radiorum eius argumentum in effigie est, et ita significatur nomine Aegypto primus omnium id instituit Mespheres, qui regnabat in Solis urbe, somnio iussus; hoc ipsum inscriptum in eo, etenim scalpturae illae effigiesque quas videmus Aegyptiae sunt litterae [65] postea et alii excidere reges statuit eos in supra dicta urbe Sesothes quattuor numero, quadragenum octonum cubitorum longitudine, Rhamsesis autem, quo regante Ilium captum est, CXXXX cubitorum idem digressis inde, ubi fuit Mnevidis regia, posuit alium, longitudine quidem CXX cubitorum, sed prodigiosa crassitudine, undenis per latera cubitis [66] opus id fecisse dicuntur CXX hominum ipse rex, cum surrecturus esset verereturque, ne machinae ponderi non sufficerent, quo maius periculum curae artificum denuntiaret, filium suum adalligavit cacumini, ut salus eius apud molientes prodesset et lapidi |
Sulla raffigurazione c'è il simbolo dei suoi raggi, e così è indicata col nome egizio Primo di tutti l'istituì Mesfere, che regnava nella città del Sole, spinto da un sogno; questa stessa cosa riportata su esso, infatti quelle incisioni e i disegni che vediamo sono lettere egizie [65] Dopo anche altri re li rimossero Sesostri nella città sopra citata li pose in numero di quattro, con l'altezza di 48 cubiti, poi Ramsete, regnando il quale fu presa Ilio, di 140 cubiti Lo stesso allontanati da lì, dove ci fu la reggia di Mnevide, mise un altro, certo con l'altezza di 120 cubiti, ma di eccezionale spessore, con undici cubiti sui lati [66] Sono detti aver fatto questo lavoro 120 uomini Il re stesso, mentre stava per innalzarlo e temendo che, i macchinari non reggessero al peso, per evidenziare un maggior pericolo all'attenzione degli operai, legò sulla cima suo figlio, cosicché la sua salvezza servisse anche alla pietra presso quelli che la muovevano |
hac admiratione operis effectum est, ut, cum oppidum id expugnaret Cambyses rex ventumque esset incendiis ad crepidines obelisci, extingui iuberet molis reverentia qui nullam habuerat urbis |
Per questa ammirazione dell'opera avvenne che, espugnando il re Cambise questa città ed essendoci il vento con incendi alle basi dell'obelisco, ordinasse essere spenti per rispetto della mole lui che non ne aveva avuto nessuno della città |