Cicerone, Pro Cluentio: 192 - 202, pag 5

Cicerone, Pro Cluentio: 192 - 202

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 192 - 202
Quod si tum indicatum non esset, non huic aerumnosissimo venenum illud fuisset, sed multorum medicamentum laborum; postremo etiam fortasse mater exsequias illius funeris prosecuta mortem se filii lugere simulasset Se allora non lo fosse stato denunciato, infatti, per questo sventurato senza simili quello non sarebbe stato un veleno, ma il farmaco in grado di curare molte pene; alla fine, forse, anche la madre, seguendo il funerale, avrebbe finto di piangere la morte del figlio
Nunc vero quid erit profectum nisi ut huius ex mediis mortis insidiis vita ad luctum conservata, mors sepulcro patris privata esse videatur Ma arrivati ad oggi, che vantaggio si sarà ottenuto se non quello di dare limpressione che la vita di questo, già tolta alla minaccia di pericoli mortali, sia stata infatti conservata dal lutto e la sua morte privata dello stesso albergo nel sepolcro del padre
[202] Satis diu fuit in miseriis, iudices, satis multos annos ex invidia laboravit [202] Per molto, o giudici, egli è vissuto da infelice, sono ormai già troppi anni che ha sopportato sofferenze causate da una fama ostile

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Nemo huic tam iniquus praeter parentem fuit cuius non animum iam expletum esse putemus Non esiste nessuno, tranne la madre, che gli sia stato così avverso da non doverlo credere ormai soddisfatto dentro di sé
Vos, qui aequi estis omnibus, qui, ut quisque crudelissime oppugnatur, eum lenissime sublevatis, conservate A Cluentium; restituite incolumem municipio; amicis, vicinis, hospitibus, quorum studia videtis, reddite; vobis in perpetuum liberisque vestris obstringite Voi, che siete giusti con tutti, che, quanto è più iniquo lassalto portato contro ognuno, tanto più mostrate clemenza nel confortarlo, salvate A Cluenzio, rinviatelo sano nel suo municipio; rendetelo agli amici, ai vicini, agli ospiti, le manifestazioni di solidarietà dei quali sono note a tutti voi, legatelo eternamente a voi e ai vostri figli
Vestrum est hoc, iudices, vestrae dignitatis, vestrae clementiae; recte hoc repetitur a vobis, ut virum optimum atque innocentissimum plurimisque mortalibus carissimum atque iucundissimum his aliquando calamitatibus liberetis, ut omnes intellegant in contionibus esse invidiae locum, in iudiciis veritati E a voi, o giudici, che spetta tale compito, alla vostra dignità, alla vostra clemenza; è ciò che vi si chiede con forza: di liberare per sempre da queste sciagure un galantuomo del tutto innocente, caro alla maggioranza degli uomini, in modo tale che tutti si accorgano che se nelle assemblee popolari cè posto per lostilità malevola, nei tribunali ha posto solo la verità
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