Livio, Ab urbe condita: Libro 10, 16-34, pag 7

Livio, Ab urbe condita: Libro 10, 16-34

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 10, 16-34
Hac uelut latebra insidiarum freti Samnites uixdum satis certa luce et eam ipsam premente caligine ad stationem Romanam in porta segniter agentem uigilias perveniunt

Improuiso oppressis nec animi satis ad resistendum nec virium fuit

Ab tergo castrorum decumana porta impetus factus; itaque captum quaestorium quaestorque ibi L Opimius Pansa occisus

Conclamatum inde ad arma

[33] Consul tumultu excitus cohortes duas sociorum, Lucanam Suessanamque, quae proximae forte erant, tueri praetorium iubet; manipulos legionum principali uia inducit

uixdum satis aptatis armis in ordines eunt et clamore magis quam oculis hostem noscunt nec quantus numerus sit aestimari potest
I Sanniti, sfruttando questa nebbia come una copertura alla loro imboscata, alle prime e incerte luci dell'alba (per di più offuscata dalla caligine), arrivarono nei pressi della garitta dove la sentinella vigilava con scarsa attenzione la porta

Sorpresi dall'attacco improvviso, i Romani non ebbero né la prontezza di riflessi né la forza sufficienti per opporre resistenza

Alle loro spalle ci fu un'irruzione attraverso la porta decumana, che portò così alla cattura della tenda del questore e all'uccisione del questore stesso, Lucio Opimio Pansa

Fu allora che venne dato l'allarme

[33] Svegliato dalle grida, il console ordinò a due coorti di alleati - una composta di Lucani e l'altra di Suessani - che casualmente erano le più vicine, di difendere il pretorio, e si mise a capo dei manipoli delle legioni sulla via principale

Dopo aver cinto in qualche modo le armi, gli uomini si inquadrarono nei reparti, riconoscendo i nemici più con l'udito che con la vista, senza che fosse possibile valutarne la consistenza numerica
Cedunt primo incerti fortunae suae et hostem introrsum in media castra accipiunt; inde, cum consul uociferaretur expulsine extra uallum castra deinde sua oppugnaturi essent [rogitans], clamore sublato conixi primo resistunt, deinde inferunt pedem urgentque et impulsos semel terrore eodem [agunt] quo coeperunt expellunt extra portam uallumque

Inde pergere ac persequi, quia turbida lux metum circa insidiarum faciebat, non ausi, liberatis castris contenti receperunt se intra uallum trecentis ferme hostium occisis

Romanorum stationis primae [uigiliumque] et eorum qui circa quaestorium oppressi periere ad septingentos triginta
Sulle prime indietreggiarono, non riuscendo a rendersi conto di quanto stava succedendo, e lasciarono che il nemico penetrasse fino al centro dell'accampamento; ma poi, siccome il console gridando chiedeva se aspettassero di farsi cacciare dalla trincea per poi espugnare quello che era il loro accampamento, dopo aver levato il grido di battaglia, profondendo il massimo delle sforzo riuscirono sulle prime a resistere, poi ad avanzare e premere il nemico; una volta respintolo, senza lasciargli il tempo di riprendersi dalla sorpresa, lo risospinsero fuori della porta e della trincea

Poi, mancando loro il coraggio di gettarsi all'inseguimento, dato che la mancanza di visibilità faceva temere il rischio di un agguato nei pressi, soddisfatti di aver liberato l'accampamento, si ritirarono all'interno della trincea; avevano ucciso circa 300 nemici

Le perdite romane ammontarono a circa 730 unità, fra gli uomini del primo posto di guardia e quelli sorpresi intorno alla tenda del questore
Animos inde Samnitibus non infelix audacia auxit et non modo proferre inde castra Romanum sed ne pabulari quidem per agros suos patiebantur; retro in pacatum Soranum agrum pabulatores ibant

Quarum rerum fama, tumultuosior etiam quam res erant, perlata Romam coegit L Postumium consulem uixdum ualidum proficisci ex urbe

Prius tamen quam exiret militibus edicto Soram iussis conuenire ipse aedem Victoriae, quam aedilis curulis ex multaticia pecunia faciendam curauerat, dedicauit

Ita ad exercitum profectus, ab Sora in Samnium ad castra collegae perrexit

Inde postquam Samnites diffisi duobus exercitibus resisti posse recesserunt, diuersi consules ad uastandos agros urbesque oppugnandas discedunt
Questo episodio non certo privo di efficacia ridiede coraggio ai Sanniti, che non solo impedirono ai Romani di avanzare, ma anche di andare a rifornirsi di viveri nel loro territorio: gli uomini addetti al vettovagliamento erano costretti a tornare indietro nella zona assoggettata di Sora

La notizia dell'episodio, descritto a Roma in termini più allarmanti di quanto in realtà non fosse, spinse il console Lucio Postumio appena uscito dalla malattia a partire dalla città

Comunque, prima di mettersi in marcia, dopo aver dato ordine ai soldati di concentrarsi a Sora, inaugurò il tempio della Vittoria, che aveva fatto edificare in qualità di edile curule usando il denaro ricavato dalle ammende

Ricongiuntosi poi con l'esercito a Sora, di lì raggiunse il campo del collega nel Sannio

I Sanniti allora si ritirarono, non avendo più speranze di poter fronteggiare con successo i due eserciti, e i consoli si misero in marcia in direzioni diverse con l'intento di mettere a ferro e fuoco le campagne e di attaccare i centri abitati

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Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 51 - 55
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 51 - 55

[34] Postumius Milioniam oppugnare adortus ui primo atque impetu, dein postquam ea parum procedebant opere ac uineis demum iniunctis muro cepit

Ibi capta iam urbe ab hora quarta usque ad octauam fere horam omnibus partibus urbis diu incerto euentu pugnatum est; postremo potitur oppido Romanus

Samnitium caesi tria milia ducenti, capti quattuor milia septingenti praeter praedam aliam

Inde Feritrum ductae legiones, unde oppidani cum omnibus rebus suis quae ferri agique potuerunt nocte per auersam portam silentio excesserunt
[34] Postumio cercò in un primo tempo di impossessarsi con la forza di Milionia; poi, vedendo che questa tattica non dava grossi risultati, ricorse a dispositivi d'assedio e alla fine riuscì a conquistarla appoggiando vigne alle mura

Lì, non ostante la città fosse già occupata, si continuò a combattere in tutti i settori dalle dieci fino quasi alle due del pomeriggio, e l'esito fu a lungo incerto; ma alla fine i Romani si impadronirono della cittadella

I Sanniti uccisi furono 3200, quelli fatti prigionieri 4700; venne raccolto altro bottino

L'esercito fu poi condotto a Feritro, i cui abitanti erano usciti di nascosto nel cuore della notte attraverso la porta opposta, portando con sé quanto poteva essere trasportato
Igitur, simul aduenit consul, primo ita compositus instructusque moenibus successit, tamquam idem quod ad Milioniam fuerat certaminis foret; deinde, ut silentium uastum in urbe nec arma nec uiros in turribus ac muris uidit, auidum inuadendi deserta moenia militem detinet, ne quam occultam in fraudem incautus rueret; duas turmas sociorum Latini nominis circumequitare moenia atque explorare omnia iubet

Equites portam unam alteramque eadem regione in propinquo patentes conspiciunt itineribusque iis uestigia nocturnae hostium fugae

Adequitant deinde sensim portis urbemque ex tuto rectis itineribus peruiam conspiciunt et consuli referunt excessum urbe; solitudine haud dubia id perspicuum esse et recentibus uestigiis fugae ac strage rerum in trepidatione nocturna relictarum passim
Di conseguenza il console, non appena arrivò nei pressi della città, cominciò ad avvicinarsi con l'esercito schierato e pronto a sostenere una battaglia simile a quella affrontata a Milionia; in un secondo tempo, notando che in città regnava un profondo silenzio e vedendo che sulle torri e sulle mura non c'erano né armi né uomini, per non cadere incautamente in un tranello, trattenne i soldati che non vedevano l'ora di scalare le mura deserte, e ordinò a due squadroni di cavalieri latini di esplorare accuratamente tutta la cinta muraria

I cavalieri videro spalancate una porta e lì accanto un'altra nella stessa zona, e sulle vie che le attraversavano riconobbero le tracce della fuga notturna dei nemici

Cavalcarono poi con prudenza attraverso le porte, e si resero conto che le vie cittadine si potevano percorrere in assoluta tranquillità; riferirono al console che la città era stata abbandonata, come era evidente dall'assenza di abitanti, dalle tracce recenti della fuga e dai cumuli di oggetti abbandonati alla rinfusa nel trambusto della notte

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His auditis consul ad eam partem urbis quam adierant equites circumducit agmen

Constitutis haud procul porta signis quinque equites iubet intrare urbem et modicum spatium progressos tres manere eodem loco si tuta uideantur, duos explorata ad se referre

Qui ubi redierunt rettuleruntque eo se progressos unde in omnes partes circumspectus esset longe lateque silentium ac solitudinem uidisse, extemplo consul cohortes expeditas in urbem induxit, ceteros interim castra communire iussit

Ingressi milites refractis foribus paucos graues aetate aut inualidos inueniunt relictaque quae migratu difficilia essent
Ascoltato questo rapporto, il console guidò l'esercito verso la zona dove erano entrati i cavalieri latini

Fatte fermare le truppe non lontano dalla porta, ordinò a cinque cavalieri di entrare in città, predisponendo che dopo una limitata perlustrazione all'interno tre rimanessero in quello stesso punto (se tutto sembrava tranquillo), e due tornassero a riferire l'esito della missione

Quando i cinque rientrarono riferendo di essere arrivati fino a un punto da dove si poteva spingere lo sguardo in tutte le direzioni e di aver di lì ovunque constatato solitudine e silenzio, il console ordinò sùbito ai reparti armati alla leggera di entrare in città, dando nel frattempo agli altri disposizione di fortificare l'accampamento

Entrati in città e abbattute le porte delle abitazioni, i soldati trovarono soltanto pochi vecchi e invalidi, insieme con le sole cose che, essendo troppo difficili da trasportare, erano state abbandonate
Ea direpta; et cognitum ex captiuis est communi consilio aliquot circa urbes conscisse fugam; suos prima uigilia profectos; credere eandem in aliis urbibus solitudinem inuenturos

Dictis captiuorum fides exstitit; desertis oppidis consul potitur

Se ne impossessarono, e dai prigionieri vennero a sapere che in molte città dei dintorni era stato deciso per volontà comune l'evacuazione dei residenti; che i loro concittadini erano partiti nel cuore della notte, e che probabilmente avrebbero trovato lo stesso deserto anche in molti altri centri

Si prestò fede alle parole dei prigionieri, e il console occupò le città deserte

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