Cecilia Gallerani: la dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci

Cecilia Gallerani: la dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci

Il ritratto della giovanissima amante di Ludovico il Moro, eseguito tra il 1489 e il 1490, costituisce un ulteriore passo avanti nel nuovo stile leonardesco: il complesso schema formale, i movimenti fissati come in un istantanea, rimandano un'immagine viva e pensante

parte integrante del quadro è la figura dell'ermellino, che con il suo movimento sinuoso fa da contrappunto a quello della donna. l'avvicinarsi di un personaggio fuori scena fa voltare Cecilia e allarma la bestiola, che si scosta bruscamente, quasi impigliando la zampetta del vestito di lei, che con le lunga dita nervose lo trattiene e nello stesso tempo lo accarezza per calmarlo.

Il carattere narrativo della scena fa pensare che Leonardo abbia voluto raccontare una storia. Fra i libri di Leonardo figuravano le Metamorfosi di Ovidio, dove compare il celebre mito di Zeus che si trasforma in cigno per amare Leda, un tema figurativo ripreso più volte dal maestro negli anni successivi al ritratto della Dama con l'ermellino.

Novella Leda, anche Cecilia ha un amante che le ha aperto le porte di un mondo favoloso, infinitamente superiore al suo, il quale cela la sua identità sotto le spoglie di un animale che lo rappresenta. Il riferimento a Ludovico il Moro doveva apparire trasparente ai cortigiani che avevano accesso al quadro: nel 1488, infatti, lo Sforza avevo ottenuto dal re di Napoli la prestigiosa investitura dell'ordine dell'ermellino, concesso solo ai regnanti, come il re d'Inghilterra e il duca di Urbino. In seguito agli screzi con Ferdinando D'Aragona però, dopo il 1490, il Moro dovette restituire quel riconoscimento: il quadro è quindi da collocarsi entro queste due date. 

L'esistenza del ritratto leonardesco della Gallerani è documentata anche da uno scambio di lettere tra Isabella d'Este, moglie del marchese di Mantova Francesco Gonzaga, e Cecilia stessa.

isabella era ospita assidua alla corte Milanese, essendo sorella della moglie del Moro. Questa sua parentela non le aveva impedito di frequentare la colta e spiritosa amante del cognato, detronizzata del resto dopo il matrimonio del Moro con Beatrice d'Este. Probabilmente aveva già avuto modo di vedere il quadro quando la Gallerani abitava ancora al castello; ma nel 1498,desiderando anche lei di farsi ritrarre, scrisse a Cecilia perché le inviasse il dipinto, che voleva confrontare con dei ritratti di Giovanni Bellini.

Erano passati circa dieci anni da quando Leonardo l'aveva ritratta. Nel 1498 Cecilia ha 25 anni, è già sposata con il conte Bergamini e ha due o tre figli non sembra rimpiangere i suoi anni trionfali: anzi , definisce "imperfetto" il fisico adolescenziale di allora, e forse si compiace delle floride forme che la maternità le ha conferito

COSTUME E ACCONCIATURA

La dama con l'ermellino è una pagina importante della storia del costume: per la prima volta è raffigurato il nuovissimo abbigliamento delle nobili milanesi sul finire del Quattrocento. L'atteggiamento compiaciuto e disinvolto di Cecilia lascia trasparire l'intima soddisfazione di farsi effigiare con quegli abiti che lanciavano una moda e valorizzavano la sua innata eleganza. Si intuisce nella giovane donna il portamento solenne delle persone alte, e precise indicazioni somatiche confermano questa impressione: l'ovale allungato del viso, il collo affusolato e la mano grande indicano una corporatura longilinea più slanciata della media delle donne lombarde, allora tendenzialmente forti di seno e di fianchi.

Di grande attualità anche l'acconciatura della Gallerani, alla spagnola, ma rivisitata al gusto lombardo: i capelli castani sono divisi al centro in due bande aderenti alla testa e si riuniscono sul dietro raccolti in una lunga coda (detta in milanese il coazzone) inserita nel trenzado, una guaina che tratteneva e intrecciava i capelli. Dalla parte destra, una ciocca è stata portata in avanti e passata sotto il mento, un estrosità non infrequente, documentato in diversi ritratti lombardi dell'epoca. 

Sul capo, i capelli di Cecilia sono appiattiti da una cuffietta di finissimo velo trasparente, il cui orlo ricamato segue la linea delle sopracciglia, trattenuta dalla lenza, una striscia trasversale a metà fronte allacciata sul dietro, derivata dalla francese ferronière, che poteva essere di metallo o di stoffa, da cui spesso pendeva un gioiello. 

L'INCONTRO

aveva 36 anni ed era all'apice del potere, Ludovico Maria Sforza, quando incontrò Cecilia Gallerani, di vent'anni più giovane. Bruno di occhi e di capelli, olivastro di carnagione, tanto da guadagnarsi quel soprannome di Moro che avrebbe sfruttato con intenti propagandistici; naso aquilino e labbra sottili, in contrasto col viso carnoso e la tendenza al doppio mento che gli conferiva un'aria gioviale. 

Ludovico aveva preferito amori al di fuori della corte, con donne non nobili, dalle quali ebbe tre figli naturali prima della relazione con Cecilia Gallerani.

  1. il primo figlio fu Galeazzo, di madre ignota, del quale già nel 1480 combinava il matrimonio (poteva essere ancora bambino, visto gli usi del tempo)
  2. poi nacque Leone, da una certa Romana, nel 1476
  3. e nel 1482 ebbe Bianca Giovanna da Bernardina de Corratis, alla quale rimase sinceramente affezionato, tanto che alla morte della loro figlia, nel 1496, Le scrisse per consolarla, aggiungendo: per questo non sarete da noi meno amata nel avenire quanto se la Bianca fosse sempre vivente

Gira tutto attorno alle figure femminili, l'anno 1489, quando Cecilia Gallerani fa la sua apparizione alla corte Sforzesca. e un anno incorniciato da due itinerari nuziali: incomincia con il viaggio da Napoli a Milano di Isabella d'Aragona che va a sposa Al duca Gian Galeazzo, e si conclude col viaggio da Ferrara a Milano di Beatrice d'Este che va a sposa a Ludovico il Moro.

Nell'estate del 1489 Cecilia Gallerani compare ufficialmente accanto al Moro; abita nella Rocca e lo segue in ogni suo spostamento tra un castello e l'altro: mai nessuna, tra le favorite del Duca di Bari, era stata ospite alla corte.

Per Cecilia la rivale più immediata, al momento, è Isabella d'Este, con la quale Ludovico passa tutto il suo tempo, affascinato da quelle qualità di spirito e intelligenza che faranno di lei la donna più celebre del suo tempo. La Gallerani e la Marchesana di Mantova, entrambe diciassettenni, senz'altro vengono presentate: forse già allora viene mostrato a Isabella, tanto amante delle Arti, il ritratto leonardesco di Cecilia con l'ermellino

Imprevedibilmente, Cecilia viene rimessa in gioco proprio dalla moglie del Moro: l'immaturità fisica e psicologica di Beatrice, acuita dall'amarezza del distacco dai suoi orizzonti familiari e infantili, le fa apparire preferibile lasciare al marito il consueto sfogo con Cecilia pur di liberarsi dai suoi fastidiosi abbracci. Ufficialmente la Gallerani è solo una delle tante gentildonne che frequentano il castello: La duchessa di Bari fingerà di ignorare ogni implicazione personale finché le farà comodo. 

EPILOGO

Due settimane dopo la nascita del figlio, Cecilia riceveva un concreto segno della gratitudine di Ludovico: Il Feudo di Saronno. la donazione è datata 18 maggio 1491. Un Feudo, Un palazzo, un nobile marito: Cecilia ha ottenuto molto dal moro, e pUò iniziare una nuova vita.

Finché gli Sforza furono al potere, Cecilia fu sicuramente legata alle loro fortune E continuò a frequentare la scena della Corte sulla quale, nell'anno successivo al suo matrimonio col Bergamino, si videro i festeggiamenti: il 1493 iniziò Infatti con le celebrazioni per la nascita del figlio del Moro e di Beatrice, e si concluderà con il fastoso sposalizio di Bianca Maria Sforza con l'imperatore Massimiliano d'Asburgo.

Nonostante la Gallerani fosse ormai un capitolo chiuso, Ludovico riversava un grande affetto sul figlio Cesare, tanto più che nel 1496 gli morirono tutti e tre i figli naturali avuti in precedenza, Galeazzo, Leone e Bianca Giovanna. Cesare era allevato a Corte insieme ai figli legittimi.

  • Il 2 gennaio del 1497 sopraggiunse la morte di Beatrice d'Este. La donna accolta dalle doglie, alle 9:00 di sera aveva partorito un bambino morto, morendo poi a sua volta, dissanguata poco dopo la mezzanotte
  • Il Moro entrò in guerra con Luigi XII e fu sconfitto
  • Nel 1514 morì Cesare, il figlio di Cecilia
  • Cecilia Gallerani morì nel 1536 A 63 anni un'età ragguardevole per i tempi 

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