Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 16, Paragrafi 152-202, pag 3

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 16, Paragrafi 152-202

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 16, Paragrafi 152-202
ulmeam, pineam, nuceam, hanc atque aliam materiem omnem cum ecfodies, luna decrescente eximito post meridiem sine vento austro

tum erit tempestiva, cum semen suum maturum erit

cavetoque per rorem trahas aut doles

" [194] idemque mox: "Nisi intermestri lunaque dimidiata ne tangas materiem

quam effodias aut praecidas abs terra

diebus VII proximis, quibus luna plena fuerit, optime eximitur

omnino caveto ni quam materiem doles neve caedas neve tangas nisi siccam, neve gelidam rorulentam

" Tiberius item et in capillo tondendo servavit interlunia

M

Varro adversus defluvia praecipit observandum id a pleniluniis

[195] Larici et magis abieti succisis umor diu defluit

haec omnium arborum altissimae ac rectissimae

navium malis antemnisque propter levitatem praefertur abies
Quando sradicherai un olmo, un pino, un noce, questo e ogni altro legno, scavalo con la luna calante dopo mezzogiorno senza il vento meridionale

Allora sarà il momento giusto, quando il suo seme sarà maturo

E fa' attenzione che tu non lo trasporti o lo lavori durante la rugiada

" [194] Poi ancora: "E che non tocchi il legno se non con l'interlunio e la mezza luna

Che tu lo scavi o lo estragga dalla terra

Nei sette giorni successivi, in cui la luna sarà stata piena, è estratto ottimamente

Fa' completamente attenzione che non lavori o tagli o tocchi qualsiasi legno se non secco, né freddo di rugiada

" Tiberio allo stesso modo anche nel tagliare i capelli osservò gli interluni

M

Varrone contro la caduta consiglia di adempiere a ciò dai plenilunii

[195] Al larice e più all'abete recisi scorre a lungo un liquido

Questi i più alti e i più dritti di tutti gli alberi

L'abete per la leggerezza è preferito per gli alberi e le antenne delle navi
communia his pinoque, ut quadripertitos venarum cursus bifidosve habeant vel omnino simplices

fabrorum in intestina opera medulla sectilis optima quadripertitis, materies et mollior quam ceterae

intellectus in cortice protinus peritis

[196] abietis quae pars a terra fuit, enodis est

haec qua diximus ratione fluviata detoratur atque ita sappinus vocatur, superior pars nodosa duriorque fusterna

et in ipsis autem arboribus robustiores aquiloniae partes, et in totum deteriores ex umidis opacisque, spissiores ex apricis ac diuturnae

ideo Romae infernas abies supernati praefertur

[197] Est per se gentium quoque in his differentia

Alpibus Appenninoque laudatissimae, in Gallia Iuribus ac monte Vosego, in Corsica, Bithynia, Ponto, Macedonia
Comuni al pino in queste cose, che hanno quattro o due corsi di venature o solo uno

Nelle opere intarsiate degli artigiani ottimo il midollo tagliato con quattro venature, il legno e più tenero degli altri

Riconosciuto subito dagli esperti dalla corteccia

[196] La parte dell'abete che è stata verso la terra, è senza nodi

Questa bagnata nel modo che abbiamo detto è scorticata e così è detta sappino, fusterna la parte superiore nodosa e più dura

E poi fra gli stessi alberi le più resistente le parti a nord, e in genere più fragili quelle dei luoghi umidi e ombrosi, più solide e durature quelle dei luoghi soleggiati

Perciò a Roma è preferito l'abete della zona del Tirreno a quello dell'Adriatico

[197] C'è di per sé differenza a seconda dei luoghi anche fra gli stessi

Molto pregiati sulle Alpi e l'Appennino, in Gallia sui Giura e sul monte dei Vosgi, in Corsica, Bitinia, Ponto, Macedonia
deterior Aenianica et Arcadica, pessima Parnasia et Euboica, quoniam ramosae ibi et contortae putrescentesque facile

at cedrus in Creta, Africa, Syria laudatissima

cedri oleo peruncta materies nec tiniam nec cariem sentit

[198] iunipero eadem virtus quae cedro

vasta haec in Hispania maximeque Vaccaeis

medulla eius ubicumque solidior etiam quam cedris

publicum omnium vitium vocant spiras, ubi convolvere se venae atque nodi

inveniuntur in quibusdam, sicut in marmore, centra, id est duritia clavo similis, inimica serris

et quaedam forte accidunt, ut lapide comprehenso aut recepto in corpus aut alterius arboris ramo
Inferiori quelli dell'Enia e dell'Arcadia, pessimi quelli del Parnaso e dell'Eubea, poiché qui ramosi e contorti e che marciscono facilmente

Invece molto pregiato il cedro a Creta, in Africa, in Siria

Il legno unto con olio di cedro non avverte né il tarlo né carie

[198] Per il ginepro la stessa qualità del cedro

Grande questo in Spagna e soprattutto fra i Vaccei

Il suo midollo dovunque più consistente anche dei cedri

Chiamano spiras un difetto comune di tutti, quando vene e nodi si sono avvolti

Vengono trovati in alcuni, come nel marmo, centri, cioè duroni simili al chiodo, ostili alle seghe

E alcuni si formano per caso, come una pietra racchiusa o accolta nei tronchi o un ramo di un altro albero

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 42-115

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 30, Paragrafi 42-115

[199] Megaris diu steti oleaster in foro, cui viri fortes adfixerant arma, quae cortice ambiente aetas longa occultaverat, fuitque arbor illa fatalis excidio urbis praemonitae oraculo, cum arbor arma peperisset, quod succisae accidit ocreis galeisque intus repertis

ferunt lapides ita inventos ad continendos partus esse remedio

[200] Amplissima arborum ad hoc aevi existimatur Romae visa, quam propter miraculum Tiberius Caesar in eodem ponte naumachiario exposuerat advectam cum reliqua materie, duravitque ad Neronis principis amphitheatrum

fuit autem trabs ea e larice, longa pedes CXX, bipedali crassitudine aequalis, quo intellegebatur vix credibilis reliqua altitudo fastigium ad cacumen aestimantibus

[201] fuit memoria nostra et in porticibus saeptorum a M
[199] A Megara ci fu a lungo un oleastro nel foro, a cui uomini valorosi avevano appeso le armi, che il lungo tempo aveva nascosto con una corteccia avvolgente, e quell'albero fu fatale per la rovina della città preavvertita da un oracolo, quando l'albero avesse generato armi, il che avvenne a quello tagliato essendo stati trovati all'interno schinieri ed elmi

Dicono che le pietre così trovate siano di rimedio per evitare gli aborti

[200] Si ritiene essere stato visto a Roma il più grande degli alberi fino a quest'epoca, l'imperatore Tiberio aveva esposto questo come cosa straordinaria sullo stesso ponte delle naumachie dopo averlo trasportato col restante legno, e durò fino all'anfiteatro del principe Nerone

Fu questo poi una trave di larice, lunga 120 piedi, costante nella grandezza di due piedi, da ciò a stento era ritenuta credibile la restante statura da chi misurava l'altezza fino alla cima

[201] Un nostro ricordo fu lasciato da M
Agrippa relicta aeque miraculi causa, quae diribitorio superfuerat, XX pedibus brevior, sesquipedali crassitudine

abies admirationis praecipuae visa est in nave, quae ex Aegypto Gai principis iussu obeliscum in Vaticano circo statutum quattuorque truncos lapidis eiusdem ad sustinendum eum adduxit

qua nave nihil admirabilius visum in mari certum est

CXX milia modium lentis pro saburra ei fuere

[202] longitudo spatium obtinuit magna ex parte Ostiensis portus latere laevo

ibi namque demersa est Claudio principe cum tribus molibus turrium altitudine in ea exaedificatis obiter Puteolano pulvere advectisque

arboris eius crassitudo quattuor hominum ulnas conplectentium implebat, vulgoque auditur LXXX milia nummum et pluris malos venundari ad eos usus, rates vero conecti XL milia sestertium plerasque

Agrippa anche nei portici dei recinti giustamente a motivo di stupore, quello che era rimasto per il diribitorio, più corto di 20 piedi, con uno spessore di un piede e mezzo

Un abete di notevole ammirazione fu visto su una nave, che dall'Egitto per ordine del principe Gaio portò un obelisco collocato sul circo Vaticano e i quattro tronchi di pietra dello stesso per sostenerlo

E' certo che nulla di più straordinario di questa nave fu visto sul mare

Per lei ci furono 120 mila moggi di lenticchie per zavorra

[202] La lunghezza occupò uno spazio di gran parte del porto di Ostia nella parte sinistra

Qui infatti fu affondata sotto il principe Claudio con tre moli con l'altezza di torri costruiti superiormente su di essa con polvere pozzolana e trasportati

La grandezza del suo albero riempiva le braccia di quattro uomini che l'abbracciavano, e si sente comunemente che gli alberi per questi scopi sono venduti a 80 mila denari e più, inoltre che le navi per la maggior parte sono costruite con 40 mila sesterzi

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