Il santo operoso è intento al banco di lavoro assieme al figlio, impegnato nell'apprendistato o nelle piccole incombenze domestiche. A metà secolo questa nuova iconografia si arricchisce di elementi simbolici, legati all'intento catechizzante della controriforma. Fiorisce in particolare l'immagine del santo falegname che lavora a un asse, presagio della futura passione del figlio.
E' nella tradizione di questo repertorio iconografico che si inserisce la tela seicentesca dell'olandese Gerrit van Honthorst, conosciuto in Italia come Gherardo delle notti per i suoi caratteristici effetti di illuminazione notturna. L'artista, attratto dall'arte del Caravaggio, risiedette in Italia accolto dai giustiniani (celebri mecenati Romani), dove perfezionò il suo stile associando al naturalismo di matrice caravaggesca la lezione illuministica del Tintoretto e di Luca Cambiaso.
In questo dipinto il pernio simbolico e formale della rappresentazione è la candela sostenuta da Gesù: la luce calda crea un'atmosfera familiare intima, in cui i semplici gesti ordinali del padre del figlio accrescono per contrasto il sentimento funesto di un futuro cupo come l'oscurità che li circonda