Quando il Sudan si liberò dal dominio britannico ed egiziano, il nord conquistò il potere e, come in Somalia, i governanti costruirono la loro autorità favorendo chi aveva le loro stesse origini. Questo provocò tensioni con il sud e alla fine una guerra civile pluridecennale, che si è conclusa quando il sud cristiano ha votato quasi all'unanimità per staccarsi e formare il sud Sudan.
A differenza del Somaliland, il sud Sudan è composto da decine di etnie, le cui differenze però sono state ignorate e messe da parte mentre il paese era impegnato a liberarsi dal Sudan settentrionale. In un primo tempo la vita del nuovo Stato è cominciata bene, con i due gruppi etnici più grandi - i dinka e i nuer - uniti al governo. Ma le cose sono presto cambiate: il primo presidente del sud Sudan, un dinka, il suo vicepresidente, un nuer, hanno cominciato a contendersi il controllo esclusivo della regione, ricca di petrolio.
Nessuno dei due ha avuto paura di soffiare sul fuoco delle tensioni etniche per costruire la propria base di sostenitori, bruciando così l'unità nazionale conducendo il paese a una disastrosa guerra civile che ha afflitto il sud Sudan fino al cessato il fuoco del 2020. Il bilancio è: centinaia di migliaia di morti e circa 4 milioni di sfollati. L'instabilità continua, e sono milioni le persone ancora senza casa, che vivono in campi profughi presidiati dalle forze di pace dell'ONU.