Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 03 - Parte 02, pag 2

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 03 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 03 - Parte 02
non me igitur Punicae, non fratrem meum Asiaticae gazae auarum reddiderunt, sed uterque nostrum inuidia magis quam pecunia locupletior est

tam constantem defensionem Scipionis uniuersus senatus conprobauit, sicut illud factum, quod, cum ad necessarium rei publicae usum pecuniam ex aerario promi opus esset, idque quaestores, quia lex obstare uideretur, aperire non auderent, priuatus claues poposcit patefactoque aerario legem utilitati cedere coegit

quam quidem ei fiduciam conscientia illa dedit, qua meminerat omnes leges a se esse seruatas

Non fatigabor eiusdem facta identidem referendo, quoniam ne ille quidem in consimili genere uirtutes edendo fatigatus est

diem illi ad populum M Naeuius tr pl aut, ut quidam memorant, duo Petilii dixerant
I tesori puniti, dunque, non hanno arricchito me, così come quelli dAsia non hanno arricchito mio fratello: ma e lui ed io siamo più ricchi dellinvidia Altrui che di danaro

Tutto il senato approvò la difesa così coraggiosa e coerente di Scipione: il quale fece lo stesso, quando, nella necessità di attingere allerario pubblico per certe spese di pubblica utilità e di fronte allesitazione dei questori che non osavano far tanto perché la legge sembrava opporvisi, ne chiese a titolo personale le chiavi e, aperto lerario, costrinse la legge a cedere allutilità pratica

Tale fiducia gli proveniva certamente dalla consapevolezza di avere fino ad allora osservato tutte le leggi

Non mi stancherò di riferire così di seguito le sue azioni, perché nemmeno lui si stancò di fornire prove di virtù di questo genere

Il tribuno della plebe Marco Nevio o, secondo che altri affermano, i due Petilii lo aveva citato in giudizio davanti al popolo
quo ingenti frequentia in forum deductus rostra conscendit capitique suo corona triumphali inposita hoc ego inquit, Quirites, die Karthaginem magna spirantem leges nostras accipere iussi: proinde aecum est uos mecum ire in Capitolium supplicatum

speciosissimam deinde eius uocem aeque clarus euentus secutus est, si quidem et senatum totum et uniuersum equestrem ordinem et cunctam plebem Iouis optimi maximi puluinaria petens comitem habuit

restabat ut tribunus apud populum sine populo ageret desertusque in foro cum magno calumniae suae ludibrio solus moraretur

cuius deuitandi ruboris causa in Capitolium processit deque accusatore Scipionis uenerator factus est
Accompagnato da gran folla nel Foro, salì sui rostri e, postasi sulla testa la corona trionfale, disse: Oggi, o Quiriti, è lanniversario della pace che imposi alla superba Cartagine; è giusto, dunque, che veniate con me in Campidoglio a ringraziare gli dèi

Alle sue bellissime parole seguì un non meno splendido evento, se, mentre si dirigeva verso i pulvinari di Giove Ottimo Massimo, gli si accodarono al gran completo il senato, lordine equestre e il popolo tutto

Non rimaneva al tribuno che fare il processo a nome del popolo senza che il popolo vi presenziasse e restarsene nel Foro solo e abbandonato, in compagnia dello scherno procuratogli dalla sua falsa accusa

Ad evitare simile vergogna, anche lui si recò sul Campidoglio e, da accusatore che era, passò a venerare Scipione
Auiti spiritus egregius successor Scipio Aemilianus, cum urbem praeualidam obsideret, suadentibus quibusdam ut circa moenia eius ferreos murices spargeret omniaque uada plumbatis tabulis consterneret habentibus clauorum cacumina, ne subita eruptione hostes in praesidia nostra impetum facere possent, respondit non esse eiusdem et capere aliquos uelle et timere

In quamcumque memorabilium partem exemplorum conuertor, uelim nolimue, in cognomine Scipionum haeream necesse est: qui enim licet hoc loci Nasicam praeterire, fidentis animi dictique clarissimum auctorem

annonae caritate increscente C Curiatius tr pl productos in contionem consules conpellebat ut de frumento emendo adque id negotium explicandum mittendis legatis in curia referrent
() Egregio successore dellavita magnanimità, Scipione Emiliano, mentre era allassedio di una munitissima fortezza nemica, ad alcuni che gli consigliavano di spargere attorno alle mura triboli appuntiti ai quattro lati e di stendere a terra su tutti i passaggi obbligati tavole di piombo acuminate per impedire al nemico di fare sortite improvvise contro le nostre posizioni, rispose che non si addiceva alla stessa persona proporsi di catturare qualcuno e al tempo stesso temerlo

Dovunque mi volga ad osservare esempi memorabili, volere o non volere mi è giocoforza insistere sulla famiglia degli Scipioni: e come potrei qui passare sotto silenzio Scipione Nasica, di cui è rimasto famoso un detto che ne testimonia la suprema sicurezza in sé stesso

Nel corso di una carestia che andava aggravandosi, il tribuno della plebe Caio Curiazio, chiamati i consoli davanti al popolo, insisteva presso di loro a che riferissero in senato sulla necessità di acquistare frumento e di mandare legati con questo incarico

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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 07 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 07 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 07 - Parte 01

cuius instituti minime utilis interpellandi gratia Nasica contrariam actionem ordiri coepit

Obstrepente deinde plebe tacete, quaeso, Quirites, inquit: plus ego enim quam uos quid rei publicae expediat intellego

Qua uoce audita omnes pleno uenerationis silentio maiorem auctoritatis eiusquam suorum alimentorum respectum egerunt

Liui quoque Salinatoris aeternae memoriae tradendus animus

qui cum Hasdrubalem exercitumque Poenorum in Vmbria delesset et ei diceretur Gallos ac Ligures ex acie sine ducibus et signis sparsos ac palantes parua manu opprimi posse, respondit in hoc eis oportere parci, ne hostibus tantae cladis domestici nuntii deessent
Per impedire il realizzarsi di questo progetto nientaffatto utile, Nasica cominciò a parlare in senso contrario

e poiché la plebe rumoreggiava, Tacete, vi prego, o Quiriti , disse, perché capisco io meglio di voi che cosa più convenga alla repubblica

Ciò udito, tutti, tacendo dispettosamente, manifestarono di tenere in maggior conto la sua autorità che le cure per la propria alimentazione

() Merita di essere additato al ricordo di ogni tempo anche il temperamento di Livio Salinatore

Questo, sbaragliati in Umbria Asdrubale e lesercito cartaginese e sentendo dire che Galli e Liguri sfuggiti al massacro si trovavano sparsi qua e là senza comandanti e senza insegne e potevano quindi essere facilmente distrutti, rispose che conveniva risparmiarli, perché ci fosse qualcuno che andasse a riferire al nemico lannunzio di così grave disfatta
Bellica haec praestantia animi, togata illa, sed non minus laudabilis, quam P Furius Philus consul in senatu exhibuit: Q enim Metellum Quintumque Pompeium consulares uiros, uehementes inimicos suos, cupidam sibi profectionem in prouinciam Hispaniam, quam sortitus erat, identidem exprobrantis, legatos secum illuc ire coegit: fiduciam non solum fortem, sed paene etiam temerariam, quae duobus acerrimis odiis latera sua cingere ausa est usumque ministerii uix tutum in amicis e sinu inimicorum petere sustinuit () Se questa che abbiamo visto fu eccellenza danimo in guerra, del tempo di pace, ma non meno lodevole, fu quella dimostrata dal console Publio Furio Filo in senato: difatti, sebbene Quinto Metello e Quinto Pompeo, exconsoli e suoi irriducibili nemici, ne rimproverassero senza soste la fretta di partire alla volta della Spagna, il cui governo gli era stato assegnato dal sorteggio, egli li obbligò a recarvisi come legati al suo seguito: o fiducia non solo coraggiosa, ma anche perfino temeraria, che osò cingere i suoi fianchi di due acerrimi avversari e valse a fargli cercare, in grembo ai suoi nemici, collaboratori che a stento si trovano fedeli tra gli amici

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Cuius factum si cui placet, necesse est L etiam Crassi, qui apud maiores eloquentia clarissimus fuit, propositum non displiceat: nam cum ex consulatu prouinciam Galliam obtineret atque in eam C Carbo, cuius patrem damnauerat, ad speculanda acta sua uenisset, non solum eum inde non summouit, sed insuper locum ei in tribunali adsignauit nec ulla de re nisi eo in consilium adhibito cognouit

itaque acer et uehemens Carbo nihil aliud Gallica peregrinatione consecutus est quam ut animaduerteret sontem patrem suum ab integerrimo uiro in exilium missum

Cato uero superior saepe numero ab inimicis ad causae dictionem uocatus nec ullo umquam crimine conuictus ad ultimum tantum fiduciae in sua innocentia reposuit, ut ab his in quaestionem publicam deductus Ti Gracchum, a quo in administratione rei publicae ad multum odium dissidebat, iudicem deposceret
() Se a qualcuno non sarà dispiaciuto il comportamento di Filo, non dovrà dispiacere nemmeno il proposito di Lucio Crasso, valentissimo oratore dei tempi andati: mentre egli esercitava il proconsolato in Gallia, vi giunse Caio Carbone, il cui padre aveva fatto condannare, per ispezionarne il comportamento: ebbene, non solo non lo scacciò da lì, ma per di più gli assegnò un posto nel tribunale, né prese alcuna decisione senza avergli chiesto il parere

E così laspro ed impetuoso Carbone nullaltro conseguì col suo viaggio in Gallia, se non appurare che suo padre era stato mandato in esilio, in quanto veramente colpevole, dal più integro degli uomini

() Catone il Vecchio, spesso citato in giudizio dai suoi avversari né mai riconosciuto colpevole di alcun delitto , ripose :fino allultimo tanta fiducia nella sua innocenza che, chiamato i discolparsi in un pubblico processo, chiese come giudice Tiberio Gracco, che pur era suo odiato rivale in politica
qua quidem animi praestantia pertinaciam eorum insectandi se inhibuit

Eadem M Scauri fortuna, aeque senectus longa ac robusta, idem animus

qui cum pro rostris accusaretur, quod ab rege Mitridate ob rem publicam prodendam pecuniam accepisset, causam suam ita egit: est enim inicum, Quirites, cum inter alios uixerim, apud alios me rationem uitae reddere, sed tamen audebo uos, quorum maior pars honoribus et actis meis interesse non potuit, interrogare: Varius Seuerus Sucronensis Aemilium Scaurum regia mercede corruptum imperium populi Romani prodidisse ait, Aemilius Scaurus huic se adfinem esse culpae negat: utri creditis

cuius admiratione populus conmotus Varium ab illa dementissima actione pertinaci clamore depulit
Con questa superiorità danimo egli bloccò la loro pertinacia nel perseguitarlo

() Uguale fu la sorte di Marco Scauro, ugualmente lunga e vegeta la vecchiaia, uguale lindole coraggiosa

Accusato nel Foro di aver ricevuto danaro dal re Mitridate per tradire la repubblica, così si difese: ingiusto, o Quiriti, che dopo aver trascorso la mia vita tra gli uni, io debba renderne conto agli altri; ma tuttavia a voi, di cui la maggior parte non poté seguirmi da vicino nellesercizio delle mie cariche e dei miei compiti, oso chiedere: Vario Severo Sucronese dichiara che Scauro, corrotto dal denaro del re, ha tradito i Romani, Emilio Scauro dichiara di non aver nulla a che fare con questo reato: a chi dei due credete voi

Allora il popolo, ammirato, rumoreggiò e costrinse Vario a ritirare quella folle accusa

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Contra M Antonius ille disertus non enim respuendo, sed amplectendo causae dictionem quam innocens esset testatus est quaestor proficiscens in Asiam, Brundisium iam peruenerat, ubi litteris certior incesti se postulatum apud L Cassium praetorem, cuius tribunal propter nimiam seueritatem scopulus reorum dicebatur, cum id uitare beneficio legis Memmiae liceret, quae eorum, qui rei publicae causa abessent, recipi nomina uetabat, in urbem tamen recurrit

quo tam pleno fiduciae bonae consilio cum absolutionem celerem tum profectionem honestiorem consecutus est
Al contrario il celebre Marco Antonio, campione di eloquenza dimostrò in sostanza di essere innocente non rigettando, ma assumendosi la propria difesa, partendo alla volta dellAsia, con la carica di questore era già arrivato a Brindisi, quando fu informato con un messaggio di essere stato accusato dincesto presso il pretore Lucio Crasso, il cui tribunale era detto, per leccessiva severità del suo presidente, lo scoglio degli accusati ebbene, mentre gli sarebbe stato lecito evitare di presentarsi col beneficio della legge Memmia, che vietava al pretore di accogliere laccusa contro chi fosse assente per ragioni di Stato, volle tuttavia tornare a Roma

E con questa decisione, così fiduciosa nella propria innocenza, ottenne non solo di essere rapidamente assolto, ma anche di partire più onorevolmente
Sunt et illa speciosa fiduciae publicae exempla: nam cum eo bello, quod aduersus Pyrrum gerebatur, Karthaginienses c ac xxx nauium classem in praesidium Romanis Ostiam ultro misissent, senatui placuit legatos ad ducem eorum ire, qui dicerent populum Romanum bella suscipere solere, quae suo milite gerere posset: proinde classem Karthaginem reducerent

Idem post aliquot annos Cannensi clade exhaustis Romani imperii uiribus supplementum in Hispaniam exercitu mittere ausus fecit ne locus hostilium castrorum tum maxime Capenam portam armis Hannibale pulsante minoris ueniret quam si illum Poeni non obtinerent

ita se gerere in aduersis rebus quid aliud est quam saeuientem fortunam in adiutorium sui pudore uictam conuertere

Magno spatio diuisus est a senatu ad poetam Accium transitus

ceterum ut ab eo decentius ad externa transeamus, producatur in medium
Vi sono anche noti esempi di pubblica fiducia: ad esempio, poiché nel corso della guerra sostenuta dai Romani contro Pirro i Cartaginesi mandarono spontaneamente loro in aiuto una botta di centotrenta navi ad Ostia, il senato decise di mandare una legazione al loro ammiraglio, per dire che il popolo romano soleva intraprendere guerre tali, che potevano esser condotte con le proprie forze: pertanto se ne tornassero con le loro navi a Cartagine

Alcuni anni dopo, lo stesso senato, pressoché distrutte le forze di Roma nella strage di Canne, osando inviare dei rinforzi in Ispagna, fece in modo che un terreno, situato là dovera laccampamento nemico proprio mentre Annibale premeva su porta Capena non fosse venduto a minor prezzo che se i Cartaginesi non loccupassero

Comportarsi così nei momenti difficili, che altro è se non far arrossire la fortuna contraria e indurla a volgersi dalla propria parte

Tra il senato e il poeta Accio ci corre parecchio

Ma parliamone, per graduare meglio il passaggio a fatti non nostrani

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is Iulio Caesari amplissimo ac florentissimo uiro in conlegium poetarum uenienti numquam adsurrexit, non maiestatis eius inmemor, sed quod in conparatione communium studiorum aliquanto se superiorem esse confideret

quapropter insolentiae crimine caruit, quia ibi uoluminum, non imaginum certamina exercebantur

ext Ne Euripides quidem Athenis arrogans uisus est, cum postulante ui populo ut ex tragoedia quandam sententiam tolleret progressus in scaenam dixit se, ut eum doceret, non ut ab eo disceret, fabulas conponere solere

laudanda profecto fiducia est, quae aestimationem sui certo pondere examinat, tantum sibi adrogans, quantum a contemptu et insolentia distare satis est

itaque etiam quod Alcestidi tragico poetae respondit probabile
Questo poeta non si alzò mai al sopraggiungere del pur autorevole e potente Giulio Cesare nella sede del collegio dei poeti, non perché fosse immemore della sua autorità, ma perché, in rapporto agli studi comuni, confidava di essergli superiore

Né poté essere accusato dinsolenza, perché in quel caso la contesa era letteraria e non pertinente a titoli di nobiltà

Nemmeno Euripide parve arrogante agli Ateniesi, quando, invitato dagli spettatori a togliere una battuta dal contesto di una sua tragedia, disse, avanzandosi sulla scena, chera sua, abitudine comporre tragedie per dare ammaestramenti al popolo, non per riceverne

Certo devessere lodata quella sorta di fiducia in sé che sa valutarsi per quel che veramente vale e tanto si arroga, quanto basta per tenersi lontano dal disprezzo e dallinsolenza

Così va approvato quel che al poeta tragico Alcestide lo stesso Euripide rispose

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