Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 25-66, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 25-66

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 25-66
[44] Haec sint dicta de marmoris scalptoribus summaque claritate artificum, quo in tractatu subit mentem non fuisse tum auctoritatem maculoso marmori

fecere et e Thasio, Cycladum insularum aequo, et e Lesbio; lividius hoc paulo

versicolores quidem maculas et in totum marmorum apparatum etiam Menander, diligentissimus luxuriae interpres, primus et raro attigit

[45] columnis demum utebantur in templis, nec lautitiae causa, nondum enim ista intellegebantur, sed quia firmiores aliter statu non poterant

sic est inchoatum Athenis templum Iovis Olympii, ex quo Sulla Capitolinis aedibus advexerat columnas

fuit tamen inter lapidem atque marmor differentia iam et apud Homerum; [46] dicit enim marmoreo saxo percussum, sed hactenus, regias quoque domus, cum lautissime, praeter aes, aurum, electrum, argentum ebore tantum adornans
[44] Siano state dette queste cose sugli scultori del marmo e sulla somma fama degli artisti, nella quale trattazione viene in mente che allora non ci fosse pregio per il marmo screziato

Ne fecero anche da quello di Tasio, pari (a quello) delle isole delle Cicladi, e da quello di Lesbo; questo di poco più livido

Certo anche Menandro, accuratissimo interprete del lusso, trattò per primo e raramente le striature e in genere l'apparato dei marmi

[45] Infine usavano le colonne nei templi, e non per morivo di magnificenza, infatti non erano ancora comprese queste cose, ma perché non si rendevano più stabili in altro modo

Così fu iniziato il tempio di Giove Olimpio ad Atene, da cui Silla aveva preso le colonne per i templi Capitolini

Tuttavia ci fu già una differenza tra pietra e marmo anche presso Omero; [46] infatti dice colpito da un sasso di marmo, ma solo questo, adornando le case regie anche, quando molto sfarzosamente, oltre al bronzo, l'oro, l'elettro, l'argento solo con l'avorio
primum, ut arbitror, versicolores istas maculas Chionum lapidicinae ostenderunt, cum exstruerent muros, faceto in id M

Ciceronis sale - omnibus enim ostentabant ut magnificum-: multo, inquit, magis mirarer, si Tiburtino lapide fecissetis

et, Hercules, non fuisset picturis honos ullus, non modo tantus, aliqua marmorum auctoritate

[47] Secandi in crustas nescio an Cariae fuerit inventum

antiquissima, quod equidem inveniam, Halicarnasi domus Mausoli Proconnesio marmore exculta est latericiis parietibus

is obiit olympiadis CVII anno secundo, urbis Romae CDIII

[48] Primum Romae parietes crusta marmoris operuisse totos domus suae in Caelio monte Cornelius Nepos tradit Mamurram, Formiis natum equitem Romanum, praefectum fabrum C

Caesaris in Gallia, ne quid indignati desit, tali auctore inventa re
Dapprima, come penso, le cave di pietra di Chio mostrarono queste screziature variopinte, costruendo i muri, con un'ironia spiritosa di M

Cicerone su ciò- infatti le mostravano a tutti come cosa magnifica-: molto di più, disse, mi stupirei, se l'aveste fatte col marmo tiburtino

E, per Ercole, non ci sarebbe stato alcun pregio per le pitture, non solo tanto, con qualche fama dei marmi

[47] Non so se sia stata una scoperta della Caria si segare in lastre

La più antica di Alicarnasso con pareti di mattoni, cosa che certo apprendo, è la casa di Mausolo ornata con marmo del Proconneso

Egli morì nel secondo anno della 107° olimpiade, 403 della città di Roma

[48] Cornelio Nepote tramanda che Mamurra, cavaliere romano nato a Formia, prefetto dei fabbri di G

Cesare in Gallia, per primo a Roma aveva ricoperto con la lastra del marmo tutte le pareti della sua casa sul monte Celio, affinchè non mancasse qualcosa d'indegno, questa cosa inventata da tale autore
hic namque est Mamurra Catulli Veroniensis carminibus proscissus, quem, ut res est, domus ipsius clarius quam Catullus dixit habere quidquid habuisset Comata Gallia

namque adicit idem Nepos primum totis aedibus nullam nisi e marmore columnam habuisse et omnes solidas e Carystio aut Luniensi

[49] M

Lepidus Q

Catuli in consulatu conlega primus omnium limina ex Numidico marmore in domo posuit magna reprensione

is fuit consul anno urbis DCLXXVI

hoc primum invecti Numidici marmoris vestigium invenio, non in columnis tamen crustisve, ut supra Carystii, sed in massa ac vilissimo liminum usu

post hunc Lepidum quadriennio L

Lucullus consul fuit, qui nomen, ut ex re apparet, Luculleo marmori dedit, admodum delectatus illo, primusque Romam invexit, atrum alioqui, cum cetera maculis aut coloribus commendentur
Costui infatti è il Mamurra di Catullo il veronese offeso con i carmi, quello che, come risulta la cosa, la cui casa più chiaramente di Catullo, disse di avere qualunque cosa avesse avuto la Gallia Chiomata

Infatti lo stesso Nepote aggiunse che per primo in tutte le case non aveva avuto nessuna colonna se non di marmo e tutte piene di quello di Caristo o di Luni

[49] M

Lepido collega di Q

Catulo nel consolato per primo mise nella casa soglie di marmo numidico con grande critica

Egli fu console nell'anno 676 della città

Trovo questa prima traccia del marmo numidico importato, non però in colonne o lastre, come sopra quello di Caristo, ma in blocco e nell'uso umilissimo delle soglie

Quattro anni dopo questo Lepido fu console L

Lucullo, che, come appare dalla cosa stessa, dette il nome al marmo luculleo, alquanto amato da quello, e per primo lo trasportò a Roma, nero del resto, mentre gli altri si presentano con chiazze e colori

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 92-104
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 92-104

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 35, Paragrafi 92-104

[50] nascitur autem in Melo insula, solumque paene hoc marmor ab amatore nomen accepit

inter hos primum, ut arbitror, marmoreos parietes habuit scaena M

Scauri, non facile dixerim secto an solidis glaebis polito, sicuti est hodie Iovis Tonantis aedis in Capitolio

nondum enim secti marmoris vestigia invenio in Italia

[51] Sed quisquis primus invenit secare luxuriaque dividere, importuni ingenii fuit

harena hoc fit et ferro videtur fieri, serra in praetenui linea premente harenas versando tractu ipso secante

Aethiopica haec maxime probatur, nam id quoque accessit, ut ab Aethiopia usque peteretur quod secaret marmora, immo vero etiam in Indos, quo margaritas quoque peti severis moribus indignum erat

[52] haec proxime laudatur; mollior tamen quae Aethiopica
[50] Nasce poi nell'isola di Melo, e quasi unico questo marmo prende nome dall'amatore

Fra essi dapprima, come penso, il teatro di M

Scauro ebbe pareti di marmo, non potrei dire facilmente se con uno tagliato o levigato in blocchi solidi, come è oggi (quello) del tempio di Giove Tonante sul Campidoglio

Infatti non trovo ancora in Italia tracce di marmo tagliato

[51] Ma chiunque per primo iniziò a segare e suddividere i lussi, fu d'ingegno inopportuno

La sabbia fa questo e sembra avvenire col ferro, con la sega che preme le sabbie su una linea molto sottile mentre l'attrito stesso taglia nel muoversi

Si apprezza soprattutto questa etiopica, infatti anche questo capitò, che si trasportava fin dall'Etiopia ciò che segava i marmi, anzi anche verso gli Indi, dove era indegno anche che fossero inviate le perle per i severi costumi

[52] Successivamente è apprezzata questa; ma più delicata quella etiopica
illa nulla scabritie secat, Indica non aeque levat, sed combusta ea polientes marmora fricare iubentur

simile et Naxiae vitium est et Coptitidi, quae vocatur Aegyptia

haec fuere antiqua genera marmoribus secandis

postea reperta est non minus probanda ex quodam Hadriatici maris vado, aestu nudante, observatione non facili

[53] iam quidem quacumque harena secare e fluviis omnibus fraus artificum ausa est, quod dispendium admodum pauci intellegunt

crassior enim harena laxioribus segmentis terit et plus erodit marmoris maiusque opus scabritia politurae relinquit; ita sectae attenuantur crustae

rursus Thebaica polituris accommodatur et quae fit e poro lapide aut e pumice

[54] Signis e marmore poliendis gemmisque etiam scalpendis atque limandis Naxium diu placuit ante alis

ita vocantur cotes in Cypro insula genitae
Quella sega con nessuna ruvidezza, l'indiana non leviga ugualmente, ma i levigatori sono indotti a sfregare i marmi con quella secca

Simile è anche il difetto di quella di Nasso e della Coptide, che è detta egizia

Queste furono le antiche varietà per i marmi da segare

Poi fu trovata una da non apprezzare meno da un certo fondale del mare Adriatico, quando si scopre la marea, di non facile osservazione

[53] Ormai certo la disonestà degli operai osò tagliare con qualsiasi sabbia di tutti i fiumi, pochi riconoscono esattamente questo dispendio

Infatti la sabbia più grossolana trita con solchi più larghi e corrode più marmo e la ruvidezza della levigatura lascia un maggiore lavoro; così tagliate le lastre sono assottigliate

Inoltre è adoperata per le lucidature la tebaica e quella che deriva dalla pietra calcarea o dalla pomice

[54] Per pulire le statue di marmo ed anche per incidere e limare le gemme si preferì a lungo davanti alle altre quella di Nasso

Così sono dette le cote prodotte nell'isola di Cipro

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 221-223
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 221-223

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 221-223

vicere postea ex Armenia invectae

Marmorum genera et colores non attinet dicere in tanta notitia nec facile est enumerare in tanta multitudine

quoto cuique enim loco non suum marmor invenitur

et tamen celeberrimi generis dicta sunt in ambitu terrarum cum gentibus suis

[55] non insula autem in lapidicinis gignuntur, sed multa et sub terra sparsa, pretiosissimi quidem generis, sicut Lacedaemonium viride cunctisque hilarius, sicut et Augusteum ac deinde Tibereum, in Aegypto Augusti ac Tiberii primum principatu reperta

differentia eorum est ab ophite, cum sit illud serpentium maculis simile, unde et nomen accepit, quod haec maculas diverso modo colligunt, Augusteum undatim crispum in vertices, Tibereum sparsa, non convoluta, canitie

[56] neque ex ophite columnae nisi parvae admodum inveniuntur

duo eius genera: molle candidi, nigricantis durum
Poi prevalsero quelle importate dall'Armenia

Non interessa citare i tipi di marmi ed i colori in tanta notorietà né è facile elencare in tanta quantità

Infatti in quale luogo non si trova il proprio marmo

E tuttavia sono stati citati quelli di tipo molto famoso nell'ambito delle terre con i loro popoli

[55] Inoltre non sono prodotti dall'isola nelle cave, ma molti sparsi anche sotto terra, certo di tipo molto pregiato, come il lacedemone verde e più vivace di tutti, come anche l'augusteo e poi il tiberiano, trovati in Egitto per la prim a volta durante il principato di Augusto e Tiberio

La loro differenza dipende dall'ofite, essendo quello simile alle macchie dei serpenti, da cui prende anche il nome, questi conformano in modo diverso le macchie, quello augusteo ad onda increspata in spirali, il tiberiano con un bianco sparso, non unito

[56] Né si trovano colonne di ofite se non alquanto piccole

Due i suoi tipi: tenero di quello candido, duro di quello tendente al nero
dicuntur ambo capitis dolores sedare adalligati et serpentium ictus

quidam phreneticis ac lethargicis adalligari iubent candicantem

contra serpentes autem a quibusdam praecipue laudatur ex iis quem tephrian appellant a colore cineris

vocatur et Memphites a loco, gemmantis naturae

huius usus conteri et iis, quae urenda sint aut secanda, ex aceto inlini; obstupescit ita corpus nec sentit cruciatum

[57] rubet prophyrites in eadem Aegypto; ex eodem candidis in venientibus punctis leptosephos vocatur

quantislibet molibus caedendis sufficiunt lapidicinae

statuas ex eo Claudio Caesari procurator eius in urbem ex Aegypto advexit Vitrasius Pollio, non admodum probata novitate; nemo certe postea imitatus est

[58] invenit eadem Aegyptus in Aethiopia quem vocant basaniten, ferrei coloris atque duritiae, unde et nomen ei dedit
Entrambi messi addosso sono detti calmare i dolori di testa e le ferite dei serpenti

Alcuni consigliano che quello biancheggiante sia messo addosso ai deliranti e ai comatosi

E' apprezzato poi specialmente contro i serpenti da alcuni fra quelli che lo chiamano cinerino dal colore della cenere

E' detto anche menfitico dal luogo, della caratteristica della gemma

Il suo uso, essere tritato ed essere spalmato con l'aceto per quelle parti, che siano da cauterizzare o amputare; così il corpo si blocca e non sente il dolore

[57] La porfirite rosseggia nello stesso Egitto; con punti bianchi su quelli che provengono dallo stesso, è detto leptosefo

Le cave forniscono blocchi da tagliare quanto si voglia

Da essa Vitrasio Pollione procuratore dell'imperatore Cesare trasportò statue di costui dall'Egitto nella città, con una novità alquanto non gradita; nessuno certo dopo l'imitò

[58] L'Egitto stesso scoprì in Etiopia quello che chiamano basanite, del colore e della durezza del ferro, da dove gli derivò anche il nome

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 99-109
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 99-109

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafi 99-109

numquam hic maior repertus est quam in templo Pacis ab imperatore Vespasiano Augusto dicatus argumento Nili, sedecim liberis circa ludentibus, per quos totidem cubita summi incrementi augentis se amnis eius intelleguntur

non absimilis illi narratur in Thebis delubro Serapis, ut putant, Memnonis statuae dicatus, quem cotidiano solis ortu contactum radiis crepare tradunt

[59] Onychem in Arabiae tantum montibus nec usque aliubi nasci putavere nostri veteres, Sudines in Carmania

potoriis primum vasis inde factis, dein pedibus lectorum sellisque, Nepos Cornelius tradit magno fuisse miraculo, cum P

Lentulus Spinther amphoras ex eo Chiorum magnitudine cadorum ostendisset, post quinquennium deinde XXXII pedum longitudinis columnas vidisse se
Questo non fu mai trovato maggiore di quello nel tempio della Pace dedicato dall'imperatore Vespasiano Augusto a simbolo del Nilo, con sedici figli che giocano intorno, attraverso cui sono rappresentati altrettanti cubiti della massima crescita di questo fiume quando aumenta

Non diverso si dice, da esso, come pensano, quello consacrato nel tempio di Serapide a Tebe, che al sorgere quotidiano del sole tramandano far risuonare il contatto con i raggi

[59] I nostri vecchi pensarono che l'onice nascesse solo in Arabia sui monti e non altrove, fino a Sudine in Carmania

Dapprima fatte quindi tazze per bere, poi piedi di letti e sedie, Cornelio Nepote tramanda essere stato in grande stupore, avendo P

Lentulo Spintere mostrato anfore di questo materiale della grandezza degli orci di Chio, che poi cinque anni dopo lui aveva visto colonne di 32 piedi di lunghezza
[60] variatum in hoc lapide et postea est, namque pro miraculo insigni quattuor modicas in theatro suo Cornelius Balbus posuit; nos ampliores XXX vidimus in cenatione, quam Callistus Caesaris Claudi libertorum, potentia notus, sibi exaedificaverat

hunc aliqui lapidem alabastriten vocant, quem cavant et ad vasa unguentaria, quoniam optume servare incorrupta dicatur

[61] idem et ustus emplastris convenit

nascitur circa Thebas Aegyptias et Damascum Syriae

hic ceteris candidior, probatissimus vero in Carmania, mox in India, iam quidem et in Syria Asiaque, vilissimus autem et sine ullo nitore in Cappadocia

probantur quam maxime mellei coloris, in vertices maculosi atque non tralucidi

vitia in iis corneus colos aut candidus et quidquid simile vitro est
[60] Anche dopo c'è una varia opinione su questa pietra, infatti Cornelio Balbo ne mise quattro piccole come meraviglia nel suo teatro; noi ne abbiamo visto 30 più grandi nella sala da pranzo, che Callisto uno dei liberti dell'imperatore Claudio, noto per la potenza, aveva costruito per sé

Alcuni chiamano alabastrite questa pietra, che incavano anche per i vasi da unguenti, perché si dice conservarli ottimamente intatti

[61] La stessa anche arsa si addice agli empiastri

Nasce intorno alla Tebe egiziana e a Damasco di Siria

Qui più chiara delle altre, molto apprezzata inoltre in Carmania, poi in India, ormai certo anche in Siria e Asia, molto comune invece e senza alcuna lucentezza in Cappadocia

Sono apprezzate quanto più del colore del miele, maculate in spirali e non traslucide

Difetti su esse il colore corneo o candido e qualunque cosa è simile al vetro

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 32, Paragrafi 89-113
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 32, Paragrafi 89-113

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 32, Paragrafi 89-113

[62] Paulum distare ab eo in unguentorum fide multi existimant lygdinos, in Paro repertos amplitudine qua lances craterasque non excedant, antea ex Arabia tantum advehi solitos, candoris eximii

magnus et duobus contrariae inter se naturae honos, corallitico in Asia reperto mensurae non ultra bina cubita, candore proximo ebori et quadam similitudine

e diverso niger est Alabandicus terrae suae nomine, quamquam et Mileti nascens, ad purpuram tamen magis aspectu declinante

idem liquatur igni funditurque ad usum vitri

[63] Thebaicus lapis interstinctus aureis guttis invenitur in Africae parte Aegypto adscripta, coticulis ad terenda collyria quadam utilitate mali conveniens, circa Syenen vero Thebaidis syenites, quem antea pyrrhopoecilon vocabant

[64] Trabes ex eo fecere reges quodam certaimine, obeliscos vocantes Solis numini sacratos
[62] Molti ritengono differenziarsi di poco da essa nella conservazione dei profumi i ligdini, trovati a Paro in un'ampiezza con cui non superano i piatti e le coppe, prima soliti essere importati solo dall'Arabia, di notevole candore

Grande pregio anche per due (pietre) di natura contraria fra loro, la corallitica scoperta in Asia della misura non oltre i due cubiti, con un candore vicino all'ebano e una certa somiglianza

Al contrario è nero l'alabandico col nome della sua terra, pur nascendo anche a Mileto, tuttavia con un aspetto che tende più alla porpora

Lo stesso si scioglie e si fonde al fuoco al modo del vetro

[63] La pietra tebaica punteggiata con gocce dorate si trova nella parte assegnata all'Egitto in Africa, addicendosi per un certo vantaggio della dimensione ai mortai per tritare i colliri, intorno a Siene della Tebaide invece la sienite, che prima chiamavano pietra screziata in rosso

[64] I re come in una gara fecero con essa pilastri, chiamandoli obelischi consacrati al dio del Sole

Maybe you might be interested

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 116-133
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 116-133

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 30, Paragrafi 116-133

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 1-55

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 14-29

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 33, Paragrafi 01-28

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 37, Paragrafi 01-18

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 105-153

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 10, Paragrafi 01-14