Tacito, Annales: Libro 03 - Parte 01

Tacito, Annales: Libro 03 - Parte 01

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 03 - Parte 01

[1] Nihil intermissa navigatione hiberni maris Agrippina Corcyram insulam advehitur, litora Calabriae contra sitam

illic paucos dies componendo animo insumit, violenta luctu et nescia tolerandi

interim adventu eius audito intimus quisque amicorum et plerique militares, ut quique sub Germanico stipendia fecerant, multique etiam ignoti vicinis e municipiis, pars officium in principem rati, plures illos secuti, ruere ad oppidum Brundisium, quod naviganti celerrimum fidissimumque adpulsu erat

atque ubi primum ex alto visa classis, complentur non modo portus et proxima maris sed moenia ac tecta, quaque longissime prospectari poterat, maerentium turba et rogitantium inter se silentione an voce aliqua egredientem exciperent
1 Con una traversata ininterrotta, nonostante l'inverno, Agrippina giunge all'isola di Corcira, posta di fronte alla costa della Calabria

Là, sconvolta dal dolore e incapace di rassegnazione, impiegò qualche giorno per dare compostezza al suo animo

Intanto, alla notizia del suo arrivo, tutti gli amici intimi e moltissimi soldati che avevano militato sotto Germanico, e anche molti delle vicine città, che pur non l'avevano conosciuto, alcuni pensando di rendere omaggio al principe, altri - i più - accodatisi ai primi, accorsero nella città di Brindisi, l'approdo più vicino e sicuro per chi veniva dal mare

E al profilarsi della flotta all'orizzonte, riempiono non solo il porto e le spiagge, ma le mura e i tetti e qualsiasi posizione consentisse allo sguardo di spaziare lontano; era una folla di afflitti, che si domandava se accogliere Agrippina, allo sbarco, in silenzio o con quali parole
neque satis constabat quid pro tempore foret, cum classis paulatim successit, non alacri, ut adsolet, remigio sed cunctis ad tristitiam compositis

postquam duobus cum liberis, feralem urnam tenens, egressa navi defixit oculos, idem omnium gemitus; neque discerneres proximos alienos, virorum feminarumve planctus, nisi quod comitatum Agrippinae longo maerore fessum obvii et recentes in dolore antibant

[2] Miserat duas pmetorias cohortis Caesar, addito ut magistratus Calabriae Apulique et Campani suprema erga memoriam filii sui munera fungerentur

igitur trlbunorum centurionumque umeris cineres portabantur; praecedebant incompta signa, versi fasces; atque ubi colonias transgrederentur, atrata plebes, trabeati equites pro opibus loci vestem odores aliaque funerum sollemnia cremabant
Non era ancora chiaro come regolarsi nella circostanza, quando la flotta entrò lenta nel porto, non col solito vivace movimento dei remi, bensì con segnata sul volto di tutti la tristezza

Quando sbarcò con due figli, reggendo l'urna funebre, e si fece avanti ad occhi bassi, proruppe unanime il compianto, e non era possibile distinguere i familiari dagli estranei, il lamento delle donne e degli uomini; Solo quanti le si facevano ora incontro in un recente cordoglio, superavano, nei segni del dolore, il seguito di Agrippina, disfatto da un lungo pianto

2 Tiberio aveva mandato due coorti pretorie con l'ordine che i funzionari della Calabria, della Puglia e della Campania rendessero le estreme onoranze alla memoria del proprio figlio

Le ceneri erano portate a spalla da tribuni e centurioni; precedevano insegne senza ornamenti e i fasci volti verso terra; al passaggio del corteo attraverso le città, la folla vestita a lutto e i cavalieri in trabea bruciavano, secondo le possibilità del luogo, vesti, profumi e altre offerte funebri
etiam quorum diversa oppida, tamen obvii et victimas atque aras dis Manibus statuentes lacrimis et conclamationibus dolorem testabantur

Drusus Tarracinam progressus est cum Claudio fratre liberisque Germanici, qui in urbe fuerant

consules M Valerius et M Aurelius (iam enim magistratum occeperant; et senatus ac magna pars populi viam complevere, dislecti et ut cuique libitum flentes; aberat quippe adulatio, gnaris omnibus laetam Tiberio Germanici mortem male dissimulari

[3] Tiberius atque Augusta publico abstinuere, inferius maiestate sua rati si palam lamentarentur, an ne omnium oculis vultum eorum scrutantibus falsi intellegerentur
Anche gli abitanti dei borghi fuori strada si facevano tuttavia incontro e, offrendo vittime e altari agli dèi Mani, testimoniavano con lacrime e grida il loro dolore

Druso mosse incontro fino a Terracina col fratello Claudio e i figli di Germanico, già rientrati a Roma

I consoli Marco Valerio e Marco Aurelio (ormai entrai in carica) e il senato e gran parte del popolo affollavano la via in disordine e dando sfogo, ciascuno a suo modo, al pianto; mancavano tracce di adulazione, nella generale consapevolezza che Tiberio stentava a celare il compiacimento per la morte di Germanico

3 Tiberio e Augusta evitarono di comparire in pubblico, ritenendo sconveniente per la loro maestà dare spettacolo di dolore, ma forse perché gli occhi della folla, puntati sui loro volti, non ne cogliessero la simulazione

Maybe you might be interested

Tacito, Annales: Libro 14, 01-19
Tacito, Annales: Libro 14, 01-19

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 14, 01-19

matrem Antoniam non apud auctores rerum, non diurna actorum scriptura reperio ullo insigni officio functam, cum super Agrippinam et Drusum et Claudium ceteri quoque consanguinei nominatim perscripti sint, seu valetudine praepediebatur seu victus luctu animus magnitudinem mali perferre visu non toleravit

facilius crediderim Tiberio et Augusta, qui domo non excedebant, cohibitam, ut par maeror et matris exemplo avia quoque et patruus attineri viderentur

[4] Dies quo reliquiae tumulo Augusti inferebantur modo per silentium vastus, modo ploratibus inquies; plena urbis itinera, conlucentes per campum Martis faces
Quanto alla madre Antonia, né gli storici del tempo né gli atti diurni fanno parola di una sua partecipazione a qualche importante cerimonia, benché siano nominati, uno per uno, gli altri consanguinei, oltre ad Agrippina, Druso e Claudio: glielo impediva forse una malattia, o forse il suo cuore, vinto dal dolore, non poté reggere alla vista di una così grave sciagura

Ma io propendo a credere che fu costretta a rimanere in casa da Tiberio e Augusta, che non uscivano dal palazzo; si poteva così pensare a un pari dolore e che, sull'esempio della madre, anche la nonna e lo zio non si facessero vedere

4 Il giorno del trasferimento dei resti di Germanico nella tomba d'Augusto a tratti la città fu immersa in un profondo silenzio, a tratti fu scossa da fremiti di pianto: erano affollate le strade di Roma, e brillavano le fiaccole nel Campo di Marte
illic miles cum armis, sine insignibus magistratus, populus per tribus concidisse rem publicam, nihil spei reliquum clamitabant, promptius apertiusque quam ut meminisse imperitantium crederes

nihil tamen Tiberium magis penetravit quam studia hominum accensa in Agrippinam, cum decus patriae, solum Augusti sanguinem, unicum antiquitatis specimen appellarent versique ad caelum ac deos integram illi subolem ac superstitem iniquorum precarentur

[5] Fuere qui publici funeris pompam requirerent compararentque quae in Drusum patrem Germanici honora et magnifica Augustus fecisset
Lì i soldati in armi, i magistrati senza insegne, il popolo ripartito in tribù, tutti gridavano che lo stato era perduto e ogni speranza caduta, con convinzione e franchezza tali da far pensare che avessero dimenticato chi li dominava

Nulla peraltro ferì Tiberio più dell'entusiastico trasporto popolare verso Agrippina, che chiamavano onore della patria, solo vero sangue d'Augusto, esempio unico delle antiche virtù, mentre, rivolti al cielo e agli dèi, li pregavano di conservarle intatta la prole al riparo delle trame dei malvagi

5 Vi fu chi, avvertendo la mancata solennità di quei funerali di stato, li paragonava con le cerimonie grandiose e superbe tributate da Augusto a Druso, padre di Germanico

Maybe you might be interested

Tacito, Annales: libro 14, 40-65
Tacito, Annales: libro 14, 40-65

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte libro 14, 40-65

ipsum quippe asperrimo hiemis Ticinum usque progressum neque abscedentem a corpore simul urbem intravisse; circumfusas lecto Claudiorum Iuliorumque imagines; defletum in foro, laudatum pro rostris, cuncta a maioribus reperta aut quae posteri invenerint cumulata: at Germanico ne solitos quidem et cuicumque nobili debitos honores contigisse

sane corpus ob longinquitatem itinerum externis terris quoquo modo crematum: sed tanto plura decora mox tribui par fuisse quanto prima fors negavisset

non fratrem nisi unius diei via, non patruum saltem porta tenus obvium

ubi illa veterum instituta, propositam toro effigiem, meditata ad memoriam virtutis carmina et laudationes et lacrimas vel doloris imitamenta
Ricordavano che Augusto in persona, pur in un inverno molto rigido, era mosso incontro alla salma fino a Pavia ed era entrato, senza mai staccarsi dal defunto, in Roma con lui; che intorno al feretro stavano le immagini dei Claudii e dei Livii; ricordavano che era stato pianto nel foro e che il suo elogio era stato pronunciato dai rostri; che per lui s'erano accumulati gli onori voluti dagli avi e quelli nuovi escogitati dai loro discendenti: a Germanico, invece, non erano neppure toccati i soliti onori tributati anche a un nobile qualsiasi

Certo, il suo corpo, per le grandi distanze,era statocremato in terra straniera,come si poteva: ma allora tanti più segni d'onore era giusto tributargli dopo quanti più in precedenza la sorte glieli aveva negati

Non il fratello gli era andato incontro, se non a un giorno di strada, non lo zio, quanto meno alle porte di Roma

S'eran dunque perdute quelle usanze degli antichi a tutti note, come l'effigie collocata sul feretro, i carmi composti a ricordo del valore, gli elogi funebri e le lacrime o, almeno, le simulazioni del dolore
[6] Gnarum id Tiberio fuit; utque premeret vulgi sermones, monuit edicto multos inlustrium Romanorum ob rem publicam obisse, neminem tam flagranti desiderio celebratum

idque et sibi et cunctis egregium si modus adiceretur

non enim eadem decora principibus viris et imperatori popolo quae modicis domibus aut civitatibus

convenisse recenti dolori luctum et ex maerore solacia; sed referendum iam animum ad firmitudinem, ut quondam divus Iulius amissa unica filia, ut divus Augustus ereptis nepotibus abstruserint tristitiam

nil opus vetustioribus exemplis, quotiens populus Romanus cladis exercituum, interitum ducum, funditus amissas nobilis familias constanter tulerit

principes mortalis, rem publicam aeternam esse
6 Tiberio ne fu informato; e, per soffocare queste voci del popolo, rammentò con un editto che molti grandi romani erano morti per la patria, ma che a nessuno si era reso un tributo di rimpianti così appassionato

Si trattava di un onore per lui e per tutti, a patto di stare nei limiti

Del resto non si possono mettere sullo stesso piano gli onori riservati alle personalità di primissimo piano e a un popolo dominatore e quelli riservati a famiglie modeste e a piccole comunità

Erano comprensibili il pianto dopo il recente dolore e lo sfogo dato alla disperazione, ma era tempo di ritrovare la fermezza, come fece in passato il divo Giulio Cesare per la morte dell'unica figlia, e come fece il divo Augusto, quando, strappatigli dalla morte i nipoti, seppe celare la sua desolazione

E non servivano esempi tanto antichi per avere presente quante volte il popolo romano avesse retto con fermezza alla disfatta di eserciti, alla perdita di comandanti e alla radicale estinzione di nobili famiglie

Le grandi personalità sono mortali, immortale è lo stato

Maybe you might be interested

Tacito, Annales: Libro 12, 01-39
Tacito, Annales: Libro 12, 01-39

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 12, 01-39

proin repeterent sollemnia, et quia ludorum Megalesium spectaculum suberat, etiam voluptates resumerent

[7] Tum exuto iustitio reditum ad munia, et Drusus Illyricos ad exercitus profectus est, erectis omnium animis petendae e Pisone ultionis et crebro questu, quod vagus interim per amoena Asiae atque Achaiae adroganti et subdola mora scelerum probationes subverteret

nam vulgatum erat missam, ut dixi, a Cn Sentio famosam veneficiis Martinam subita morte Brundisii extinctam, venenumque nodo crinium eius occultatum nec ulla in corpore signa sumpti exitii reperta

[8] At Piso praemisso in urbem filio datisque mandatis per quae principem molliret ad Drusum pergit, quem haud fratris interitu trucem quam remoto aemulo acquiorem sibi sperabat
Tornassero dunque alle normali occupazioni, e, nell'imminenza delle manifestazioni per i giochi Megalesi, anche allo svago

7 Allora, concluso il periodo di pubblico lutto, tutti ripresero le normali attività e Druso ripartì verso gli eserciti in Illiria, mentre tutti si aspettavano di vedere inflitta a Pisone la giusta vendetta e mentre dilagava il malcontento per il fatto che quest'ultimo, ancora in viaggio attraverso le località più deliziosamente raffinate d'Asia e d'Acaia, tentava di stravolgere le prove dei suoi delitti con un ritardo sprezzante e subdolo

Si era infatti risaputo che la famigerata avvelenatrice Martina, spedita a Roma, come ricordato, da Gneo Senzio, era morta improvvisamente a Brindisi, e che le si era ritrovato del veleno nascosto fra le trecce dei capelli, senza che il corpo recasse tracce di suicidio

8 Pisone intanto, fattosi precedere a Roma dal figlio con precise istruzioni su come ammansire il principe, si reca da Druso, contando di averlo, non già aggressivamente ostile per la scomparsa del fratello, bensì dalla sua, per avergli sgombrato il campo da un rivale
Tiberius quo integrum iudicium ostentaret, exceptum comiter iuvenem sueta erga filios familiarum nobilis liberalitate auget

Drusus Pisoni, si vera forent quae iacerentur, praecipuum in dolore suum locum respondit: sed malle falsa et inania nec cuiquam mortem Germanici exitiosam esse

haec palam et vitato omni secreto; neque dubitabantur praescripta ei a Tiberio, cum incallidus alioqui et facilis iuventa senilibus tum artibus uteretur

[9] Piso Delmatico mari tramisso relictisque apud Anconam navibus per Picenum ac mox Flaminiam viam adsequitur legionem, quae e Pannonia in urbem, dein praesidio Africae ducebatur: eaque res agitata rumoribus ut in agmine atque itinere crebro se militibus ostentavisset
Tiberio, per ostentare un giudizio imparziale, riceve il giovane con tono affabile e lo fa segno della generosità solitamente riservata ai figli di nobili famiglie

Da parte sua Druso risponde a Pisone che, se i sospetti diffusi si fossero rivelati fondati, sarebbe stato il primo a dolersene, ma preferiva pensarli falsi e inconsistenti, non volendo che la morte di Germanico recasse rovina a nessuno

Tale risposta fu data alla luce del sole, evitando incontri riservati; si trattava - lo si teneva per certo - di suggerimenti di Tiberio, se ora Druso, ingenuo in altre occasioni e preda dei suoi slanci giovanili, si regolava con la consumata scaltrezza di un vecchio

9 Pisone, varcato il mare di Dalmazia e lasciate le navi ad Ancona, attraversa il Piceno e poi lungo la via Flaminia raggiunse la legione che rientrava a Roma dalla Pannonia, per ripartire come guarnigione in Africa; e furono oggetto di commento i suoi ostentati contatti con i soldati nella colonna in marcia

Maybe you might be interested

Tacito, Annales: Libro 04, 25-50
Tacito, Annales: Libro 04, 25-50

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 04, 25-50

ab Narnia, vitandae suspicionis an quia pavidis consilia in incerto sunt, Nare ac mox Tiberi devectus auxit vulgi iras, quia navem tumulo Caesarum adpulerat dieque et ripa frequenti, magno clientium agmine ipse, feminarum comitatu Plancina et vultu alacres incessere

fuit inter inritamenta invidiae domus foro imminens festa ornatu conviviumque et epulae et celebritate loci nihil occultum

[10] Postera die Fuleinius Trio Pisonem apud consules postulavit

contra Vitellius ac Veranius ceterique Germanicum comitati tendebant, nullas esse partis Trioni; neque se accusatores sed rerum indices et testis mandata Germanici perlaturos
Ma, a partire da Narni, o per evitare sospetti o perché le mosse di chi ha paura non sono all'insegna della coerenza, scese lungo il corso della Nera e poi del Tevere; e finì per aggravare lo sdegno della gente il suo approdo presso la tomba dei Cesari, in pieno giorno e in un momento di grande affollamento sulla riva: lui circondato da uno stuolo di clienti e Plancina col suo seguito di donne, si fecero avanti, col volto raggiante

Contribuirono ad acuire l'ostilità la sua casa, prospiciente il foro, ornata a festa, i convitati e il banchetto; e in quel luogo così affollato tutto era sotto gli occhi di tutti

10 L'indomani Fulcinio Trione sporse denunzia ai consoli contro Pisone

Espressero la loro opposizione Vitellio e Veranio e tutti gli altri che avevano accompagnato Germanico, sostenendo la totale estraneità di Trione nella vicenda, e che loro non si presentavano come accusatori ma per far conoscere - a documentazione dei fatti e in qualità di testimoni - le volontà di Germanico

Maybe you might be interested

Tacito, Annales: Libro 02 - Parte 02
Tacito, Annales: Libro 02 - Parte 02

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 02 - Parte 02

Tacito, Annales: Libro 01 - Parte 01
Tacito, Annales: Libro 01 - Parte 01

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 01 - Parte 01

Tacito, Annales: Libro 15, 36-75
Tacito, Annales: Libro 15, 36-75

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 15, 36-75

Tacito, Annales: Libro 15, 01-35
Tacito, Annales: Libro 15, 01-35

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 15, 01-35