La popolarità del nero sembra essere la diretta conseguenza delle leggi suntuarie e dei regolamenti vestimentari. Il fenomeno parte dall'Italia e interessa all'inizio solo le città.
I mercanti prendono dunque l'abitudine, per derisione o per provocazione, di vestirsi di un colore non interessato da simili divieti, un colore fino a quel momento ritenuto modesto e di scarso valore: il nero. Ma poiché sono ricchi, esigono dai tintori nuovi toni di nero, più solidi, più vivi, più seducenti. Stimolati da questa domanda, i tintori riescono in tale impresa a partire dal 1360.
La nuova moda permette così a una classe ricca, ma che non è ancora arrivata in cima alla scala sociale, di obbedire alle leggi e ai regolamenti pur vestendosi secondo i propri gusti e di aggirare il divieto, che è costretta a subire in numerose città, di portare pellicce troppo preziose, in particolare lo zibellino, la più cara e la più nera di tutte. La moda fornisce inoltre l'occasione di ostentare una tenuta vestitaria austera e virtuosa e così facendo di soddisfare le autorità urbane e i moralisti
La moda del nero, in effetti, non piace solo alla borghesia mercantile e ai togati. Ben presto altre classi prendono a imitarli, dapprima l'alto patriziato, poi soprattutto i principi. Sin dalla fine del XIV secolo si nota la presenza di abiti neri nel guardaroba di molti personaggi di alto lignaggio: il duca di Milano, il Conte di Savoia, i signori di Mantova, Ferrara, Rimini, Urbino.
Poi, al volgere del secolo, la nuova moda varca i confini dell'Italia: re e principi stranieri adottano a loro volta il nero. Alla corte di Francia, per esempio, è durante la follia di Carlo VI, dopo il 1392, che questo colore comincia a essere indossato dagli zii del re e soprattutto da suo fratello Luigi d'Orleans, senza dubbio influenzato dalla moglie, Valentina Visconti, che porta con sé gli usi e i costumi della corte di Milano. L'Italia del Nord aveva lanciato la moda del nero principesco, la Francia e l'Inghilterra ormai la diffondono in tutta Europa, nei paesi dell'impero, in Scandinavia, nella penisola iberica e perfino in Ungheria in Polonia
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L'uso del nero a corte è anteriore al regno di Filippo il Buono, duca di Borgogna dal 1419 al 1467, ma è questo principe, il più potente di tutto l'occidente, a lanciarne definitivamente la moda, ed è alla corte di Borgogna che diventa parte integrante dell'etichetta. Da qui si diffonde in seguito alla corte di Spagna, viene imitata in tutta Europa e perdura fino alla metà del XVII secolo