti hanno suggerito un nuovo sistema per lucrare nella maniera più sfacciata

Euménida di Alicia, persona d'alto rango e degna di rispetto, aveva come fattore uno schiavo pagato molto caro, che per tua istiga zione venne falsamente accusato: per liberarlo ricevesti 60000 sesterzi dal suo padrone, che poco fa sotto giu ramento ci ha reso personalmente testimonianza sullo svolgimento dell'intera vicenda
Ab equite Romano C Matrinio absente, cum is esset Romae, quod eius vilicos pastoresque tibi in suspicionem venisse dixeras, HS dc abstulisti

Dixit hoc L Flavius, qui tibi eam pecuniam numeravit, procurator C Matrini, dixit ipse Matrinius, dicit vir clarissimus, Cn Lentulus censor, qui Matrini honoris causa recenti negotio ad te litteras misit mittendasque curavit

[16] Quid

De Apollonio, Diocli filio, Panhormitano, cui Gemino cognomen est, praeteriri potest

Ecquid hoc tota Sicilia clarius, ecquid indignius, ecquid manifestius proferri potest

Quem, ut Panhormum venit, ad se vocari et de tribunali citari iussit concursu magno frequentiaque conventus
Estorcesti 600000 se sterzi al cavaliere romano Gaio Matrinio nel momento in cui era assente, trovandosi a Roma, in base alla semplice azione che avevi motivo di sospettare dei suoi fat e dei suoi pastori

Questo ci ha detto Lucio Flavio, amministratore di Gaio Matrinio, colui che ti ha conta quei soldi uno sull'altro, lo ha detto lo stesso Matri lo dice anche il censore Gneo Lentulo, persona illustre, che, per attestare la sua stima nei confron ti di Matrinio, quando l'eco della vicenda non si era ancora spenta ti scrisse e ti fece scrivere da altri

[16]Che dire

si può tacere l'episodio che riguarda Apollonio di Palermo, figlio di Diocle, che ha assunto il cognome di Gemino

Nell'intera Sicilia si può forse cita re un altro caso più notorio, più iniquo, più lampante di questo

Appena giunto a Palermo, Verre lo fece convo care alla sua presenza e dalla tribuna su cui amministrava la giustizia gli notificò una formale accusa tra l'accorrere di una grande folla che si assiepava tutt' intorno

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 02-31-35

Homines statim loqui: 'Mirabar quod Apollonius, homo pecuniosus, tam diu ab isto maneret integer; excogitavit nescio quid, attulit; profecto homo dives repente a Verre non sine causa citatur

' Exspectatio summa omnium quidnam id esset, cum exanimatus subito ipse accurrit cum adulescente filio; nam pater grandis natu iam diu lecto tenebatur

[17] Nominat iste servum, quem magistrum pecoris esse diceret; eum dicit coniurasse et familias concitasse,is omnino servus in familia non erat,eum statim exhiberi iubet

Apollonius adfirmare se omnino nomine illo servum habere neminem: iste hominem abripi a tribunali et in carcerem conici iubet
La gen te comincia subito a mormorare: Mi pareva strano che un uomo danaroso come Apollonio potesse restare per tanto tempo al riparo dagli intrighi di costui; Verre ha escogitato non so che cosa, adesso l'ha tirata fuori; indubbiamente se un uomo ricco viene improvvisamente citato in giudizio da Verre, ci sarà pure un buon motivo

Impaziente era l'attesa della gente per conoscere le ragioni di quella convocazione, quando tutt' a un ratto arrivò di corsa proprio Apollonio più morto che vivo con il figlio adolescente; non portò invece il padre perché l'età avanzata già da tempo lo costringeva a letto

[17] Verre tira fuori il nome di uno schiavo che secondo lui era il capo dei mandriani el magistrato; lo accusa di aver tramato una congiura e di aver sobillato altri gruppi di schiavi- tra la servitù di Apollonio costui proprio non figurava-, Verre ordina che si presenti immediatamente

Apollonio afferma di non possedere assolutamente nessuno schiavo che risponda a quel nome: Verre lo fa trascinar via dalla tribuna e lo sbatte in galera
Clamare ille, cum raperetur, nihil se miserum fecisse, nihil commisisse, pecuniam sibi esse in nominibus, numeratam in praesentia non habere

Haec cum maxime summa hominum frequentia testificaretur, ut quivis intellegere posset eum, quod pecuniam non dedisset, idcirco illa tam acerba iniuria adficicum maxime, ut dico, hoc de pecunia clamaret, in vincla coniectus est

[VIII, 18] Videte constantiam praetoris, et eius praetoris qui in his rebus non ita defendatur ut mediocris praetor, sed ita laudetur ut optimus imperator
Allora il malcapitato, mentre viene portato via a forza, grida di non essere colpevole, di non aver fatto alla di male e di non avere in quel momento disponibili tà di contanti, pur potendo vantare dei crediti regolarmente registrati

Proprio mentre forniva queste assicura zioni davanti a un'imponente folla di persone, in modo che chiunque potesse capire che il bruciante oltraggio di ti era vittima dipendeva dal mancato esborso del denaro -proprio mentre con le sue grida, ripeto, cercava di chiarire la questione del denaro, fu gettato in prigione

[VIII, 18] Osservate bene il comportamento coerente del governatore, di un governatore che allo stato dei fatti non deve essere difeso per aver agito come un governato re mediocre, ma merita di essere lodato come un generale eccellente

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 11-15

Cum servorum bellum metueretur, quo supplicio dominos indemnatos adficiebat, hoc servos damnatos liberabat: Apollonium, hominem locupletissimum, qui, si fugitivi bellum in Sicilia facerent, amplissimas fortunas amitteret, belli fugitivorum nomine indicta causa in vincla coniecit: servos, quos ipse de consili sententia belli faciendi causa consensisse iudicavit, eos sine consili sententia sua sponte omni supplicio liberavit

[19] Quid

Si aliquid ab Apollonio commissum est quam ob rem in eum iure animadverteretur, tamenne hanc rem sic agemus ut crimini aut invidiae reo putemus esse oportere si quo de homine severius iudicaverit
Mentre si temeva lo scoppio di una guerra servile, egli liberava gli schiavi regolarmente con dannati da quelle pene con cui colpiva i padroni ingiustamente condannati: egli gettò in catene senza un regolare processo, col pretesto della guerra servile, un personaggio come Apollonio, che era molto facoltoso e che avrebbe perso una colossale fortuna, se gli schiavi in rivolta avessero provocato una guerra in Sicilia; liberò da ogni pena con un'iniziativa sua personale, senza tener conto del parere del collegio giudicante, proprio quegli schiavi che egli personalmente, confortato dalla sentenza del tribunale, aveva ritenuto colpevoli di complottato per organizzare una rivolta armata

[19]Che dire

Se la condotta di Apollonio è in qualche misura degna di essere punita in sede giudiziaria, ci sentiremo comunque autorizzati a trattare cosa come se si dovesse suscitare contro l'attuale im putato un'accusa di reato o un motivo di odio, perché ha indicato qualcuno con eccessiva severità
Non agam tam acerbe, non utar ista accusatoria consuetudine, si quid est factum clementer, ut dissolute factum criminer, si quid vindicatum est severe, ut ex eo crudelitatis invidiam colligam

Non agam ista ratione; tua sequar iudicia, tuam defendam auctoritatem, quoad tu voles; simul ac tute coeperis tua iudicia rescindere, mihi suscensere desinito; meo iure enim contendam eum qui suo iudicio damnatus sit iuratorum iudicum sententiis damnari oportere
Non sarò così flessibile, non mi atterrò all'abitudine seguita dagli accusatori che mi porterebbe a incolpare di imperdonabile indulgenza un comportamento dettato da clemenza e a suscitare un'odiosa accusa di crudeltà per una punizione inflitta con rigore

Io non agirò con questi sistemi; mi uniformetò alle tue decisioni, difenderò la tua autorità fino a quando sarai tu stesso a volerlo: ma una volta che tu comincerai a invalidare le tue decisioni, dovrai smetterla di arrabbiarti con me, perché in tal caso avrò i diritti di pretendere che debba essere condannato dai voti di una giuria sotto giuramento uno che è già stato condannato da un verdetto che lui stesso ha emesso

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[20] Non defendam Apolloni causam, amici atque hospitis mei, ne tuum iudicium videar rescindere; nihil de hominis frugalitate, virtute, diligentia dicam; praetermittam illud etiam de quo ante dixi, fortunas eius ita constitutas fuisse familia, pecore, villis, pecuniis creditis ut nemini minus expediret ullum in Sicilia tumultum aut bellum commoveri; non dicam ne illud quidem, si maxime in culpa fuerit Apollonius, tamen in hominem honestissimae civitatis honestissimum tam graviter animadverti causa indicta non oportuisse [20] Non difenderò la causa di Apollonio, per quanto sia mio amico e mio ospite, perché non sembri che io voglia invalidare il tuo verdetto; non dirò nulla della frugalità, dei meriti, della coscienziosità di que st'uomo; lascerò da parte anche quel punto a cui ho già accennato prima, che cioè i suoi beni erano solidamente fondati su schiavi, bestiame, fattorie, denaro dato in prestito, al punto che nessuno più di lui era interessato a evi tare che in Sicilia scoppiasse una rivolta o una guerra; non toccherò neppure quell'altro punto, cioè che, pur ammettendo la colpevolezza di Apollonio, non era pro prio il caso di punire così pesantemente e senza processo uno dei personaggi più ragguardevoli di una delle città più gloriose

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