Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 03 - Parte 02

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 03 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 03 - Parte 02
sed quid aut illius tragica aut huius oratoria ui clarius

Init Sequitur duplicis promissi pars adopertis inlustrium uirorum imaginibus reddenda, quoniam quidem sunt referendi qui ab earum splendore degenerauerunt, taeterrimis ignauiae ac nequitiae sordibus inbuta nobilia portenta

Quid enim monstro similius quam superioris Africani filius Scipio, qui in tanta domestica gloria ortus a paruulo admodum regis Antiochi praesidio capi sustinuit, cum ei uoluntaria morte absumi satius fuerit quam inter duo fulgentissima cognomina patris et patrui, altero maiori oppressa Africa iam parto, altero maiore ex parte recuperata Asia surgere incipiente, manus uinciendas hosti tradere eiusque beneficio precarium spiritum obtinere, de quo mox L Scipio speciosissimum deorum hominumque oculis subiecturus erat triumphum
Ma che vi è di più alto della tragedia delluno e delleloquenza dellaltro

() Segue la seconda delle parti che ho promesse, da trattare velando pietosamente le immagini degli uomini illustri, perché ora debbo appunto riferire di coloro che ne tralignarono, costituendo degli esempi eccezionali di ignavia e di malvagità, pervasi di mostruose sozzure

(i) Che, infatti, di più simile ad un mostro dello Scipione figlio dellAfricano maggiore, nato in una famiglia così ricca di gloria, egli ebbe il coraggio di farsi prendere prigioniero da uno sparuto drappello di soldati del re Antioco fio: ma, poiché il suo operato ebbe a svolgersi tra quello di suo padre cui già era toccato lo splendido appellativo di Africano Maggiore per aver vinto lAfrica e quello dello zio che stava per essere chiamato Asiatico per aver recuperato in gran parte lAsia, avrebbe fatto meglio a suicidarsi che ad arrendersi e ad avere per favore salva la vita da un nemico, sul quale di li a poco Lucio Scipione avrebbe riportato uno splendidissimo trionfo, offrendolo agli occhi degli uomini e degli dèi
Idem praeturae petitor candidam togam adeo turpitudinis maculis obsolefactam in campum detulit, ut, nisi gratia Cicerei, qui patris eius scriba fuerat, adiutus esset, honorem a populo impetraturus non uideretur

quamquam quid interfuit utrum repulsam an sic adeptam praeturam domum referret

quam cum propinqui ab eo pollui animaduerterent, id egerunt, ne aut sellam ponere aut ius dicere auderet, insuperque e manu eius anulum, in quo caput Africani sculptum erat, detraxerunt

dii boni, quas tenebras e quo fulmine nasci passi estis

Age Q Fabi Maximi Allobrogici et ciuis et imperatoris clarissimi filius Q Fabius Maximus quam perditam luxuria uitam egit
Egli stesso, candidato alla pretura, presentò nel campo Marzio una toga candida così macchiata di turpitudine, che, se non fosse stato aiutato da Cicereio, chera stato segretario di suo padre, non avrebbe mai ottenuto dal popolo quella magistratura

Sebbene, che differenza ci sarebbe stata tra una bocciatura elettorale e il successo ottenuto in questo modo

Tantè vero che i suoi congiunti, rendendosi conto chegli contaminava quella carica pubblica, fecero in modo che non osasse esercitarla, e per di più gli tolsero dal dito lanello, nel quale era incisa la testa dellAfricano

Santi numi, quali tenebre da quale fulmine tolleraste che nascessero

Orsù, Quinto Fabio Massimo, figlio del celeberrimo cittadino e generale Allobrogico, quanto lussuriosamente non visse
cuius ut cetera flagitia obliterentur, tamen abunde illo dedecore mores nudari possunt, quod ei Q Pompeius praetor urbanus paternis bonis interdixit, neque in tanta ciuitate qui illud decretum reprehenderet inuentus est: dolenter enim homines ferebant pecuniam, quae Fabiae gentis splendori seruire debebat, flagitiis dissici

ergo quem nimia patris indulgentia heredem reliquerat publica seueritas exheredauit

Possedit fauorem plebis Clodius Pulcher adhaerensque Fuluianae stolae pugio militare decus muliebri imperio subiectum habuit

quorum filius Pulcher, praeterquam quod eneruem et frigidam iuuentam egit, perdito etiam amore uulgatissimae meretricis infamis fuit mortisque erubescendo genere consumptus est: auide enim abdomine deuorato foedae ac sordidae intemperantiae spiritum redditit
Pur a voler dimenticare gli altri suoi misfatti, la sua perversione morale può essere messa a nudo dalla punizione vergognosa inflittagli dal pretore urbano Quinto Pompeo, il quale gli interdisse luso dei beni paterni; né si trovò, pur in una città così grande, chi avesse a ridire su tale provvedimento: con dolore, infatti, i cittadini sopportavano lindegno sperpero di quel danaro che sarebbe dovuto servire a dar lustro alla famiglia Fabia

perciò la pubblica severità diseredò lui, che leccessiva indulgenza paterna aveva lasciato erede

() Clodio Pulcro ottenne il favore della plebe ed il suo pugnale, alleatosi alle gonne di Fulvia, ne tenne lorgoglio di soldato soggetto al potere di una donna

Il loro figlio Pulcro, oltre ad aver trascorso una giovinezza fiacca e a tutto indifferente, si rese malfamato per la relazione avuta con una volgare meretrice, e finì in maniera vergognosa: avendo divorato con avidità addome di maiale, pagò con la vita questa sua vergognosa e turpe intemperanza

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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 04 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 04 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 04 - Parte 01

Nam Q quidem Hortensi, qui in maximo et ingeniosorum ciuium et amplissimorum prouentu summum auctoritatis atque eloquentiae gradum obtinuit, nepos Hortensius Corbio omnibus scortis abiectiorem et obsceniorem uitam exegit, ad ultimumque lingua eius tam libidini cunctorum inter lupanaria prostitit quam aui pro salute ciuium in foro excubuerat

init Animaduerto in quam periculosum iter processerim

itaque me ipse reuocabo, ne, si reliqua eiusdem generis naufragia consectari perseuerauero, aliqua inutili relatione inplicer

referam igitur pedem deformesque umbras in imo gurgite turpitudinis suae iacere patiar: satius est enim narrare qui inlustres uiri in cultu ceteroque uitae ritu aliqua ex parte nouando sibi indulserint
() Ad esempio, Ortensio Corbione, nipote di quellOrtensio che, per aver aiutato e difeso in maniera decisiva cittadini pieni dingegno e di gloria, giunse ad un altissimo prestigio e alla fama oratoria, visse in modo più abietto ed osceno di qualunque prostituta, e alla fine la sua lingua si prestò alla libidine di tutti i frequentatori di bordello, tanto quanto quella del suo avo aveva vegliato nel foro a difesa dei cittadini

() Ben mi accorgo della pericolosa rotta che ho imboccata

Perciò ritirerò i remi in barca, per non trovarmi a dover riferire qualche dannoso episodio, se continuassi a cercare altri relitti di naufragi del genere

Tornerò, dunque, a terra e lascerà giacere al fondo le immagini deformi della turpitudine: meglio raccontare di quegli uomini illustri, che nel vestire ed in altre loro abitudini si lasciarono andare ad introdurre delle novità
P Scipio, cum in Sicilia augendo traiciendoque exercitu in Africam opportunum quaerendo gradum Karthaginis ruinam animo uolueret, inter consilia ac molitiones tantae rei operam gymnasio dedit pallioque et crepidis usus est

nec hac re segniores Punicis exercitibus manus intulit, sed nescio an ideo alacriores, quia uegeta et strenua ingenia, quo plus recessus sumunt, hoc uehementiores impetus edunt

crediderim etiam fauorem eum sociorum uberiorem se adepturum existimasse, si uictum eorum et sollemnes exercitationes conprobasset

ad quas tamen ueniebat, cum multum ac diu fatigasset umeros et cetera membra ac militari agitatione firmitatem suam probare coegisset, consistebatque in his labor eius, in illis remissio laboris
(i) Publio Scipione, nello stesso tempo in cui si trovava in Sicilia e meditava la rovina di Cartagine, cercava come aumentare gli effettivi del suo esercito e trasportarlo in Africa; Ma pur tra i progetti e la preparazione di una si grande impresa, usò frequentare la palestra e indossò pallio e sandali

Non per questo egli assali con minore impeto gli eserciti cartaginesi, e non so davvero se sia stato più alacre proprio perché le indoli vegete ed operose, quanto più riescono a rilassarsi, con tanta più veemenza riprendono ardire

Crederei anche chegli pensasse di ottenere maggior favore da parte degli alleati, se avesse pubblicamente fatto capire che ne accettava le abitudini e le affollate gare ginniche

Purtuttavia si recava a questo spettacolo dopo avere stancato molto e a lungo le spalle e tutti gli altri arti ed averli costretti a far prova della propria robustezza con lattività che la vita del campo suole comportare: sicché, se le fatiche militari erano per lui pesanti, quelle ginniche ne costituivano una distrazione

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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 06 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 06 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 06 - Parte 01

L uero Scipionis statuam chlamydatam et crepidatam in Capitolio cernimus

quo habitu uidelicet, quia aliquando usus erat, effigiem suam formatam poni uoluit

L quoque Sulla, cum imperator esset, chlamydato sibi et crepidato Neapoli ambulare deforme non duxit

C autem Duellius, qui primus naualem triumphum ex Poenis retulit, quotienscumque publice epulatus erat, ad funalem cereum praeeunte tibicine et fidicine a cena domum reuerti solitus est, insignem bellicae rei successum nocturna celebratione testando

Nam Papirius quidem Masso, cum bene gesta re publica triumphum a senatu non inpetrauisset, in Albano monte triumphandi et ipse initium fecit et ceteris postea exemplum praebuit proque laurea corona, cum alicui spectaculo interesset, myrtea usus est
() A chiunque è possibile vedere sul Campidoglio la statua di Lucio Scipione in clamide e sandali

certo egli volle essere effigiato in questo abbigliamento, perché talvolta laveva adoperato

() Anche Lucio Silla, per quanto fosse generale, non ritenne vergognoso passeggiare per Napoli in clamide e sandali

() Caio Duilio, che per primo riportò una vittoria navale sui Cartaginesi, tutte le volte che partecipava ad un pubblico banchetto, aveva labitudine di farsi riaccompagnare a casa da un flautista e da un sonatore di cetra alla luce di una torcia di cera, testimoniando così, con una notturna celebrazione, la sua insigne vittoria in guerra

Papino Massone, non avendo ottenuto dal senato lonore del trionfo pur dopo aver condotto felicemente a termine unimpresa militare di pubblico interesse, fu il primo a celebrarselo da sé sul monte Albano, ma ne diede lesempio agli altri per lavvenire e, partecipando ad uno spettacolo, si adornò di una corona non di alloro, ma di mirto
Iam C Marii paene insolens factum: nam post Iugurthinum Cimbricumque et Teutonicum triumphum cantharo semper potauit, quod Liber pater Indicum ex Asia deducens triumphum hoc usus poculi genere ferebatur, ut inter ipsum haustum uini uictoriae eius suas uictorias conpararet

M autem Cato praetor M Scauri ceterorumque reorum iudicia nulla indutus tunica, sed tantum modo praetexta amictus egit

init Sed haec atque his similia uirtutis aliquid sibi in consuetudine nouanda licentiae sumentis indicia sunt: illis autem, quae deinceps subnectam, quantam sui fiduciam habere soleat cognoscetur
() Quasi irriguardoso può essere considerato il contegno di Caio Mario, che, dopo il trionfo per la vittoria su Giugurta, sui Cimbri e sui Teutoni, usò sempre bere in un boccale, perché si diceva che il padre Libero, nel suo ritorno dallAsia dopo il trionfo indiano, avesse usato un nappo di questo genere: per raffrontare, nel momento stesso delle sue bevute di vino, le proprie vittorie con quelle del dio

Marco Catone, quandera pretore, diresse il processo contro Marco Scauro e gli altri incriminati senza indossare la tunica, ma vestito solo della pretesta

() Ma questo atteggiamento ed altri simili sono il segno di una virtù che si permette delle licenze nel rinnovamento del costume: dagli episodi che farò seguire si capirà quanta fiducia in sé essa medesima abbia per solito

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Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 09 - Parte 02

Publio et Gnaeo Scipionibus in Hispania cum maiore parte exercitus acie Punica oppressis omnibusque prouinciae eius nationibus Karthaginiensium amicitiam secutis, nullo ducum nostrorum illuc ad corrigendam rem proficisci audente, P Scipio quartum et uicesimum agens annum iturum se pollicitus est

qua quidem fiducia populo Romano salutis ac uictoriae spem dedit

Eademque in ipsa Hispania usus est: nam cum oppidum Badiam circumsederet, tribunal suum adeuntis in aedem, quae intra moenia hostium erat, uadimonia in posterum diem facere iussit continuoque urbe potitus et tempore et loco, quo praedixerat, sella posita ius eis dixit

nihil hac fiducia generosius, nihil praedictione uerius, nihil celeritate efficacius, nihil etiam dignitate dignius
Dopo che Publio e Gneo Scipione furono sbaragliati con la maggior parte dellesercito dalle forze puniche in Ispagna e tutti i popoli di quella provincia passarono dalla parte dei Cartaginesi, mentre nessuno dei nostri generali osava recarvisi per rimediare alla pericolosa situazione, Publio Scipione, allora ventitreenne, simpegnò ad andarci lui

E con questa fiducia in sé stesso diede al popolo romano la speranza della salvezza e della vittoria

Sempre in Ispagna, egli ricorse alla fiducia in sé: difatti, mentre assediava la fortezza di Badia, diede lordine a coloro che si presentavano al suo tribunale di consegnare la cauzione il giorno dopo nellapposito edificio che si trovava entro le mura della città, e tosto impadronitosene, vi fece disporre il suo seggio, sentenziando loro nel tempo e nel luogo che aveva predetti

Nulla di più aristocratico di questa sicurezza, nulla di più vero di questa predizione, nulla di più efficace di questa fulmineità, nulla anche di più degno del suo prestigio
Nec minus animosus minusue prosperus illius in Africam transitus, in quam ex Sicilia exercitum senatu uetante transduxit, quia, nisi plus in ea re suo quam patrum conscriptorum consilio credidisset, secundi Punici belli finis inuentus non esset

Cui facto par illa fiducia, quod, postquam Africam attigit, speculatores Hannibalis in castris deprehensos et ad se perductos nec supplicio adfecit nec de consiliis ac uiribus Poenorum percontatus est, sed circa omnis manipulos diligentissime ducendos curauit interrogatosque an satis ea considerassent, quae speculari iussi erant, prandio dato ipsis iumentisque eorum incolumes dimisit

quo tam pleno fiduciae spiritu prius animos hostium quam arma contudit
Né meno coraggioso o fortunato fu il suo passaggio in Africa, dove, partendo dalla Sicilia, trasportò lesercito malgrado il divieto del senato: perché, se non avesse confidato in quellimpresa più nel proprio giudizio che in quello dei Padri coscritti, non si sarebbe trovato il modo per porre termine alla seconda guerra punica

Pari fiducia egli mostrò nella circostanza in cui, dopo lapprodo in Africa, non suppliziò gli osservatori di Annibale cherano stati catturati nel suo campo e condotti davanti a lui, né chiese loro informazioni sui piani e sulle forze dei Cartaginesi, ma li fece accompagnare perché vedessero con la massima attenzione tutti i manipoli; poi, interrogatili se avessero ben considerato quel che era stato comandato loro di osservare, intrattenutili al rancio e foraggiate le loro bestie, li lasciò andare, non permettendo che si torcesse loro un capello

Con questa sicurezza di sé egli fiaccò del nemico prima lo spirito che le armi

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Verum ut ad domestica eius eximiae fiduciae acta ueniamus, cum a L Scipione ex Antiochensi pecunia sestertii quadragies ratio in curia reposceretur, prolatum ab eo librum, quo acceptae et expensae summae continebantur refellique inimicorum accusatio poterat, discerpsit, indignatus de ea re dubitari, quae sub ipso legato administrata fuerat

quin etiam in hunc modum egit: non reddo, patres conscripti, aerario uestro sestertii quadragies rationem, alieni imperii minister, quod meo ductu meisque auspiciis bis milies sestertio uberius feci: neque enim huc puto eo malignitatis uentum, ut de mea innocentia quaerendum sit: nam cum Africam totam potestati uestrae subiecerim, nihil ex ea, quod meum diceretur, praeter cognomen retuli
Per passare ora a gesti attestanti leccezionale senso di fiducia in sé stesso da lui compiuti in patria, quando Lucio Scipione gli chiese conto in senato dei quattro milioni di sesterzi relativi al suo governo di Antiochia, egli fece a pezzi il registro da lui prodotto contenente utili e spese, con laiuto del quale laccusa dei suoi nemici avrebbe potuto essere dimostrata falsa, indignato che si potesse dubitare della regolarità della sua amministrazione

E per soprammercato così parlò: e Non rendo conto, o Padri coscritti, dei quattro milioni di sesterzi ministro, come sono stato, di un potere altrui al vostro erario, che sotto il mio governo e con la mia autorità ho arricchito di duecento milioni: perché non credo che si SIA arrivati a un punto tale di cattiveria, che si imponga di disporre uninchiesta; sulla mia probità: dopo aver sottomesso tutta lAfrica al vostro potere, nulla ne ho riportato a titolo personale, se non lappellativo

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