Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 31, Paragrafi 01-07

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 31, Paragrafi 01-07

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 31, Paragrafi 01-07
[1] Aquatilium secuntur in medicina beneficia, opifice natura ne in illis quidem cessante et per undas fluctusque ac reciprocos aestus amniumque rapidos cursus inprobas exercente vires, nusquam potentia maiore, si verum fateri volumus, quippe hoc elementum ceteris omnibus imperat [1] Seguono i benefici nella medicine degli esseri acquatici, con la natura artefice che certo non si astiene in quelle cose e che esercita le instancabili forze attraverso onde e flutti e alterne maree e rapide correnti dei fiumi, mai altrove con potenza maggiore, se vogliamo dire il vero, poiché questo elemento domina tutti gli altri
[2] terras devorant aquae, flammas necant, scandunt in sublime et caelum quoque sibi vindicant ac nubium obtentu vitalem spiritum strangulant, quae causa fulmina elidit, ipso secum discordante mundo [2] Le acque divorano le terre, dissolvono le fiamme, si sollevano in alto e rivendicano a sé anche il cielo e con un manto di nubi soffocano il soffio vitale, la quale causa sprigiona i fulmini, mentre il mondo stesso è discordante con se stesso
quid esse mirabilius potest aquis in caelo stantibus Cosa può essere più strabiliante delle acque che stanno ferme in cielo

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 12, Paragrafi 22-50
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 12, Paragrafi 22-50

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 12, Paragrafi 22-50

at aliae, ceu parum sit in tantam pervenire altitudinem, rapiunt eo secundum piscium examina, sese etiam lapides, subeuntque portantes aliena pondera Ma alcune, come se sia poca cosa arrivare a tanta altezza, in secondo luogo trascinano da sè schiere di pesci, anche pietre, e si sollevano portando pesi estranei
[3] eaedem cadentes omnium terra enascentium causa fiunt, prorsus mirabili natura, si quis velit reputare, ut fruges gignantur, arbores fruticesque vivant, in caelum migrare aquas animamque etiam herbis vitalem inde deferre, iusta confessione, omnes terrae quoque vires aquarum esse beneficii [3] Le stesse cadendo diventano causa di tutte le cose che nascono dalla terra, certo con ammirevole natura, se qualcuno vuole considerare, cosicché sono prodotte le messi, alberi e frutti crescono, che le acque migrano in cielo e che da lì portano anche il soffio vitale alle piante, con giusta ammissione, che anche tutte le forze della terra partecipano del beneficio delle acque

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 224-248
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 224-248

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 224-248

quapropter ante omnia ipsarum potentiae exempla ponemus Perciò innanzitutto esporremo tutti gli esempi delle forze stesse
cunctas enim enumerare quis mortalium queat Infatti chi dei mortali può contarle tutte quante

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 32, Paragrafi 114-154
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 32, Paragrafi 114-154

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 32, Paragrafi 114-154

[4] Emicant benigne passimque in plurimis terris alibi frigidae, alibi calidae, alibi iunctae, sicut in Tarbellis Aquitanica gente et in Pyrenaeis montibus tenui intervallo discernente, alibi tepidae, egelidae, atque auxilia morborum profitentes et e cunctis animalibus hominum tantum causa erumpentes augent numerum deorum nominibus variis urbesque condunt, sicut Puteolos in Campania, Statiellas in Liguria, Sextias in Narbonensi provincia [4] Sgorgano generosamente e dovunque in diverse terre altrove fredde, altrove calde, altrove insieme, come fra i Tarbelli popolo dell'Aquitania e che è diviso sui monti Pirenei da una leggera distanza, altrove tiepide, sgelate, e offrendo rimedi delle malattie e prorompendo solo a profitto degli uomini fra tutti gli esseri viventi aumentano con vari nomi il numero degli dei e fondano città, come Pozzuoli in Campania, Acqui in Liguria, Sestie nella provincia narbonese
nusquam tamen largius quam in Baiano sinu nec pluribus auxiliandi generibus: [5] aliae sulpuris vi, aliae aluminis, aliae salis, aliae nitri, aliae bituminis, nonnullae etiam acida salsave minxtura, vapore ipso aliquae prosunt, tantaque est vis, ut balneas calefaciant ac frigidam etiam in soliis fervere cogant Ma in nessun luogo più ampiamente che nel golfo di Baiano e non con più generi di aiuto: [5] alcune per la forza dello zolfo, altre dell'allume, altre del sale, altre del salnitro, altre del bitume, alcune anche con una mistura acida o salata, alcune giovano per il vapore stesso, ed è tanta la forza, che scaldano i bagni e costringono anche quella fredda a bollire nelle vasche

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 14, Paragrafi 61-72
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 14, Paragrafi 61-72

quae in Baiano Posidianae vocantur, nomine accepto a Claudii Caesaris liberto, obsonia quoque percocunt Quelle che nel golfo di Baia sono dette posidiane, col nome preso da un liberto di Claudio Cesare, cuociono anche le vivande

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafo 126-186

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 18, Paragrafi 241-265

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 20, Paragrafi 248-264
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 20, Paragrafi 248-264

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