Vitruvio, De Architectura: Libro 01, 06, 1.13

Vitruvio, De Architectura: Libro 01, 06, 1.13

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 01, 06, 1.13
Caput Sextum [1] Moenibus circumdatis secuntur intra murum arearum divisiones platearumque et angiportuum ad caeli regionem directiones

Dirigentur haec autem recte, si exclusi erunt ex angiportis venti prudenter

Qui si frigidi sunt, laedunt; si calidi, vitiant; si umidi, nocent

Quare vitandum videtur hoc vitium et avertendum, ne fiat quod in multis civitatibus usu solet venire

Quemadmodum in insula Lesbo oppidum Mytilenae magnificenter est aedificatum et eleganter, sed positum non prudenter

In qua civitate auster cum flat, homines aegrotant; cum corus, tussiunt; cum septentrio, restituuntur in salubritatem, sed in angiportis et plateis non possunt consistere propter vehementiam frigoris

[2] Ventus autem est aeris fluens unda cum incerta motus redundantia

Nascitur cum fervor offendit umorem et impetus factionis exprimit vim spiritus flatus
Capitolo sesto [1] Erette le mura siano tagliate dentro il muro le divisioni delle aree e le direzioni delle piazze e delle strade secondo la sezione del cielo

Queste cose poi saranno orientate esattamente, se saranno esclusi prudentemente dalle strade i venti

Questi se sono freddi, danneggiano; se caldi, spossano; se umidi, nuocciono

Perciò sembra da evitare questo difetto e da rimuovere, affinché non accada ciò che suole avvenire in molte città per consuetudine

Come nell'isola di Lesbo la città di Mitilene fu costruita magnificamente ed elegantemente, ma non adeguatamente collocata

Nella quale città quando soffia l'austro, gli uomini si ammalano; quando (soffia) il coro, tossiscono; quando il settentrione, sono restituiti alla salute, ma nelle strade e nelle piazze non possono sostare a causa dell'inclemenza del freddo

[2] Il vento poi è un movimento d'aria che scorre con intensità con corrente variabile

Si forma quando il caldo incontra l'umido e l'impatto dell'azione produce la forza del soffio dell'aria
Id autem verum esse ex aeolis aereis licet aspicere et de latentibus caeli rationibus artificiosis rerum inventionibus divinitatis exprimere veritatem

Fiunt enim aeoli pilae aereae caveae, -- habent punctum angustissimum -- quae aqua infunduntur conlocanturque ad ignem; et antequam calescant, non habent ullum spiritum, simul autem et fervere coeperint, efficiunt ad ignem vehementem flatum

Ita scire et iudicare licet e parvo brevissimoque spectaculo de magnis et inmanibus caeli ventorumque naturae rationibus

[3] Exclusi fuerint; non solum efficient corporibus valentibus locum salubrem, sed etiam si qui morbi ex aliis vitiis forte nascentur, qui in ceteris salubribus locis habent curationes medicinae contrariae, in his propter exclusiones ventorum temperatura expeditius curabuntur
Che poi ciò sia vero è possibile vederlo dalle sfere d'aria ed esprimere la verità della divinità dalle conoscenze nascoste del cielo con le ingegnose invenzioni degli strumenti

Infatti le eolipile sono sfere di bronzo cavo, hanno un piccolissimo foro, che sono riempite di acqua e sono poste sul fuoco; e prima che si scaldino, non hanno alcun vapore, appena poi cominceranno a scaldarsi, provocano un forte soffio sul fuoco

Così è possibile sapere e valutare da una piccolissima e brevissima osservazione circa le grandi ed immense regole del cielo e della natura dei venti

[3] Saranno stati eliminati; non solo renderanno il luogo sano per i corpi validi, ma anche se nasceranno per caso da altri motivi alcune malattie, che in altri luoghi salubri hanno le cure per la terapia contraria, in questi a causa dell'assenza dei venti saranno curate più velocemente dalla temperatura
Vitia autem sunt, quae difficulter curantur in regionibus, quae sunt supra scriptae, haec: gravitudo arteriace, tussis, pleuritis, pthisis, sanguinis eiectio et cetera, quae non detractionibus sed adiectionibus curantur

Haec ideo difficulter medicantur, primum quod ex frigoribus concipiuntur, deinde quod defatigatis morbo viribus eorum aer agitatus est, ventorum agitationibus extenuatur, unaque a vitiosis corporibus detrahit sucum et efficit ea exiliora

Contra vero lenis et crassus aer qui perflatus non habet neque crebras redundantias, propter inmotam stabilitatem adiciendo ad membra eorum alit eos et reficit, qui in his sunt inpliciti morbis

[4] Nonnullis placuit esse ventos quattuor: ab oriente aequinoctiali solanum, a meridie austrum, ab occidente aequinoctiali favonium, ab septentrionali septentrionem
Ci sono poi le malattie, che difficilmente si curano nelle regioni, che sono sopra descritte, queste: pesantezza bronchiale, tosse, pleurite, tisi, emottisi ed altre, che non sono curate con salassi ma con ricostituenti

Perciò queste difficilmente sono curate, prima perché sono causate dai freddi, poi perché per le loro forze indebolite dalla malattia l'aria è violenta, è estenuata dai vortici dei venti, e da sola sottrae dai corpi malati la linfa e li rende più deboli

Al contrario in verità l'aria leggera e densa che non ha né soffi frequenti di vento, a causa della stabilità immobile con l'aggiungersi alle loro membra nutre e rianima, quelli che sono implicati in queste malattie

[4] Ad alcuni piacque che i venti fossero quattro: dall'oriente equinoziale il solano, dal mezzogiorno l'austro, dall'occidente equinoziale il favonio, dal settentrionale il settentrione

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Vitruvio, De Architectura: Libro 01, 1.3
Vitruvio, De Architectura: Libro 01, 1.3

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 01, 1.3

Sed qui diligentius perquisierunt, tradiderunt eos esse octo, maxime quidem Andronicus Cyrrestes, qui etiam exemplum conlocavit Athenis turrem marmoream octagonon et in singulis lateribus octagoni singulorum ventorum imagines excalptas contra suos cuiusque flatus designavit, supraque eam turrim metam marmoream perfecit et insuper Tritonem aereum conlocavit dextra manu virgam porrigentem, et ita est machinatus, uti vento circumageretur et semper contra flatum consisteret supraque imaginem flantis venti in dicem virgam teneret

[5] Itaque sunt conlocati inter solanum et austrum ab oriente hiberno eurus, inter austrum et favonium ab occidente hiberno africus, inter favonium et septentrionem caurus, quem plures vocant corum, inter septentrionem et solanum aquilo

Hoc modo videtur esse expressum, uti capiat numerus et nomina et partes, unde flatus certi ventorum spirent
Ma quelli che indagarono più diligentemente, tramandarono che essi erano otto, soprattutto tale Andronico di Cyrra, che collocò anche come esempio ad Atene una torre marmorea ottagonale e su ogni lato dell'ottagono scolpì le raffigurazioni dei singoli venti rivolte verso i propri soffi e di quello di provenienza, e su questa torre fece una colonnina di marmo e pose sopra un Tritone di bronzo che regge con la mano destra una verga, ed è congegnato così, che è girato dal vento e si ferma sempre contro vento e tiene la verga in direzione del vento che soffia sull'immagine

[5] Quindi sono collocati tra il solano e l'austro da oriente l'euro invernale, tra l'austro e il favonio dall'invernale occidente l'africo, tra il favonio e il settentrione il cauro, che i più chiamano coro, tra il settentrione e il solano l'aquilone

In tal modo sembra essere stato dimostrato, come comprenda il numero e i nomi e le direzioni, da cui spirano certi soffi di venti
Quod cum ita exploratum habeatur, ut inveniantur regiones et ortus eorum, sic erit ratiocinandum

[6] Conlocetur ad libellam mormoreum amusium mediis moenibus, aut locus ita expoliatur ad regulam et libellam, ut amusium non desideretur, supraque eius loci centrum medium conlocetur aeneus gnomon, indagator umbrae qui graece sciotheres dicitur

Huius antemeridiana hora circiter hora quinta sumenda est extrema gnomonis umbra et puncto signanda, deinde circino diducto ad punctum, quod est gnomonis umbrae longitudinis signum, ex eoque a centro circumagenda linea rotundationis

Itemque observanda postmeridiana istius gnomonis crescens umbra, et cum tetigerit circinationis lineam et fecerit parem antemeridianae umbrae postmeridianam, signanda puncto
Perciò quando si sia ritenuto di esplorare in modo, che siano individuate le zone e la loro origine, così bisognerà ragionare

[6] Viene collocata a livello una tavoletta marmorea al centro delle mura, o il luogo viene così spianato con riga e livella, affinchè la tavoletta non sia sollevata, e sopra in mezzo al centro di questo luogo sia collocato uno gnomone di bronzo, segnalatore dell'ombra che è detto in greco sciotheres

Di questo circa nell'ora antimeridiana dev'essere scelta la quinta ora estrema ombra dello gnomone e dev'essere segnata con un punto, poi condotto il compasso verso il punto, che è segno della lunghezza dell'ombra dello gnomone, da cui dev'essere girata dal centro una linea di circonferenza

E parimenti da osservare l'ombra crescente postmeridiana di questo gnomone, e quando avrà toccato la linea del circolo e avrà reso uguale la postmeridiana all'ombra antimeridiana, dev'essere segnata con un punto

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Vitruvio, De Architectura: Libro 01, 01, 1.18
Vitruvio, De Architectura: Libro 01, 01, 1.18

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 01, 01, 1.18

[7] Ex his duobus signis circino decusatim describendum, et per decusationem et medium centrum linea perducenda ad extremum, ut habeatur meridiana et septentrionalis regio

Tum postea sumenda est sexta decima pars circinationis lineae totius rotundationis, centrumque conlocandum in meridiana linea, qua tangit circinationem, et signandum dextra ac sinistra in circinatione et meridiana et septentrionali parte

Tunc ex signis his quattuor per centrum medium decusatim lineae ab extremis ad extremas circinationes perducendae

Ita austri et septentrionis habebitur octavae partis designatio

Reliquae partes dextra ac sinistra tres, aequales et tres his distribuendae sunt in tota rotundatione, ut aequales divisiones octo ventorum designatate sint in descriptione
[7] Da questi due punti bisogna segnare col compasso una forma di croce, e attraverso l'intersezione e in mezzo al centro la linea dev'essere condotta all'estremità, affinché sia ottenuto il settore meridiano e del settentrione

Allora dopo dev'essere presa la sedicesima parte della linea del cerchio di tutta la circonferenza, e bisogna porre il centro nella linea meridiana, con cui tocca il cerchio, e bisogna segnare a destra e sinistra nel cerchio e nella parte meridiana e settentrionale

Allora da questi quattro segni bisogna condurre attraverso la metà del centro le linee che s'intersecano da estremità ad estremità circolari

Così si sarà ottenuta la delimitazione dell'ottava parte dell'austro e del settentrione

Le rimanenti tre parti a destra e a sinistra, devono essere divise in tre e uguali a queste in tutta la circonferenza, affinché le uguali divisioni dei venti in otto siano riportate nella descrizione
Tum per angulos inter duas ventorum regiones et platearum et angiportorum videntur deberi dirigi descriptiones [8] His enim rationibus et ea divisione exclusa erit ex habitationibus et vicis ventorum vis molesta

Cum enim plateae contra derectos ventos erunt conformatae, ex aperto caeli spatio impetus ac flatus frequens conclusus in faucibus angiportorum vehementioribus viribus pervagabitur

Quas ob res convertendae sunt ab regionibus ventorum derectiones vicorum, uti advenientes ad angulos insularum frangantur repulsique dissipentur

[9] Fortasse mirabuntur i qui multa ventorum nomina noverunt, quod a nobis expositi sunt tantum octo esse ventis
[8] Infatti per queste ragioni e con questa divisione sarà evitata la forza molesta dei venti dalle case e dalle strade

Quando infatti le piazze saranno conformate contro i venti diretti, dall'aperto spazio del cielo l'impeto e il soffio frequente chiuso nelle strettoie dei vicoli si sarà aggirato con forze più violente

Per le quali cose bisogna cambiare le direzioni delle strade dalle provenienze dei venti, affinché giungendo agli angoli degli isolati s'infrangano e respinti siano dispersi

[9] Forse si meraviglieranno quelli che conoscono molti nomi di venti, poiché da me solo otto venti furono detti esserci

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Vitruvio, De Architectura: Libro 10, 02, 1.15
Vitruvio, De Architectura: Libro 10, 02, 1.15

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 10, 02, 1.15

Si autem animadverterint orbis terrae circuitionem per solis cursum et umbras gnomonis aequinoctialis ex inclinatione caeli ab Eratosthene Cyrenaeo rationibus mathematicis et geometricis methodis esse inventam ducentorum quinquaginta duum milium stadium, quae fiunt passus trecenties et decies quinquiescentena milia, huius autem octava pars quam ventus tenere videtur, est triciens nongenta triginta septem milia et passus quingenti, non debebunt mirari, si in tam magno spatio unus ventus vagando inclinationibus et recessionibus varietates mutatione flatus faciat Se poi avranno considerato che il giro dell'orbita della terra attraverso il corso del sole e le ombre dello gnomone equinoziale dall'inclinazione del cielo è stata trovata con leggi matematiche e metodi geometrici da Eratostene di Cirene essere di duecentocinquantadue mila stadi, che diventano trecentodiecimila e cinquecento passi, di cui poi l'ottava parte che il vento sembra occupare, è trenta volte novecentotrentasettemila e cinquecento passi, non dovranno stupirsi, se in così grande spazio un vento vagando con inclinazioni e cadute produca col mutamento varietà di soffio
[10] Itaque dextra et sinistra austrum leuconotus et altanus flare solet, africum libonotus et subvesperus, circa favonium argestes et certis temporibus etesiae, ad latera cauri circias et corus, circa septentrionem thracias et gallicus, dextra ac sinistra aquilonem supernas et caecias, circa solanum carbas et certo tempore ornithiae, euri vero medias partes tenentis in extremis euricircias et volturnus

Sunt autem et alia plura nomina flatusque ventorum e locis aut fluminibus aut montium procellis tracta

[11] Praeterea aurae matutinae, qua sol, cum emergit de subterranea parte, versando pulsat aeris umorem et impetu scandendo prudens exprimit aurarum antelucano spiritu flatus
[10] Quindi a destra e sinistra il leuconoto e l'altano suole soffiare l'austro, il libonoto e il subvespero l'africo, intorno al favonio l'argeste e in certi periodi gli etesii, al lato del cauro il circia e il coro, intorno al settentrione il tracio e il gallico, a destra e sinistra il supernate e il cecia (soffiano) l'aquilone, intorno al solano il carba e in un certo periodo l'Ornitio, certo l'euricircia e il volturno nell'estremità dell'euro che occupa le parti di mezzo

Ci sono poi anche altri numerosi nomi e soffi di venti presi da luoghi o dai fiumi o dalle tempeste dei monti

[11] Inoltre le arie mattutine, in quanto il sole, quando sorge dalla parte sotterranea, col girare spinge l'umidità dell'aria e con l'innalzarsi con impeto emette cauto con soffio mattutino le brezze delle arie
Qui cum exorto sole permanserunt, euri venti tenent partes, et ea re, quod ex auris procreatur, ab Graecis euros videtur esse appellatus, crastinusque dies propter auras matutinas aurion fertur esse vocitatus

Sunt autem nonnulli qui negant Eratosthenem potuisse veram mensuram orbis terrae colligere

Quae sive est certa sive non vera, non potest nostra scriptura non veras habere terminationes regionum, unde spiritus ventorum oriuntur

[12] Ergo si ita est, tantum erit, uti non certam mensurae rationem sed aut maiores impetus aut minores habeant singuli venti
Queste poiché sorto il sole perdurarono, occupano le zone del vento dell'euro, poiché è generato dalle arie, sembra essere stato chiamato dai Greci euros, e a causa delle arie mattutine il giorno seguente si dice essere stato definito aurion

Ci sono però alcuni che negano che Eratostene abbia potuto calcolare la reale misura della circonferenza terrestre

Che questa cosa sia vera o falsa, non il mio scritto non contenere le reali delimitazioni delle zone, da cui provengono i soffi dei venti

[12] Dunque se è così, avverrà tanto, che i singoli venti non avranno un preciso calcolo della misura ma o impeti maggiori o minori
Vitruvio, De Architectura: Libro 02, 1.5

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