Tempus erat quo prima quies mortalibus aegris incipit et dono divum gratissima serpit | Era il tempo in cui per gli stanchi mortali il primo sonno comincia e serpeggia graditissimo per dono degli dei |
in somnis, ecce, ante oculos maestissimus Hector visus adesse mihi largosque effundere fletus, raptatus bigis ut quondam, aterque cruento pulvere perque pedes traiectus lora tumentis | Nei sogni, ecco, davanti agli occhi mi sembrò presentarsi Ettore mestissimo e versare larghi pianti , come quando strappato dalle bighe e nero di cruenta polvere e trafitto nei piedi gonfi per le cinghie |
ei mihi, qualis erat, quantum mutatus ab illo Hectore qui redit exuvias indutus Achilli vel Danaum Phrygios iaculatus puppibus ignis | Ahimè, qual era, quanto mutato da quell'Ettore che ritorna rivestito delle spoglie d'Achille o dopo aver gettato fuochi frigi sulle poppe dei Danai |
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squalentem barbam et concretos sanguine crinis vulneraque illa gerens, quae circum plurima muros accepit patrios | portando una barba incolta e capelli uinzuppati di sangue e quelle ferite, che numerosissime ricevette attorno alle mura patrie |
ultro flens ipse videbar compellare virum et maestas expromere voces: 'o lux Dardaniae, spes o fidissima Teucrum, quae tantae tenuere morae | Inoltre mi sembrava che io piangendo chiamassi l'eroe ed esprimessi angosciose frasi: O luce dei Dardania, o sicurissima speranza dei Teucri, quali sì lunghi indugi ti trattennero |
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quibus Hector ab oris exspectate venis | Da quali spiagge vieni, o aspettato Ettore |
ut te post multa tuorum funera, post varios hominumque urbisque labores defessi aspicimus | come ti vediamo dopo molte mortidei tuoi, dopo vari affanni di uomini e della città,noi stanchi |
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quae causa indigna serenos foedavit vultus | Quale indegna causa macchiòle fattezze serene |
aut cur haec vulnera cerno | o percchè scorgo queste ferite |
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' ille nihil, nec me quaerentem vana moratur, sed graviter gemitus imo de pectore ducens, 'heu fuge, nate dea, teque his' ait 'eripe flammis | Egli nulla, nè aspetta me che chiedo cose vane, ma traendo dolorosamente dal profondo del cuore i gemiti: Ah fuggi, figlio di dea, dice, e togliti da queste fiamme |