Livio, Ab urbe condita: Libro 06, 11-15

Livio, Ab urbe condita: Libro 06, 11-15

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 06, 11-15
Insequenti anno, A Manlio P Cornelio T Et L Quinctiis Capitolinis L Papirio Cursore [iterum C Sergio] iterum tribunis consulari potestate, graue bellum foris, grauior domi seditio exorta

Bellum ab Volscis adiuncta Latinorum atque Hernicorum defectione, seditio, unde minime timeri potuit, a patriciae gentis uiro et inclitae famae, M Manlio Capitolino

Qui nimius animi cum alios principes sperneret, uni inuideret eximio simul honoribus atque uirtutibus, M Furio
L'anno successivo, quando cioè erano tribuni militari con potere consolare Aulo Manlio, Publio Cornelio, Tito e Lucio Quinzio Capitolino, Lucio Papirio Cursore e Gneo Sergio (entrambi alla loro seconda esperienza), ci furono all'esterno una guerra di una certa gravità e in patria dei disordini ben più gravi

Alla guerra scatenata dai Volsci si aggiunse la defezione di Latini ed Ernici; mentre i disordini scoppiarono là dove meno lo si sarebbe previsto, e il responsabile fu Marco Manlio Capitolino, un patrizio che godeva di larga rinomanza

Pieno di superbia, disprezzava il resto dei capi e ne invidiava uno solo, Marco Furio, insigne per onori e meriti
Aegre ferebat solum eum in magistratibus, solum apud exercitus esse; tantum iam eminere ut iisdem auspiciis creatos non pro collegis sed pro ministris habeat; cum interim, si quis uere aestimare uelit, a M Furio reciperari patria ex obsidione hostium non potuerit, nisi a se prius Capitolium atque arx seruata esset

Et ille inter aurum accipiendum et in spem pacis solutis animis Gallos adgressus sit, ipse armatos capientesque arcem depulerit

Illius gloriae pars uirilis apud omnes milites sit qui simul uicerint: suae uictoriae neminem omnium mortalium socium esse
Egli non riusciva a tollerare che Camillo avesse raggiunto tanto tra i magistrati quanto presso gli eserciti un tale grado di assoluta preminenza da considerare al rango di servitori e non di colleghi quelli che erano stati eletti sotto i suoi stessi auspici, quando - se uno avesse considerato la questione in maniera obiettiva - Marco Furio non avrebbe mai potuto strappare la patria dall'assedio nemico, se lui, Manlio, non avesse prima salvato il Campidoglio e la rocca

Mentre Camillo aveva attaccato i Galli nel momento in cui ricevevano l'oro e non stavano in guardia, pensando alla pace, lui invece li aveva respinti quando armi in pugno erano sul punto di impossessarsi della rocca

Buona parte della gloria di Camillo apparteneva ai soldati che avevano conquistato la vittoria insieme a lui, mentre tutti sapevano che Manlio non doveva dividere con nessun essere mortale la propria vittoria
His opinionibus inflato animo, ad hoc uitio quoque ingenii uehemens et impotens, postquam inter patres non quantum aequum censebat excellere suas opes animaduertit, primus omnium ex patribus popularis factus cum plebeiis magistratibus consilia communicare

Criminando patres, alliciendo ad se plebem iam aura non consilio ferri famaeque magnae malle quam bonae esse

Et non contentus agrariis legibus, quae materia semper tribunis plebi seditionum fuisset, fidem moliri coepit: acriores quippe aeris alieni stimulos esse, qui non egestatem modo atque ignominiam minentur sed neruo ac uinculis corpus liberum territent

Et erat aeris alieni magna uis re damnosissima etiam diuitibus, aedificando, contracta
Imbaldanzito da queste idee ed essendo anche impetuoso e violento di carattere, quando si rese conto di non riuscire a emergere tra i senatori come egli riteneva di meritare, fu il primo tra tutti i patrizi a passare dalla parte del popolo e ad accordarsi coi magistrati plebei

Lanciando accuse ai senatori e cercando di attirarsi il favore della plebe, non si lasciava più guidare dal raziocinio ma dall'umore incostante della massa, e preferiva che la sua fama fosse grande piuttosto che buona

E non contento delle leggi agrarie che ai tribuni della plebe avevano sempre fornito materia per scatenare disordini, cominciò un attacco sul pubblico credito: a suo dire i debiti erano un tormento ben più fastidioso perché facevano rischiare non soltanto la povertà e il disonore, ma terrorizzavano gli uomini di condizione libera col pensiero della frusta e delle catene

E infatti c'era stato un grande accumulo di debiti contratti con le opere di ricostruzione, che anche ai ricchi avevano procurato enorme danno

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Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 01- 06
Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 01- 06

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 01- 06

Bellum itaque Volscum, graue per se, oneratum Latinorum atque Hernicorum defectione, in speciem causae iactatum ut maior potestas quaereretur

Sed noua consilia Manli magis compulere senatum ad dictatorem creandum

Creatus A Cornelius Cossus magistrum equitum dixit T Quinctium Capitolinum

Dictator etsi maiorem dimicationem propositam domi quam foris cernebat, tamen, seu quia celeritate ad bellum opus erat, seu uictoria triumphoque dictaturae ipsi uires se additurum ratus, dilectu habito in agrum Pomptinum, quo a Volscis exercitum indictum audierat, pergit
E così la guerra contro i Volsci, già di per sé preoccupante ma resa ancora più preoccupante dalla defezione di Latini ed Ernici, venne utilizzata allo scopo di ottenere maggiore potere

Ma soprattutto le rivoluzionarie idee di Manlio furono la causa principale della nomina, voluta dal senato, di un dittatore

Venne scelto per l'incarico Aulo Cornelio Cosso, il quale nominò maestro di cavalleria Tito Quinzio Capitolino

Pur rendendosi conto che la minaccia di uno scontro interno era ben più preoccupante di quella proveniente dall'estero, ciò non ostante il dittatore - sia perché la guerra esigeva tempestività e sia perché pensava che con una vittoria e un conseguente trionfo avrebbe potuto rinforzare la propria dittatura, appena effettuata la leva militare, partì alla volta dell'agro Pontino, dove, stando alle informazioni ricevute, i Volsci avevano concentrato l'esercito
non dubito praeter satietatem tot iam libris adsidua bella cum Volscis gesta legentibus illud quoque succursurum, quod mihi percensenti propiores temporibus harum rerum auctores miraculo fuit unde totiens uictis Volscis et Aequis suffecerint milites

quod cum ab antiquis tacitum praetermissum sit, cuius tandem ego rei praeter opinionem, quae sua cuique coniectanti esse potest, auctor sim
A forza di leggere in questi libri di tutte le guerre combattute in continuazione con i Volsci, sono sicuro che i lettori - noia a parte - si domanderanno meravigliati (com'è successo a me quando esaminavo le opere degli storici più vicini ai tempi di questi avvenimenti) dove mai Volsci ed Equi, che subivano una sconfitta dietro l'altra, trovassero i rimpiazzi per le file dei loro eserciti

Ma visto che gli antichi hanno passato la questione sotto silenzio, posso avanzare soltanto una semplice opinione personale, alla quale ciascuno può arrivare per congettura

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Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 51 - 56
Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 51 - 56

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 39; 51 - 56

simile ueri est aut interuallis bellorum, sicut nunc in dilectibus fit Romanis, alia atque alia subole iuniorum ad bella instauranda totiens usos esse aut non ex iisdem semper populis exercitus scriptos, quamquam eadem semper gens bellum intulerit, aut innumerabilem multitudinem liberorum capitum in eis fuisse locis quae nunc uix seminario exiguo militum relicto seruitia Romana ab solitudine uindicant

ingens certe, quod inter omnes auctores conueniat, quamquam nuper Camilli ductu atque auspicio accisae res erant, Volscorum exercitus fuit

Ad hoc Latini Hernicique accesserant et Circeiensium quidam et coloni etiam a Velitris Romani

dictator castris eo die positis
probabile sia che negli intervalli tra i vari conflitti essi utilizzassero per riprendere le guerre sempre nuove generazioni di giovani - come oggi si verifica nelle leve militari qui a Roma -; oppure non arruolavano gli eserciti attingendo sempre alle stesse genti, anche se poi il popolo che faceva la guerra risultava sempre lo stesso; o ancora non è escluso che la quantità di uomini liberi fosse estremamente elevata in zone che oggi non hanno più alcun peso quale vivaio militare e solo grazie agli schiavi romani non sono ridotte a deserti

Di certo è che tutti gli storici concordano nel definire enorme l'esercito dei Volsci, non ostante avesse poco tempo prima subìto un notevole ridimensionamento numerico sotto il comando e gli auspici di Camillo

A questa forza si erano aggiunti Latini ed Ernici, un certo numero di abitanti di Circei e alcuni coloni romani provenienti da Velletri

Quel giorno il dittatore si accampò
Postero cum auspicato prodisset hostiaque caesa pacem deum adorasset, laetus ad milites iam arma ad propositum pugnae signum, sicut edictum erat, luce prima capientes processit

nostra uictoria est, milites inquit, si quid di uatesque eorum in futurum uident

itaque, ut decet certae spei plenos et cum imparibus manus conserturos, pilis ante pedes positis gladiis tantum dextras armemus

ne procurri quidem ab acie uelim sed obnixos uos stabili gradu impetum hostium excipere

ubi illi uana iniecerint missilia et effusi stantibus uobis se intulerint, tum micent gladii et ueniat in mentem unicuique deos esse qui Romanum adiuuent deos qui secundis auibus in proelium miserint

tu, T Quincti, equitem intentus ad primum initium moti certaminis teneas
Il successivo, dopo aver tratto gli auspici, uscì dalla tenda augurale e invocò il favore degli dèi con l'offerta di una vittima sacrificale; quindi si presentò con volto lieto ai soldati che alle prime luci del giorno si stavano già armando, come era stato loro ordinato di fare non appena avessero visto il segnale convenuto per la battaglia

O soldati, disse, la vittoria è nelle nostre mani, se gli dèi e i loro interpreti profetici sanno leggere nel futuro

Perciò, come si conviene a uomini che sono sul punto di affrontare con sicura fiducia nei propri mezzi degli avversari di forza impari, deponiamo i giavellotti e armiamoci soltanto con le spade

Vorrei che nessuno uscisse dai ranghi, ma che sosteneste l'impeto dei nemici resistendo a pie' fermo

Quando i loro colpi saranno andati a vuoto ed essi si getteranno in disordine contro di voi ben attestati al vostro posto, allora brillino le spade e ciascuno si ricordi che gli dèi stanno dalla parte dei Romani, e che sono stati gli dèi a mandarci in battaglia con auspici favorevoli

Tu, Tito Quinzio, bada a tener ferma la cavalleria e aspetta che inizi lo scontro

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Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 24-26
Livio, Ab urbe condita: Libro 07, 24-26

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 07, 24-26

Ubi haerere iam aciem conlato pede uideris, tum terrorem equestrem occupatis alio pauore infer inuectusque ordines pugnantium dissipa

sic eques, sic pedes, ut praeceperat, pugnant; nec dux legiones nec fortuna fefellit ducem

Multitudo hostium nulli rei praeterquam numero freta et oculis utramque metiens aciem temere proelium iniit, temere omisit; clamore tantum missilibusque telis et primo pugnae impetu ferox gladios et conlatum pedem et uoltum hostis ardore animi micantem ferre non potuit

impulsa frons prima et trepidatio subsidiis inlata; et suum terrorem intulit eques; rupti inde multis locis ordines motaque omnia et fluctuanti similis acies erat
Quando vedrai le due schiere già impegnate nel corpo a corpo, allora con i cavalieri aggiungi nuovo terrore alla paura che già possiede i nemici e caricandoli semina lo scompiglio tra le loro fila

Tanto i cavalieri quanto i fanti combatterono com'era stato loro ordinato; né il generale venne meno alle sue legioni, né la fortuna al generale

La massa dei nemici, confidando esclusivamente nel numero e valutando a occhio entrambi gli schieramenti, si buttò alla cieca in battaglia e alla cieca ne uscì; esaurita la loro irruenza nell'urlo di battaglia, nel lancio di proiettili e nel primo urto, essi non riuscirono a sostenere le spade, lo scontro corpo a corpo e gli sguardi dei nemici nei quali brillava l'ardore di autentici guerrieri

La loro linea frontale venne sùbito sgranata e lo scompiglio andò a ripercuotersi sulle retrovie; anche i cavalieri fecero la loro parte nel terrorizzare i nemici; le file vennero sbaragliate in molti punti, tutto era in movimento e l'intero schieramento somigliava a un fluttuare di onde
dein postquam cadentibus primis iam ad se quisque peruenturam caedem cernebat, terga uertunt

instare Romanus

Et donec armati confertique abibant, peditum labor in persequendo fuit: Postquam iactari arma passim fugaque per agros spargi aciem hostium animaduersum est, tum equitum turmae emissae, dato signo ne in singulorum morando caede spatium ad euadendum interim multitudini darent

Satis esse missilibus ac terrore impediri cursum obequitandoque agmen teneri dum adsequi pedes et iusta caede conficere hostem posset

fugae sequendique non ante noctem finis fuit

capta quoque ac direpta eodem die castra Volscorum praedaque omnis praeter libera corpora militi concessa est
Poi quando, caduti i soldati della prima fila, ciascuno si rese conto che la morte non avrebbe tardato a raggiungerlo, fu una fuga generale

I Romani incalzavano

Finché i nemici indietreggiavano con le armi in pugno e in file serrate, l'inseguimento venne affidato alla fanteria:Ma quando si vide che buttavano le armi dove capitava e che l'esercito si disperdeva per i campi cercando la fuga, allora venne dato il via libera agli squadroni di cavalleria con l'ordine di non indugiare nell'eliminazione dei singoli, per non offrire al grosso delle forze nemiche il modo di evitare il massacro

Già solo lanciando proiettili li avrebbero terrorizzati ostacolandone la corsa: poi, cavalcandogli intorno, li avrebbero potuti tenere sotto controllo, fino a quando non fossero sopraggiunti i fanti a completare l'annientamento

La fuga e l'inseguimento proseguirono fino al calar della notte

Dopo aver catturato e distrutto quello stesso giorno l'accampamento dei Volsci, ai soldati venne concesso tutto il bottino tranne gli uomini di condizione libera

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 06, 01- 05

pars maxima captiuorum ex Latinis atque Hernicis fuit, nec hominum de plebe, ut credi posset mercede militasse, sed principes quidam iuuentutis inuenti, manifesta fides publica ope Volscos hostes adiutos

Circeiensium quoque quidam cogniti et coloni a Velitris; Romamque omnes missi percontantibus primoribus patrum eadem quae dictatori defectionem sui quisque populi haud perplexe indicauere

Dictator exercitum in statiuis tenebat, minime dubius bellum cum iis populis patres iussuros, cum maior domi exorta moles coegit acciri Romam eum gliscente in dies seditione, quam solito magis metuendam auctor faciebat

non enim iam orationes modo M Manli sed facta, popularia in speciem, tumultuosa eadem, qua mente fierent intuenda erant
La maggior parte dei prigionieri erano Latini ed Ernici, e non tutti di estrazione plebea (che si poteva credere avessero combattuto in qualità di mercenari), ma vi si trovarono anche dei giovani delle famiglie più illustri, prova questa che i rispettivi paesi avevano ufficialmente supportato il nemico volsco

Alcuni vennero invece riconosciuti come provenienti da Circei e dalla colonia di Velletri; furono tutti inviati a Roma e lì, ai senatori più eminenti che li interrogavano, rivelarono apertamente le stesse cose già dette al dittatore, e cioè la defezione dei rispettivi popoli

Il dittatore teneva i suoi uomini nell'accampamento, non nutrendo il minimo dubbio sul fatto che i senatori avrebbero dichiarato guerra a questi popoli, quando in patria una questione di ben altra gravità li costrinse a richiamarlo a Roma, mentre la gravità dei disordini cresceva di giorno in giorno, e chi ne era responsabile rendeva la cosa più preoccupante del solito

Infatti ormai non solo i discorsi, ma anche le azioni di Marco Manlio, all'apparenza volte ad appoggiare il popolo, erano in realtà sediziose se si considerava quale ne era il principio ispiratore

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