Nella stanza c'è un unica fonte di luce ed è rappresentata dalla fiamma di una flebile candela. Sul tavolo anche un libro aperto che sicuramente richiama le vecchie scritture. Nella scena sono presenti anche dei soldati, armati di lance e altri 2 personaggi non meglio identificati, al fianco di Caifa
Fa così inizio il doppio processo a cui è sottoposto Gesù, quello religioso di fronte alle autorità giudaiche, che lo condannano per blasfemia cioè per essersi dichiarato figlio di Dio, e quello civile come agitatore del Popolo deve essersi arrogato il titolo di re dei giudei.
Gesù si è consegnato inerme ai soldati che lo hanno portato dai sacerdoti del Sinedrio che si apprestano a interrogarlo. L'artista ha ideato una scena di estrema semplicità ma al tempo stesso di grande pathos.
Caifa, il sommo sacerdote del tempio di Gerusalemme è rappresentato proprio nel momento in cui, con l'indice puntato verso l'alto, a indicare il Signore, interroga Gesù a bruciapelo sulla sua identità. La fiammella della candela che illumina a malapena il libro della legge sul tavolo di Anna, diventa una grande luce dorata sulla veste bianca di Cristo mettendo in risalto le mani legate, il volto pagato e lo sguardo penetrante.
Nella scena della condanna da parte del Sinedrio solo il Cristo riflette e diffonde la luce della candela, contrapposta alle tenebre del male che tutto avvolgono