L’avventura omosessuale tra Zeus e Ganimede

l’avventura omosessuale tra Zeus e Ganimede

per i greci, non pareva particolarmente strano se un Dio, un eroe o un uomo provava attrazione per una persona del suo stesso sesso. L'omosessualità era più facilmente ammessa se concepita come l'attrazione che un uomo maturo provava per un ragazzo giovanissimo, attrazione che in greco aveva il nome di "amore per i ragazzi " cioè PEDERASTIA

Paradossalmente, i greci erano più tolleranti proprio verso quella forma di sessualità omosessuale che nei secoli successivi, viene considerata riprovevole e ripugnante. Per Zeus, comunque, non valevano le leggi dei mortali. Se desiderava un ragazzo, se lo prendeva. L'unica cosa da cui doveva guardarsi erano le scenate di gelosia di sua moglie.

Il ragazzo su cui Zeus aveva messo gli occhi si chiamava Ganimede che era il più bel ragazzo del mondo. Zeus lo vide un giorno mentre pascolava le sue mandrie sul monte Ida. Si trasformò in un'aquila e scese in picchiata per rapirlo. Sull'Olimpo, fece di Ganimede il cocchiere che serviva da bere ai banchetti degli Dei

scultura di Ganimede e Zeus (con le sembianze di un aquila) scultura di Ganimede e Zeus (con le sembianze di un aquila)

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