Livio, Ab urbe condita: Libro 43; 01 - 23, pag 6

Livio, Ab urbe condita: Libro 43; 01 - 23

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 43; 01 - 23
Stuberram inde victor revertens ad Gentium legatos Pleuratum Illyrium, exulantem apud se, et Adaeum Macedonem a Beroea mittit; iis mandat, ut exponerent aestatis eius hiemisque acta sua adversus Romanos Dardanosque; adicerent recentia in Illyrico hibernae expeditionis opera; hortarentur Gentium in amicitiam secum et cum Macedonibus iungendam

[20] Hi transgressi iugum Scordi montis, per Illyrici solitudines, quas de industria populando Macedones fecerant, ne transitus faciles Dardanis in Illyricum aut Macedoniam essent, Scodram labore ingenti tandem pervenerunt

Lissi rex Gentius erat

Eo acciti legati, qui mandata exponentes benigne auditi sunt; responsum sine effectu tulerunt, voluntatem sibi non deesse ad bellandum cum Romanis; ceterum ad conandum id, quod velit, pecuniam maxime deesse
Di là, tornando vincitore a Stuberra invia a Genzio come suoi ambasciatori Pleurato d'Illiria che viveva esule presso di lui, e il macedone Adeo di Berea; dà loro incarico di esporgli le imprese compiute durante quella estate e l'inverno contro i Romani ed i Dardani; di aggiungere il resoconto delle più recenti, nel corso della spedizione invernale, nell'Illirico; di esortar Genzio ad unirsi in amicizia con lui e coi Macedoni

[20] Costoro oltrepassata la catena del monte Scordo, attraverso i luoghi dell'Illirico, resi deserti dalle sistematiche devastazioni dei Macedoni, che avevano inteso così render più disagevole ai Dardani il passaggio nell'Illirico o nella Macedonia, giunsero finalmente a Scodra dopo grandi fatiche

Il re Genzio si trovava a Lisso

Qui furono convocati i legati e benevolmente ascoltati durante l'esposizione di ciò che avevano da dire; ne riportarono una risposta molto vaga, non la volontà gli mancava di far guerra contro i Romani; ma per tentare ciò che voleva erano i soldi soprattutto a fargli difetto
Haec Stuberram rettulere regi tum maxime captiuos ex Illyrico vendenti

Extemplo iidem legati, addito Glaucia ex numero custodum corporis, remittuntur sine mentione pecuniae, qua una barbarus inops inpelli ad bellum non poterat

Ancyram inde populatus Perseus in Penestas rursus exercitum reducit firmatisque Uscanae et circa eam per omnia castella, quae receperat, praesidiis in Macedoniam sese recipit

[21] L Coelius, legatus Romanus, praeerat Illyrico; qui moveri non ausus, cum in iis locis rex esset, post profectionem demum eius conatus in Penestis Uscanam recipere, a praesidio, quod ibi Macedonum erat, cum multis volneribus repulsus Lychnidum copias reduxit
Tale risposta riferirono al re che a Stuberra proprio in quel momento stava vendendo i prigionieri illirici

Subito gli stessi ambasciatori, con l'aggiunta di Glaucia, uno della guardia del corpo, gli furono rinviati di nuovo, con l'ordine di non far menzione del denaro, l'unica cosa da cui un barbaro privo di mezzi si sarebbe potuto sentire spinto alla guerra

Di là Perseo, saccheggiata Ancira, ricondusse l'esercito nel territorio dei Penesti e rafforzati i presidii di Uscana e di tutti i luoghi fortificati che le facevan corona e già in suo possesso, si ritirò in Macedonia

[21] L Celio, legato romano, comandava l'Illirico; non avendo il coraggio di muoversi sinché il re si trovava in quella regione, dopo la sua partenza finalmente tentò di riconquistare Uscana nella terra dei Penesti; ma respinto dal presidio macedone che vi era di stanza con sensibili perdite in feriti, ricondusse le truppe a Licnido
Inde post dies paucos M Trebellium Fregellanum cum satis valida manu [in] Penestas misit ad obsides ab iis urbibus, quae in amicitia cum fide permanserant, accipiendos; procedere etiam in Parthinos ii quoque obsides dare pepigerantiussit

Ab utraque gente sine tumultu exigit

Penestarum equites Apolloniam, Parthinorum Dyrrachium,tum Epidamni magis celebre nomen Graecis eratmissi

Ap Claudius acceptam in Illyrico ignominiam corrigere cupiens Phanotam, Epiri castellum, adortus oppugnare est

Auxilia Chaonum Thesprotorumque praeter Romanum exercitum, ad sex milia hominum, secum adduxit; neque operae pretium fecit Cleva, qui relictus a Perseo erat, cum valido praesidio defendente

Et Perseus, Elimeam profectus et circa eam exercitu lustrato ad Stratum vocantibus Epirotis ducit
Di lì pochi giorni dopo inviò M Trebellio Fregellano con una schiera abbastanza numerosa [nel] territorio dei Penesti per farsi dare ostaggi dalle città, che erano rimaste in leale amicizia; gli ordinò anche di spingersi tra i Partini - anche questi avevano pattuito di dare ostaggi -

Da tutte e due quelle popolazioni li ottenne senza provocare rivolte

I cavalieri dei Penesti furono inviati ad Apollonia, quelli dei Partini a Durazzo, il cui nome più diffuso era allora per i Greci quello di Epidamno

Ap Claudio, desideroso di cancellare la vergogna della disfatta subita nell'Illirico, si provò ad assediare Fanota, centro fortificato dell'Epiro

Oltre all'esercito romano portò con sé le truppe ausiliarie dei Caoni e dei Tesproti, circa seimila uomini; né riuscì a combinar nulla di buono, perché lo difendeva con efficiente presidio Cleva, lasciatovi da Perseo

E Perseo, partito alla volta della Elimea e nei suoi paraggi passato in rivista l'esercito, lo conduce verso Strato su richiesta degli Epiroti

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Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 01- 06

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 01- 06

Stratus validissima tum urbs Aetoliae erat; sita est super Ambracium sinum prope amnem Inachum

Cum decem milibus peditum eo profectus est et equitibus trecentis, quos pauciores propter angustias viarum et asperitatem duxit

Tertio die cum pervenisset ad Citium montem, vix transgressus propter altitudinem nivis locum quoque castris aegre invenit

Profectus inde, magis quia manere non poterat, [quam] quod tolerabilis aut via aut tempestas esset, cum ingenti vexatione praecipue iumentorum altero die ad templum Iovis, Nicaeum quem vocant, posuit castra

Ad Aratthum inde flumen itinere ingenti emenso retentus altitudine amnis mansit

Quo spatio temporis ponte perfecto, traductis copiis diei progressus iter obvium Archidamum, principem Aetolorum, per quem ei Stratus tradebatur, habuit
Strato era allora la città più potente di Etolia; è situata oltre il golfo di Ambracia presso il fiume Inaco

Con diecimila fanti e trecento cavalieri si mise in cammino, ma in minor numero ne fece avanzare a causa della via angusta e difficile

Dopo due giorni giunto al monte Cizio, e superatolo fra gravi stenti per l'altezza della neve, anche il luogo per accamparsi riuscì a trovare con difficoltà

Di lì partito, perché non vi poteva sostare piuttosto [che] per le condizioni incoraggianti della strada o della stagione, con grande tormento soprattutto delle bestie da soma, il dì seguente pose il campo presso il tempio di Giove, come essi dicono, Niceo

Dopo una lunga marcia verso il fiume Aratto, trattenuto dalla profondità del fiume vi fece tappa

In questo lasso di tempo riuscito a completare lacostruzione di un ponte, vi fece passar sopra le truppe avanzando per un giorno di cammino, venne a incontrarsi con Archidamo, capo degli Etoli, per cui mezzo gli veniva offerta la resa di Strato
[22] Eo die ad finem agri Aetolici castra posita; inde altero die ad Stratum perventum; ubi prope Inachum amnem castris [positis], cum expectaret effusos omnibus portis Aetolos in fidem suam venturos, clausas portas atque ipsa ea nocte, qua venerat, receptum Romanum praesidium cum C Popilio legato invenit

Principes, qui praesentis Archidami auctoritate conpulsi regem arcessierant, obviam egresso Archidamo segniores facti locum adversae factioni dederant ad Popilium cum mille peditibus ab Ambracia accersendum

In tempore et Dinarchus, praefectus equitum gentis Aetolorum, cum sescentis peditibus et equitibus centum [venit]

Satis constabat eum tamquam ad Persea tendentem Stratum venisse, mutato deinde cum fortuna animo Romanis se, adversus quos venerat, iunxisse
[22] In quel giorno il campo fu posto presso il confine del territorio etolico; di lì il giorno successivo si giunse presso Strato; dove [collocato] l'accampamento vicino al fiume Inaco, aspettandosi che gli Etoli in gran folla usciti da tutte le porte della città gli si sarebbero dati, invece trovò chiuse le porte e nella notte stessa del suo arrivo accolto dentro la città il presidio romano al comando del legato G Popilio

I cittadini più influenti, che spinti dall'autorità di Archidamo, sin tanto che egli si trovava in città, avevano chiesto l'intervento del re, una volta partito Archidamo per andargli incontro, fattisi più tiepidi e indifferenti, avevano dato la possibilità all'opposta fazione di far venire da Ambracia Popilio con mille fanti

In tempo [giunse] anche Dinarco, ipparco della gente etolica, con seicento fanti e [cento] cavalieri

Risultava che egli fosse arrivato con l'intenzione di unirsi a Perseo che si dirigeva verso Strato; ma che poi cambiata intenzione con l'evolversi della situazione, si fosse congiunto con i Romani, contro i quali era venuto

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Nec Popilius securior, quam debebat esse, inter tam mobilia ingenia erat

Claves portarum custodiamque murorum suae extemplo potestatis fecit; Dinarchum Aetolosque cum iuventute Stratiorum in arcem per praesidii speciem amovit

Perseus ab imminentibus superiori parti urbis tumulis temptatis conloquiis, cum obstinatos atque etiam telis procul arcentis videret, quinque milia passuum ab urbe trans Petitarum amnem posuit castra

Ibi consilio advocato cum Archidamus Epirotarumque transfugae retinerent, Macedonum principes non pugnandum cum infesto tempore anni censerent, nullis praeparatis commeatibus, cum inopiam prius obsidentes quam obsessi sensuri essent, maxime quod hostium haud procul inde hiberna erant, territus in Aperantiam castra movit
Né Popilio si sentiva più tranquillo, di quanto dovesse, fra gente d'indole così mutevole

Immediatamente si fece dare le chiavi delle porte e assunse la difesa delle mura; mentre Dinarco e gli Etoli insieme con i giovani di Strato li relegò nella fortezza col pretesto di mettervili a presidio

Perseo dalle colline che davano sulla parte settentrionale della città tentò di parlamentare con i cittadini, ma vedendoli ostinati e intenti a tenerlo a distanza anche col getto di dardi, pose il campo a cinque miglia dalla città, oltre il fiume Petitaro

Ivi convocato il consiglio, mentre Archidamo e i fuoriusciti epiroti cercavano di farlo restare, e i capi Macedoni pensavano invece di non doversi lottare con l'asprezza della stagione, considerando che, non essendosi fatti preparatìvì di rìfornirnenti, avrebbero risentito dei disagi della carestia prima gli assedianti degli assediati, tanto più che non lontani di lì si trovavano gli accampamenti invernali nemici, sconcertato da tutte queste circostanze Perseo mosse il campo in direzione dell'Aperanzia
Aperanti eum propter Archidami magnam in ea gente gratiam auctoritatemque consensu omnium acceperunt; is ipse cum octingentorum militum praesidio his est praepositus

[23] Rex cum [non] minore vexatione iumentorum hominumque, quam venerat, in Macedoniam redit; Appium tamen ab obsidione Phanotes fama ducentis ad Stratum Persei summovit

Clevas cum praesidio inpigrorum iuvenum insecutus sub radicibus prope inviis montium ad mille hominum ex agmine inpedito occidit, ad ducentos cepit

Appius superatis angustiis in campo, quem Meleona vocant, stativa dierum paucorum habuit

Interim Clevas adsumpto Philostrato, qui [DC ex] Epirotarum gente habebat, in agrum Antigonensem transcendit

Macedones ad depopulationem profecti; Philostratus cum cohorte sua in insidiis loco obscuro consedit
Gli Aperanti lo accolsero con generale consenso per il grande prestigio e l'influenza di cui tra quel popolo godeva Archidamo; lui stesso fu ad essi preposto con una guarnigione di ottocento soldati

[23] Il re tornò in Macedonia con [non] minore travaglio di giumenti e di uomini di quando era venuto; pure Appio fu distolto dall'assedio di Fanote per esser corsa voce che Perseo si dirigeva con l'esercito verso Strato

Cleva con una schiera di giovani decisi lo inseguì ai piedi delle montagne in luoghi quasi privi di strade e uccise un migliaio di quella colonna di soldati affardellati e duecento ne catturò

Appio superata la stretta pose per pochi giorni l'accampamento sulla pianura detta Meleone

E intanto Cleva, congiuntosi con Filostrato, che aveva con sé [cinquecento] Epiroti, penetrò nel territorio di Antigoneia

I Macedoni si mossero a devastarlo; mentre Filostrato con il suo contingente si pose all'agguato in luoghi occulti

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In palatos populatores cum erupissent ab Antigonea armati, fugientes eos persequentes effusius in vallem insessam ab hostibus praecipitant

Ibi DCoccisis, centum ferme captis, et ubique prospere gesta re prope stativa Appi castra movent, ne qua vis sociis suis ab Romano exercitu inferri possit

Appius nequiquam in his locis terens tempus, dimissis Chaonum [Thesprotorum]que et si qui alii Epirotae erant praesidiis, cum Italicis militibus in Illyricum regressus, per Parthinorum socias urbes in hiberna militibus divisis, ipse Romam sacrificii causa redit

Perseus ex Penestarum gente mille pedites, ducentos equites revocatos Cassandream, praesidio ut essent, misit

Ab Gentio eadem adferentes redierunt
Usciti in armi gli abitanti da Antigoneia contro i saccheggiatori dispersi per la campagna, inseguendoli nella fuga con eccessiva temerità, vanno a cozzar nella valle occupata dal nemico

Questo dopo averne qui uccisi un migliaio e catturati circa cento e dovunque riportato successi accosta il campo vicino a quello di Appio, per evitare che ai suoi alleati potesse esser recata violenza dall'esercito romano

Appio accorgendosi di perder tempo senza costrutto in quei luoghi, licenziati i reparti deì Caoni e [dei Tesproti] nonché gli altri Epiroti, che eventualmente ne facessero parte, ritornò nell'Illirico con i soldati italici, e distribuite le truppe negli alloggiamenti invernali fra le città alleate dei Partini, andò a Roma per celebrarvi un sacrificio

Perseo richiamò dalle popolazioni dei Penesti mille fanti e duecento cavalieri per inviarli di presidio a Cassandra

Da Genzio gli ambasciatori fecero ritorno con le stesse risposte
Nec deinde alios atque alios mittendo temptare eum destitit, cum appareret, quantum in eo praesidii esset, nec tamen impetrare ab animo posset, ut inpensam in rem maximi ad omnia momenti faceret Né di poi con linviargli messi uno sullaltro cessò di tentarlo, pur essendo evidente quale grande aiuto fosse riposto in lui, eppure senza risolversi a qualche sacrificio di denaro per cosa della massima importanza sotto ogni riguardo

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