Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 11-76, pag 4

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 11-76

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 17, Paragrafi 11-76
sit ergo siccum sucosumque, bipalio subactum, advenis hospitale et quam simillimum terrae ei, in quam transferendae sint, ante omnia elapidatum munitumque ab incursu etiam gallinacei generis, quam minime rimosum, ne penetrans sol exurat fibras

[70] intervallo sesquipedum seri, nam si inter se contingant, praeter alia vitia etiam verminosa fiunt, sariri convenit saepius herbasque evelli, praeterea semina ipsa fruticantia supputare ac falcem pati consuescere

[71] Cato et furcis crates inponi iubet altitudine hominis ad solem recipiendum atque integi culmo ad frigora arcenda

sic pirorum malorumque semina nutriri, sic pineas nuces, sic cupressos semine satas et ipsas
Sia dunque secco e umido, lavorato con la vanga, ospitale per le piante straniere e quanto più simile a quella terra, in cui debbano essere trasferite, innanzitutto ripulito delle pietre e protetto dall'assalto anche della specie gallinacea, spaccato il meno possibile, affinché il sole penetrando non bruci le fibre

[70] Conviene essere piantate ad un intervallo di un piede e mezzo, infatti se si toccano fra loro, oltre agli altri difetti diventano anche piene di vermi, essere sarchiate più spesso e che le erbe siano strappate, inoltre potare quegli stessi semi che germogliano e abituare a sopportare la falce

[71] Catone consiglia che siano messi anche graticci sui forconi ad altezza d'uomo per ricevere il sole e che siano coperti con paglia per ripararsi dai freddi

Che così sono nutriti i semi dei peri e dei meli, così le pigne, così i cipressi piantati anch'essi col seme
[72] minimis id granis constat, vix ut perspici quaedam possint, non omittendo naturae miraculo e tam parvo gigni arbores, tanto maiore tritici et hordei grano, ne quis fabam reputet

quid simile origini suae habent malorum pirorumque semina

his principiis respuentem securis materiem nasci, indomita ponderibus inmensis prela, arbores velis, turribus murisque inpellendis arietes

haec est naturae vis, haec potentia

super omnia erit e lacrima nasci aliquid, ut suo loco dicemus

[73] Ergo e cupresso femina, mas enim, ut diximus, non gignit, pilulae collectae quibus docui mensibus siccantur sole, ruptaeque emittunt semen formicis mire expetitum, ampliato etiam miraculo tantuli animalis cibo absumi natalem tantarum arborum
[72] Questo risulta di grani piccolissimi, cosicché alcuni a stento possono essere visti, non trascurando il miracolo della natura che da una cosa tanto piccola nascono alberi, mentre tanto più grande il granello del frumento e dell'orzo, e qualcuno non consideri la fava

Cosa hanno di simile alla loro origine i semi dei meli e dei peri

Da questi elementi nascere un legno che respinge la scure, torchi resistenti a grandi pesi, alberi per le vele, arieti per abbattere torri e mura

Questa è la forza della natura, questa la potenza

Sopra tutte le cose ci sarà che da una lacrima nasce qualcosa, come diremo a suo luogo

[73] Dunque le pallottole raccolte dal cipresso femmina, infatti il maschio, come abbiamo detto, non produce, nei mesi che ho indicato vengono seccate col sole, e spezzate emettono il seme ricercato particolarmente dalla formiche, anche più grande il prodigio che l'origine di alberi tanto grandi sia presa come cibo di un animale tanto piccolo
seritur Aprili mense, area aequata cylindris aut volviculis, densum, terraque cribris superincernitur pollicis crassitudine

[74] contra maius pondus attollere se non valet torqueturque sub terra

ob hoc et pavitur vestigiis

leniter rigatur a solis occasu in trinis diebus, ut aequaliter bibat, donec erumpant

differuntur post annum dodrantali filo, custodita temperie, ut viridi caelo serantur ac sine aura

mirumque dictu, periculum eo tantum die est, si roravit quantulumcumque imbris, aut si adflavit

de reliquo tutae sunt perpetua securitate aquasque postea odere

[75] et zizipha grano seruntur Aprili mense

tubures melius inseruntur in pruno silvestri et malo cotoneo et in calabrice

ea est spina silvestris; quaecumque optime et myxas recipit; utiliter et sorbos
Viene piantato fitto nel mese di Aprile, in una zona livellata con cilidri o rulli, e con i setacci viene gettata sopra terra con lo strato di un pollice

[74] Non riesce a sollevarsi contro un peso maggiore e si torce sotto terra

Per questo viene battuto anche con i piedi

È annaffiato leggermente al tramonto del sole ogni tre giorni, affinché beva regolarmente, finché fuoriescono

Sono trapiantati dopo un anno con una striscia alta nove pollici, riparata dal clima, affinché siano piantate col cielo sereno e senza vento

E strano a dirsi, c'è pericolo solo quel giorno, se si è bagnato di pioggia per quanto poca, o se c'è stato vento

Per il resto sono sicure con una tranquillità continua e in seguto odiano le acque

[75] Anche le giuggiole sono piantate col seme nel mese di Aprile

I lazzeruoli s'innestano meglio sul pruno selvatico e sul melo cotogno e sulla calabrice

Questo è uno spino selvatico; ciascuno accetta ottimamente anche le prugne myxae; vantaggiosamente anche i sorbi

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Plantas ex seminario transferre in aliud, priusquam suo loco ponantur, operose praecipi arbitror, licet translatione folia latiora fieri spondeant

[76] Ulmorum, priusquam foliis vestiantur, samara colligenda est circa Martias kalendas, cum flavescere incipit

dein, biduo in umbra siccata, serenda densa in refracto, terra super minuta incribrata crassitudine, qua in cupressis

pluviae si non adiuvent, rigandum

differendae ex arearum venis post annum in ulmaria intervallo pedali in quamque partem

Ritengo essere faticosamente suggerito di trasferire le piante da un vivaio ad un altro, prima che siano deposte nel loro luogo, sebbene garantiscano che le foglie diventino più larghe col trapianto

[76] La samara degli olmi va raccolta intorno alle calende di Marzo, prima che siano ricoperti di foglie, quando comincia ad imbiondire

Poi, seccata per due giorni all'ombra, va seminata fitta nel terreno smosso, con terra setacciata molto sminuzzata con lo spessore, come nei cipressi

Se le piogge non aiutano, bisogna irrigare

Dopo un anno bisogna trapiantarle dai filari dei campi negli olmeti con la distanza di un piede in qualunque direzione

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