Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 16 - 20, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 16 - 20

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 36; 16 - 20
Macedonico bello inexsuperabilior saltus ad amnem Aoum fuit quam hic; quippe portae sunt hae, et unus inter duo maria clausis omnibus velut naturalis transitus est; munitiones et locis opportunioribus tunc fuerunt et validiores impositae; exercitus hostium ille et numero maior et militum genere aliquanto melior; quippe illic Macedones Thracesque et Illyrii erant, ferocissimae omnes gentes, hic Syri et Asiatici Graeci sunt, vilissima genera hominum et servituti nata; rex ille bellicosissimus et exercitatus iam inde ab iuventa finitimis Thracum atque Illyriorum et circa omnium accolarum bellis, hic, ut aliam omnem vitam sileam, is est, qui cum ad inferendum populo Romano bellum ex Asia in Europam transisset, nihil memorabilius toto tempore hibernorum gesserit, quam quod amoris causa ex domo privata et obscuri etiam inter popularis generis uxorem duxit, et novus maritus, uvlut saginatus nuptialibus cenis, ad pugnam processit Nella guerra Macedonica cera un passaggio per giungere al fiume Aoo difficile a superare più di questo, perché queste sono le porte, lunico passaggio si può dire naturale da un mare allaltro, mentre tutti gli altri sono chiusi; allora cerano fortificazioni più solide e collocate in luoghi più opportuni; quello era un esercito di nemici superiore per quantità e un pò migliore per qualità di uomini:là erano Macedoni, Traci e Illiri, tutte genti molto guerriere, qui ci sono Siri e Greci Asiatici, gente di nessun conto e nata per la servitù; quello era un re guerriero e esercitato fin da giovane nelle guerre coi vicini, Traci e Illiri e tutti i popoli confinanti allintorno: questo, a parte tutto il suo passato, è uno che, venuto dallAsia in Europa per portare guerra al popolo romano, in tutta la durata dellinverno non ha saputo compiere gesta più memorabili che sposare per amore una di famiglia borghese, anzi sconosciuta anche fra il popolo, e così si è fatto avanti a combattere, lo sposo novello iiupinguato nei banchetti nuziali
Summa virium speique eius in Aetolis fuit, gente vanissima et ingratissima, ut vos prius experti estis, nunc Antiochus experitur Tutte le sue forze e le sue speranze si fondavano sugli Etoli, gente quanto mai volubile e ingrata, come voi avete sperimentato prima, e sperimenta ora Antioco
Nam nec venerunt frequentes, nec contineri in castris potuerunt, et in seditione ipsi inter sese sunt, et, cum Hypatam tuendam Heracleamque depoposcissent, neutram tutati refugerunt in iuga montium, pars Heracleae incluserunt sese Infatti né sono venuti in gran numero, nè hanno saputo starsene quieti nel loro accampamento, ma sono in discordia anche fra loro, e dopo aver chiesto a gran voce di poter difendere Ipata ed Era-dea, senza proteggere nè luna né laltra, se ne sono fuggiti sulle vette dei monti, mentre una parte si rinchiudeva a Eraclea

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Livio, Ab urbe condita: Libro 36; 26 - 30
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 36; 26 - 30

Rex ipse confessus nusquam aequo campo non modo congredi se ad pugnam audere, sed ne castra quidem in aperto ponere, relicta omni ante se regione ea, quam se nobis ac Philippo ademisse gloriabatur, condidit se intra rupes, ne ante fauces quidem saltus, ut quondam Lacedaemonios fama est, sed intra penitus retractis castris; quod quantum interest ad timorem ostendendum, an muris urbis alicuius obsidendum sese incluserit Il re poi, sgombrata tutta la zona davanti a lui, che si vantava di aver tolta a Filippo e a noi, è andato a chiudersi tra le roccie, e neppure allimbocco del passo, come si rac quide conta un tempo degli Spartani, ma ritirando ben addentro laccampamento: venendo così a confessare da sé che in nessun caso egli aveva il coraggio non solo di scontrarsi in campo aperto, ma neppure accamparsi in posizioni scoperte: e che differenza cè, per far capire il proprio timore, se uno fa questo o si fin u tana per farsi assediare fra le mura di una città
Sed neque Antiochum tuebuntur angustiae, nec Aetolos vertices illi, quos ceperunt che le strette gole non proteggeranno Antioco, nè le cime occupate gli Etoli

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 39; 01 - 05

Satis undique provisum atque praecautum est, ne quid aduersus vos in pugna praeter hostis esset Siamo stati previdenti sotto ogni aspetto e si sono prese tutte le misure perché non aveste a che fare altro che col nemico
Illud proponere animo vestro debetis, non vos pro Graeciae libertate tantum dimicare, quamquam is quoque egregius titulus esset, liberatam a Philippo ante nunc ab Aetolis et ab Antiocho liberare, neque ea tantum in praemium vestrum cessura, quae nunc in regiis castris sunt, sed illum quoque omnem apparatum, qui in dies ab Epheso expectatur, praedae futurum, Asiam deinde Syriamque et omnia usque ad ortum solis ditissima regna Romano imperio aperturos Questo dovete avere ben presente, che voi non combattete soltanto per la libertà della Grecia; per quanto anche questo sarebbe già un titolo nobile, liberare ora dagli Etoli e da Antioco la terra che è stata prima sottratta a Filippo; e non avrete in premio solo ciò che ora si trova nel laccampamento del re, ma anche tutte le forniture che egli aspetta da Efeso di giorno in giorno saranno oggetto di preda, e poi ancora aprirete allimpero romano le vie dellAsia e della Siria e tutti i regni ricchissimi fino ai luoghi ove sorge il sole

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Quid deinde aberit, quin ab Gadibus ad mare rubrum Oceano finis terminemus, qui orbem terrarum amplexu finit, et omne humanum genus secundum deos nomen Romanum veneretur Che cosa mancherà allora perché da Cadice al mar Rosso noi segniamo i nostri confini con lOceano che abbraccia e limita il mondo, e lumanità veneri dopo gli dèi il nome di Roma
In haec tanta praemia dignos parate animos, ut crastino die bene iuuantibus diis acie decernamus Preparate degnamente lo spirito a questi premi così grandi, perché domani, col favore degli dèi, possiamo misurarci in una battaglia decisiva

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' [18] Ab hac contione dimissi milites, priusquam corpora curarent, arma telaque parant [18] Congedati con questo discorso, i soldati, prima di ristorarsi fisicamente, preparano le armi di difesa e di offesa

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