Livio, Ab urbe condita: Libro 23; 21-30, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 23; 21-30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 23; 21-30
Nam cum exanimati plerique essent arborum truncis fragmentisque ramorum, ceteram multitudinem inopinato malo trepidam Galli saltum omnem armati circumsedentes interfecerunt paucis e tanto numero captis, qui pontem fluminis petentes obsesso ante ab hostibus ponte interclusi sunt

Ibi Postumius omni ui ne caperetur dimicans occubuit

Spolia corporis caputque praecisum ducis Boii ouantes templo quod sanctissimum est apud eos intulere

Purgato inde capite, ut mos iis est, caluam auro caelauere, idque sacrum uas iis erat quo sollemnibus libarent poculumque idem sacerdoti esset ac templi antistitibus
Poiché la maggior parte fu uccisa dai tronchi d'albero e dai frammenti dei rami, i Galli con le armi in pugno, circondata tutta la zona, massacrarono il resto della massa dei soldati romani, spaventati per l'inaspettato disastro; di tanti uomini solo pochi furono fatti prigionieri; questi furono circondati mentre tentavano di raggiungere il ponte, che in precedenza era stato assediato dai nemici

Qui combattendo cadde Postumio dopo aver fatto ogni sforzo per non essere preso

Le spoglie del comandante e il suo capo troncato furono portati dai Boi esultanti al loro tempio più venerato

Secondo il loro costume, scuoiarono poi il cranio, le cui ossa nude coprirono con uno strato d'oro cesellato, per servirsene come vaso sacro per le libazioni nelle cerimonie solenni e nello stesso tempo come calice per i sacerdoti ed i capi del tempio
Praeda quoque haud minor Gallis quam uictoria fuit; nam etsi magna pars animalium strage siluae oppressa erat, tamen ceterae res, quia nihil dissipatum fuga est, stratae per omnem iacentis agminis ordinem inuentae sunt

(25) Hac nuntiata clade cum per dies multos in tanto pauore fuisset ciuitas ut tabernis clausis uelut nocturna solitudine per urbem acta senatus aedilibus negotium daret ut urbem circumirent aperirique tabernas et maestitiae publicae speciem urbi demi iuberent

tum Ti Sempronius senatum habuit consolatusque patres est, et adhortatus ne qui Cannensi ruinae non succubuissent ad minores calamitates animos summitterent
Anche il bottino non ebbe per i Galli minore importanza della vittoria; infatti, benché gran parte degli animali fosse stata abbattuta nella strage della selva, tuttavia furono ritrovate tutte le altre cose giacenti lungo il tratto occupato dalla schiera dei caduti poiché nulla era stato portato via, essendo nessuno fuggito

25 Alla notizia di questa disfatta, la cittadinanza romana fu presa da un tal senso di paura, che, chiuse tutte le botteghe, la città si immerse come in un deserto notturno; allora il senato diede incarico agli edili di fare un giro d'ispezione per la città e di invitare i negozianti ad aprire i negozi e a liberare la città da quella sembianza di pubblico lutto

Tiberio Sempronio, allora, convocò il senato e confortò i senatori esortandoli a non cedere dinanzi a sventure minori, quando il loro coraggio non era crollato di fronte al disastro di Canne
quod ad Carthaginienses hostes Hannibalemque attineret, prospera modo essent, sicut speraret, futura, Gallicum bellum et omitti tuto et differri posse ultionemque eam fraudis in deorum ac populi Romani potestate fore

de hoste Poeno exercitibusque, per quos id bellum gereretur, consultandum atque agitandum

Ipse primum quid peditum equitumque, quid ciuium, quid sociorum in exercitu esset dictatoris, disseruit; tum Marcellus suarum copiarum summam exposuit ; quid in Apulia cum C Terentio consule esset a peritis quaesitum est nec unde duo consulares exercitus satis firmi ad tantum bellum efficerentur inibatur ratio

Itaque Galliam, quamquam stimulabat iusta ira, omitti eo anno placuit

Exercitus dictatoris consuli decretus est
Per quanto poi riguardava i Cartaginesi ed Annibale, le cose sarebbero andate bene, come egli sperava, purché fosse favorevole la situazione delle armi; la guerra contro i Galli poteva essere sicuramente tralasciata o almeno differita; sarebbe stato compito degli dei e del popolo romano vendicare quell'agguato

Si doveva, invece, pensare e provvedere alla guerra con Cartagine ed agli eserciti che dovevano combatterla

Egli stesso dapprima fece una relazione intorno al numero di fanti e di cavalieri e cittadini ed alleati che erano nell'esercito del dittatore; seguì Marcello che espose la consistenza del suo esercito; fu chiesto, inoltre, a coloro che lo sapevano quante fossero le milizie che erano in Apulia col console Terenzio; onostante tutto, non si poteva assolutamente trovare il modo per costituire due eserciti consolari tanto efficienti per una guerra così importante

Pertanto benché una giusta indignazione li spingesse a combattere i Galli, i senatori deliberarono di trascurare per quell'anno quel settore di guerra

Al console fu assegnato l'esercito del dittatore

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Livio, Ab urbe condita: Libro 02, 01-10
Livio, Ab urbe condita: Libro 02, 01-10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02, 01-10

De exercitu M Marcelli, qui eorum ex fuga Cannensi essent, in Siciliam eos traduci atque ibi militare donec in Italia bellum esset placuit

eodem ex dictatoris legionibus reici militem minimi quemque roboris nullo praestituto militiae tempore nisi quod stipendiorum legitimorum esset

Duae legiones urbanae alteri consuli, qui in locum L Postumi suffectus esset, decretae sunt eumque, cum primum saluis auspiciis posset, creari placuit; legiones praeterea duas primo quoque tempore ex Sicilia acciri, atque inde consulem, cui legiones urbanae euenissent, militum sumere quantum opus esset

C Terentio consuli prorogari in annum imperium neque de eo exercitu quem ad praesidium Apuliae haberet quicquam minui
Fu deciso, inoltre, che quei soldati di M Marcello che provenivano da quei reparti che erano fuggiti a Canne fossero trasferiti in Sicilia e qui facessero servizio militare, finché durava in Italia la guerra

Si deliberò, inoltre, che dalle legioni del dittatore fossero pure rimandati in Sicilia i soldati in deboli condizioni di salute, non prescrivendo ad essi un numero obbligatorio di anni di servizio militare superiore agli anni del servizio regolare

Furono assegnate poi due legioni urbane a quello dei due consoli che fosse stato eletto in sostituzione di L Postumio e si decise di nominarlo, col dovuto rispetto degli auspici, il più presto possibile; si decise poi di richiamare dalla Sicilia, alla prima occasione, due legioni e di permettere al console, al quale fossero toccate le legioni urbane, di prendere da quelle quanti soldati gli erano necessari

Al console Terenzio fu prorogato per un anno il comando e fu disposto che in nulla fosse diminuito l'esercito che egli aveva per la difesa dell'Apulia
(26) Dum haec in Italia geruntur apparanturque, nihilo segnius in Hispania bellum erat sed ad eam diem magis prosperum Romanis

P et Cn Scipionibus inter se partitis copias ut Gnaeus terra, Publius nauibus rem gereret, Hasdrubal, Poenorum imperator, neutri parti uirium satis fidens, procul ab hoste interuallo ac locis tutus tenebat se, quoad multum ac diu obtestanti quattuor milia peditum et quingenti equites in supplementum missi ex Africa sunt

Tum refecta tandem spe, castra propius hostem mouit classemque et ipse instrui pararique iubet ad insulas maritimamque oram tutandam

In ipso impetu mouendarum de integro rerum perculit eum praefectorum nauium transitio, qui post classem ad Hiberum per pauorem desertam grauiter increpiti nunquam deinde satis fidi aut duci aut Carthaginiensium rebus fuerant
26 Mentre in Italia avvenivano e si preparavano tali cose, le vicende della guerra in Spagna procedevano piuttosto attivamente e fino a quel momento erano più favorevoli ai Romani

Poiché i due Scipioni Publio e Cneo avevano diviso tra loro l'esercito, in modo che Cneo conducesse la guerra per terra e Publio per mare, Asdrubale, comandante dei Cartaginesi, non fidandosi abbastanza di nessuna parte delle sue forze, decise di difendersi ponendosi ad una certa distanza dal nemico e in luoghi fortificati; dopo che ebbe a lungo protestato, gli furono mandati dall'Africa come rinforzi quattromila soldati di fanteria e mille cavalieri

Allora finalmente avendo nutrito migliori speranze, avvicinò di più il campo al nemico e comandò alla flotta, da lui armata ed allestita, di difendere le isole e le spiagge

Proprio mentre più fervevano i preparativi, rubale fu colpito dalla diserzione dei comandanti delle navi, che, aspramente rimproverati di aver abbandonato Per paura la flotta all'Ebro, da quel momento non erano più stati fedeli né al comandante né alla causa dei Cartaginesi

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Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 05 - 07
Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 05 - 07

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 34; 05 - 07

Fecerant hi transfugae motum in Tartesiorum gente, desciuerantque his auctoribus urbes aliquot; una etiam ab ipsis ui capta fuerat

In eam gentem uersum ab Romanis bellum est, infestoque exercitu Hasdrubal ingressus agrum hostium pro captae ante dies paucos urbis moenibus Chalbum, nobilem Tartesiorum ducem, cum ualido exercitu castris se tenentem, adgredi statuit

Praemissa igitur leui armatura quae eliceret hostes ad certamen, equitum partem ad populandum per agros passim dimisit (et) ut palantes exciperent

Simul et ad castra tumultus erat et per agros fugaque et caedes; deinde undique diuersis itineribus cum in castra se recepissent, adeo repente decessit animis pauor ut non ad munimenta modo defendenda satis animorum esset sed etiam ad lacessendum proelio hostem
Costoro, come disertori, erano passati al popolo dei Tartessi; per loro istigazione alcune città si erano ribellate; una di esse era stata da loro anche presa con la forza

La guerra allora si volse contro i Tartessi invece che contro i Romani; Asdrubale entrò con un esercito ostile nel territorio dei nemici e decise di assalire Calbo, nobile capo dei Tartessi, che si teneva con un forte esercito e con gli accampamenti dinanzi alle mura di quella stessa città che aveva preso pochi giorni prima

Mandati avanti, dunque, i soldati armati alla leggera, per provocare i nemici allo scontro, Asdrubale lasciò andare parte della cavalleria a saccheggiare qua e là campi e a sorprendere i nemici dispersi

Vi erano nello stesso tempo tumulti vicino agli alloggiamenti e fughe e stragi per i campi; ma poi, essendosi i soldati rifugiati nell'accampamento da ogni parte per diverse vie, lo spavento abbandonò gli animi così improvvisamente che ebbero sufficiente coraggio non solo per difendere le posizioni, ma anche per provocare il nemico alla battaglia
Erumpunt igitur agmine e castris, tripudiantes more suo, repentinaque eorum audacia terrorem hosti paulo ante ultro lacessenti incussit

Itaque et ipse Hasdrubal in collem satis arduum, flumine etiam obiecto tutum, copias subducit et praemissam leuem armaturam equitesque palatos eodem recipit, nec aut colli aut flumini satis fidens, castra uallo permunit

In hoc alterno pauore certamina aliquot sunt contracta; nec Numida Hispano eques par fuit nec iaculator Maurus caetrato, uelocitate pari, robore animi uiriumque aliquantum praestanti

(27) Postquam neque elicere Poenum ad certamen obuersati castris poterant neque castrorum oppugnatio facilis erat, urbem Ascuam, quo fines hostium ingrediens Hasdrubal frumentum commeatusque alios conuexerat
Proruppero quindi i soldati in schiera serrata, danzando secondo il loro costume, in modo tale che la loro audacia infuse terrore ad un nemico che poco prima provocava alla battaglia

Pertanto lo stesso Asdrubale fece salire le sue truppe su di un colle abbastanza alto e difeso da un fiume, poi raccolse intorno a sé i soldati armati alla leggera e i cavalieri qua e là dispersi; inoltre, non sentendosi abbastanza difeso né dal colle né dal fiume, fortificò l'accampamento con una trincea

In queste condizioni di reciproco terrore, si ebbero alcuni scontri; nei combattimenti a cavallo i Numidi non furono pari agli Spagnoli, che superarono anche i Mauri nel tiro al giavellotto; gli Spagnoli erano armati di un Piccolo scudo, erano ugualmente veloci, ma alquanto superiori ai Mauri per coraggio e per forza fisica

27 Quando i Tartessi, presentandosi dinanzi al campo dei nemici si accorsero di non poter provocare Asdrubale alcombattimento, poiché non era neppure facile assalire il campo, presero con la forza la città di Ascua, dove Asdrubale, entrando nel territorio nemico, aveva raccolto grano ed altri rifornimenti

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Livio, Ab urbe condita: Libro 06, 16-20
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 06, 16-20

ui capiunt omnique circa agro potiuntur; nec iam aut in agmine aut in castris ullo imperio contineri

Quam ubi neglegentiam ex re, ut fit, bene gesta oriri senserat Hasdrubal, cohortatus milites ut palatos sine signis hostes adgrederentur, degressus colle pergit ire acie instructa ad castra

Quem ut adesse tumultuose nuntii refugientes ex speculis stationibusque attulere, ad arma conclamatum est

Vt quisque arma ceperat, sine imperio, sine signo, incompositi, inordinati in proelium ruunt

Iam primi conseruerant manus, cum alii cateruatim currerent, alii nondum e castris exissent
Si impadronirono così di tutto il territorio circostante; né quando marciavano in colonna, né quando si trovavano negli accampamenti, potevano essere tenuti in freno da alcun comando

Allorché Asdrubale si accorse che tale indisciplina, come di solito avviene, era originata dal loro successo, esortò i suoi soldati ad assalire i nemici dispersi senza le insegne e, disceso dal colle, si diresse in schiere serrate verso gli accampamenti

Quando coloro che fuggivano tumultuosamente dai posti di vedetta e dai corpi di guardia, annunciarono che Asdrubale era giunto, subito si gridò all'armi

Come ciascuno disordinatamente, senza un comando, senza unirsi ad un'insegna, ebbe preso un'arma, tutti in gran confusione si precipitarono a combattere

Già i primi avevano incominciato la battaglia, quando altri accorrevano in massa confusa, mentre altri ancora non erano usciti dall'accampamento
tamen primo ipsa audacia terruere hostem; deinde rari in confertos inlati, cum paucitas parum tuta esset, respicere alii alios et undique pulsi coire in orbem, et, dum corpora corporibus applicant armaque armis iungunt, in artum compulsi, cum uix mouendis armis satis spatii esset, corona hostium cincti ad multum diei caeduntur

exigua pars eruptione facta siluas ac montes petit

Parique terrore et castra sunt deserta et uniuersa gens postero die in deditionem uenit

Nec diu in pacto mansit; nam subinde ab Carthagine allatum est ut Hasdrubal primo quoque tempore in Italiam exercitum duceret, quae uolgata res per Hispaniam omnium ferme animos ad Romanos auertit
Tuttavia, in un primo momento, con la loro sola audacia terrorizzarono il nemico; ma poi gettandosi in pochi contro nemici ben serrati, si sentirono scarsamente protetti dal loro esiguo numero ed allora, guardandosi l'un l'altro, spinti da ogni parte dal nemico, cominciarono a riunirsi in manipoli, e mentre stringevano i corpi l'uno all'altro e congiungevano le armi con le armi, sospinti in uno strettissimo spazio dove a stento potevano maneggiare le spade, furono circondati da uno schieramento nemico e massacrati fino a giorno avanzato

Una piccola parte dei Tartessi forzando il passo si diresse verso le selve e i monti

Presi da altrettanto terrore ore, quelli che occupavano gli accampamenti li abdonarono; il giorno dopo tutta la popolazione dei dessi si arrese

Tuttavia, non osservò a lungo i patti; infatti, subito dopo quando da Cartagine venne ad Asdrubale l'ordine di portare l'esercito in Italia appena gli fosse possibile, allorché la notizia si diffuse per la Spagna, quasi tutti i popoli si volsero in favore dei Romani

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 05, 36-40

Itaque Hasdrubal extemplo litteras Carthaginem mittit, indicans quanto fama profectionis suae damno fuisset: si uero inde pergeret, priusquam Hiberum transiret Romanorum Hispaniam fore

nam praeterquam quod nec praesidium nec ducem haberet quem relinqueret pro se, eos imperatores esse Romanos quibus uix aequis uiribus resisti possit

Itaque si ulla Hispaniae cura esset, successorem sibi cum ualido exercitu mitterent; cui si omnia prospere euenirent, non tamen otiosam prouinciam fore

(28) Eae litterae quamquam primo admodum mouerunt senatum, tamen, quia Italiae cura prior potiorque erat, nihil de Hasdrubale neque de copiis eius mutatum est

Himilco cum exercitu iusto et aucta classe ad retinendam terra marique ac tuendam Hispaniam est missus
Quindi, Asdrubale subito avverti con una lettera Cartagine di quanto danno avesse recato la notizia della sua partenza, dichiarando che, se si fosse veramente messo in marcia per allontanarsi di là, prima che egli avesse passato l'Ebro, tutta la Spagna sarebbe stata in potere dei Romani

Infatti, a parte la circostanza che egli non aveva né una guarnigione né un comandante da lasciare in sua vece, i generali romani avevano tali virtù che a stento si poteva a parità di forze resistere a loro

Pertanto, se per poco avessero a cuore la Spagna, mandassero a lui un successore con un forte esercito, poiché, per quanto le cose andassero bene per lui, tuttavia avrebbe avuto del filo da torcere in quella provincia

28 Per quanto quella lettera avesse dapprima impressionato il senato cartaginese, pure, dal momento che l'Italia premeva di più, non si fece alcun cambiamento nelle deliberazioni in favore di Asdrubale né del suo esercito

Tuttavia, con truppe regolari e con una flotta più numerosa, lmilcone fu mandato a tener in freno e a difendere la Spagna

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