Vitruvio, De Architectura: Libro 07, 1.18, pag 2

Vitruvio, De Architectura: Libro 07, 1.18

Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 07, 1.18
Fuficius enim mirum de his rebus primus instituit edere volumen, item Terentius Varro de novem disciplinis unum de architectura, P

Septimius duo [15] Amplius vero in id genus scripturae adhuc nemo incubuisse videtur, cum fuissent et antiqui cives magni architecti, qui potuissent non minus eleganter scripta comparare

Namque Athenis Antistates et Callaschros et Antimachides et Porinos architecti Pisistrato aedem Iovi Olympio facienti fundamenta constituerunt, post mortem autem eius propter interpellationem reipublicae incepta reliquerunt
Fuficius fu infatti il primo a pubblicare un volume di gran pregio su questo argomento seguito poi da Terenzio Varrone che dei nove libri del De Disciplinis ne dedica uno all'architettura, e da Publio Settimio che gliene dedica due

[15] Ma mi pare che oltre a costoro nessun altro si sia occupato di questo argomento benché anche in passato vi siano stati dei grandi architetti che avrebbero benissimo potuto produrre opere scritte con altrettanta eleganza

Ad Atene gli architetti Antistates et Kallaischros, Antimachides e Porinos avevano gettato le fondamenta del tempio di Giove olimpio su commissione di Pisistrato, ma in seguito alla sua scomparsa e al conseguente mutamento della situazione politica ateniese dovettero abbandonare il lavoro che avevano intrapreso
Itaque circiter annis quadragentis post Antiochus rex, cum in id opus inpensam esset pollicitus, cellae magnitudinem et columnarum circa dipteron conlocationem epistyliorumque et ceterorum ornamentorum ad symmetriam distributionem magna sollertia scientiaque summa civis Romanus Quossutius nobiliter est architectatus

Id autem opus non modo volgo, sed etiam in paucis a magnificentia nominatur

[16] Nam quattuor locis sunt aedium sacrarum marmoreis operibus ornatae dispositiones, e quibus propriae de his nominationes clarissima fama nominantur quorum excellentiae prudentesque cogitationum apparatus suspectus habent in deorum sesemasmenois

Primumque aedes Ephesi Dianae ionico genere ab Chersiphrone Gnosio et filio eius Metagene est instituta, quam postea Demetrius, ipsius Dianae servos, et Paeonius Ephesius dicuntur perfecisse

Mileti Apollini item ionicis symmetriis idem Paeonius Daphnisque Milesius instituerunt
Circa quattrocento anni dopo il re Antioco promise di accollarsi la spesa per la realizzazione di questo progetto e in quell'occasione il romano Cossutius architetto di grande ingegno e competenza realizzò con rara maestria la grande cella del tempio e il doppio colonnato intorno calcolando le proporzioni degli epistili e delle altre parti ornamentali

Quest'opera rimane famosa per lo splendore della sua esecuzione, anche nel ristretto novero delle più celebri realizzazioni

[16] Vi sono infatti quattro esempi di templi costruiti e ornati in marmo dai nomi molto famosi la cui perfetta ed equilibrata esecuzione riscuote ammirazione nel sesemaneo degli dei

Abbiamo anzitutto il tempio ionico di Diana a Efeso costruito da Chersiphron di Cnosso e da suo figlio Metatrios, ministro della stessa Diana, e da Paionios di Efeso

Lo stesso Paionios e Daphnis di Mileto vi edificarono il tempio in stile ionico ad Apollo
Eleusine Cereris et Proserpinae cellam inmani magnitudine Ictinos dorico more sine exterioribus columnis ad laxamentum usus sacrificiorum pertexit

[17] Eam autem postea, cum Demetrius Phalereus Athenis rerum potiretur, Philo ante templum in fronte columnis constitutis prostylon fecit; ita aucto vestibula laxamentum initiantibus operique summam adfecit auctoritatem

In asty vero ad Olympium amplo modulorum comparatu corinthiis symmetriis et proportionibus, uti s s est, architectandum Quossutius suscepisse memoratur, cuius commentarium nullum est inventum

Nec tamen a Cossutio solum de his rebus scripta sunt desideranda sed etiam a G
Ad Eleusi l'ampia cella del tempio di Cerere e Proserpina in stile dorico dove non compare la fila di colonne esterne, fu ampliata e ricoperta da Iktinos, per la celebrazione dei misteri

[17] In seguito quando Demetrio Falereo prese il potere ad Atene, Philon innalzò una fila di colonne sulla facciata trasformandolo in prostylos; così con l'aggiunta del vestibolo si ottenne uno spazio più ampio per gli iniziati e l'edificio ne acquistò in prestigio

Come ho descritto sopra fu l'architetto Cossutius che a quanto si tramanda riprese la costruzione dell'Olympieion di Atene facendo ampio ricorso a moduli e simmetrie dell'ordine corinzio, però non è rimasta alcuna testimonianza scritta

Del resto a questo proposito non lamentiamo soltanto l'assenza degli scritti di Cossutius ma anche delle opere di Gaius Mucius che con grande perizia realizzò la costruzione del tempio mariano di Honos e Virtus facendo ricorso a un perfetto equilibrio di proporzioni per la cella, le colonne e gli epistili

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Latino: dall'autore Vitruvio, opera De Architectura parte Libro 01, 1.3

Mucio, qui magna scientia confisus aedes Honoris et Virtutis Marianae, cellae columnarumque et epistyliorum symmetrias legitimis artis institutis perfecit

Id vero si marmoreum fuisset, ut haberet, quemadmodum ab arte subtilitatem, sic ab magnificentia et inpensis auctoritatem, in primis et summis operibus nominaretur [18] Cum ergo et antiqui nostri inveniantur non minus quam Graeci fuisse magni architecti et nostra memoria satis multi, et ex his pauci praecepta edidissent, non putavi silendum, sed disposite singulis voluminibus de singulis exponeremus

Itaque, quoniam sexto volumine privatorum aedificiorum rationes perscripsi, in hoc, qui septimum tenet numerum, de expolitionibus, quibus rationibus et venustatem et firmitatem habere possint, exponam

E veramente se questo tempio fosse stato di marmo, al pregio della realizzazione artistica si sarebbero aggiunti anche lo splendore e la magnificenza derivanti dall'impiego di costosi materiali e sarebbe celebrato tra i massimi capolavori

[18] Quindi poiché anche tra i nostri predecessori, non meno che tra i Greci, si possono annoverare grandi architetti e, a quanto si sa, numerosi benché in pochi abbiano pubblicato i loro scritti, ho ritenuto di non dover tacere anch'io, bensì di trattare sistematicamente libro per libro di ciascun argomento

E siccome nel sesto libro ho parlato dell'edilizia privata in questo che è il settimo affronterò il problema delle rifiniture, della loro eleganza e durevolezza nel tempo

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