Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 105-153, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 105-153

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 35, Paragrafi 105-153
postremo pinxit et ipsam sedentem cum corona, quae e nobilissimis tabula est, appellata stephanoplocos, ab aliis stephanopolis, quoniam Glycera venditando coronas sustentaverat paupertatem

huius tabulae exemplar, quod apographon vocant, L

Luculus duobus talentis emit Dionysius Athenis

[126] Pausias autem fecit et grandes tabulas, sicut spectatam in Pompei porticu boum immolationem

eam primus invenit picturam, quam postea imitati sunt multi, aequavit nemo

ante omnia, cum longitudinem bovis ostendi vellet, adversum eum pinxit, non traversum, et abunde intellegitur amplitudo

[127] dein, cum omnes, quae volunt eminentia videri, candicanti faciant colore, quae condunt, nigro, hic totum bovem atri coloris fecit umbraeque corpus ex ipsa dedit, magna prorsus arte in aequo extantia ostendente et in confracto solida omnia
Infine dipinse anche lei stessa che sedeva con una ghirlanda, che è un quadro fra i più notevoli, intitolato l'intrecciatrice di ghirlande, da altri la venditrice di ghirlande, perché Glicera col vendere ghirlande aveva vissuto la povertà

L

Lucullo comprò per due talenti una copia di questo quadro, che chiamano apografo Dionisio ad Atene

[126] Pausia fece però anche quadri grandi, come il sacrificio dei buoi ammirato nel portico di Pompeo

Per primo scoprì quella pittura, che poi molti imitarono, nessuno uguagliò

Prima di tutto, volendo che fosse raffigurata la lunghezza di un bue, lo dipinse frontale, non di traverso, e si riconosce ampiamente la mole

[127] Poi, mentre tutti, realizzano con un colore biancheggiante, le parti che vogliono evidenziare, col nero quelle che nascondono, costui fece tutto il bue di un colore scuro e dette corpo all'ombra da questa stessa, certo con una grande arte che mostra nell'uniformità i risalti e nel contrasto tutte le compattezze
Sicyone et hic vitam egit, diuque illa fuit patria picturae

tabulas inde e publico omnes propter aes alienum civitatis addictas Scauri aedilitas Romam transtulit

[128] Post eum eminuit longe ante omnes Euphranor Isthmius olympiade CIIII, idem qui inter fictores dictus est nobis

fecit et colossos et marmorea et typos scalpsit, docilis ac laboriosus ante omnes et in quocumque genere excellens ac sibi aequalis

hic primus videtur expressisse dignitates heroum et usurpasse symmetrian, sed fuit in universitate corporum exilior et capitibus articulisque grandior

[129] volumina quoque composuit de symmetria et coloribus

opera eius sunt equestre proelium, XII dei, Theseus, in quod dixit eundem apud Parrhasium rosa pastum esse, suum vero carne
Anche questo visse a Sicione, e quella fu a lungo la patria della pittura

Poi la carica edile di Scauro trasferì a Roma tutti i quadri dello stato per i debiti accumulati della città

[128] Dopo di lui prevalse lungamente davanti a tutti Eufranore Istimico nella 104° olimpiade, lo stesso che fu citato da noi fra gli scultori

Fece anche statue colossali e opere di marmo e scolpì modelli, versatile ed operoso prima di tutti ed eccellente e conforme a se stesso in ogni genere

Questo per primo sembra aver espresso le dignità degli eroi e aver sfruttato la simmetria, ma fu debole nell'insieme dei corpi e troppo grande nelle teste e negli arti

[129] Compose anche volumi sulla simmetria e i colori

Le sue opere sono una battaglia equestre, 12 dei, Teseo, sul quale disse che quello del Parrasio si era nutrito di rosa, il suo invece di carne
nobilis eius tabula Ephesi est, Ulixes simulata insania bovem cum equo iungens et palliati cogitantes, dux gladium condens

[130] Eodem tempore fuere Cydias, cuius tabulam Argonautas HS CXXXXIIII Hortensius orator mercatus est eique aedem fecit in Tusculano suo, Euphranoris autem discipulus Antidotus

huius est clipeo dimicans Athenis et luctator tubicenque inter pauca laudatus

ipse diligentior quam numerosior et in coloribus severus maxime inclaruit discipulo Nicia Atheniense, qui diligentissime mulieres pinxit

[131] lumen et umbras custodiit atque ut eminerent e tabulis picturae maxime curavit
Splendido è un suo quadro ad Efeso, Ulisse con una pazzia simulata che aggioga un bue con un cavallo e quelli vestiti col pallio che meditano, un comandante che ripone la spada

[130] Nello stesso periodo ci furono Cydia, il cui quadro gli Argonauti l'oratore Ortensio comprò per 144000 sesterzi e per esso fece una sede nella sua a Tuscolo, inoltre Antidoto allievo di Eufranore

Di questo c'è ad Atene uno con lo scudo che combatte e un lottatore e un trombettiere lodato fra pochi

Egli stesso più accurato che più vario e austero nei colori rifulse soprattutto per il discepolo Nicia l'ateniese, che dipinse molto accuratamente le donne

[131] Curò la luce e le ombre e si applicò soprattutto affinchè le figure emergessero dai quadri

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 14, Paragrafi 51-60
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 14, Paragrafi 51-60

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 14, Paragrafi 51-60

operum eius Nemea advecta ex Asia Romam a Silano, quam in curia diximus positam, item Liber pater in Aede Concordiae, Hyacinthus, quem Caesar Augustus delectatus eo secum deportavit Alexandrea capta, et ob id Tiberius Caesar in templo eius dicavit hanc tabulam et Danaen, [132] Ephesi vero est megabyzi, sacerdotis Ephesiae Dianae, sepulchrum, Athenis necyomantea Homeri

hanc vendere Attalo regi noluit talentis LX potiusque patriae suae donavit abundans opibus

fecit et grandes picturas, in quibus sunt Calypso et Io et Andromeda; Alexander quoque in Pompei porticibus praecellens et Calypso sedens huic eidem adscribuntur

[133] quadripedum prosperrime canes expressit

hic est Nicias, de quo dicebat Praxiteles interrogatus, quae maxime opera sua probaret in marmoribus: quibus Nicias manum admovisset; tantum circumlitioni eius tribuebat
Delle sue opere una Nemea portata dall'Asia a Roma da Silano, che abbiamo detto collocata nella curia, anche un padre Libero nel Tempio della Concordia, Giacinto, che Cesare Augusto sedotto da esso, presa Alessandria, portò con sé, e per ciò Tiberio Cesare dedicò nel suo tempio questo quadro e una Danae, [132] invece ad Efeso c'è il sepolcro del megabizo, sacerdote di Diana Efesia, ad Atene un'evocazione dei morti di Omero

Non volle venderlo al re Attalo per 60 talenti e abbondando in ricchezze lo donò piuttosto alla sua patria

Realizzò anche grandi pitture, fra cui ci sono Calypso e Io e Andromeda; sono attribuiti a questo stesso anche un Alessandro che campeggia nei portici di Pompeo e una Calypso che sta seduta

[133] Raffigurò quadrupedi molto egregiamente i cani

Questo è il Nicia, di cui parlava Prassitele interrogato, quali sue opere in marmo soprattutto preferisse: quelle a cui aveva messo mano Nicia; tanto considerava la sua tinteggiatura
non satis discernitur, alium eodem nomine an hunc eundem quidam faciant olympiade CXII

[134] Niciae conparatur et aliquando praefertur Athenion Maronites, Glaucionis Corinthii discipulus, austerior colore et in austeritate iucundior, ut in ipsa pictura eruditio eluceat

pinxit in templo Eleusine phylarchum et Athenis frequentiam, quam vocavere syngenicon, item Achillem virginis habitu occultatum Ulixe deprendente et in una tabula VI signa, quaque maxime inclaruit, agasonem cum equo

quod nisi in iuventa obiisset, nemo compararetur

[135] Sunt nomen et Heraclidi Macedoni

initio naves pinxit captoque Perseo rege Athenas commigravit

ubi eodem tempore erat Metrodorus, pictor idemque philosophus, in utraque scientia magnae auctoritatis

itaque cum L
Non si capisce abbastanza, se alcuni collocano questo stesso nella 112°olimpiade o un altro con lo stesso nome

[134] E' paragonato a Nicia e talvolta è preferito Atenione di Maronea, allievo di Glaucione di Corinto, più austero nel colore e più piacevole nella serietà, cosicchè nella stessa pittura risalta la formazione

Dipinse un filarco nel tempio eleusino e ad Atene un'adunanza, che chiamarono parentela, anche un Achille nascosto in un abito di donna mentre Ulisse lo smaschera e su un solo quadro 6 costellazioni, e rifulse soprattutto per questo, uno stalliere col cavallo

Che se non fosse morto in gioventù, nessuno sarebbe paragonato

[135] Anche per Eraclide il Macedone trovano un nome

All'inizio dipinse navi e catturato il re Perseo emigrò ad Atene

Dove a quel tempo c'era Metrodoro, pittore e lo stesso filosofo, di grande autorità in entrambe le discipline

Perciò, sconfitto Perseo, avendo L

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 13, Paragrafi 72-80
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 13, Paragrafi 72-80

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 13, Paragrafi 72-80

Paulus devicto Perseo petiisset ab Atheniensibus, ut ii sibi quam probatissimum philosophum mitterent ad erudiendos liberos, item pictorem ad triumphum excolendum, Athenienses Metrodorum elegerunt, professi eundem in utroque desiderio praestantissimum, quod ita Paulus quoque iudicavit

[136] Timomachus Byzantius Caesaris dictatoris aetate Aiacem et Mediam pinxit, ab eo in Veneris Genetricis aede positas, LXXX talentis venundatas

talentum Atticum VI taxat M

Varro

Timomachi aeque laudantur Orestes, Iphigenia in Tauris et Lecythion, agilitatis exercitator, cognatio nobilium, palliati, quos dicturos pinxit, alterum stantem, alterum sedentem

praecipue tamen ars ei favisse in Gorgone visa est

[137] Pausiae filius et discipulus Aristolaus e severissimis pictoribus fuit, cuius sunt Epaminondas, Pericles, Media, Virtus, Theseus, imago Atticae plebis, boum immolatio
Paolo chiesto agli Ateniesi, che essi gli mandassero un filosofo quanto più affidabile per istruire i figli, anche un pittore per esaltare nel trionfo, gli Ateniesi scelsero Metrodoro, avendo assicurato quello molto efficiente in entrambe le richieste, cosa che anche Paolo riconobbe tale

[136] Timomaco di Bisanzio al tempo del dittatore Cesare dipinse un Aiace e una Medea, messi da lui nel tempio di Venere Genitrice, venduti per 80 talenti

M

Varrone valuta 6 un talento attico

Di Timomaco sono lodati ugualmente Oreste, Ifigenia fra i Tauri e Lecizione, atleta di agilità, un'adunanza di nobili, uomini col pallio, che dipinse sul punto di parlare, uno che sta in piedi, l'altro che siede

Ma l'arte sembrò averlo favorito specialmente nella Gorgone

[137] Aristolao figlio e discepolo di pausia fu tra i più austeri pittori, di costui sono Epaminonda, Pericle, Medea, la Virtù, Teseo, una raffigurazione della plebe dell'Attica, un sacrificio di buoi
Sunt quibus et Nicophanes, eiusdem Pausiae discipulus, placeat diligentia, quam intellegant soli artifices, alias durus in coloribus et sile multus

nam Socrates iure omnibus placet; tales sunt eius cum Aesculapio filiae Hygia, Aegle, Panacea, Iaso et piger, qui appellatur Ocnos, spartum torquens, quod asellus adrodit

[138] Hactenus indicatis proceribus in utroque genere non silebuntur et primis proximi: Aristoclides, qui pinxit aedem Apollinis Delphis

Antiphilus puero ignem conflante laudatur ac pulchra alias domo splendescente ipsiusque pueri ore, item lanificio, in quo properant omnium mulierum pensa, Ptolemaeo venante, sed nobilissimo Satyro cum pelle pantherina, quem aposcopeuonta appellant, Aristophon Ancaeo vulnerato ab apro cum socia doloris Astypalaea numerosaque tabula, in qua sunt Priamus, Helena, Credulitas, Ulixes, Ceiphobus, Dolus
Ci sono quelli a cui piace anche Nicofane, discepolo dello stesso Pausia, per l'accuratezza, che i soli artisti riconoscono, per il resto duro nei colori ed eccessivo nell'ocra

Infatti Socrate piace giustamente a tutti; di costui sono tali con Esculapio le figlie Igea, Egle, Panacea, Iaso e uno pigro, che è detto Ocno, che torce la fune, che un asinello rode

[138] Indicati fin qui i principali in entrambi i generi non saranno taciuti anche quelli vicini ai primi: Aristoclide, che dipinse il tempio di Apollo a Delfi

Antifilo è lodato per un fanciullo che soffia il fuoco e inoltre per una bella casa che risplende e per il volto del fanciullo stesso, anche per un lanificio, in cui si affrettano i fusi di tutte le donne, per un Tolomeo che caccia, ma per un satiro molto splendido con una pelle di pantera, che intitolano colui che scruta da lontano, Aristofonte per un Anceo ferito da un cinghiale con Astipalea compagna di dolore e per un quadro affollato, in cui ci sono Priamo, Elena, la Credulità, Ulisse, Ceifobo, l'Inganno

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 29, Paragrafi 16-60

[139] Androbius pinxit Scyllum ancoras praecidentem Persicae classis, Artemon Danaen mirantibus eam praedonibus, reginam Stratonicen, Herculem et Deianiram, nobilissimas autem, quae sunt in Octaviae operibus, Herculem ab Oeta monte Doridos exusta mortalitate consensu deorum in caelum euntem, Laomedontis circa Herculem et Neptunum historiam; Alcimachus Dioxippum, qui pancratio Olympiae citra pulveris iactum, quod vocant ἀκονιτι, vicit; Coenus stemmata

[140] Ctesilochus, Apellis discipulus, petulanti pictura innotuit, Iove Liberum parturiente depicto mitrato et muliebriter ingemescente inter obstetricia dearum, Cleon Cadmo, Ctesidemus Oechaliae expugnatione, Laodamia, Ctesicles reginae Stratonices iniuria
[139] Androbio dipinse Scillo che taglia le ancore della flotta persiana, Artemone una Danae con i predoni che la guardano, la regina Stratonice, Ercole e Deianira, ma le più famose, che sono negli edifici di Ottavia, un Ercole che, bruciata la spoglia, va dal monte Eta nella Doride verso il cielo col consenso degli dei, la storia di Laomedonte riguardo ad Ercole e Nettuno; Alcimaco un Dioxippo, che vince nel pancrazio di Olimpia senza il lancio di polvere, cosa che chiamano senza polvere; Ceno (dipinse) genealogie

[140] Ctesiloco, discepolo di Apelle, s'affermò con un dipinto irriverente, con Giove dipinto con la mitra che genera Libero e che geme come una donna fra le levatrici delle dee, Cleone con un Cadmo, Ctesidemo con l'espugnazione di Ecalia, con una Laodamia, Ctesicle con l'affronto alla regina Stratonice
nullo enim honore exceptus ab ea pinxit volutantem cum piscatore, quem reginam amare sermo erat, eamque tabulam in portu Ephesi proposuit, ipse velis raptus

regina tolli vetuit, utriusque similitudine mire expressa

Cratinus comoedos Athenis in pompeo pinxit; Eutychides bigam: regit Victoria

[141] Eudorus scaena spectatur, idem et ex aere signa fecit, Hippys Neptuno et Victoria
Infatti accolto da lei senza alcun onore dipinse lei che s'intrattiene con un pescatore, che era diceria che la regina amasse, e mise quel quadro nel porto di Efeso, partito lui stesso con le vele

La regina vietò che fosse tolto, per la somiglianza dei due mirabilmente riprodotta

Cratino dipinse attori di commedie nel pompeion ad Atene; Eutichide una biga: la Vittoria guida

[141] Eudoro è ammirato per una scena, lo stesso fece anche statue di bronzo, Ippide per un Nettuno e una Vittoria

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 16, Paragrafi 230-241

Habron amicam et Concordiam pinxit et deorum simulacra, Leontiscus Aratum victorem cum tropaeo, psaltriam, Leon Sappho, Nearchus Venerem inter Gratias et Cupidines, Herculem tristem insaniae paenitentia, Nelaces Venerem, ingeniosus et sollers, [142] ime siquidem, cum proelium navale Persarum et Aegyptiorum pinxisset, quod in Nilo [cuius est aqua maris similis] factum volebat intellegi, argumento declaravit quod arte non poterat: asellum enim bibentem in litore pinxit et crocodilum insidiantem ei; [143] Oenias syngenicon, Philiscus officinam pictoris ignem conflante puero, Phalerion Scyllam, Simonides Agatharchum et Mnemosynen, Simus iuvenem requiescentem, officinam fullonis quinquatrus celebrantem, idemque Nemesin egregiam, [144] Theorus se inungentem, idem ab Oreste matrem et Aegisthum interfici, bellumque Iliacum pluribus tabulis, quod est Romae in Philippi poriticibus, et Cassandram, quae est in Concordiae delubro, Leontium Epicuri cogitantem, Demetrium regem, Theon Orestis insaniam, Thamyram citharoedum, Tauriscus discobolum, Clytaemestram, Paniscon, Polynicen regnum repetentem et Capanea Abrone dipinse un'amica e la Concordia e simulacri degli dei, Leontisco un Arato vincitore col trofeo, una suonatrice di cetra, Leone per Saffo, Nearco una Venere fra le Grazie e i Cupidi, un Ercole triste per il rimorso della pazzia, Nelace una Venere, ingegnoso ed abile, [142] se certo, avendo dipinto una battaglia navale dei Persiani e degli Egiziani, poiché voleva che questo fosse compreso avvenuto sul Nilo [la cui acqua è simile a quella del mare], espresse con un accorgimento ciò che non poteva con l'arte: infatti dipinse sulla spiaggia un asinello che beve e un coccodrillo che lo insidia; [143] Enia una parentela, Filisco la bottege di un pitture con un fanciullo che soffia il fuoco, Falerione una Scilla, Simonide Agatarco e Mnemosine, Simo un giovane che riposa, la bottega di un lavandaio che celebra i quinquatri, e lo stesso una notevole Nemesi, [144] Teoro uno che si spalma, lo stesso la madre ed Egisto essere uccisi da Oreste, e con diversi quadri la guerra di Troia, che è a Roma nei portici di Filippo, e una Cassandra, che è nel tempio della Concordia, il Leonzio di Epicuro che pensa, il re Demetrio, Teone la pazzia di Oreste, la citareda Tamira, Taurisco un discobolo, una Clitennestra, un piccolo Pan, un Polinice che rivendica il regno e un Capaneo

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Prefazione

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 45-103

Riassunto su Plinio il Vecchio

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 48 - 56

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100