Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 105-153, pag 3

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 35, Paragrafi 105-153

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 35, Paragrafi 105-153
[145] Non omittetur inter hos insigne exemplum

namque Erigonus, tritor colorum Nealcae pictoris, in tantum ipse profecit, ut celebrem etiam discipulum reliquerit Pasiam, fratrem Aeginetae fictoris

illud vero perquam rarum ac memoria dignum est, suprema opera artificum inperfectasque tabulas, sicut Irim Aristidis, Tyndaridas Nicomachi, Mediam Timomachi et quam diximus Venerem Apellis, in maiore admiratione esse quam perfecta, quippe in iis liniamenta reliqua ipsaeque cogitationes artificum spectantur, atque in lenocinio commendationis dolor est manus, cum id ageret, exstinctae
[145] Non sia tralasciato fra questi un esempio notevole

Infatti Erigono, il trituratore di colori del pittore Nealce, progredì di tanto egli stesso, che lasciò anche un discepolo famoso Pasia, fratello di Egineta lavoratore della creta

Ma questo è alquanto raro e degno di memoria, che le ultime opere degli artisti e i quadri incompleti, come Iride di Aristide, i Tindaridi di Nicomaco, Medea di Timomaco e quella che abbiamo chiamato la Venere di Apelle, sono in un'ammirazione maggiore che quelle ultimate, certo in esse si vedono le restanti tracce e le stesse intenzioni degli artisti, e nell'attrattiva dell'apprezzamento c'è il rammarico della mano spentasi, mentre lo faceva
[146] Sunt etiamnum non ignobiles quidem, in transcursu tamen dicendi Aristocydes, Anaxander, Aristobulus Syrus, Arcesilas, Tisicratis filius, Coroebus, Nicomachi discipulus, Charmantides Euphranoris, Dionysodorus Colophonius, Dicaeogenes, qui cum Demeterio rege vixit, Euthymides, Heraclides Macedo, Milon Soleus, Pyromachi statuarii discipuli, Mnasitheus Sicyonius, Mnasitimus, Aristonidae filius et discipulus, Nessus, Habronis filius, Polemon Alexandrinus, Theodorus Samius et Stadios, Nicosthenis discipuli, Xenon, Neoclis discipulus, Sicyonius

[147] Pinxere et mulieres: Timarete, Miconis filia, Dianam, quae in tabula Ephesi est antiquissimae picturae; Irene, Cratini pictoris filia et discipula, puellam, quae est Eleusine, Calypso, senem et praestigiatorem Theodorum, Alcisthenen saltatorem; Aristarete, Nearchi filia et discipula, Aesculapium

Iaia Cyzicena, perpetua virgo, M
[146] Ce ne sono ancora certo non disprezzabili, ma di un accennarne in breve Aristocide, Anassandro, Aristobulo il sirio, Arcesilao, figlio di Tisicrate, Corebo, discepolo di Nicomaco, Carmantide di Eufranore, Dionisodoro di Colofone, Diceogene, che visse col re Demeterio, Eutimide, Eraclide il macedone, Milone di Soli, discepoli dello scultore Piromaco, Mnasiteo di Sicione, Mnasitimo, figlio e discepolo di Aristonide, Nesso, figlio di Abrone, l'alessandrino Polemone, Teodoro di Samo e Stadio, discepoli di Nicostene, Senone di Sicione, discepolo di Neocle

[147] Anche le donne dipinsero: Timarete, figlia di Micone, una Diana, che è ad Efeso su un quadro di pittura molto antica; Irene, figlia e allieva del pittore Cratino, una fanciulla, che è ad Eleusi, una Calipso, un vecchio e il giocoliere Teodoro, il ballerino Alcistene; Aristarete, figlia e allieva di Nearco, un Esculapio

Iaia di Cizico, eterna nubile, dipinse a Roma nella giovinezza di M
Varronis iuventa Romae et penicillo pinxit et cestro in ebore imagines mulierum maxime et Neapoli anum in grandi tabula, suam quoque imaginem ad speculum

[148] nec ullius velocior in pictura manus fuit, artis vero tantum, ut multum manipretiis antecederet celeberrimos eadem aetate imaginum pictores Sopolim et Dionysium, quorum tabulae pinacothecas inplent

pinxit et quaedam Olympias, de qua hoc solum memoratur, discipulum eius fuisse Autobulum

[149] Encausto pingendi duo fuere antiquitus genera, cera et in ebore cestro, id est vericulo, donec classes pingi coepere

hoc tertium accessit resolutis igni ceris penicillo utendi, quae pictura navibus nec sole nec sale ventisve corrumpitur
Varrone sia col pennello sia col bulino sull'avorio immagini soprattutto di donne e a Napoli una vecchia su un grande quadro, anche una sua immagine attraverso uno specchio

[148] Né ci fu mano di alcuno più veloce in pittura, anche tanto di arte, cosicchè superava di molto per i lavori i pittori di ritratti più famosi in quel periodo Sopoli e Dionisio, i cui quadri riempiono le pinacoteche

Dipinse anche una certa Olimpia, di cui si ricorda questo solo, che Autobulo era stato suo allievo

[149] Due furono i modi dell'antichità di dipingere a encausto, con la cera e sull'avorio col bulino, questo avviene con un piccolo stilo, finché non cominciarono ad essere dipinte le flotte

Questo escogitò un terzo modo di usare il pennello dopo aver sciolto le cere col fuoco, la quale pittura per le navi non è rovinata né dal sole né dal sale né dai venti

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 14, Paragrafi 51-60
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 14, Paragrafi 51-60

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 14, Paragrafi 51-60

[150] Pingunt et vestes in Aegypto, inter pauca mirabili genere, candida vela, postquam attrivere, inlinentes non coloribus, sed colorem sorbentibus medicamentis

hoc cum fecere, non apparet in velis, sed in cortinam pigmenti ferventis mersa post momentum extrahuntur picta

mirumque, cum sit unus in cortina colos, ex illo alius atque alius fit in veste accipientis medicamenti qualitate mutatus, nec postea ablui potest

ita cortina, non dubie confusura colores, si pictos acciperet, digerit ex uno pingitque, dum coquit, et adustae eae vestes firmiores usibus fiunt quam si non urerentur

[151] De pictura satis superque

contexuisse his et plasticen conveniat eiusdem operae terrae
[150] In Egitto dipingono anche le vesti, fra le poche cose di genere straordinario, spalmando le vele candide, dopo che le hanno strofinate, non con i colori, ma con preparati che assorbono il colore

Quando hanno fatto questo, non appare sulle vele, ma immersi in una caldaia di colorante bollente dopo un attimo sono estratti colorati

E strano, essendo uno il colore nella caldaia, da quello un altro e un altro si forma sulla veste cambiato dalla qualità del preparato ricevuto, né dopo può essere lavato

Così la caldaia, senza dubbio destinata a mischiare i colori, se li ricevesse tinti, ricava da uno e tinge, mentre cuoce, e queste vesti bollite diventano più resistenti agli usi che se non fossero riscaldate

[151] Sulla pittura a sufficienza e oltre

Conviene aver collegato a queste cose anche il modellare del lavoro della terra stessa
Fingere ex argilla similitudines Butades Sicyonius figulus primus invenit Corinthi filiae opera, quae capta amore iuventis, abeunte illo peregre, umbram ex facie eius ad lucernam in pariete lineis circumscripsit, quibus pater eius inpressa argilla typum fecit et cum ceteris fictilibus induratum igni proposuit, eumque servatum in Nymphaeo, donec Mummius Corinthum everterit, tradunt

[152] sunt qui in Samo primos omnium plasticen invenisse Rhoecum et Theodorum tradant multo ante Bacchiadas Corintho pulsos, Damaratum vero ex eadem urbe profugum, qui in Etruria Tarquinium regem populi Romani genuit, comitatos fictores Euchira, Diopum, Eugrammum ab iis Italiae traditam plasticen

Butadis inventum est rubricam addere aut ex rubra creta fingere, primusque personas tegularum extremis imbricibus inposuit, quae inter initia prostypa vocavit; postea idem ectypa fecit
Butade un vasaio di Sicione inventò per primo a Corinto di modellare con l'argilla i ritratti per opera della figlia, che presa dall'amore di un giovane, partito quello lontano, circoscrisse l'ombra della sua faccia verso una lucerna sulla parete con linee, con cui suo padre impressa l'argilla ricavò il calco e l'espose al fuoco ad indurire con altre argille, e tramandano quello conservato nel Ninfeo, finchè Mummio non distrusse Cotinto

[152] Ci sono quelli che tramandano che molto prima che i Bacchiadi fossero cacciati da Corinto, Reco e Teodoro a Samo avevano scoperto primi di tutti il modellare, invece che Damarato profugo dalla stessa città, che in Etruria generò Tarquinio re del popolo Romano, compagni gli scultori Euchiro, Diopo, Eugrammo da essi introdotta per l'Italia l'arte di modellare

E' invenzione di Butade aggiungere ocra rossa o modellare con la creta rossa, e per primo mise maschere sugli embrici esterni delle tegole, che chiamò all'inizio bassorilievi; poi egli stesso fece i rilievi

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 13, Paragrafi 72-80

hinc et fastigia templorum orta

propter hunc plastae appellati

[153] Hominis autem imaginem gypso e facie ipsa primus omnium expressit ceraque in eam formam gypsi infusa emendare instituit Lysistratus Sicyonius, frater Lysippi, de quo diximus

hic et similitudines reddere instituit; ante eum quam pulcherrimas facere studebant

idem et de signis effigies exprimere invenit, crevitque res in tantum, ut nulla signa statuaeve sine argilla fierent

quo apparet antiquiorem hanc fuisse scientiam quam fundendi aeris

Da qui nati anche gli ornamenti dei templi

A causa di costui chiamati modellatori

[153] Primo di tutti poi Lisistrato di Sicione, fratello di Lisippo, di cui abbiamo parlato, espresse l'immagine dell'uomo col gesso sulla faccia stessa e incominciò a perfezionare con la cera versata su questa forma di gesso

Costui cominciò anche a rendere le somiglianze; prima di lui s'ingegnavano di farli quanto più belli

Egli stesso inventò ricavare i calchi dalle sculture, e la cosa si diffuse tanto, che non si facevano sculture o statue senza argilla

Da cui appare che questa tecnica era più antica che quella del fondere bronzo

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Prefazione

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 01 - 16

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 45-103

Riassunto su Plinio il Vecchio

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 48 - 56

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 148-162