Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 05 - Parte 01, pag 4

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 05 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 05 - Parte 01
multa insignia Pompeio, sed nescio an hoc quicquam admirabilius contigerit, quod magnitudine beneficii sui obliuisci Sullam coegit

Sit aliquis in summo splendore etiam sordibus gratis locus

M Cornuto praetore funus Hirti et Pansae iussu senatus locante qui tunc libitinam exercebant cum rerum suarum usum tum ministerium suum gratuitum polliciti sunt, quia hi pro re publica dimicantes occiderant, perseuerantique postulatione extuderunt ut exequiarum apparatus sestertio nummo ipsis praebendus addiceretur

quorum laudem adiecta lege condicio auget magis quam extenuat, quoniam quidem quaestum contempserunt nulli alii rei quam quaestui uiuentes
Molti sono i titoli di gloria di Pompeo, ma non so se gli sia toccata sorte più meravigliosa dell'aver costretto Silla, con la grandezza del suo beneficio, a smentire la propria indole

() E facciamo pure posto, tra personaggi di si alto rilievo, anche a gente d'infima condizione, che, pur tale, seppe dimostrare la propria gratitudine

Quando il pretore Marco Cornuto appaltò per ordine del senato l'impresa per i funerali di Irzio e di Pansa, gli impresari di allora promisero gratuitamente non solo l'uso degli arredi, ma anche il servizio funebre, perché i due erano caduti combattendo per la repubblica, e con insistenti richieste ottennero che la spesa per le esequie fosse aggiudicata loro per la cifra simbolica di un sesterzio

e la loro lode è accresciuta più che diminuita dalla loro condizione, perché a disprezzare il danaro furono persone che per null'altro vivono se non per guadagnare
extinit Pace cinerum suorum reges gentium exterarum secundum hunc tam contemptum gregem referri se patientur, qui aut non adtingendus aut (non) in ultima parte domesticorum exemplorum conlocandus fuit

sed dum honesti etiam ab infimis istis editi memoria non intercidat, licet separatum locum obtineant, ut nec his adiecti nec illis praelati uideantur

ext Darius priuatae adhuc fortunae amiculo Sylosontis Sami delectatus curiosiore contemplatione fecit ut ultro sibi et quidem a cupido daretur

cuius muneris quam grata aestimatio animo eius esset adlapsa regno potitus ostendit: totam namque urbem et insulam Samiorum Sylosonti fruendam tradidit: non enim pretium rei aestimatum, sed occasio liberalitatis honorata est, magisque a quo donum proficisceretur quam ad quem perueniret prouisum
Con buona pace delle loro ceneri, i re dei popoli stranieri vorranno lasciarsi ricordare da me dopo il cenno fatto a gente così spregevole, di cui bisognava o tacere o far menzione nell'ultima parte degli esempi nostrani

Ma, onde non cada il ricordo di nobili azioni compiute da codesta gente abietta, costoro abbiano pure un posto separato, sì da non sembrare a questi aggiunti o a quelli preferiti

Dario, quando non era ancora re, osservando con prolungato interesse un mantello di Silosonte di Samo che gli piaceva molto, fece in modo che costui, pur se ne era geloso, gliene facesse spontaneamente dono

Quanta gratitudine avesse per questo regalo, Dario dimostrò quando si impadronì del regno col fargli dono delle città e di tutta l'isola di Samo: in sostanza egli volle ricompensare non il valore venale dell'oggetto, ma il gesto generoso e pensò più alla persona donde partiva il dono che a quella cui esso arrivava
ext Mitridates quoque rex magnifice gratus apparuit, quoniam pro Leonico, acerrimo salutis suae defensore, a Rhodiis nauali pugna excepto omnes hostium captiuos permutauit satius esse existimans ab inuisissimis circumiri quam bene merito gratiam non referre

ext Liberalis populus Romanus magnitudine muneris, quod Attalo regi Asiam dono dedit

sed Attalus etiam testamenti aequitate gratus, qui eandem Asiam populo Romano legauit

itaque nec huius munificentia nec illius tam memor beneficii animus tot uerbis laudari potest, quot amplissimae ciuitates uel amice datae uel pie redditae sunt
() Anche il re Mitridate apparve magnificamente grato, perché in cambio di Leonico, valorosissimo difensore della sua vita, catturato dai Rodiesi in battaglia navale, permutò tutti i suoi prigionieri di guerra, stimando che fosse meglio farsi circondare da asperrimi nemici che non rendere grazie ad un benemerito

Generoso fu il popolo romano per la grandezza del dono dell'Asia fatto al re Attalo

Ma questi pareggiò il conto della gratitudine legando col suo testamento l'Asia al popolo di Roma

Così né la munificenza dei Romani né l'animo di Attalo tanto memore del beneficio possono esser lodati con tante parole, quante furono le illustri città amichevolmente donate o doverosamente restituite

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 01 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 01 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 01 - Parte 01

ext Ceterum nescio an praecipue Masinissae regis pectus grati animi pignoribus fuerit refertum: beneficio enim Scipionis et persuasu regni modo liberalius auctus memoriam inclyti muneris ad ultimum uitae finem, longa etiam a dis immortalibus senectute do natus, constantissima fide perduxit, adeo ut eum non solum Africa, sed etiam cunctae gentes scirent amiciorem Corneliae familiae atque urbi Romanae quam sibimet ipsi superesse

ille cum graui Karthaginiensium bello premeretur ac uix tutelae imperii sui sufficeret, tamen Scipioni Aemiliano, quia nepos Africani erat, bonam magnamque partem Numidici exercitus, quam ad Lucullum consulem, a quo ad auxilia petenda missus fuerat, in Hispaniam duceret, promptissima mente tradidit praesentique periculo respectum pristini beneficii anteposuit
() Del resto non so se in particolare l'animo del re Masinissa sia stato pieno di pegni di gratitudine: infatti, assai generosamente beneficato dalla volontà e dall'intervento di Scipione, che ingrandì i confini del suo regno, conservò tenacemente fino all'ultimo momento della sua vita ch'ebbe anche lunga dagli dèi il ricordo dell'inclito dono, al punto che non solo l'Africa, ma tutte le genti sapevano ch'egli t era rimasto più amico alla famiglia Cornelia e alla città di Roma che a sé stesso

Pur trovandosi in difficoltà per una pericolosa guerra con i Cartaginesi e riuscendo a stento a difendere il suo regno, non esitò un momento ad affidare buona e gran parte dell'esercito numidico a Scipione Emiliano, perché era nipote dell'Africano, da guidare in Spagna alla volta del console Lucullo che lo aveva mandato a chiedere aiuti, e antepose al pericolo del momento la considerazione del beneficio un tempo ricevuto
ille, cum iam aetate deficiente magnas regni opes quattuor et quinquaginta filiorum numero relinquens in lectulo laberetur, M Manilium, qui pro consule Africam obtinebat, litteris obsecrauit ut ad se Scipionem Aemilianum sub eo tunc militantem mitteret, feliciorem mortem suam futuram ratus, si in conplexu dexterae eius supremum spiritum ac mandata posuisset

ille aduentum Scipionis fatis suis praecurrentibus haec uxori liberisque praeceperat, unum in terris populum Romanum et unam in populo Romano Scipionis domum nossent, integra omnia Aemiliano reseruarent, eum diuidendi regni arbitrum haberent: quod is statuisset perinde ac testamento cautum inmutabile ac sanctum optinerent

tot tamque uariis rebus se Masinissa infatigabili pietatis serie ad centesimum extendit annum
Al tramonto della sua vita, sul punto di lasciare ai cinquantaquattro figli il suo ricco regno, mentre giaceva sul letto di morte, scongiurò Manio Manilio, allora proconsole d'Africa, di far venire presso di lui Scipione Emiliano, che in quel tempo militava alle sue dipendenze, credendo di morire più contento se avesse potuto esalare l'ultimo respiro ed esprimergli le ultime volontà tenendone stretta la destra

Ma poiché sentiva che Scipione non avrebbe fatto in tempo ad arrivare prima che si spegnesse, aveva consigliato alla moglie e ai figli di riconoscere tra i popoli della terra solo il romano e sola tra le famiglie romane quella di Scipione e di affidare l'eredità indivisa a Scipione Emiliano, considerandolo arbitro unico della divisione del regno: ciò che aveva stabilito, tenessero per rato e fermo come un testamento

Infaticabile pur tra tante e così diverse attività, Masinissa giunse a vivere cento anni, prodigandosi senza requie in gesti di umana comprensione

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 07 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 07 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 07 - Parte 01

his et horum similibus exemplis benificientia generis humani nutritur atque augetur: hae sunt eius faces, hi stimuli, propter quos iuuandi et emerendi cupiditate flagrat

et sane amplissimae et speciosissimae diuitiae sunt feliciter erogatis beneficiis late posse censeri

quorum quoniam religiosum cultum instituimus, nunc neglectum suggillandi gratia, quo sit gratior, referemus

Vrbis nostrae parentem senatus in amplissimo dignitatis gradu ab eo conlocatus in curia lacerauit, nec duxit nefas ei uitam adimere, qui aeternum Romano imperio spiritum ingenerauerat

rude nimirum illud et ferox saeculum, quod conditoris sui cruore foede maculatum ne summa quidem posteritatis dissimulare pietas potest

Hunc ingrate lapsae mentis errorem consentanea ciuitatis nostrae paenitentia sequitur
Con questo e con simili esempi si nutre e cresce la disposizione degli uomini a far bene: queste sono le occasioni e gli stimoli, per i quali essi ardono del desiderio di aiutare e di ben meritare

Ed è certo il tesoro più grande e più bello poter essere censiti di una ricchezza costituita da tanta bene generosamente fatto agli altri

Ora, poiché alla gratitudine abbiamo dato un valore ed un senso religiosi, perché essa riesca più gradita, passeremo a deplorare chi ne abbia trascurato il culto

() Il senato, al quale Romolo aveva concesso altissima dignità, non esitò ad assassinare nella Curia il padre della nostra città né ritenne cosa empia togliere la vita a chi vita immortale aveva dato all'impero di Roma

Rozzo, davvero, e feroce quel secolo, che, macchiatosi vergognosamente del sangue del proprio fondatore, nemmeno lo zelantissimo culto dei posteri riesce a far perdonare

() Segue a questo esempio d'immemore ingratitudine un episodio che vide il naturale pentimento della nostra città
uirium Romanarum et incrementum laetissimum et tutela certissima, Furius Camillus, in urbe incolumitatem suam tueri non ualuit, cuius ipse salutem stabilierat, felicitatem auxerat: a L enim Apuleio tribuno pl tamquam peculator Veientanae praedae reus factus duris atque, ut ita dicam, ferreis sententiis in exilium missus est, et quidem eo tempore, quo optimo iuuene filio spoliatus solaciis magis adleuandus quam cladibus onerandus erat

sed inmemor patria tanti uiri maximorum meritorum exequiis filii damnationem patris iunxit

at, inquit, aerario abesse tribunus pl querebatur xv milia aeris: tanti namque poena finita est

indignam summam, propter quam populus Romanus tali principe careret

Priore adhuc querella uibrante alia deinceps exurgit
Furio Camillo, che collaborò fecondamente all'ingrandirsi di Roma e ne fu sicuro difensore, non riuscì a restare indenne in quella città, della quale egli stesso aveva consolidato la sicurezza ed aveva accresciuto le fortune: accusato dell'appropriazione indebita del bottino di Veio dal tribuno della plebe Lucio Apuleio, fu con una dura e, direi, ferrea sentenza cacciato in esilio proprio nel tempo in cui, per aver perduto un bravissimo figliolo, avrebbe dovuto essere più confortato che esposto ad altre sventure

Ma la patria, immemore degli altissimi meriti di tanto cittadino, aggiunse alle esequie del figlio la condanna del padre

Ma, si dice, il tribuno della plebe lamentava che fossero stati sottratti all'erario quindicimila assi a tanto, infatti, fu fissata la multa

o somma indegna, se per essa il popolo romano si privava di un simile capo

() Non abbiamo ancora finito di lamentare un caso d'ingratitudine, che ce ne viene incontro un altro

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 02 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 02 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 02 - Parte 01

Africanus superior non solum contusam et confractam belli Punici armis rem publicam, sed paene iam exsanguem atque morientem Karthaginis dominam reddidit

cuius clarissima opera iniuriis pensando ciues uici ignobilis eum ac desertae paludis accolam fecerunt

eiusque uoluntarii exilii acerbitatem non tacitus ad inferos tulit, sepulcro suo inscribi iubendo ingrata patria, ne ossa quidem mea habes

quid ista aut necessitate indignius aut querella iustius aut ultione moderatius

cineres ei suos negauit, quam in cinerem conlabi passus non fuerat

igitur hanc unam Scipionis uindictam ingrati animi urbs Romana sensit, maiorem me hercule Coriolani uiolentia: ille enim patriam metu pulsauit, hic uerecundia; de qua (re) ne queri quidem tanta uerae pietatis constantia nisi post fata sustinuit
L'Africano maggiore rese la repubblica, quando era non solo malconcia e a pezzi per le armi puniche, ma addirittura esangue ormai e sul punto di arrendersi, signora di Cartagine

Ebbene: compensandone con dei torti le illustri imprese, i suoi concittadini lo cacciarono, relegandolo in un oscuro villaggio e in una deserta palude

Egli non tacque l'acerbo dolore procuratogli dal volontario esilio e se lo portò nella tomba, facendo incidere sul suo sepolcro: O ingrata patria, neppure le mie ossa tu hai

Che più indegno di questa costrizione o più giustificato di questo rimprovero o più moderato della vendetta di Scipione

Negò le sue ceneri a colei, che aveva evitato fosse ridotta in cenere

Roma provò, dunque, questa sola vendetta di Scipione contro la propria ingratitudine, ma più grave, per Ercole, di quella violenta di Coriolano: questi, in effetti, colpì la patria col terrore, l'altro con la vergogna, quella patria della quale non osò nemmeno lamentarsi così persistenti sono i veri affetti se non dopo morto
Talia passo, credo, quae fratri eius accidere solacio esse potuerunt

cui rex Antiochus deuictus et Asia imperio populi Romani adiecta speciosissimusque triumphus ut peculatus reus fieret et in carcerem duci iuberetur causam praebuit

Nihilo uirtute posterior Africanus auo minor, sed ne exitu quidem felicior: duabus enim urbibus, Numantia atque Karthagine, imperio Romano inminentibus ex rerum natura depulsis raptorem spiritus domi inuenit, mortis punitorem in foro non repperit

Quis ignorat tantum laudis Scipionem Nasicam toga quantum armis utrumque Africanum meruisse, qui pestifera Ti Gracchi manu faucibus conprehensam rem publicam strangulari passus non est
() E sì che, dopo aver subito tale affronto, quel che accadde a suo fratello avrebbe potuto essergli di conforto

al quale l'aver definitivamente sgominato il re Antioco e la conquista dell'Asia, incorporata nell'impero romano, e il magnifico trionfo che si meritò offrirono materia perché fosse accusato di concussione e gettato in carcere

() Per nulla inferiore all'avo per virtù fu l'Africano minore, ma neanche più fortunato per il modo in cui morì: cancellate dalla faccia della terra le due città di Numanzia e di Cartagine pericolosamente incombenti sull'impero di Roma, trovò in patria chi gli tolse la vita, ma non trovò chi ne vendicasse l'assassinio nel Foro

() Chi non sa che Scipione Nasica conseguì tanta fama nell'attività forense, quanta ambedue gli Africani in quella militare, egli che non permise a Tiberio di afferrare alla gola la repubblica e di strangolarla con la sua mano esiziale

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 03 - Parte 02
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 03 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 03 - Parte 02

sed is quoque propter iniquissimam uirtutum suarum apud ciues aestimationem sub titulo legationis Pergamum secessit et quod uitae superfuit ibi sine ullo ingratae patriae desiderio peregit

In eodem nomine uersor necdum Corneliae gentis querellas exhausi: namque P Lentulus clarissimus et amantissimus rei publicae ciuis, cum in Auentino C Gracchi nefarios conatus et aciem pia ac forti pugna magnis uulneribus exceptis fugasset, proelii illius, quo leges, pacem libertatemque in suo statu retinuerat, hanc mercedem tulit ne in urbe nostra moreretur: si quidem inuidia et obtrectatione conpulsus legatione a senatu libera impetrata habitaque contione, qua a dis inmortalibus petiit ne umquam ad ingratum populum reuerteretur, in Siciliam profectus est ibique perseueranter morando compotem se uoti fecit
Ma anche lui, poiché i cittadini valutavano assai ingiustamente le sue virtù, si ritirò a Pergamo con la scusa di far parte di un'ambasceria e lì trascorse, senza alcun rimpianto per l'ingrata patria, il resto dei suoi giorni

() Resto sempre nell'ambito della stessa rubrica, non avendo ancora esaurito l'argomento dei motivi di lagnanze della gente Cornelia: e in verità Publio Lentulo, cittadino preclaro ed emerito patriota, mandati a vuoto a costo di gravi ferite, in una santa e valorosa battaglia, gli empi tentativi armati di Caio Gracco sull'Aventino, ottenne, come compenso alla partecipazione a quello scontro, con il quale aveva salvato leggi, pace e libertà, di non poter morire nella nostra Roma, se, spintovi da accuse invidiose ed infamanti, chiese al senato di poter partecipare ad una legazione onoraria e, tenuta una concione, con la quale chiedeva agli dèi di non farlo tornare mai più presso l'ingrato suo popolo, partì alla volta della Sicilia, dove a lungo restando soddisfece il suo voto

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 08 - Parte 02
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 08 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 08 - Parte 02

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 07 - Parte 02
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 07 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 07 - Parte 02

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 05 - Parte 02
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 05 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 05 - Parte 02

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 06 - Parte 02
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 06 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 06 - Parte 02

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 04 - Parte 02
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 04 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 04 - Parte 02