haud dissimilia alii et quidam atrociora circumstrepebant, precabanturque Drusum daret ultionis exemplum, donec accitam convictamque attineri publica custodia iussit [37] Et Considius Aequus et Caelius cursor equites Romani quod fictis maiestatis criminibus Magium Caecilianum praetorem petivissent auctore principe ac decreto senatus puniti utrumque in laudem Drusi trahebatur: ab eo in urbe inter coetus et sermones hominum obversante secreta patris mitigari neque luxus in iuvene adeo displicebat: huc potius intenderet, diem aedificationibus noctem conviviis traheret, quam solus et nullis voluptatibus avocatus maestam vigilantiam et malas curas exerceret [38] Non enim Tiberius, non accusatores fatiscebant |
Si scatenò allora un coro di proteste, con denunce non dissimili e anche più gravi; e chiedevano a Druso una punizione esemplare, questi alla fine la convocò e ne accertò la colpevolezza e la fece rinchiudere in carcere 37 Anche i cavalieri romani Considio Equo e Celio Cursore, per iniziativa del principe e con decreto senatorio, subirono la dovuta punizione per aver addossato false accuse di lesa maestà al pretore Magio Ceciliano Entrambe le sanzioni recavano beneficio alla popolarità di Druso: era lui - si pensava - con la sua continua presenza nelle riunioni e nelle conversazioni di Roma, a mitigare la chiusa solitudine del padre E non dispiaceva poi tanto la vita mondana del giovane: meglio se si dedicava a questo e passava il giorno a far costruire palazzi e la notte nei banchetti, piuttosto che abbandonarsi, nella solitudine e refrattario ad ogni piacere, a meste veglie in cupi rovelli 38 Infatti non Tiberio, non gli accusatori davano segni di cedimento |
et Ancharius Priscus Caesium Cordum pro consule Cretae postulaverat repetundis, addito maiestatis crimine, quod tum omnium accusationum complementum erat Caesar Antistium Veterem e primoribus Macedoniae, absolutum adulterii, increpitis iudicibus ad dicendam maiestatis causam retraxit, ut turbidum et Rhescuporidis consiliis permixtum, qua tempestate Cotye [fratre] interfecto bellum adversus nos volverat igitur aqua et igni interdictum reo, adpositumque ut teneretur insula neque Macedoniae neque Thraeciae opportuna nam Thraecia diviso imperio in Rhoemetalcen et libetos Cotyis, quis ob infantiam tutor erat Trebellenus Rufus, insolentia nostri discors agebat neque minus Rhoemetalcen quam Trebellenum incusans popularium iniurias inultas sinere |
E Ancario Prisco aveva denunciato il proconsole di Creta Cesio Cordo di concussione, aggiungendovi il delitto di lesa maestà, che era allora il complemento inevitabile di tutte le accuse Con un duro richiamo ai giudici, che già avevano assolto l'imputato dall'accusa di adulterio, Tiberio rifece il processo di lesa maestà ad Antistio Vetere, un notabile della Macedonia, perché sedizioso e coinvolto nelle trame di Rescuporide, quando costui, ucciso Coti, aveva meditato di farci guerra Fu dunque condannato all'esilio e relegato, per di più, in un'isola dai collegamenti difficili con Macedonia e Tracia La Tracia infatti, dopo la divisione del potere tra Remetalce e i figli di Coti, dei quali, per la loro giovane età, era tutore Trebelleno Rufo, ci osteggiava, perché non abituata al nostro governo, e imputava tanto a Remetalce quanto a Trebellieno di lasciare impuniti gli affronti subiti da tutto il popolo |
Coelaletae Odrusaeque et Dii, validae nationes, arma cepere, ducibus diversis et paribus inter se per ignobilitatem; quae causa fuit ne in bellum atrox coalescerent pars turbant praesentia, alii montem Haemum transgrediuntur ut remotos populos concirent; plurimi ac maxime compositi regem urbemque Philippopolim, a Macedone Philippo sitam, circumsidunt [39] Quae ubi cognita P Vellaeo (is proximum exercitum praesidebat), alarios equites ac levis cohortium mittit in eos qui praedabundi aut adsumendis auxiliis vagabantur, ipse robur peditum ad exolvendum obsidium ducit simulque cuncta prospere acta, caesis populatoribus et dissensione orta apud obsidentis regisque opportuna eruptione et adventu legionis |
Le forti tribù dei Celaleti, degli Odrusi e dei Dii presero le armi sotto la guida di capi fra loro divisi e accomunati solo dalle umili origini: questo il motivo se non seppero coalizzarsi in una guerra altrimenti assai dura Alcuni attizzarono disordini nel nostro territorio, altri valicarono il monte Emo per far sollevare le popolazioni più lontane; i più e i meglio organizzati assediarono Remetalce e la città di Filippopoli, fondata da Filippo il Macedone 39 Alla notizia dei fatti, Publio Velleo, che comandava l'esercito più vicino, inviò cavalieri ausiliari e reparti di fanteria leggera contro i ribelli sparsi a caccia di preda e alla ricerca di rinforzi; e guida personalmente il nerbo della fanteria a liberare gli assediati Tutto si risolse, con azione simultanea, in un successo, per lo sterminio dei razziatori e, dopo contrasti sorti tra gli assedianti, per la sortita del re, compiuta proprio nel momento in cui arrivava la legione |
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neque aciem aut proelium dici decuerit in quo semermi ac palantes trucidati sunt sine nostro sanguine |
Sarebbe improprio chiamare scontro in campo aperto o battaglia quell'eccidio di vagabondi male armati, senza spargimento di sangue per noi |