Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 31 - 35

Livio, Ab urbe condita: Libro 38; 31 - 35

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 38; 31 - 35
[31] Philopoemen praetor, iam inde ab initio exulum causae [et] amicus, et auctor semper Achaeis minuendi opes et auctoritatem Lacedaemoniorum, concilium querentibus dedit, decretumque referente eo factum est, cum in fidem Achaeorum tutelamque T Quinctius et Romani Laconicae orae castella et vicos tradidissent, et, cum abstinere iis ex foedere Lacedaemonii deberent, Las vicus oppugnatus esset, caedesque ibi facta, qui eius rei auctores adfinesque essent, nisi dederentur Achaeis, violatum videri foedus [31] Lo stratego Filopemene, già fin dal principio favorevole alla causa dei fuorusciti, e fautore agli Achei ad un modo di abbassare la potenza e il credito di Sparta, dette udienza nella riunione a quelli che protestavano; e dietro sua proposta fu emesso un decreto, in base al quale, considerato che T Quinzio e i Romani avevano affidato alla garanzia e alla protezione degli Achei le cittadelle e i villaggi della costa laconica, che gli Spartani avrebbero dovuto rispettare secondo i patti firmati, ed invece era stato attaccato il villaggio di Las, e vi era stata compiuta una strage, pertanto i patti stessi si consideravano violati, a meno che non venissero consegnati agli Achei quelli che avevano preso liniziativa della violazione o vi avevano aderito
Ad exposcendos eos legati extemplo Lacedaemonem missi sunt Subito si mandarono legati a Sparta a esigere la consegna di costoro
Id imperium adeo superbum et indignum Lacedaemoniis visum est, ut, si antiqua ciuitatis fortuna esset, haud dubie arma extemplo capturi fuerint Questordine parve agli Spartani così tirannico e non degno di loro che, se la potenza della città fosse stata quella di un tempo, senza dubbio sarebbero ricorsi subito alle armi

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Livio, Ab urbe condita: Livio 41; 21 - 25
Livio, Ab urbe condita: Livio 41; 21 - 25

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Livio 41; 21 - 25

Maxime autem consternavit eos metus, si semel primis imperiis oboediendo iugum accepissent, ne, id quod iam diu moliretur Philopoemen, exulibus Lacedaemonem traderet Ma soprattutto li esasperò il pensiero che, una volta accettato il giogo con lobbedire alle prime imposizioni, Filopemene, come già meditava da tempo, potesse consegnare Sparta ai fuorusciti
Furentes igitur ira triginta hominibus ex factione, cum qua consiliorum aliqua societas Philopoemeni atque exulibus erat, interfectis decreverunt renuntiandam societatem Achaeis legatosque extemplo Cephallaniam mittendos, qui consuli M Fulvio quique Romanis Lacedaemonem dederent orarentque eum, ut veniret in Peloponnesum ad urbem Lacedaemonem in fidem dicionemque populi Romani accipiendam E allora, fuori di sé per lira, uccisi trenta cittadini del partito con cui avevano qualche intesa Filopemene e i fuorusciti, decisero di denunciare il patto di alleanza con gli Achei e mandare subito legati a Cefallenia per consegnare Sparta a discrezione del console M Fulvio e dei Romani, e pregarlo di venire nel Peloponneso a ricevere la città sotto il protettorato del popolo romano

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Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 29 - 31
Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 29 - 31

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 28; 29 - 31

[32] Id ubi legati ad Achaeos rettulerunt, omnium civitatium, quae eius concilii erant, consensu bellum Lacedaemoniis indictum est [32] Quando i legati recarono agli Achei questa risposta, col consenso di tutte le città appartenenti alla lega, fu dichiarata la guerra agli Spartani
Ne extemplo gereretur, hiems impediit; incursionibus tamen parvis, latrocinii magis quam belli modo, non terra tantum sed etiam navibus a mari fines eorum vastati Di combatterla subito impedì linverno ; pure con piccole scorrerie in forma di brigantaggio più che di guerra, non solo per via di terra, ma anche con sbarchi dal mare fu devastato il territorio spartano

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Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 35 - 39
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 34; 35 - 39

Hic tumultus consulem Peloponnesum adduxit, iussuque eius Elin concilio indicto Lacedaemonii ad disceptandum acciti Questi disordini richiamarono il console nel Peloponneso, e per suo volere, indetta una dieta, gli Spartani furono chiamati a discutere a Elide
Magna ibi non disceptatio modo sed altercatio fuit, cui consul, cum alia satis ambitiose partem utramque fovendo incerta respondisset, una denuntiatione, ut bello abstinerent, donec Romam ad senatum legatos misissent, finem imposuit Là si svolse non solo una accesa discussione, ma una vera baruffa, alla quale il console, dopo altre risposte evasive date con una certa dose di diplomazia tenendosi buone tutte e due le parti, tagliò corto con la semplice intimazione di astenersi dal combattere finché non avessero mandato a Roma dei legati al senato

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Livio, Ab urbe condita: Libro 40; 31 - 35
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 40; 31 - 35

Utrimque legatio missa Romam est Da ambo le parti fu mandata a Roma una legazione

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Livio, Ab urbe condita: Libro 26; 11-20

Livio, Ab urbe condita: Libro 33; 26 - 49

Livio, Ab urbe condita: Libro 25; 21-30

Livio, Ab urbe condita: Libro 10, 16-34