qualis saepe viae deprensus in aggere serpens, aerea quem obliquum rota transiit aut gravis ictu seminecem liquit saxo lacerumque viator; nequiquam longos fugiens dat corpore tortus parte ferox ardensque oculis et sibila colla arduus attollens; pars vulnere clauda retentat nexantem nodis seque in sua membra plicantem: tali remigio navis se tarda movebat; vela facit tamen et velis subit ostia plenis |
Quale spesso un serpente sorpreso in un argine di strada, che una ruota di bronzo trapassò di traverso o un crudele viandante lasciò mezzo morto e ferito da un colpo con un sasso, invano fuggendo dà lunghi contorsioni col corpo, in parte fiero e ardente con gli occhi e dritto alzando i colli sibilanti; la parte storpiata dalla ferita trattiene lui che s'ntreccia con nodi e si ripiega nelle sue membra: con tale remeggio la nave si muoveva lenta; tuttavia spiega le vele ed a vele piene raggiunge i porti |