Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 353-365, pag 3

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 353-365

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 18, Paragrafi 353-365
[358] ventum nuntiant lumina, cum ex sese flammas elidunt aut vix accenduntur; item cum in aëno pendente scintillae coacervantur, vel cum tollentibus ollas carbo adhaerescit, aut cum contectus ignis e se favillam discutit scintillamve emittit, vel cum cinis in foco concrescit et cum carbo vehementer perlucet [358] Le lucerne annunciano vento, quando emettono da sé le fiamme o vengono accese a stento; ugualmente quando le scintille si addensano sul vaso che pende, o quando il carbone si attacca a quelli che tolgono le pentole, o quando il fuoco coperto allontana da sé la favilla o emette la scintille, o quando la cenere aumenta sul fuoco e quando il carbone riluce fortemente
[359] Est et aquarum significatio: mare si tranquillum in portu cursitabit murmurabitve intra se, ventum praedicet; si id hieme, et imbrem; litora ripaeque si resonabunt tranquillo, asperam tempestatem, item maris ipsius tranquillo sonitus spumaeve dispersae aut aquae bullantes [359] C'è anche un significato delle acque: se nel porto il mare calmo s'incresperà o mormorerà fra sé, preannuncerà vento; se ciò (avviene) in inverno, anche pioggia; se spiagge e rive risuoneranno col mare calmo, forte tempesta, ugualmente il rumore del mare stesso col mare calmo o le spume disperse o le acque che ribolliscono
pulmones marini in pelago plurium dierum hiemem portendunt Le meduse nel mare preannunciano un freddo di più giorni

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 183-190
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 183-190

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 183-190

saepe et silentio intumescit inflatumque altius solito iam intra se esse ventos fatetur Spesso si gonfia anche in silenzio e sollevatosi più alto del solito avverte che i venti sono già dentro di sé
[360] Et quidam et montium sonitus nemorumque mugitus praedicunt et sine aura, quae sentiatur, folia ludentia, lanugo populi aut spinae volitans aquisque plumae innatantes, atque etiam in campanis venturam tempestatem praecedens suus fragor [360] E alcuni prevedono anche i rumori dei monti e i brontolii dei boschi e senza aria, che si senta, la foglia che gioca, la lanugine del pioppo o del cardo che volteggia e le piume che galleggiano sulle acque, ed anche nei vasi campani un loro rumore che precede la tempesta che sta per venire

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 23, Paragrafi 41-68
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 23, Paragrafi 41-68

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 23, Paragrafi 41-68

caeli quidem murmur non dubiam significationem habet Certo il mormorio del cielo non ha una significato incerto
[361] Praesagiunt et animalia: delphini tranquillo mari lascivientes flatum, ex qua venient parte, item spargentes aquam, iidem turbato tranquillitatem [361] Anche gli animali presagiscono: i delfini che giocano nel mare calmo (annunciano) il vento, dalla parte da cui verranno, ugualmente quando spargono acqua, gli stessi (indicano) tranquillità col mare mosso

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 46-74
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 06, Paragrafi 46-74

lolligo volitans, conchae adhaerescentes, echini adfigentes sese aut harene saburrantes tempestatis signa sunt Il calamaro che volteggia, le ostriche che aderiscono, i ricci che si attaccano o che si riempiono di sabbia sono segni di tempesta
ranae quoque ultra solitum vocales et fulicae matutino clangore, [362] item mergi anatesque pinnas rostro purgantes ventum, ceteraeque aquaticae aves concursantes, grues in mediterranea festinantes, mergi, gaviae maria aut stagna fugientes Anche le rane canterine oltre il solito e le folaghe con lo schiamazzo mattutino, [362] così gli smerghi e le anatre che puliscono le penne col becco (prevedono) il vento, e gli altri uccelli acquatici che volano in stormi, le gru che si affrettano verso le zone interne, gli smerghi, i gabbiani che fuggono i mari o gli stagni

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 20, Paragrafi 09-13

grues silentio per sublime volantes serenitatem, sicut noctua in imbre garrula, at sereno tempestatem, corvique singultu quodam latrantes seque concutientes, si continuabunt, serenum diem; si vero carptim vocem resorbebunt, ventosum imbrem Le gru che volano nel silenzio attraverso l'alto cielo (indicano) tempo sereno, come la civetta garrula durante la pioggia, ma col sereno (annuncia) tempesta, e i corvi che si lamentano con un certo singhiozzo e che si scuotono, se continueranno, un giorno sereno; se invece riassorbiranno a tratti la voce, pioggia ventosa

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