Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 20 - 22, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 28; 20 - 22

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 28; 20 - 22
[21] Marcius inde in barbaros si qui nondum perdomiti erant sub ius dicionemque redigendos missus; Scipio Carthaginem ad uota soluenda dis munusque gladiatorium, quod mortis causa patris patruique parauerat, edendum rediit [21] Fu poi mandato Marcio contro i barbari per ridurli in assoluto potere dei Romani, se qualcuno non fosse ancora stato assoggettato; Scipione tornò a Cartagena ad assolvere i voti fatti agli dei e per allestire gli spettacoli gladiatori che aveva decretato in onore del padre e dello zio
Gladiatorum spectaculum fuit non ex eo genere hominum ex quo lanistis comparare mos est, seruorum de catasta ac liberorum qui uenalem sanguinem habent: uoluntaria omnis et gratuita opera pugnantium fuit Questi spettacoli non erano fatti da quella specie duomini che i maestri gladiatori sogliono procurarsi, schiavi presi sul palco di compravendita, o liberi che mettevano a prezzo il proprio sangue: si trattava di lottatori che offrivano liberamente e gratuitamente la propria opera
Nam alii missi ab regulis sunt ad specimen insitae genti uirtutis ostendendum, alii ipsi professi se pugnaturos in gratiam ducis, alios aemulatio et certamen ut prouocarent prouocatique haud abnuerent trait Infatti, alcuni furono mandati da capi di popolazioni per far sfoggio del naturale coraggio della loro gente; altri spontaneamente confessarono di voler lottare per compiacere al loro generale; altri, invece, furono tratti da sogno demulazione e di lotta, per provocare e non sottrarsi alla provocazione

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Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 19 - 22
Livio, Ab urbe condita: Libro 31; 19 - 22

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 31; 19 - 22

Quidam quas disceptando controuersias finire nequierant aut noluerant, pacto inter se ut uictorem res sequeretur, ferro decreuerunt Alcuni poi che non avevano potuto o voluto concludere a parole le loro contese, le decisero con le armi, dopo aver fatto tra loro un patto che l'oggetto della contesa spettasse a chi vinceva
Neque obscuri generis homines sed clari inlustresque, Corbis et Orsua, patrueles fratres, de principatu ciuitatis quam Ibem uocabant ambigentes ferro se certaturos professi sunt Parteciparono a queste gare uomini non certo di oscuri natali, ma conosciuti e famosi, come ad esempio Corbi ed Orsua cugini per parte di padre, che dichiararono di voler contendere con le armi nella gara per la supremazia nella città chiamata Ibe

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Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 41-50
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 41-50

Corbis maior erat aetate: Orsuae pater princeps proxime fuerat a fratre maiore post mortem eius principatu accepto Corbi era il più grande; il padre di Orsua era stato l'ultimo capo della città, avendone ereditata la signoria dal fratello maggiore, dopo la morte di questi
Cum uerbis disceptare Scipio uellet ac sedare iras, negatum id ambo dicere cognatis communibus, nec alium deorum hominumue quam Martem se iudicem habituros esse Poiché Scipione proponeva che la questione fosse decisa con uno scontro verbale per placare in tal modo le ire, entrambi dichiararono di aver già negato ciò ai loro comuni congiunti e di volere come giudice per sé nessun altro, né uomo né dio, al di fuori di Marte

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Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 21-25
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 05, 21-25

Robore maior, minor flore aetatis ferox, mortem in certamine quam ut alter alterius imperio subiceretur praeoptantes cum dirimi ab tanta rabie nequirent, insigne spectaculum exercitui praebuere documentumque quantum cupiditas imperii malum inter mortales esset Il più grande dei due fiero della sua forza fisica, il più piccolo della sua giovinezza, preferendo morire in combattimento che sottostare l'uno all'arbitrio dell'altro, non potendo sospendere un duello così violento, offrirono all'esercito un eccezionale spettacolo e nello stesso tempo una testimonianza di quanta sciagura rechi ai mortali la bramosia del potere
Maior usu armorum et astu facile stolidas uires minoris superauit Per l'esperienza nell'uso delle armi e per l'astuzia, il maggiore dei due prevalse facilmente sulla forza bruta del minore

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 24; 01-10

Huic gladiatorum spectaculo ludi funebres additi pro copia prouinciali et castrensi apparatu A questo spettacolo di gladiatori si aggiunsero i giochi funebri, in proporzione alle possibilità ed ai mezzi che offrivano la provincia e la vita del campo

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Livio, Ab urbe condita: Libro 01, 16-30