ext Quem Syracusanus Dio seueritate exempli praegrauat quibusdam monentibus ut aduersus Heraclidem et Callippum, quorum fidei plurimum credebat, tamquam insidias ei nectentis cautior esset respondit uita se malle excedere quam in metu uiolentae mortis amicos inimicis iuxta ponere ext Quod sequitur et rei ipsius admiratione et claritate auctoris inlustre Alexander Macedonum rex incluta iam pugna excellentissimis opibus Darei contusis aestu et itineris feruore in Cilicia percalefactus Cydno, qui aquae liquore conspicuus Tarson interfluit, corpus suum inmersit subito deinde ex nimio haustu frigoris obstupefactis neruis ac torpore hebetatis artubus maxima cum exanimatione totius exercitus in oppidum castris propinquum defertur |
() Ma ancor superiore gli è Dione di Siracusa con il suo severo esempio Ad alcuni che gli consigliavano maggior prudenza nei confronti di Eraclide e Callippo nei quali riponeva cieca fiducia, accusati di congiurare contro di lui, rispose che preferiva morire che, per il timore di morire, trattare i suoi amici alla stessa stregua dei nemici () Lepisodio che segue è famoso sia per la meraviglia che il fatto comporta in sé sia per la notorietà del protagonista Alessandro, re dei Macedoni, dopo che la straordinaria potenza di Dario era stata ormai fiaccata nella famosa battaglia, in Cilicia, accaldato dalla calura della stagione e dalla fatica del viaggio, si gettò nel Cidno, fiume che scorre entro Tarso, famoso per la trasparenza delle sue acque Ma improvvisamente per il contatto troppo repentino con lacqua gelata, ne riportò una congestione nervosa ed articolare, per cui, fra la trepidazione di tutto lesercito, venne trasportato nella città che si trovava vicino al suo accampamento |
iacebat aeger Tarsi, inque ualitudine eius aduersa instantis uictoriae spes fluctuabat itaque conuocati medici adtentissimo consilio salutis remedia circumspiciebant quorum cum ad unam potionem se sententiae direxissent, atque eam Philippus medicus suis manibus temperatam Alexandro erat autem ipsius amicus et comes porrexisset, a Parmenione missae litterae superueniunt admonentes ut rex insidias Philippi perinde ac pecunia corrupti a Dareo caueret quas cum legisset, sine ulla cunctatione medicamentum hausit ac tum legendas Philippo tradidit pro quo tam constanti erga amicum iudicio dignissimam a dis inmortalibus mercedem recepit, qui incolumitatis eius praesidium falso interpellari indicio noluerunt |
Egli giaceva ammalato in Tarso e la speranza della vittoria ormai quasi conquistata era messa in dubbio dalle sue cattive condizioni fisiche Pertanto i medici chiamati al suo capezzale cercavano con un attentissimo consulto di trovarne i rimedi per guarirlo Essi finirono per concordare di somministrargli una sola pozione; ma, mentre il medico Filippo suo amico personale e compagno gli porgeva la medicina preparata con le sue mani, giunse al malato un messaggio di Parmenione, che lo ammoniva a guardarsi da Filippo, accusandolo di congiurare contro la sua vita perché corrotto da Dario Ma Alessandro, appena letto il messaggio, bevve tuttavia dun fiato e senza esitazione alcuna la medicina e poi diede da leggere a Filippo la missiva In cambio di una così ferma fiducia verso lamico, egli ricevette la più degna delle ricompense dagli dèi immortali, i quali non vollero che il tutore della sua incolumità fisica interrompesse la sua opera in seguito ad una falsa denunzia |