Agostino, Le Confessioni: Libro 08, pag 5

Agostino, Le Confessioni: Libro 08

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 08
Si ergo quisquam noster deliberet et secum altercantibus duabus voluntatibus fluctuet, utrum ad theatrum pergat an ad ecclesiam nostram, nonne et isti quid respondeant fluctuabunt

Aut enim fatebuntur, quod nolunt, bona voluntate pergi in ecclesiam nostram, sicut in eam pergunt qui sacramentis eius imbuti sunt atque detinentur, aut duas malas naturas et duas malas mentes in uno homine confligere putabunt, et non erit verum quod solent dicere, unam bonam, alteram malam, aut convertentur ad verum et non negabunt, cum quisque deliberat, animam unam diversis voluntatibus aestuare

[10

24] Iam ergo non dicant, cum duas voluntates in homine uno adversari sibi sentiunt, duas contrarias mentes de duabus contrariis substantiis et de duobus contrariis principiis contendere, unam bonam, alteram malam
Perché o dovranno ammettere, e non vogliono, che è buona la volontà di recarsi alla nostra chiesa, almeno se ci si va come quelli che sono stati iniziati ai suoi sacri riti e vi partecipano; oppure dovranno credere che in un solo uomo si combattano due cattive nature e due cattive menti, e non sarà più vera la loro tesi solita, che una è buona e l'altra cattiva

O infine si convertiranno alla verità e smetteranno di negare che nel corso di una deliberazione sia un'anima sola a dibattersi fra volontà diverse

[10

24] E allora quando si avvedono che in un uomo solo si combattono due avverse volontà la smettano di dire che si tratta di una lotta fra due opposte menti, fatte di opposte sostanze e originate da opposti principi, una buona e l'altra cattiva; perché sei tu, Dio di verità, a condannarli, riprovarli e confutarli
Nam tu, Deus verax, improbas eos et redarguis atque convincis eos, sicut in utraque mala voluntate, cum quisque deliberat, utrum hominem veneno interimat an ferro, utrum fundum alienum illum an illum invadat, quando utrumque non potest, utrum emat voluptatem luxuria an pecuniam servet avaritia, utrum ad circum pergat an ad theatrum, si uno die utrumque exhibeatur; addo etiam tertium, an ad furtum de domo aliena, si subest occasio; addo et quartum, an ad committendum adulterium, si et inde simul facultas aperitur, si omnia concurrant in unum articulum temporis pariterque cupiantur omnia, quae simul agi nequeunt; discerpunt enim animum sibimet adversantibus quattuor voluntatibus vel etiam pluribus in tanta copia rerum, quae appetuntur, nec tamen tantam multitudinem diversarum substantiarum solent dicere

Ita et in bonis voluntatibus
Prendiamo il caso di due volontà entrambe maligne, come quando uno delibera se uccidere un uomo col veleno o con la spada, se occupare questo o quel terreno altrui, dato che non può prenderseli entrambi, se comprarsi il piacere per la lussuria o serbare il denaro per l'avarizia, se andare al circo o a teatro quando entrambi danno spettacolo lo stesso giorno; o - aggiungiamo pure una terza possibilità - se andare a rubare in casa altrui, dato che se ne presenti l'occasione; oppure - aggiungiamone una quarta - a commettere adulterio, se anche da quella parte, contemporaneamente, gliene è data la possibilità

Ora, se tutte queste alternative si presentano insieme nello stesso momento e sono tutte egualmente desiderate, e d'altra parte non è possibile attuarle tutte simultaneamente, ci saranno quattro volontà contrastanti a straziare un'anima, o anche di più data la quantità di cose che la gente desidera
Nam quaero ab eis, utrum bonum sit delectari lectione Apostoli et utrum bonum sit delectari psalmo sobrio et utrum bonum sit Evangelium disserere

Respondebunt ad singula: "Bonum"

Quid

Si ergo pariter delectent omnia simulque uno tempore, nonne diversae voluntates distendunt cor hominis, dum deliberatur, quid potissimum arripiamus

Et omnes bonae sunt et certant secum, donec eligatur unum, quo feratur tota voluntas una, quae in plures dividebatur

Ita etiam, cum aeternitas delectat superius et temporalis boni voluptas retentat inferius, eadem anima est non tota voluntate illud aut hoc volens et ideo discerpitur gravi molestia, dum illud veritate praeponit, hoc familiaritate non ponit

Aug

haesitans et tardatus

[11
Eppure quelli non arrivano a sostenere che ci sia un così gran numero di sostanze diverse

Analogamente per le volontà buone

Chiedo loro se sia bene intrattenersi con la lettura dell'Apostolo, e con quella di un salmo devoto, e se sia bene ragionare sul Vangelo

A ciascuna domanda risponderanno di sì

E allora

Se tutte queste alternative piacciono ugualmente e si offrono contemporaneamente, non si disperderà, il cuore dell'uomo, in diverse volontà, mentre delibera su cosa intraprendere prima di tutto

E sono tutte buone queste alternative e sono in competizione, finché ne venga scelta una, che riporti a una sola volontà intera quella che era divisa in molte

Così, essendo l'eternità un'attrattiva superiore, e il piacere di un bene terreno pur sempre attraente benché inferiore, la stessa anima si trova a volere - ma non del tutto - ora questo ora quella, e quindi si sente dilaniare dall'angoscia se la verità si oppone a ciò che l'abitudine le impone

Il parossismo dell'indecisione [11

Maybe you might be interested

Agostino, Le Confessioni: Libro 07
Agostino, Le Confessioni: Libro 07

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 07

25] Sic aegrotabam et excruciabar accusans memetipsum solito acerbius nimis ac volvens et versans me in vinculo meo, donec abrumperetur totum, quo iam exiguo tenebar

Sed tenebar tamen

Et instabas tu in occultis meis, Domine, severa misericordia flagella ingeminans timoris et pudoris, ne rursus cessarem et non abrumperetur id ipsum exiguum et tenue, quod remanserat, et revalesceret iterum et me robustius alligaret

Dicebam enim apud me intus: "Ecce modo fiat, modo fiat", et cum verbo iam ibam in placitum

Iam paene faciebam et non faciebam nec relabebar tamen in pristina, sed de proximo stabam et respirabam
25] Così mi torturava la malattia e accusavo me stesso molto più aspramente del solito, rigirandomi e dibattendomi nel groviglio che mi stringeva per finire di strapparlo, perché ormai era tenue la sua stretta

Tuttavia stringeva ancora

E tu incombevi nelle mie profondità segrete, Signore, con severa tenerezza raddoppiando le frustate di paura e di vergogna, perché non cedessi un'altra volta a quel legame debole e sottile che era rimasto invece di spezzarlo: si sarebbe rinforzato allora, e più forte sarebbe stata la sua presa su di me

Dicevo fra me e me: "Sì, adesso, adesso è tempo", e a parole ormai m'avviavo a decidere; e quasi agivo, e ancora non agivo: e tuttavia non ricadevo indietro al punto di prima, ma mi fermavo appena un passo indietro, a prender fiato

Ancora uno sforzo, mancava poco, mancava poco e c'ero, ero lì lì per farcela, arrivavo e non c'ero, no, non ce la facevo, non ci arrivavo
Et item conabar et paulo minus ibi eram et paulo minus, iam iamque attingebam et tenebam; et non ibi eram nec attingebam nec tenebam, haesitans mori morti et vitae vivere, plusque in me valebat deterius inolitum, quam melius insolitum, punctumque ipsum temporis, quo aliud futurus eram, quanto propius admovebatur, tanto ampliorem incutiebat horrorem; sed non recutiebat retro nec avertebat, sed suspendebat

[11

26] Retinebant nugae nugarum et vanitates vanitantium, antiquae amicae meae, et succutiebant vestem meam carneam et submurmurabant: "Dimittisne nos

" et: "A momento isto non erimus tecum ultra in aeternum", et: "A momento isto non tibi licebit hoc et illud ultra in aeternum"

Et quae suggerebant in eo, quod dixi: "hoc et illud", quae suggerebant, Deus meus

Avertat ab anima servi tui misericordia tua

Quas sordes suggerebant, quae dedecora

Et audiebam eas iam longe minus quam dimidius, non tamquam libere contradicentes eundo in obviam, sed velut a dorso mussitantes et discedentem quasi furtim vellicantes, ut respicerem
Non mi decidevo a morire alla morte, a vivere alla vita

Il peggio incancrenito aveva più potere su di me del meglio ignoto: e il punto stesso del tempo, in cui io sarei stato un'altra cosa, più mi si avvicinava e più mi faceva terrore; eppure non potevo fuggire e ritornare indietro: restavo sospeso [11

26]

A trattenermi erano le più vacue frivolezze e vanità di vanità, mie vecchie amiche, che mi tiravano per la veste di carne e sussurravano di sotto in su: "Non vorrai lasciarci

" e "D'ora in poi non staremo più con te, mai più

" "D'ora in poi non potrai più fare questo e quello, mai più

" E che insinuazioni sotto ciò che ho chiamato "questo e quello", che insinuazioni, mio Dio

La tua pietà le rimuova dall'anima del tuo servo

Maybe you might be interested

Agostino, Le Confessioni: Libro 03
Agostino, Le Confessioni: Libro 03

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 03

Retardabant tamen cunctantem me abripere atque excutere ab eis et transilire quo vocabar, cum diceret mihi consuetudo violenta: "Putasne sine istis poteris

"

Hortatio continentiae

[11

27] Sed iam tepidissime hoc dicebat

Aperiebatur enim ab ea parte, qua intenderam faciem et quo transire trepidabam, casta dignitas continentiae, serena et non dissolute hilaris, honeste blandiens, ut venirem neque dubitarem, et extendens ad me suscipiendum et amplectendum pias manus plenas gregibus bonorum exemplorum

Ibi tot pueri et puellae, ibi iuventus multa et omnis aetas et graves viduae et virgines anus, et in omnibus ipsa continentia nequaquam sterilis, sed fecunda mater filiorum gaudiorum de marito te, Domine
Che cose sordide, laide

Ma io le udivo ormai a metà o molto meno: non mi venivano incontro con le loro obiezioni a viso aperto, ma bisbigliavano dietro le spalle come stuzzicandomi furtivamente, perché mi voltassi a guardare mentre fuggivo

Per colpa loro però mi attardavo, ed esitavo a strapparmele, a scuotermele di dosso e a volare in un salto là dove ero chiamato, mentre l'abitudine con tutta la sua forza insisteva: "E pensi di poterne fare a meno

" Una figura lieve e sorridente [11

27] Ma ormai parlava senza più calore; ormai da quella parte a cui guardavo e fremevo di passare qualcuno mi si stava rivelando: era la sobria distinzione della Continenza, con il suo sorriso luminoso e discreto, e il cenno carezzevole e il contegno con cui pareva invitarmi a venire da lei senza esitare più

E protendeva verso me devote mani, quasi a ricevermi e abbracciarmi, piene di buoni esempi, a grappoli

Tanti bambini e bambine, e poi ragazzi e giovani e gente d'ogni età, e vedove posate e antiche vergini: e in tutti questi la continenza non era affatto sterile, ma generava figli di gioia da te, Signore, loro sposo
Et irridebat me irrisione hortatoria, quasi diceret: "Tu non poteris, quod isti, quod istae

An vero isti et istae in se ipsis possunt ac non in Domino Deo suo

Dominus Deus eorum me dedit eis

Quid in te stas et non stas

Proice te in eum, noli metuere; non se subtrahet, ut cadas: proice te securus, excipiet et sanabit te"

Et erubescebam nimis, quia illarum nugarum murmura adhuc audiebam, et cunctabundus pendebam

Et rursus illa, quasi diceret: "Obsurdesce adversus immunda illa membra tua super terram, ut mortificentur

Narrant tibi delectationes, sed non sicut lex Domini Dei tui"

Ista controversia in corde meo non nisi de me ipso adversus me ipsum

At Alypius affixus lateri meo inusitati motus mei exitum tacitus opperiebatur

Multis cum lacrimis misericordiam Dei imploravit

[12

28] Ubi vero a fundo arcano alta consideratio traxit et congessit totam miseriam meam in conspectu cordis mei, oborta est procella ingens ferens ingentem imbrem lacrimarum
E il suo sorriso era insieme di invito e d'ironia, quasi dicesse: "Non avresti il potere che hanno questi ragazzi, queste donne

E loro lo trovano in se stessi, e non nel loro Dio e Signore

Il loro Dio e Signore me li ha dati

Perché ti tieni a te stesso, e non ti contieni

Gettati in lui, senza paura: non si ritirerà perché tu cada

Gettati senza angoscia, ti accoglierà e tu sarai guarito"

E la vergogna mi faceva paonazzo, perché intanto continuavo a udire il sussurro di quelle fantasticherie, ed ero ancora esitante, sospeso

E lei di nuovo pareva riprendere a parlare: "Fatti sordo alla voce impura del tuo corpo sopra la terra, per mortificarlo

Ti parlano del piacere, ma non conforme alla legge del tuo Dio e Signore

" Questa controversia era tutta nel mio cuore, c'ero soltanto io contro me stesso

Alipio, immobile al mio fianco, attendeva in silenzio l'esito della mia inusitata agitazione

[12

28]

Maybe you might be interested

Agostino, Le Confessioni: Libro 01; 11-20
Agostino, Le Confessioni: Libro 01; 11-20

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 01; 11-20

Et ut totum effunderem cum vocibus suis, surrexi ab Alypio (solitudo mihi ad negotium flendi aptior suggerebatur) et secessi remotius, quam ut posset mihi onerosa esse etiam eius praesentia

Sic tunc eram, et ille sensit; nescio quid enim, puto, dixeram, in quo apparebat sonus vocis meae iam fletu gravidus, et sic surrexeram

Mansit ergo ille ubi sedebamus nimie stupens

Ego sub quadam fici arbore stravi me nescio quomodo et dimisi habenas lacrimis, et proruperunt flumina oculorum meorum, acceptabile sacrificium tuum, et non quidem his verbis, sed in hac sententia multa dixi tibi: Et tu, Domine, usquequo

Usquequo, Domine, irasceris in finem

Ne memor fueris iniquitatum nostrarum antiquarum

Sentiebam enim eis me teneri

Iactabam voces miserabiles: "Quamdiu, quamdiu: "cras et cras"

Quare non modo

Quare non hac hora finis turpitudinis meae
Quando da un fondo arcano la profonda meditazione ebbe scavata tutta la mia tristezza e l'ebbe accumulata sotto gli occhi del cuore, una tempesta si scatenò violenta, e greve d'un diluvio di lacrime

E mi levai, perché fluisse libero e alto il suono di quel grande pianto

Ma il pianto consigliava solitudine, e mi scostai da Alipio di quel tanto che bastava perché la sua presenza non mi fosse gravosa

Io ero in quello stato, e lui se ne rendeva conto: forse perché sentiva in qualche mia parola una voce già carica di pianto

Rimase dunque dove eravamo seduti, muto di meraviglia

Io mi trovai non so come disteso sotto un albero di fico, e diedi libero sfogo alle lacrime, due fiumi in piena nel cavo degli occhi, come un'offerta che forse apprezzavi

E a lungo ti parlai, se non con queste esatte parole, in questo spirito: E tu, Signore, fino a quando

E durerà per sempre la tua ira, Signore

Non ricordare le colpe degli avi

Perché sentivo che eran quelle a possedermi
"

«Tolle et lege»

[12

29] Dicebam haec et flebam amarissima contritione cordis mei

Et ecce audio vocem de vicina domo cum cantu dicentis et crebro repetentis quasi pueri an puellae, nescio: "Tolle lege, tolle lege"

Statimque mutato vultu intentissimus cogitare coepi, utrumnam solerent pueri in aliquo genere ludendi cantitare tale aliquid, nec occurrebat omnino audisse me uspiam repressoque impetu lacrimarum surrexi nihil aliud interpretans divinitus mihi iuberi, nisi ut aperirem codicem et legerem quod primum caput invenissem
Rompevo in poveri singhiozzi: "Quanto tempo ancora, per quanto tempo 'domani e domani'

Perché non oggi, perché non adesso farla finita con questa abiezione

" Una canzone infantile [12

29] Così parlavo e piangevo, il cuore a piombo nella tristezza più amara; ed ecco all'improvviso dalla casa vicina il canto di una voce come di bambino, o di bambina forse, lenta cantilena: "Prendi e leggi, prendi e leggi" Mutai subito in volto e mi raccolsi in uno sforzo estremo di ricordare se in un qualche gioco di ragazzi c'era una cantilena come quella, e non mi sovveniva affatto d'aver udito mai niente del genere: e allora soffocai il mio pianto e mi levai in piedi

Non altro, interpretai, era il comando divino, che di aprire un libro e leggere il primo capoverso che trovassi

Così sapevo di Antonio che sopraggiungendo per caso durante una lettura del Vangelo si sentì personalmente chiamato, come si rivolgessero proprio a lui quelle parole: Vai, vendi tutte le cose che hai, dalle ai poveri e avrai un tesoro nei cieli: e poi vieni, seguimi

Maybe you might be interested

Agostino, Le Confessioni: Libro 01; 01-10
Agostino, Le Confessioni: Libro 01; 01-10

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 01; 01-10

Audieram enim de Antonio, quod ex evangelica lectione, cui forte supervenerat, admonitus fuerit, tamquam sibi diceretur quod legebatur: Vade, vende omnia, quae habes, da pauperibus et habebis thesaurum in caelis; et veni, sequere me, et tali oraculo confestim ad te esse conversum

Itaque concitus redii in eum locum, ubi sedebat Alypius; ibi enim posueram codicem Apostoli, cum inde surrexeram

Arripui, aperui et legi in silentio capitulum, quo primum coniecti sunt oculi mei: Non in comessationibus et ebrietatibus, non in cubilibus et impudicitiis, non in contentione et aemulatione, sed induite Dominum Iesum Christum et carnis providentiam ne feceritis in concupiscentiis

Nec ultra volui legere nec opus erat

Statim quippe cum fine huiusce sententiae quasi luce securitatis infusa cordi meo omnes dubitationis tenebrae diffugerunt

[12

30] Tum interiecto aut digito aut nescio quo alio signo codicem clausi et tranquillo iam vultu indicavi Alypio

At ille quid in se ageretur (quod ego nesciebam) sic indicavit
E quella voce divina l'aveva immediatamente indotto a convertirsi a te

Così tornai con emozione grande al luogo dove era seduto Alipio: era lì infatti che avevo posato il libro dell'Apostolo, alzandomi

Lo afferrai e lo apersi e in silenzio lessi il primo passo sul quale mi caddero gli occhi: Non piú bagordi e gozzoviglie, letti e lascivie, contese e invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non fate caso alla carne e ai suoi desideri

Non volli leggere oltre e neppure occorreva

Con le parole finali di questa proposizione una luce come fatta di calma mi fu distillata in cuore e ne cacciò quel buio folto di incertezze

[12

30] Chiusi allora il libro tenendoci un dito o non so che cos'altro come segno, e ormai rasserenato in volto lo mostrai ad Alipio

Ma in questo stesso modo lui mostrò quello che succedeva a lui - a mia insaputa

Maybe you might be interested

Agostino, Le Confessioni: Libro 09
Agostino, Le Confessioni: Libro 09

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 09

Agostino, Le Confessioni: Libro 04
Agostino, Le Confessioni: Libro 04

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 04

Agostino, Le Confessioni: Libro 06
Agostino, Le Confessioni: Libro 06

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 06