Vitruvio, De Architectura: Libro 03, 09.15, pag 2

Vitruvio, De Architectura: Libro 03, 09.15

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 03, 09.15
Etiamque angulares columnae crassiores faciendae sunt ex suo diametro quinquagesima parte, quod eae ab aere circumciduntur et graciliores videntur esse aspicientibus

Ergo quod oculus fallit, ratiocinatione est exequendum

[12] Contracturae autem in summis columnarum hypotracheliis ita faciendae videntur, uti, si columna sit ab minimo ad pedes quinos denos, ima crassitudo dividatur in partes sex et earum partium quinque summa constituatur

Item quae erit ab quindecim pedibus ad pedes viginti, scapus imus in partes sex et semissem dividatur, earumque partium quinque et semisse superior crassitudo columnae fiat

Item quae erunt a pedibus viginti ad pedes triginta, scapus imus dividatur in partes septem, earumque sex summa contractura perficiatur
Ed anche le colonne angolari devono essere atte più ampie con la cinquantesima parte del proprio diametro, poiché esse sono inserite nel vuoto e sembrano essere più sottili a quelli che guardano

Perciò ciò che l'occhio sbaglia, dev'essere realizzato con il calcolo

[12] I restringimenti poi sulle cime delle colonne sembrano doversi fare per gli ipotracheli così, come, se la colonna al minimo sia fino a quindici piedi, l'ampiezza in basso sia divisa in sei parti e di queste parti la sommità sia costituita da cinque

Poi quella che sarà da quindici piedi a venti piedi, il fusto in basso sia diviso in sei parti e mezze, e di queste parti l'ampiezza superiore della colonna sia di cinque e mezzo

Poi quelle che saranno da venti piedi a trenta piedi, il fusto in basso sia diviso in sette parti, e il restringimento superiore sia fatto di sei di queste
Quae autem ab triginta pedibus ad quadriginta alta erit, ima dividatur in partes septem et dimidiam; ex his sex et dimidiam in summo habeat contracturae rationem

Quae erunt ab quadraginta pedibus ad quinquaginta, item dividendae sunt in octo partes, et earum septem in summo scapo sub capitulo contrahantur

ltem si quae altiores erunt, eadem ratione pro rata constituantur contracturae

[13] Haec autem propter altitudinis intervallum scandentis oculi species adiciuntur crassitudinibus temperaturae

Venustates enim persequitur visus, cuius si non blandimur voluptati proportione et modulorum adiectionibus, uti quod fallitur temperatione adaugeatur, vastus et invenustus conspicientibus remittetur aspectus
Poi quella che sarà alta da trenta piedi a quaranta,sia divisa in basso in sette parti e mezzo; di queste in cima abbia il valore del restringimento della colonna di sei e mezzo

Quelle che saranno da quaranta piedi a cinquanta, sono poi da dividere in otto parti, e di esse sette sul fusto superiore siano ristrette sotto il capitello

Poi se ci saranno quelle più alte, i restringimenti siano ati con lo stesso calcolo secondo proporzione

[13] Questi aspetti dell'altezza poi a causa della distanza dell'occhio di chi guarda su sono corretti dall'ampiezza della proporzione

Infatti la vista ricerca le bellezze, di cui se non assecondiamo il piacere con la proporzione e le correzioni delle misure, così che ciò che è sbagliato sia corretto dall'equilibrio, a quelli che guardano si presenterebbe un aspetto rozzo e sgraziato
De adiectione, quae adicitur in mediis columnis, quae apud Graecos entasis appellatur, in extremo libro erit formata ratio eius, quemadmodum mollis et conveniens efficiatur, subscripta

Caput Quartum [1] Fundationes eorum operum fodiantur, si queat inveniri, ab solido et in solidum, quantum ex amplitudine operis pro ratione videbitur, extruaturque structura totum solum quam solidissima

Supraque terram parietes extruantur sub columnas dimidio crassiores quam columnae sunt futurae, uti firmiora sint inferiora superioribus; quae stereobates appellantur, nam excipiunt onera

Spirarumque proiecturae non procedant extra solium; item supra parietis ad eundem modum crassitudo servanda est

Intervalla autem concamaranda aut solidanda festucationibus, uti distineantur
Sul rigonfiamento sopra detto, che viene aggiunto nelle colonne al centro, che presso i Greci si chiama entasis, sarà data la sua spiegazione nell'ultimo volume, come si ottenga armonico ed adeguato

Capitolo Quarto [1] Le fondazioni di queste costruzioni siano scavate, da uno strato solido su uno anche solido, se si riesce a trovare, riguardo l'ampiezza della costruzione quanto sembrerà secondo il calcolo, e tutto il suolo sia costruito con una struttura quanto più solidissima

Sopra il terreno le pareti siano costruite sotto colonne di metà più spesse di quanto sono le colonne successive, affinché le inferiori siano più solide delle superiori; che sono dette stereobate, infatti reggono i pesi

Le sporgenze delle basi non vadano oltre il basamento; inoltre sopra dev'essere conservata l'ampiezza della parete fino allo stesso spessore

Gli spazi poi da concatenare o rafforzare con consolidamenti, affinché siano divisi

Maybe you might be interested

Vitruvio, De Architectura: Libro 07, 05, 1.8
Vitruvio, De Architectura: Libro 07, 05, 1.8

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 07, 05, 1.8

[2] Sin autem solidum non invenietur, sed locus erit congesticius ad imum aut paluster, tunc is locus fodiatur exinaniaturque et palis alneis aut oleagines robusteis ustilatis configatur, sublicaque machinis adigatur quam creberrime, carbonibusque expleantur intervalla palorum, et tunc structuris solidissimis fundamenta impleantur

Extructis autem fundamentis ad libramentum stylobatae sunt conlocandae

[3] Supra stylobatas columnae disponendae, quemadmodum supra scriptum est, sive in pycnostylo, quemadmodum pycnostyla, sive systylo aut diastylo aut eustylo, quemadmodum supra scripta sunt et constituta

In araeostylis enim libertas est quantum cuique libet constituendi

Sed ita columnae in peripteris conlocentur, uti, quot intercolumnia sunt in fronte, totidem bis intercolumnia fiant in lateribus; ita enim erit duplex longitudo operis ad latitudinem
[2] Se invece non venga trovato solido, ma il luogo sarà molle fin nel profondo o paludoso, allora questo luogo sia scavato e sia svuotato e sia trapassato con pali di ontani o di olivi di roveri temprati, e la trave sia piantata con macchinari quanto più molto fittamente, e gli spazi dei pali siano riempiti di carboni, e allora le fondamenta siano riempite con strutture solidissime

Costruite poi le fondamenta bisogna collocare a livello gli stilobati

[3] Sopra gli stilobati da disporre le colonne, come si è scritto sopra, se nel pycnostilo, come i pycnostili, se nel sestilo o nel diastilo o nell'eustilo, come furono scritti e stabiliti sopra

Infatti negli areostili c'è libertà di collocare quanto a ciascuno piace

Ma le colonne siano messe nei peripteri così, che, quanti sono gli intercolonnati sulla fronte, altrettanto diventino doppi gli intercolonnati sui lati; infatti così la lunghezza sarà il doppio della costruzione in larghezza
Namque qui columnarum duplicationes fecerunt, erravisse videntur, quod unum intercolumnium in longitudine plus quam oporteat procurrere videtur

[4] Gradus in fronte constituendi ita sunt, uti sint semper inpares; namque cum dextro pede primus gradus ascendatur, item in summo templo primus erit ponendus

Crassitudines autem eorum graduum ita finiendas censeo, ut neque crassiores dextante nec tenuiores dodrante sint conlocatae; sic enim durus non erit ascensus

Retractiones autem graduum nec minus quam sesquipedales nec plus quam bipedales faciendae videntur

Item si circa aedem gradus futuri sunt, ad eundem modem fieri debent

[5] Sin autem circa aedem ex tribus lateribus podium faciendum erit, ad id constituatur, uti quadrae, spirae, trunci, coronae, lysis ad ipsum stylobatam, qui erit sub columnarum spiris, conveniant
Infatti quelli che fecero i raddoppiamenti delle colonne, sembrano aver sbagliato, poiché uno degli intercolonnati sembra spigersi in lunghezza più di quanto occorra

[4] I gradini sulla facciata si devono costruire così, che siano sempre dispari; infatti il primo gradino si salga col piede destro, il primo si dovrà porre anche sulla sommità del tempio

Le ampiezze poi dei loro gradini penso siano da limitarsi così, che non siano poste né più grandi di cinque sesti né più sottili di tre quarti; infatti cosi la salita non sarà ardua

I restringimenti dei gradini poi sembrino doversi fare né meno di un piede e mezzo né più di due piedi

Se poi ci sono intorno al tempio gradini successivi, devono essere della stessa misura

[5] Se poi intorno al tempio si dovrà fare un podio su tre lati, ci si regoli circa esso, cosicché plinti, basi, fusti, cornici, cimase verso lo stilobate stesso, che sarà sotto le basi delle colonne, armonizzino

Maybe you might be interested

Vitruvio, De Architectura: Libro 10, 1.4
Vitruvio, De Architectura: Libro 10, 1.4

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 10, 1.4

Stylobatam ita oportet exaequari, uti habeat per medium adiectionem per scamillos inpares; si enim ad libellam dirigetur, alveolatum oculo videbitur

Hoc autem, ut scamilli ad id convenientes fiant, item in extremo libro forma et demonstratio erit descripta

Caput Quintum [1] His perfectis in suis locis spirae conlocentur, eaque ad symmetriam sic perficiantur, uti crassitudo cum plintho sit columnae ex dimidia crassitudine proiecturamque, quam Graeci vocitant, habeant sextantem; ita tum lata et longa erit columnae crassitudinis unius et dimidiae

[2] Altitudo eius, si atticurges erit, ita dividatur, ut superior pars tertia parte sit crassitudinis columnae, reliquum plintho relinquatur
Occorre che lo stilobate sia livellato così, che abbia un rigonfiamento centrale attraverso sporgenze dispari; se infatti è tracciato a livello, sembrerà concavo all'occhio

Questo poi, come le sporgenze diventino adatte a ciò, anche la forma e la rappresentazione sarà descritta nell'ultimo libro

Capitolo Quinto [1] Realizzate queste le basi siano collocate nei loro posti, siano così ugualmente completate secondo le simmetrie, affinché l'ampiezza della colonna col plinto sia della metà dell'ampiezza ed abbiano una sporgenza, che i Greci chiamano ekforan di un sesto; cosi poi sarà lunga e larga dell'ampiezza di una colonna e mezza

[2] La sua altezza, se sarà di stile attico, sia divisa così, affinché la parte superiore sia la terza parte nella sezione dell'ampiezza della colonna, il resto sia lasciato al plinto
Dempta plintho reliquum dividatur in partes quattuor, fiatque superior torus quartae; reliquae tres aequaliter dividantur, et una sit inferior torus, altera pars cum suis quadris scotia, quam Graeci trochilon dicunt

[3] Sin autem ionicae erunt faciendae, symmetriae earum sic erunt constituendae, uti latitudo spirae quoqueversus sit columnae crassitudinis adiecta crassitudine quarta et octava

Altitudo ita uti atticurges; ita ut eius plinthos; reliquumque praeter plinthum, quod erit tertia pars crassitudinis columnae, dividatur in partes septem: inde trium partium torus qui est in summo; reliquae quattuor partes dividendae sunt aequaliter, et una pars fiat cum suis astragalis et supercilio superior trochilus, altera pars inferiori trochilo relinquatur; sed inferior maior apparebit, ideo quod habebit ad extremam plinthum proiecturam
Tolto il plinto il resto sia diviso in quattro parti, e il toro superiore capiti alla quarta; le restanti tre siano divise ugualmente, ed una sia il toro ineriore, l'altra parte con i suoi listelli i cavetti, che i Greci chiamano trochilo

[3] Se invece si dovranno fare le loro simmetrie ioniche si dovranno costruire così, che la larghezza della base in qualunque verso sia dell'ampiezza della colonna con una quarta e un'ottava ampiezza aggiunta

L'altezza così come la base attica; così come i suoi plinti; e il resto oltre il plinto, che sarà la terza parte dell'ampiezza della colonna, sia diviso in sette parti: poi di tre parti il toro che è in cima; le restanti quattro parti sono da dividersi equamente, e una parte diventi con i suoi astragali e l'arcata il trochilo superiore, l'altra parte sia lasciata per il trochilo inferiore; ma l'inferiore sembrerà più grande, ciò perché avrà una sporgenza estrema fino al plinto
Astragali faciendi sunt octavae partis trochili; proiectura erit spirae pars octava et sexta decuma pars crassitudinis columnae

[4] Spiris perfectis et conlocatis columnae sunt medianae in pronao et postico ad perpendiculum medii centri conlocandae, angulares autem quaeque e regione earum futura sunt in lateribus aedis dextra ac sinistra, uti partes interiores, quae ad parietes cellae spectant, ad perpendiculum latus habeant conlocatum, exteriores autem partes uti dicant se earum contracturam

Sic enim erunt figurae conpositionis aedium contractura eius tali ratione exactae

[5] Scapis columnarum statutis capitulorum ratio si pulvinata erunt, his symmetriis conformabuntur, uti, quam crassus imus scapus fuerit addita octava decuma parte scapi, abacus habeat longitudinem et latitudinem; crassitudinem cum volutis eius dimidiam
Gli astragali devono essere fatti dell'ottava parte del trochilo; la sporgenza sarà l'ottava parte della colonna e la sedicesima parte dell'ampiezza della colonna

[4] Realizzate e messe le basi ci sono le colonne centrali da mettere nel pronao e nella parte posteriore in perpendicolare della metà del centro, le angolari poi ciascuna dalla loro successiva direzione si troano suilati del tempio a destra e sinistra, come le parti interne, che guardano verso le pareti della cella, hanno un lato messo a perpendicolo, le parti esterne poi cosicché presentino il loro restringimento

Infatti così le configurazioni della disposizione dei templi saranno precise con tale sistema per il suo restringimento

[5] Stabilite le basi delle colonne, il calcolo dei capitelli se saranno convessi, saranno proporzionati a queste simmetrie, cosicché, l'abaco abbia la lunghezza e la larghezza, quanto sarà stata ampia la base in basso aggiunta la diciottesima parte della base; l'ampiezza la sua metà con le volute
Recedendum autem est ab extremo abaco in interiorem partem frontibus volutarum parte duodevicensima et eius dimidia

Tunc crassitudo dividenda est in partes novem et dimidiam, et secundum abacum in quattuor partibus volutarum secundum extremi abaci quadram lineae dimittendae, quae cathetoe dicuntur

Tunc ex novem partibus et dimidia una pars et dimidia abaci crassitudo relinquatur, reliquae octo volutis constituantur

[6] Tunc ab linea quae secundum abaci extremam partem demissa erit, in interiorem partem recedat unius et dimidiatae partis latitudine

Deinde hae lineae dividantur ita, ut quattuor partes et dimidia sub abaco reliquatur

Tunc in eo loco, qui locus dividit quattuor et dimidiam et tres et dimidiam partem, centrum oculi; signeturque ex eo centro rotunda circinatio tam magna in diametro, quam una pars ex octo partibus est
Bisogna poi spostarsi dall'estremo abaco verso la parte interna per i frontali delle volute per diciotto parti e mezze di esso

Allora l'ampiezza va divisa in nove parti e mezze, e lungo l'abaco nelle quattro parti delle volute lungo la squadratura dell'estremo abaco da tracciare linee, che sono dette cateti

Allora delle nove parti e mezze una parte e metà ampiezza dell'abaco sia lasciata, le restanti otto siano occupate con le volute

[6] Allora dalla linea che sarà stata tracciata lungo la parte esterna dell'abaco, verso la parte interna
Ea erit oculi magnitudine, et in ea catheto respondens diametros agatur

Tunc ab summo sub abaco inceptum in singulis tetrantorum actionibus dimidiatum oculi spatium minuatur, donique in eundem tetrantem qui est sub abaco, veniat

[7] Capituli autem crassitudo sic est facienda, ut ex novem partibus et dimidia tres partes praependeant infra astragalum summi scapi; cymatio, adempto abaco et canali, reliqua sit pars

Proiectura autem cymatii habet extra abaci quadram oculi magnitudinem

Pulvinorum baltei abaco hanc habeant proiecturam, uti circini centrum unum cum sit positum in capituli tetrante et alterum deducatur ad extremum cymatium, circumactum balteorum extremas partes tangat

Axes volutarum nec crassiores sint quam oculi magnitudo, volutaeque ipsae sic caedantur altitudinis suae duodecimam partem
Essa sarà della grandezza dell'occhio, ed in essa sia tracciato il diametro che corrisponde al cateto

Allora dalla sommità sotto l'abaco l'inizio sia diminuito di metà spazio dell'occhio nei singoli punti dei quadranti, finchè arrivi allo stesso quadrante che è sotto l'abaco

[7] L'ampiezza del capitello poi dev'essere fatta così, che delle nove parti e mezze tre parti pendano fra l'astragalo del sommo fusto; la parte restante sia per la cimasa, escluso per l'abaco e la scanalatura

La sporgenza della cimasa poi oltre la quadratura dell'abaco ha la grandezza dell'occhio

I baltei delle convessità abbiano questa sporgenza dall'abaco, cosicché quando sia posta una punta di compasso nel quadrante del capitello e sia allargato l'altro verso l'estrema cimasa, il contorno tocchi le parti estreme dei baltei

Gli assi delle volute non siano più ampi della grandezza dell'occhio, e le volute stesse si ritaglino così la dodicesima parte della propria altezza
Vitruvio, De Architectura: Libro 02, 1.5

Vitruvio, De Architectura: Libro 06, 01, 1.12

Vitruvio, De Architectura: Libro 06, 1.7

Vitruvio, De Architectura: Libro 01, 03, 1.2

Vitruvio, De Architectura: Libro 01, 06, 1.13

Vitruvio, De Architectura: Libro 07, 1.18