In hoc legato uestro--dant enim animum ad loquendum libere ultimae miseriae--nec hominis quicquam est, patres conscripti, praeter figuram et speciem neque Romani ciuis praeter habitum uestitumque et sonum Latinae linguae; pestis ac belua immanis, quales fretum quondam quo ab Sicilia diuidimur ad perniciem nauigantium circumsedisse fabulae ferunt | Poiché le nostre supreme sventure ci danno il coraggio di parlare liberamente, vi dirò che in quel vostro ufficiale, o senatori, non vi è nulla di umano, al di fuori della conformazione e dell'aspetto, nulla che riveli il cittadino romano al di fuori del portamento, dell'abito e dell'eloquio latino: egli è una bestia feroce e mostruosa, simile a quei mostri che la leggenda racconta che un tempo si siano posti intorno allo stretto che ci divide dalla Sicilia, per decimare i naviganti |
Ac si scelus libidinemque et auaritiam solus ipse exercere in socios uestros satis haberet, unam profundam quidem uoraginem tamen patientia nostra expleremus: nunc omnes centuriones militesque uestros--adeo in promiscuo licentiam atque improbitatem esse uoluit--Pleminios fecit | Se si fosse accontentato di sfogare lui solo la sua crudeltà e la sua cupidigia contro i vostri alleati, la nostra rassegnazione avrebbe, tuttavia, potuto colmare unabisso per quanto profondo; ora, invece, Pleminio ha fatto sì che tutti i vostri centurioni e soldati divenissero altrettanti Plemini, a tal punto volle che tutti fossero eguali nella cattiveria più dissoluta |
Omnes rapiunt, spoliant, uerberant, uolnerant, occidunt; constuprant matronas, uirgines, ingenuos raptos ex complexu parentium | Tutti quanti fanno rapine, spogliazioni, bastonature, ferite, assassini; violentano matrone e vergini, po nostri figli e le nostre donne, portano via figli di uomini liberi dalle braccia dei genitori |
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 32; 21 - 40
Cottidie capitur urbs nostra, cottidie diripitur; dies noctesque omnia passim mulierum puerorumque qui rapiuntur atque asportantur ploratibus sonant | Ogni giorno la nostra città è presa e saccheggiata; giorno e notte tutti i luoghi risuonano qua e là dei pianti delle donne e dei fanciulli che sono afferrati e condotti a forza via |
Miretur qui sciat, quomodo aut nos ad patiendum sufficiamus aut illos qui faciunt nondum tantarum iniuriarum satietas ceperit | Si stupirebbe a ragione chi sapesse come mai da una parte noi abbiamo tanta forza di adattamento, mentre dall'altra parte quelli che operano tante infamie non ne abbiano ancora la nausea |
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Neque ego exsequi possum nec uobis operae est audire singula quae passi sumus: communiter omnia amplectar ; nego domum ullam Locris, nego quemquam hominem expertem iniuriae esse; nego ullum genus sceleris, libidinis, auaritiae superesse quod in ullo qui pati potuerit praetermissum sit | Né io posso riferire tutti i particolari di questo stato di cose, né a voi interessa molto sapere quello che ciascuno di noi ha patito; riassumerò, pertanto, la situazione dicendo che in Locri non v'è alcuna casa né alcun abitante a cui sia stato risparmiato un oltraggio; che non è rimasta alcuna forma di crudeltà, di libidine, di cupidigia a cui non sia stato sottoposto qualcuno che avesse la forza di soffrirla |
Vix ratio iniri potest uter casus ciuitati sit detestabilior, cum hostes bello urbem cepere an cum exitiabilis tyrannus ui atque armis oppressit | Non è facile stabilire se per una città sia sciagura più deprecabile l'essere occupata dai nemici con un'azione di guerra, oppure subire l'oppressione armata e violenta di un tiranno detestabile |
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Omnia quae captae urbes patiuntur passi sumus et cum maxime patimur, patres conscripti; omnia quae crudelissimi atque importunissimi tyranni scelera in oppressos ciues edunt Pleminius in nos liberosque nostros et coniuges edidit | Noi abbiamo sofferto tutto quanto possono subire le città occupate dal nemico ed ancor più oggi lo subiamo, o senatori; tutti quei delitti, che nella loro sfrenata crudeltà i despoti commettono contro i cittadini oppressi, Pleminio li ha commessi contro di noi, i nostri figli e le nostre donne |