Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 09 - 10

Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 09 - 10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 09 - 10
[9] Ceterum transportati milites in Siciliam et erant maior pars Latini nominis sociorumque prope magni motus causa fuere; adeo ex paruis saepe magnarum momenta rerum pendent [9] Tra laltro, mancò poco che i soldati emigrati in Sicilia, la maggior parte di origine latina ed alleati, causassero una grave rivolta; tanto da circostanze minime possono dipendere gli sviluppi di grandi cose
Remitus enim inter Latinos sociosque in conciliis ortus, decimum annum dilectibus stipendiis se exhaustos esse; quotannis ferme clade magna pugnare; alios in acie occidi, alios morbo absumi; magis perire sibi ciuem qui ab Romano miles lectus sit quam qui ab Poeno captus: quippe ab hoste gratis remitti in patriam, ab Romanis extra Italiam in exsilium uerius quam in militiam ablegari In realtà, i Latini e gli alleati cominciarono nelle adunate a levare rumorii di reclamo; si lamentavano che da dieci anni erano consumati e stanchi per le leve e gli aiuti che dovevano pagare per la moneta militare; quasi ogni anno erano obbligati a lottare con gravi perdite; parte di loro era caduta sul campo, parte era stata levata di mezzo dalle malattie: affermavano che in più grande proporzione morivano i loro concittadini, arruolati come soldati dai Romani, di contro a chi era stato catturato da Annibale, che li aveva rispediti in patria senza riscatto, mentre dai Romani essi erano esiliati invece di far combattere
Octauum iam ibi annum senescere Cannensem militem, moriturum ante quam Italia hostis, quippe nunc cum maxime florens uiribus, excedat Le legioni di Canne ormai da otto anni decadevano in Sicilia e qui sarebbero morte prima che il nemico, più che mai nel pieno delle sue forze, uscisse dall'Italia

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Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 11 - 15
Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 11 - 15

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 39; 11 - 15

Si ueteres milites non redeant in patriam, noui legantur, breui neminem superfuturum Se gli antichi soldati non fossero ritornati in patria e non se ne fossero arruolati dei nuovi, in breve tempo nessuno sarebbe sopravvissuto
Itaque quod propediem res ipsa negatura sit, priusquam ad ultimam solitudinem atque egestatem perueniant, negandum populo Romano esse Perciò, ciò che la stessa verità delle cose tra poco avrebbe negato ai Romani, bisognava dire di no al popolo romano prima di arrivare all'estrema mancanza di uomini ed all'estrema povertà

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Livio, Ab urbe condita: Libro 33; 26 - 49
Livio, Ab urbe condita: Libro 33; 26 - 49

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 33; 26 - 49

Si consentientes in hoc socios uideant Romani, profecto de pace cum Carthaginiensibus iungenda cogitaturos: aliter nunquam uiuo Hannibale sine bello Italiam fore Se i Romani avessero visto gli alleati tutti concordi in questa soluzione, subito avrebbero preso in riguardo l'opportunità di riappacificarsi coi Cartaginesi; in caso contrario, Annibale vivo, mai l'Italia sarebbe stata senza conflitto
Haec acta in conciliis Questi i discorsi che facevano gli alleati nelle loro assemblee

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Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 01 - 02
Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 01 - 02

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 36; 01 - 02

Triginta tum coloniae populi Romani erant; ex iis duodecim, cum omnium legationes Romae essent, negauerunt consulibus esse unde milites pecuniamque darent Trenta erano le colonie del popolo romano in quel tempo; dodici di queste, mentre le legazioni di tutti si ritrovavano a Roma, fecero conoscere ai consoli di non avere né soldati né denaro da offrire
Eae fuere Ardea, Nepete, Sutrium, Alba, Carseoli, Sora, Suessa, Circeii, Setia, Cales, Narnia, Interamna Queste colonie furono: Ardea, Nepete, Sutri, Alba, Carseoli, Sora, Suessa, Circei, Sezia, Cales, Narnia, Interamna

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Livio, Ab urbe condita: Livio 41; 16 - 20
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Livio 41; 16 - 20

Nova re consules icti cum absterrere eos a tam detestabili consilio uellent, castigando increpandoque plus quam leniter agendo profecturos rati, eos ausos esse consulibus dicere aiebant quod consules ut in senatu pronuntiarent in animum inducere non possent; non enim detractationem eam munerum militiae, sed apertam defectionem a populo Romano esse Colpiti da questo nuovo ed inatteso gesto degli alleati, i consoli, volendo distoglierli da una deliberazione così insopportabile e ritenendo più comodo muoversi con le diffide e con le ammonizioni che usare la bontà, replicarono agli ambasciatori associati che essi avevano osato dichiarare ai consoli ciò che i consoli stessi esitavano a ripetere dinanzi al senato, poiché non si trattava di levarsi all'impegno di assegnare soldati, ma di rivoltarsi lealmente al popolo romano

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 30; 08 - 10

Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 27 - 28
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 27 - 28

Livio, Ab urbe condita: Libro 05, 16-20
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 05, 16-20

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 04, 21-26

Livio, Ab urbe condita: Libro 37; 11 - 15
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 37; 11 - 15

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Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 01 - 04