Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 05 - Parte 01, pag 2

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 05 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 05 - Parte 01
Africani quoque posterioris humanitas speciose lateque patuit: expugnata enim Karthagine circa ciuitates Siciliae litteras misit, ut ornamenta templorum suorum a Poenis rapta per legatos recuperarent inque pristinis sedibus reponenda curarent

beneficium dis pariter atque hominibus acceptum

Huic facto par eiusdem uiri humanitas

a quaestore suo hastae subiectos captiuos uendente puer eximiae formae et liberalis habitus missus est

de quo cum explorasset Numidam esse, orbum relictum a patre, educatum apud auunculum Masinissam, eo ignorante inmaturam aduersus Romanos ingressum militiam, et errori illius ueniam dandam et amicitiae regis fidissimi populo Romano debitam uenerationem tribuendam existimauit
() Anche il senso di umanità dell'Africano minore ebbe modo di estrinsecarsi in bella maniera ed in notevole misura: espugnata Cartagine, inviò messaggi per le città siciliane, perché mandassero loro legati a recuperare gli oggetti d'arte dei loro templi, rapiti dai Cartaginesi, e provvedessero a riporli ai loro posti

O beneficio gradito ugualmente agli dèi e agli uomini

() Clemenza pari a questa egli stesso nella circostanza segue

Un giovane bellissimo e di nobile aspetto gli fu mandato dal suo questore che stava vendendo all'asta dei prigionieri

Saputo ch'era numida, orfano di padre ed educato nella casa dello zio materno Masinissa ed inoltre che a sua insaputa si era arruolato prima del tempo debito per la guerra contro i Romani, pensò di dovergli perdonare l'errore e di fare un atto di doveroso omaggio nei confronti di quel re fedelissimo a Roma
itaque puerum anulo fibulaque aurea et tunica laticlauia Hispanoque sagulo et ornato equo donatum datis qui eum prosequerentur equitibus ad Masinissam misit, eos uictoriae maximos fructus ratus, dis ornamenta, hominibus (regibus) sanguinem suum restituere

L etiam Pauli in tali genere laudis memoria adprehendenda est

qui, cum Persen parui temporis momento captiuum ex rege ad se adduci audisset, occurrit ei Romani imperii decoratus ornamentis conatumque ad genua procumbere dextera manu adleuauit et Graeco sermone ad spem exhortatus est

introductum etiam in tabernaculum lateri suo proximum in consilio sedere iussit nec honore mensae indignum iudicauit
Pertanto donò al giovane un anello, una fibbia d'oro, un laticlavio, un mantello spagnolo ed un cavallo ben equipaggiato e lo affidò a dei cavalieri incaricati di riaccompagnarlo presso Masinissa, stimando che i frutti migliori di una vittoria fossero restituire agli dèi i loro ornamenti e agli uomini i loro congiunti per sangue

() A tale genere di elogio va associato anche il ricordo di Lucio Paolo

Questi, sentito dire che conducevano alla sua presenza Perseo, ch'era divenuto in pochissimo tempo da re prigioniero, gli andò incontro indossando tutte le insegne del comando e sollevò con la destra il vinto che tentava di cadere alle sue ginocchia, esortandolo in lingua greca ad aver fiducia

Lo fece anche entrare nella sui tenda e sedere accanto a sé in pieno consiglio, né ebbe a sdegno di averlo suo commensale
proponatur in conspicuo acies, qua prostratus est Perses, et harum rerum, quas retuli, contextus, utro magis spectaculo delectentur homines dubitabunt: nam si egregium est hostem abicere, non minus tamen laudabile infelicis scire misereri

Haec L Pauli humanitas admonet me ne de Cn Pompei clementia taceam

regem Armeniae Tigranem, qui et per se magna cum populo Romano bella gesserat et infestissimum urbi nostrae Mitridatem Ponto pulsum uiribus suis protexerat, in conspectu suo diutius iacere supplicem passus non est, sed benignis uerbis recreatum diadema, quod abiecerat, capiti reponere iussit certisque rebus imperatis in pristinum fortunae habitum restituit, aeque pulchrum esse iudicans et uincere reges et facere

Quam praeclarum tributae humanitatis specimen Cn Pompeius, quam miserabile desideratae idem euasit exemplum
Si pongano ora in rilievo lo scontro in cui Perseo fu stravinto e la serie dei fatti che ho narrati: sorgerà il dubbio, quale dei due spettacoli riesca più gradito: perché, se impresa preclara è debellare un nemico, cosa non meno lodevole è aver pietà di un infelice

() La cordiale generosità di Lucio Paolo mi ricorda di non passare sotto silenzio la clemenza di Cneo Pompeo

il quale non permise che Tigrane che pur aveva combattuto grandi guerre contro il popolo romano e protetto con le sue forze Mitridate, l'uomo più nemico a Roma, quando costui era stato cacciato dal Ponto giacesse più a lungo supplice al suo cospetto, ma, dopo averlo confortato con generose parole, gli fece riporre sul capo il diadema che quello aveva gettato via e, dati ordini precisi, lo restituì al rango di prima, giudicando essere cosa ugualmente illustre e vincere i re e crearli

Quanto nobile esempio di generosità non fu Cneo Pompeo e quanto miseramente egli stesso ebbe a provarne la mancanza in altri

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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 01 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 01 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 01 - Parte 01

nam qui Tigranis tempora insigni regio texerat, eius caput tribus coronis triumphalibus spoliatum in suo modo terrarum orbe nusquam sepulturae locum habuit, sed abscisum a corpore inops rogi nefarium Aegyptiae perfidiae munus portatum est etiam ipsi uictori miserabile: ut enim id Caesar aspexit, oblitus hostis soceri uultum induit ac Pompeio cum proprias tum et filiae suae lacrimas reddidit, caput autem plurimis et pretiosissimis odoribus cremandum curauit

quod si non tam mansuetus animus diuini principis extitisset, paulo ante Romani imperii columen habitum sic mortalium negotia fortuna uersat inhumatum iacuisset

Catonis quoque morte Caesar audita et se illius gloriae inuidere et illum suae inuidisse dixit patrimoniumque eius liberis ipsius incolume seruauit
La testa di colui che aveva coperto le tempie di Tigrane delle insegne regali, spogliata delle sue tre corone trionfali, non solo non trovò sepoltura in alcun luogo della terra, che poco prima era in suo potere, ma, staccata dal corpo e senza l'onore del rogo, fu portata come dono nefando della malafede egizia al vincitore, sì da suscitarne la compassione: difatti Cesare, appena la vide, dimenticando il nemico che Pompeo gli era stato, tornò ad esserne il suocero e gli tributò l'onore del pianto sia per sé sia per sua figlia e la fece bruciare in un mare di preziosissime essenze

Ché, se l'animo del divino principe non fosse stato così mansueto, l'uomo che poco prima era stato ritenuto una colonna dell'impero di Roma così la fortuna fa mutare a suo piacimento le sorti dei mortali sarebbe rimasto senza sepoltura

Anche all'udire che Catone era morto, disse che si erano reciprocamente invidiati la gloria e ne conservò integro il patrimonio ai figli
et hercule diuinorum Caesaris operum non parua pars Catonis salus fuisset

M etiam Antoni animus talis humanitatis intellectu non caruit: M enim Bruti corpus liberto suo sepeliendum tradidit, quoque honoratius cremaretur, inici ei suum paludamentum iussit, iacentem hostem deposito aestimans odio: cumque interceptum a liberto paludamentum conperisset, ira percitus protinus in eum animaduertit hac ante praefatione usus: quid

tu ignorasti cuius tibi uiri sepulturam conmisissem

fortem piamque eius uictoriam Philippii campi libenter uiderunt, sed ne ista quidem generosissimae indignationis uerba inuiti audierunt

ext Commemoratione Romani exempli in Macedoniam deductus morum Alexandri praeconium facere cogor, cuius ut infinitam gloriam bellica uirtus, ita praecipuum amorem clementia meruit
E, per Ercole, salvare Catone sarebbe stata non piccola parte delle divine imprese di Cesare

Anche Marco Antonio non rimase sordo ai sensi di tale umanità: egli consegnò il corpo di Marco Bruto ad un suo liberto perché lo seppellisse e, allo scopo di permetterne una più onorevole cremazione, ordinò che gli si ponesse sopra il suo mantello da generale, considerando il nemico morto ormai senza odio; saputo poi che il liberto aveva sottratto il mantello, pieno d'ira lo punì severamente, dopo avergli prima detto: e E che

Tu non sapevi che uomo ti avessi dato da seppellire

I campi di Filippi lo videro volentieri vincitore valoroso ed umano, ma non udirono malvolentieri nemmeno queste parole di nobilissimo sdegno

Spinto fino in Macedonia dal ricordo dell'esempio romano, mi vedo costretto a far l'elogio del carattere di Alessandro, di cui se la virtù in guerra gli ha meritato gloria infinita, la clemenza ebbe diritto ad un particolare affetto

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is, dum omnes gentes infatigabili cursu lustrat, quodam loci niuali tempestate oppressus senio iam confectum Macedonem militem nimio frigore obstupefactum ipse sublimi et propinqua igni sede residens animaduertit factaque non fortunae, sed aetatis utriusque aestimatione descendit et illis manibus, quibus opes Darii adflixerat, corpus frigore duplicatum in suam sedem inposuit: id ei salutare futurum, quod apud Persas capital extitisset, solium regium occupasse

quid ergo mirum est, si sub eo duce tot annis militare iucundum ducebant, cui gregarii militis incolumitas proprio fastigio carior erat

idem non hominum ulli, sed naturae fortunaeque cedens, quamquam uiolentia morbi dilabebatur, in cubitum tamen erectus dexteram omnibus, qui eam contingere uellent, porrexit
Mentre egli passava infaticabilmente di popolo in popolo, sorpreso da una tormenta in un luogo nevoso, vide stando al coperto su un seggio soprelevato e accanto al fuoco un vecchio soldato macedone inebetito dal troppo freddo e, considerata non la condizione, ma l'età sua e quella del soldato, scese giù e con quelle stesse mani, con le quali aveva distrutto la potenza di Dario, sistemò nel posto ch'era suo il corpo del veterano, contratto dal freddo: al quale sarebbe stato salutare quello che presso i Persiani era considerato delitto punibile con la morte, cioè essersi seduto sul soglio del re

Che meraviglia, dunque, se quei soldati ritenevano cosa gradita militare per tanti anni alle dipendenze di un condottiero che aveva più cara l'incolumità di un semplice soldato che la propria regalità

Egli stesso, cedendo non ad alcun rivale, ma alla natura ed alla sorte, sebbene si sentisse venir meno per la violenza della malattia, sollevatosi tuttavia sui gomiti porse la destra a tutti quelli che volessero toccarla
quis autem illam osculari non cuperet, quae iam fato oppressa maximi exercitus conplexui humanitate quam spiritu uiuidior suffecit

ext Non tam robusti generis humanitas, sed et ipsa tamen memoria prosequenda Pisistrati Atheniensium tyranni narrabitur

qui, cum adulescens quidam amore filiae eius uirginis accensus in publico obuiam sibi factam osculatus esset, hortante uxore ut ab eo capitale supplicium sumeret respondit, si eos, qui nos amant, interficiemus, quid eis faciemus, quibus odio sumus

minime digna uox cui adiciatur eam ex tyranni ore (de humanitate) manasse

in hunc modum filiae iniuriam tulit, suam multo laudabilius

a Thrasippo amico inter cenam sine fine conuicio laceratus ita et animum et uocem ab ira cohibuit, ut putares satellitem a tyranno male audire
E chi non avrebbe desiderato baciare quella mano che, già vicina a restare immobile per sempre e ancor viva più per generosità che per forza fisica, resistette per offrirsi al bacio di un grandissimo esercito

() Non così vigorosa, ma pur sempre degna di memoria è la prova di umana comprensione offerta dal tiranno Pisistrato nell'episodio che mi accingo a narrare

Poiché un giovane, innamorato della sua vergine figlia, incontratala in pubblico aveva osato baciarla, alla moglie che l'esortava a farlo giustiziare rispose: a se uccideremo chi ci ama, che faremo a chi ci odia

un detto, questo, assolutamente indegno di uscire dalla bocca di un tiranno

Così egli sopportò l'offesa fatta alla figlia, in modo ancor più lodevole ne sopportò una fatta a lui

Pur criticato con insulti e senza fine dal suo amico Trasippo durante un pranzo, seppe trattenersi nell'animo e nelle parole dall'ira, sì da far credere che fosse Trasippo a parlare poco rispettosamente da tiranno nei confronti di un suddito

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abeuntem quoque, ueritus ne propter metum maturius se conuiuio subtraheret, inuitatione familiari coepit retinere

Thrasippus concitatae temulentiae impetu euectus os eius sputo respersit nec tamen in uindictam sui ualuit accendere

ille uero etiam filios suos uiolatae patris maiestati subuenire cupientis retraxit

posteroque die Thrasippo supplicium a se uoluntaria morte exigere uolente uenit ad eum dataque fide in eodem gradu amicitiae mansurum, ab incepto reuocauit

si nihil aliud dignum honore memoriae gessisset, his tamen factis abunde se posteritati conmendasset

ext Aeque mitis animus Pyrri regis

audierat quodam in conuiuio Tarentinorum parum honoratum de se sermonem habitum: accersitos qui ei interfuerant percontabatur an ea, quae ad aures ipsius peruenerant, dixissent
E temendo che l'amico per la paura si ritirasse troppo presto dal convito, mentre se ne andava cominciò a trattenerlo con amichevoli insistenze

Trasippo, in preda ai fumi del vino, gli sputò in viso, ma nemmeno così riuscì a farlo reagire

Infine Pisistrato trattenne dall'intervenire i suoi figli, che desideravano venire in soccorso alla violata maestà del padre

Il giorno dopo, poiché Trasippo voleva pagare la sua colpa dandosi volontariamente la morte, si recò da lui e, datagli assicurazione che restava amico come prima, lo distolse dal suo proposito

Se niente altro avesse fatto meritevole di onore, sarebbe bastato il suo comportamento in tale circostanza per giustificare il perpetuarsi del suo ricordo tra i posteri

() Ugualmente mite fu l'animo del re Pirro

Egli aveva sentito dire che in un convito di Tarantini si era parlato irriguardosamente sul suo conto; fatti venire quelli che vi avevano partecipato, domandava loro se avessero detto davvero quel che gli era arrivato all'orecchio
tum ex his unus, nisi inquit uinum nos defecisset, ista, quae tibi relata sunt, prae eis, quae de te locuturi eramus, lusus ac iocus fuissent

tam urbana crapulae excusatio tamque simplex ueritatis confessio iram regis conuertit in risum

qua quidem clementia et moderatione adsecutus est ut et sobrii sibi Tarentini gratias agerent et ebrii bene precarentur

Ab eadem altitudine humanitatis legatis Romanorum ad redimendos captiuos castra sua petentibus, quo tutius uenirent, Lyconem Molosson obuiam misit, quo honoratius exciperentur, ipse cum ornatu regio salutatum extra portam occurrit, secundarum rerum prouentu non corruptus, ut officii respectum in iis deponeret, qui tum maxime armis cum eo dissidebant
Allora uno di loro: Se non ci fosse venuto meno il vino, disse, ciò che ti è stato riferito sarebbe stato uno scherzo al confronto di quello che avremmo detto di te

Una così garbata giustificazione della crapula e una rivelazione così franca della verità fecero mutare l'ira del re in riso

E con questo atto di clemenza e di moderazione Pirro ottenne che i Tarantini da sobri lo ringraziassero e da ebbri gli beneaugurassero

Dall'alto di simile gentilezza d'animo egli mandò incontro agli ambasciatori romani diretti al suo campo per riscattare i prigionieri, perché vi giungessero con maggior sicurezza, il molosso Licone ed egli stesso uscì loro incontro a salutarli fuori porta in abbigliamento regale perché fossero ricevuti più onorevolmente: la sua fortuna non lo aveva guastato al punto da fargli mettere da parte il rispetto verso coloro che allora più che mai guerreggiavano con lui

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ext Cuius tam mitis ingenii debitum fructum ultimo fati sui tempore cepit: nam cum diris auspiciis Argiuorum inuasisset urbem, abscisumque eius caput Alcyoneus Antigoni regis filius ad patrem propugnator enim laborantibus aderat laetus uelut aliquod felicissimum uictoriae opus attulisset, Antigonus correpto iuuene, quod tanti uiri subitae ruinae inmemor humanorum casuum effuso gaudio insultaret, humo caput sublatum causea, qua uelatum caput suum more Macedonum habebat, texit corporique Pyrri redditum honoratissime cremandum curauit

quin etiam filium eius Helenum captiuum ad se pertractum et cultum et animum regium gerere iussit ossaque ei Pyrri aurea inclusa urna Epirum in patriam ad Alexandrum fratrem portanda dedit
() Il dovuto premio per la sua indole così mite egli l'ebbe negli ultimi momenti della vita: ché, assalita Argo con infausti auspici e avendo il figlio del re Antigono, Alcioneo, portato esultando a suo padre quale fortunato trofeo di vittoria - la sua testa recisa, era infatti a difendere i combattenti in difficoltà, Antigono rimproverò il giovane, perché, immemore della precarietà dei casi umani, offendeva col suo smodato gaudio l'improvvisa rovina di tanto uomo, e, sollevato da terra il capo reciso di Pirro, lo coprì col cappello, col quale secondo la moda macedone soleva coprirsi il capo, e restituitolo al corpo, provvide a farlo cremare con tutti gli onori

Anzi, fatto venire a sé il figlio di Pirro, Eleno, ch'era suo prigioniero, lo invitò a comportarsi da re e gli consegnò le ossa del padre, chiuse in un'urna d'oro, perché le riportasse in Epiro, sua patria, al fratello Alessandro

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