Vitruvio, De Architectura: Libro 03, 09.15, pag 3

Vitruvio, De Architectura: Libro 03, 09.15

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 03, 09.15
Haec erunt symmetriae capitulorum, quae columnae futurae sunt ab minimo ad pedes XXV

Quae supra erunt, reliqua habebunt ad eundem modum symmetrias, abacus autem erit longus et latus, quam crassa columna est ima adiecta parte VIIII, uti, quo minus habuerit altior columna contractum, eo ne minus habeat capitulum suae symmetriae proiecturam et in altitudine suae partis adiectionem

[8] De volutarum descriptionibus, uti ad circinum sint recte involutae, quemadmodum describantur, in extremo libro forma et ratio earum erit subscripta

Capitulis perfectis deinde columnarum non ad libellam sed ad aequalem modulum conlocatis, ut, quae adiectio in stylobatis facta fuerit, in superioribus membris respondeat symmetria epistyliorum
Queste saranno le simmetrie dei capitelli, le quali colonne saranno da un minimo fino a 25 piedi

Quelle che saranno oltre, le restanti parti avranno le simmetrie fino alla stessa misura, l'abaco poi sarà lungo e largo, quanto è ampia la colonna in basso aggiunta una nona parte, cosicché, la colonna più alta abbia quanto meno restringimento, tanto che non di meno il capitello abbia una sporgenza della sua proporzione e nell'altezza un accrescimento della sua dimensione

[8] Sulle descrizioni delle volute, affinché siano correttamente tracciate attraverso il compasso, come siano riportate, sarà descritto nell'ultimo libro il disegno e il metodo

Finiti i capitelli messi delle colonne non a livello ma secondo un uguale modulo, cosicché, l'aumento che sarà stato fatto sugli stilobati, corrisponda sulle parti superiori con la simmetria degli epistili
Epistyliorum ratio sic est habenda, uti, si columnae fuerint a minima XII pedum ad quindecim pedes, epistylii sit altitudo dimidia crassitudinis imae columnae; item ab XV pedibus ad XX, columnae altitudo demetiatur in partes tredecim et unius partis altitudo epistylii fiat; item si a XX ad XXV pedes, dividatur altitudo in partes XII et semissem, et eius una pars epistylium in altitudine fiat; item si ab XXV pedibus ad XXX, dividatur in partes XII, et eius una pars altitudo fiat

Item ratam partem ad eundem modum ex altitudine columnarum expediendae sunt altitudines epistyliorum

[9] Quo altius enim scandit oculi species, non facile persecat aeris crebritatem, dilapsa itaque altitudinis spatio et viribus, extructam incertam modulorum renuntiat sensibus quantitatem
La proporzione degli epistili dev'essere seguita così, affinchè, se le colonne siano state da un minimo di 12 piedi a quindici piedi, l'altezza dell'epistilio sia metà della grandezza della colonna in basso; poi dai 15 piedi ai 20, l'altezza della colonna sia divisa in tredici parti e di una parte l'altezza sia dell'epistilio; poi se da 20 a 25 piedi, l'altezza sia divisa in 12 parti e mezze, e una sua parte diventi l'epistilio in altezza; poi se da 25 piedi a 30, sia divisa in 12 parti, e una parte di essa diventi l'altezza

La altezze degli epistili parimenti devono riportare una proporzione fissa secondo un uguale modulo dell'altezza delle colonne

[9] Infatti quanto più sale in alto la vista dell'occhio, non facilmente fende la densità dell'aria, e dispersa nello spazio dell'altezza e nelle forze, trasmette ai sensi una complessiva quantità imprecisa delle misure
Quare semper adiciendum est rationi supplementum in symmetriarum membris, ut, cum fuerint aut altioribus locis opera aut etiam ipsa colossicotera, habeant magnitudinum rationem

Epistylii latitudo in imo, quod supra capitulum erit, quanta crassitudo summae columnae sub capitulo erit, tanta fiat; summum, quantum imus scapus

[10] Cymatium epistylii septima parte suae altitudinis est faciendum, et in proiectura tantundem

Reliqua pars praeter cymatium dividenda est in partes XII, et earum trium ima fascia est facienda, secunda IIII, summa V

Item zophorus supra epistylium quarta parte minus quam epistylium; sin autem sigilla designari oportuerit, quarta parte altior quam epistlium, uti auctoritatem habeant scalpturae

Cymatium suae altitudinis partis septimae; proiecturae cymatium quantum crassitudo
Perciò bisogna sempre aggiungere un supplemento al calcolo nelle parti delle simmetrie, affinché, quando le costruzioni saranno o in luoghi più alti o anche le stesse imponenti, abbiano la proporzione delle grandezze

La larghezza dell'epistilo in basso, poichè sarà sopra il capitello, sia tanta, quanto sarà la grandezza della colonna in alto; la cima, quanto il fusto in basso

[10] La cimasa dell'epistilio dev'essere fatta con la settima parte della sua altezza, ed altrettanto nella sporgenza

La restante parte tranne la cimasa dev'essere divisa in 12 parti, e di queste tre dev'essere fatta la fascia bassa, di quattro la seconda, 5 la più alta

Anche il fregio sopra il peristilio minore della quarta parte dell'epistilio; se poi sarà necessario che siano tracciate le decorazioni, più alto della quarta parte dell'epistilio, cosicché le sculture abbiano risalto

La cimasa della settima parte della sua altezza; la cimasa della sporgenza quanto l'ampiezza

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Vitruvio, De Architectura: Libro 07, 05, 1.8
Vitruvio, De Architectura: Libro 07, 05, 1.8

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 07, 05, 1.8

[11] Supra zophorum denticulus est faciendus tam altus quam epistylii media fascia; proiectura eius quantum altitudo

Intersectio, quae graece metope dicitur, sic est dividenda, uti denticulus altitudinis suae dimidiam partem habeat in fronte, cavus autem intersectionis huius frontis e tribus duas partes; huius cymatium altitudinis eius sextam partem

Corona cum suo cymatio, praeter simam, quantum media fascia epistylii; proiectura coronae cum denticulo facienda est, quantum erit altitudo a zophoro ad summum coronae cymatium; et omnino omnes ecphorae venustiorem habeant speciem, quae quantum altitudinis tantundem habeant proiecturae
[11] Sopra il fregio bisogna fare un dentello tanto alto quanto la fascia centrale dell'epistilio; la sua sporgenza quanto l'altezza

L'intersezione, che i greco è detta metope, dev'essere divisa così, che il dentello abbia la metà parte della sua altezza sulla facciata, la concavità dell'intersezione del suo frontone poi due parti delle tre; la cimasa di questo la sesta partedella sua altezza

La cornice con la sua cimasa,tranne la sima, quanto la fascia mediana del'epistilio; la sporgenza della cornice dev'essere fatta col dentello, l'altezza sarà quanto dal fregio alla somma cimasa della cornice; e certamente avranno un aspetto più elegante tutti i rilievi, che avranno di altezza altretanto quanto di sporgenza
[12] Tympani autem, quod est in fastigio, altitudo sic est facienda, uti frons coronae ab extremis cymatiis tota dimetiatur in partes novem et ex eis una pars in medio cacumine tympani constituatur, dum contra epistylia columnarumque hypotrachelia ad perpendiculum respondeant

Coronaeque supra aequaliter imis praeter simas sunt conlocandae

Insuper coronas simae, quas Graeci epaietidas dicunt, faciendae sunt altiores octava parte coronarum altitudinis

Acroteria angularia tam alta, quantum est tympanum medium, mediana altiora octava parte quam angularia
[12] L'altezza del timpano poi, cioè sul frontone, dev'essere fatta così, che la facciata della cornice dalle ultime cimase sia divisa tutta in nove parti e di esse una parte sia riportata sulla parte centrale del timpano, mentre al contrario gli epistili uguaglino in perpendicolare i collarini delle colonne

E le cornici di sopra eccetto le sime siano messe similmente alle basse

Le sime sopra le cornici, che i Greci chiamano epaietidas, si devono fare più ae dell'attava parte dell'altezza delle colonne

Gli acroteri angolari tanto alti, quanto è iltimano entrale, le centrali più alte dell'ottava parte delle angolari

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Vitruvio, De Architectura: Libro 10, 1.4
Vitruvio, De Architectura: Libro 10, 1.4

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 10, 1.4

[13] Membra omnia, quae supra capitula columnarum sunt futura, id est epistylia, zophora, coronae, tympana, fastigia, acroteria, inclinanda sunt in fronte suae cuiusque altitudinis parte XII, ideo quod, cum steterimus contra frontes, ab oculo lineae duae si extensae fuerint et una tetigerit imam operis partem, altera summam quae summam tetigerit, longior fiet

Ita quo longior visus linea in superiorem partem procedit, resupinatam facit eius speciem

Cum autem, uti supra scriptum est

in fronte inclinata fuerit, tunc in aspectu videbuntur esse ad perpendiculum et normam; [14] Columnarum striae faciendae sunt XXIIII ita excavatae, uti norma in cavo striae cum fuerit coniecta, circumacta anconibus striarum dextra ac sinistra tangat acumenque normae circum rotundationem tangendo pervagari possit
[13] Tutte le parti, che sarnno sopra i capitelli delle colonne, cioè gli epistili, i fregi, le cornici, i timpani, i frontoni, gli acroteri, si devono inclinare sulla facciata di 12 volte di questa sua altezza, ciò perchè, quando ci saremo messi di fronte alle facciate, se si saranno tracciate con l'occhio due linee ed una arà toccato la parte bassa della costruzione, l'altra la più alta questa che avrà toccato la cima, diventerà più lunga

Così quanto più lunga procede la linea della visuale verso la parte sueriore, rende il suo aspetto inclinato

Allora poi, come è stato scritto sopra, sarà stata inclinata sulla facciata, allora sembreranno essere alla vista in perpendicolare e a norma

[14] Si devono fare 24 scanalature delle colonne incavate così, che quando la squadra sarà stata inserita nella concavità delle striatura, girata tocchi a destra e a sinistra nelle angolature delle striature e la punta della squadra sfiorando possa essere girata intorno alla circonferenza
Crassitudines striarum faciendae sunt, quantum adiectio in media columna ex descriptione invenietur

[15] In simis, quae supra coronam in lateribus sunt aedium, capita leonina sunt scalpenda, disposita , uti contra columnas singulas primum sint designata, cetera aequali modo disposita, uti singula singulis mediis tegulis respondeant

Haec autem, quae erunt contra columnas, perterebrata sint ad canalem, qui excipit e tegulis aquam caelestem; mediana autem sint solida, uti, quae cadit vis aquae per tegulas in canalem, ne deiciatur per intercolumnia neque transeuntes perfundat, sed quae sunt contra columnas, videantur emittere vomentia ructus aquarum ex ore

Aedium ionicarum, quam apertissime potui, dispositiones hoc volumine scripsi; doricarum autem et corinthiarum quae sint proportiones, insequenti libro explicabo

Le ampiezze delle striature si devono fare, di quanto si rileva l'aggiunta nella parte centrale della colonna secondo la descrizione

[15] Nelle sime, che sono sopra la cornice eilati dei templi, si devono scolpire teste di leoni, disposte , che le singole siano collocate dapprima di fronte alle colonne, le altre messe nello stesso modo, cosicché le singole corrispondano alle singole tegole centrali

Quelle poi, che saranno di fronte alle colonne, siano forate fino ad una canalina che raccoglie l'acqua piovana dalle tegole; le centrali poi siano solide, cosicché, la forza dell'acqua che cade attraverso le tegole nella canalina, non filtri attraverso gli intercolonnati e non bagni quelli che passano, ma quelle che sono di fronte alle colonne, sembrino emettere rigurgiti del fiotto delle acque dalla bocca

Ho descritto in questo volume quanto più chiaramente ho potuto le disposizioni dei templi ionici; spiegherò nel libro successivo, quali siano poi quelle dei dorici e dei corinzi

Vitruvio, De Architectura: Libro 02, 1.5

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