Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 11-76, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 11-76

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 17, Paragrafi 11-76
in Syria levem tenui sulco inprimunt vomerem, quia subest saxum exurens aestate semina

[31] iam in quibusdam locis similes aestus inmodici et frigorum effectus

est fertilis Thracia frugum rigore, aestibus Africa et Aegyptus

in Chalcia Rhodiorum insula locus quidam est in tantum fecundus, ut suo tempore satum demetant hordeum sublatumque protinus serant et cum aliis frugibus metant

glareosum oleis solum aptissimum in Venafrano, pinguissimum in Baetica

Pucina vina in saxo cocuntur, Caecubae vites in Pomtinis paludibus madent

tanta est argumentorum ac soli varietas ac differentia

[32] Caesar Vopiscus, cum causam apud censores ageret, campos Rosiae dixit Italiae sumen esse, in quibus perticas pridie relictas gramen operiret, sed non nisi ad pabulum probantur
In Siria imprimono il vomere leggero con un solco sottile, perché sotto c'è un sasso che d'estate brucia i semi

[31] In alcuni luoghi simili gli effetti del caldo eccessivo e dei freddi

La Tracia è ricca di messi per il freddo, l'Africa e l'Egitto per i caldi

A Calcia isola dei Rodiesi c'è un certo luogo di tanto fecondo, che a suo tempo tagliano l'orzo seminato e subito seminano quello raccolto e mietono con gli altri cereali

Nel territorio di Venafro il suolo ghiaioso adattissimo agli ulivi, molto grasso nella Betica

I vini del Pucino vengono maturati su un sasso, le viti del Cecubo trasudano nelle paludi Pontine

Tanta è la varietà e la differenza dei motivi e del suolo

[32] Cesare Vopisco, trattando una causa presso i censori, disse che i campi di Rosia erano il seno d'Italia, nei quali l'erba ricopre le pertiche lasciate il giorno prima, ma non sono apprezzate se non per il pascolo
non tamen indociles natura nos esse voluit, et vitia confessa fecit etiam ubi bona certa non fecerat

quamobrem primum crimina dicemus

[33] Terram amaram sive macram si quis probare velit, demonstrant eius atrae degeneresque herbae, frigidam autem retorride nata, item uliginosam tristia, rubricam oculi argillamque, operi difficillimas quaeque rastros aut vomeres ingentibus glaebis onerent, quamquam non quod operi, hoc et fructui adversum; item e contrario cineraceam et sabulum album

nam sterilis denso callo facile deprehenditur vel uno ictu cuspidis

[34] Cato breviter atque ex suo more vitia determinat: "Terram cariosam cave, neve plaustro neve pecore inpellas"

quid putamus hac appellatione ab eo tantopere reformidari, ut paene vestigiis quoque interdicat
Tuttavia la natura non volle che noi fossimo ignoranti, e rese manifesti i difetti anche dove non aveva creato vantaggi certi

Per cui tratteremo prima i difetti

[33] Se qualcuno vuol riconoscere una terra amara o magra, lo dimostrano le sue erbe nere e cattive, o una fredda le cose nate aridamente, così una umida quelle tristi, ad occhio una rossa ed argillosa, molto difficili per il lavoro queste appesantiscono i rastrelli o i vomeri con grosse zolle, sebbene ciò che (è) contrario al lavoro, questo non (lo è) anche al frutto; così al contrario la cinerina e la sabbia bianca

Infatti la sterile con la supeficie spessa è riconosciuta facilmente anche con un solo colpo di una punta

[34] Catone precisa brevemente e secondo il suo modo i difetti: "Attento alla terra arida, non smuoverla col carro né con il gregge"

Cosa pensiamo su quest'affermazione da aver tanto timore da ciò, che quasi impedisce anche le orme
redigamus ad ligni cariem, et inveniemus illa, quae in tantum abominatur, vitia aridae, fistulosae, scabrae, canescentis, exesae, pumicosae

[35] plus dixit una significatione quam possit ulla copia sermonis enarrari

est enim interpretatione vitiorum quaedam non aetate (quae nulla in ea intellegi potest), sed natura sua anus terra, et ideo infecunda ad omnia atque inbecilla

[36] idem agrum optimum iudicat ab radice montium planitie in meridiem excurrente, qui est totius Italiae situs, terram vero teneram, quae vocetur pulla

erit igitur haec optima et operi et satis

intellegere modo libeat dictam mira significatione teneram, et quidquid optari debet, in eo vocabulo invenietur

[37] illa temperatae ubertatis, illa mollis facilisque culturae, nec madida nec sitiens
Titorniamo all'aridità del legno, e scopriremo quello, che è tanto rifiutato,il difetto di una terra secca, porosa, aspra, biancastra, corrosa, pomicea

[35] Con una frase disse più di quanto possa essere esposto con nessuna abbondanza di discorso

Infatti con l'analisi dei difetti un certo terreno (risulta) vecchio non per l'età (nulla in esso che può essere riconosciuta) ma per la sua natura, e perciò infeconda ed improduttiva rispetto a tutte le cose

[36] Egli stesso ritiene ottimo il campo alla base dei monti nella pianura che volge verso mezzogiorno, che è la disposizione di tutta l'Italia, invero tenera la terra, che è chiamata nera

Dunque questa sarà ottima e per il lavoro e per le piantagioni

Purché si voglia individuare quella detta con espressione notevole tenera, si troverà in questa parola, qualunque cosa debba essere desiderata

[37] Quella (è) di moderata fertilità, quella di tenera e facile coltivazione, né umida né secca

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 221-223
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 221-223

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 221-223

illa post vomerem nitescens, qualem fons ingeniorum Homerus in armis a deo caelatam dixit addiditque miraculum nigrescentis, quamvis fieret ex auro

illa quam recentem exquirunt inprobae alites vomerem comitantes corvique aratoris vestigia ipsa rodentes

reddatur hoc in loco luxuriae quoque sententia et aliqua in propositum certe

[38] Cicero, lux doctrinarum altera, "Meliora,- inquit,- unguenta sunt quae terram, quem quae crocum sapiunt"

hoc enim maluit dixisse quam redolent

ita est profecto, illa erit optima quae unguenta sapiet

[39] quod si admonendi sumus, quales sit terrae odor ille qui quaeritur, contingit saepe etiam quiescente ea sub occasum solis, in quo loco arcus caelestes deiecere capita sua, et cum a siccitate continua immaduit imbre

tunc emittit illum suum halitum divinum ex sole conceptum, cui conparari suavitas nulla possit
Quella splendente dopo l'aratro, come descrisse Omero sorgente degli ingegni cesellata nelle armi dal dio e aggiunse il prodigio di tendere al nero, sebbene fosse di oro

Quella che frugano fresca gli uccelli furbi accompagnando l'aratro e i corvi che beccano le orme stesse dell'aratore

E' ricordata a questo punto anche una sentenza circa il lusso e certo alcune cose in proposito

[38] Cicerone, altro faro di conoscenze, disse: "Sono migliori le essenze che sanno di terra, che quelle di zafferano"

Infatti ha preferito aver detto ciò piuttosto che profumano

E' proprio così, sarà ottima quella che saprà di essenze

[39] Se dobbiamo conoscere ciò, quale sia quell'odore di terra che si cerca, capita spesso anche mentre essa riposa al tramonto del sole, nel luogo in cui l'arcobaleno ha lasciato le sue stremità, e quando s'impregna di pioggia dopo una siccità ininterrotta

Allora emette quel suo alito divino ricevuto dal sole, a cui nessuna dolcezza può essere paragonata
is esse e commota debebit repertusque neminem fallet, ac de terra odor optime iudicabit

tales fere est in novalibus caesa vetere silva, quae consensu laudatur

[40] et in frugibus quidem ferendis eadem terra utilior intellegitur, quotiens intermissa cultura quievit, quod in vineis non fit, eoque est diligentius eligenda, ne vera existat opinio eorum, qui iam Italiae terram existimavere lassam

[41] operis quidem facilitas in aliis generibus constat et caelo, nec potest arari post imbres aliqua, ubertatis vitio lentescens

contra in Byzacio Africae illum centena quinquagena fruge fertilem campum nullis, cum siccum est, arabilem tauris, post imbres vili asello et a parte altera iugi anu vomerem trahente vidimus scindi
Questo dovrà pervenire dalla terra mossa e riconosciuto non ingannerà nessuno, e l'odore darà ottimamente un giudizio sulla terra

E' quasi simile fra i maggesi dopo che è stato tagliato un vecchio bosco, che è lodato con consenso generale

[40] E nel produrre i cereali certo la terra stessa è ritenuta più utile, ogni volta che ha riposato avendo interrotto la coltura, il che non accade nelle vigne, e tanto più diligentemente bisogna scegliere, affinché non risulti vera l'opinione di quelli, che ritennero ormai stanco il terreno dell'Italia

[41] Certo la facilità del lavoro in altri generi dipende anche dal clima, né alcuna può essere arata dopo le piogge, essendo appiccicosa per eccesso di fertilità

Al contrario nella Bizacene d'Africa abbiamo visto quel terreno fertile con (proporzione di) centocinquanta di prodotto a uno, quando è secco, arabile con i tori, dopo le piogge essere spaccato da un umile asinello e dall'altra parte del giogo da una vecchia che tirava l'aratro

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 117-136
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 117-136

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 117-136

terram enim terra emendandi, ut aliqui praecipiunt, super tenuem pingui iniecta aut gracili bibulaque super umidam ac praepinguem, dementia operae est

quid potest sperare qui colit talem

[42] Alia est ratio, quam Britanniae et Galliae invenere, alendi eam ipsa, genusque, quod vocant margam

spissior ubertas in ea intellegitur et quidam terrae adipes ac velut glandia in corporibus, ibi densante se pinguitudinis nucleo

non omisere et hoc Graeci, quid enim intemptatum illis

, leucargillon vocant candidam argillam, qua in Megarico agro utuntur, sed tantum in umida frigidaque terra

[43] illam Gallias Britanniasque locupletantem cum cura dici convenit

Duo genera fuerant, plura nuper exerceri coepta proficientibus ingeniis

est enim alba, rufa, columbina, argillacea, tofacea, harenacea
Infatti è una follia di lavoro di ricoprire la terra con la terra, come sostengono alcuni, dopo aver gettato quella grassa su una magra o una sottile e assetata su una umida e molto grassa

Cosa può sperare chi coltiva tale terra

[42] C'è un altro metodo, che hanno scoperto le Britannie e le Gallie, di nutrirla con la stessa (terra), e un genere, che chiamano marga

Si nota una fertilità più accentuata in essa e certi grassi del terreno come le ghiandole nei corpi, addensandosi qui il nucleo del grasso

I Greci non hanno tralasciato neanche questo, infatti cosa non sperimentato da loro

, chiamano leucargillo l'argilla bianca, che usano nel territorio di Megara, ma solo nel terreno unido e fresco

[43] Conviene che quella (terra) che fa ricche le Gallie e le Britannie sia descritta con cura

C'erano state due qualità, da poco cominciate ad essere utilizzate diverse per gli ingegni che progrediscono

Infatti c'è la bianca, la rossa, la colombina, l'argillosa, la tufacea, la sabbiosa
natura duplex, aspera aut pinguis; experimenta utriusque in manu

usus aeque geminus, ut fruges tantum alant aut eaedem et pabulum

[44] fruges alit tofacea albaque, si inter fontes reperta est, ad infinitum fertilis, verum aspera tractatu; si nimia iniecta est, exurit solum

proxima est rufa, quae vocatur acaunumarga, intermixto lapide terrae minutae, harenosae

lapis contunditur in ipso campo, primisque annis stipula difficulter caeditur propter lapides; inpendio tamen minima levitate dimidio minoris, quam ceterae, invehitur

inspergitur rara; sale eam misceri putant

utrumque hoc genus semel iniectum in L annos valet et frugum et pabuli ubertate

[45] Quae pingues esse sentiuntur, ex his praecipua alba

plura eius genera: mordacissimum quod supra diximus

alterum genus albae creta argentaria est
Duplice la natura, scabra o grassa; le sperimentazioni di entrambe al tatto

Parimenti i due usi, per nutrire solo i cereali o gli stessi e il foraggio

[44] La tufacea e la bianca nutre i cereali, infinitamente fertile, se è trovata fra sorgenti, ma aspra a toccarsi; se è troppo estesa, brucia il suolo

Successiva è la rossa, che è detta acaunomarga, con pietra mista a terreno sottile, sabbioso

La pietra è frantumata nel campo stesso, e nei primi anni la stoppia è tagliata con difficoltà a causa delle pietre; tuttavia per il minimo peso è trasportata con un prezzo minore di metà, delle altre

Viene sparsa rada; ritengono che essa sia mescolata col sale

Entrambe queste varietà sparse durano per 50 anni con la fertilità sia di cereali sia del pascolo

[45] Fra queste che sono riconosciute essere grasse, particolare la bianca

Di essa diversi tipi: ila più aspro quello che abbiamo citato sopra

L'altro tipo della bianca è la creta argentaria

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 24, Paragrafi 01-10
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 24, Paragrafi 01-10

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 24, Paragrafi 01-10

petitur ex alto, in centenos pedes actis plerumque puteis, ore angusto, intus, ut in metallis, spatiante vena

hac maxime Britannia utitur

durat annis LXXX, neque est exemplum ullius, qui bis in vita hanc eidem iniecerit

[46] tertium genus candidae glisomargam vocant

est autem creta fullonia mixta pingui terra, pabuli quam frugum fertilior, ita ut messe sublata ante sementem alteram laetissimum secetur

dum fruges, nullum aliud gramen emittit

durat XXX annis

densior iusto Signini modo strangulat solum

columbinam Galliae suo nomine eglecopalam appellant

glaebis excitatur lapidum modo, sole et gelatione ita solvitur, ut tenuissimas bratteas faciat

haec ex aequo fertilis

[47] harenacea utuntur, si alia non sit; in uliginosis vero, et si alia sit
Viene cercata in profondità, per lo più con pozzi scavati di cento piedi, con un'imboccatura stretta, come nelle miniere, con un filone che si allarga all'interno

Soprattutto la Britannia fa uso di questa

Dura 80 anni, e non c'è esempio di alcuno, che l'abbia cosparsa allo stesso (terreno) due volte nella vita

[46] Chiamano il terzo tipo della bianca glisomarga

E' quindi una creta lavandaia mista a terreno grasso, più abbondante di pascolo che di messi, cosicché fatta la mietitura prima dell'altra semina viene tagliato molto abbondante

Mentre produce cereali, nessun'altra erba

Dura per 30 anni

Più abbondante del giusto soffoca il suolo al modo della terra di Signa

Le gallie con un loro vocabolo chiamano la columbina eglecopala

Viene estratta in blocchi al modo delle pietre, è frantumata dal sole e dalla gelata, cosicché forma placche molto sottili

Questa ugualmente fertile

[47] Fanno uso della sabbiosa, se non c'è un'altra; ma in quelli umidi, anche se c'è un'altra
Ubios gentium solos novimus, qui fertilissimum agrum colentes quacumque terra infra pedes tres effossa et pedali crassitudine iniecta laetificent

sed ea non diutius annis X prodest

Aedui et Pictones calce uberrimos fecere agros, quae sane et oleis vitibusque utilissima reperitur

[48] omnis autem marga arato inicienda est, ut medicamentum rapiatur, et fimi desiderat quantulumcumque, primo plus aspera et quae in herbas non effunditur; alioquin novitate quaecumque fuerit solum laedet, ne sic quidem primo anno fertilis

interest et quali solo quaeratur

sicca enim umido melior, arido pinguis

temperato alterutra, creta vel columbina, convenit

[49] Transpadanis cineris usus adeo placet, ut anteponant fimo iumentorumque, quod levissimum est, ob id exurant
Abbiamo saputo che gli Ubii i soli popoli, che coltivando un terreno fertilissimo lo ristorano con una qualunque terra scavata entro tre piedi e gettata con lo spessore di un piede

Ma questa non giova più a lungo di 10 anni

Edui e Pittoni resero i campi molto fertili con la calce, che è trovata certamente molto utile anche per gli ulivi e le viti

[48] Ogni marga poi dev'essere stesa dopo avere arato, affinché il rimedio sia assorbito, e richiede una parte tanto piccola di concime, dapprima più aspra e che non si spande fra le erbe; diversamente di qualunque tipo sia stata danneggerà il suolo per la novità, e perciò nemmeno fertile nel primo anno

Interessa anche per quale suolo sia ricercata

Infatti secca migliore per uno umido, grassa per uno arido

Ad uno temperato conviene entrambe, la creta o la colombina

[49] Ai Transpadani l'uso della cenere piace tanto, che l'antepongono al concime e per questo bruciano quello dei giumenti, che è molto leggero

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 07, Paragrafi 191 - 203

utroque tamen pariter non utuntur in eodem arvo, nec in arbustis cinere nec quasdam ad fruges, ut dicemus

sunt qui pulvere quoque uvas ali iudicent pubescentesque pulverent et vitium arborumque radicibus adspergant

quod certum est, Narbonensi provinciae et vindemias circius sic coquit, plusque pulvis ibi quam sol confert

[50] Fimi plures differentiae, ipsa res antiqua

iam apud Homerum regius senex agrum ita laetificans suis manibus reperitur

Augeas rex in Graecia excogitasse traditur, divulgasse vero Hercules in Italia, quae regi suo Stercuto Fauni filio ob hoc inventum inmortalitatem tribuit

M

Varro principatum dat turdorum fimo ex aviariis, quod etiam pabulo boum suumque magnificat neque alio cibo celerius pinguescere adseverat
Tuttavia non usano ugualmente entrambi nello stesso campo, né la cenere fra gli arbusti né per certi cereali, come diremo

Ci sono quelli che ritengono che anche le uve siano nutrite di polvere e mentre crescono le impolverano e ne cospargono sulle radici delle viti e degli alberi

Questo è certo, il vento della provincia narbonese matura così anche le vendemmie, e qui la polvere si addice più del sole

[50] Molte le differenze del concime, antica la sostanza stessa

Già in Omero si trova un vecchio re che concima così il campo con le sue mani

Il re Augea è tramandato averlo scoperto in Grecia, ma averlo divulgato Ercole in Italia, che per questa invenzione al suo re Stercuto figlio di Fauno assegnò l'immortalità

M

Varrone attribuisce il migliore al letame dei tordi nelle voliere, esalta questo anche per il pascolo dei buoi e dei maiali ed afferma non ingrassare più velocemente con un altro cibo

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