Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 50 - 51

Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 50 - 51

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 50 - 51
[50] Nero ea nocte quae secuta est pugnam citatiore quam inde uenerat agmine, die sexto ad statiua sua atque ad hostem peruenit [50] Nerone nella notte seguente alla battaglia si mosse con una velocità più intensa di quella con la quale era giunto e sei giorni dopo pervenne al suo accampamento vicino adAnnibale
Iter eius frequentia minore--nemo enim praecesserat nuntius--laetitia uero tanta uix ut compotes mentium prae gaudio essent celebratum est Al suo passaggio fu ricevuto da un numero inferiore di persone, perché non si era fatto anticipare da alcun messo; nondimeno, fu così sfrenata la felicità di chi gli andavano incontro che a stento pareva che la gente potesse conservare il controllo di sé
Nam Romae neuter animi habitus satis dici enarrarique potest, nec quo incerta exspectatione euentus civitas fuerat nec quo victoriae famam accepit Non è possibile dire e raccontare quale fu in Roma lo stato d'animo ed il comportamento dei cittadini nonché lansiosa attesa di eventi e il modo col quale i Romani accolsero la notizia della vincita

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Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 11 - 14
Livio, Ab urbe condita: Libro 34; 11 - 14

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 34; 11 - 14

Nunquam per omnes dies ex quo Claudium consulem profectum fama attulit ab orto sole ad occidentem aut senator quisquam a curia atque ab magistratibus abscessit aut populus e foro; matronae quia nihil in ipsis opis erat in preces obtestationesque versae per omnia delubra uagae suppliciis uotisque fatigare deos Per tutti i giorni, dopo che si ebbe udito che il console Claudio era partito, dall'alba al tramonto nessun senatore lasciò mai né la Curia né la sua carica, né mai la gente si mosse dal Foro; le matrone, non avendo alcuna probabilità di azione, pregarono ed invocarono, andando da un tempio all'altro e non dando pausa agli dei con le loro preghiere e i loro impegni
Tam sollicitae ac suspensae civitati fama incerta primo accidit duos Narnienses equites in castra quae in faucibus Umbriae opposita erant uenisse ex proelio nuntiantes caesos hostes Mentre la città era sospesa in preda all'inquietudine, si sparse prima la notizia insicura che due cavalieri di Narnia erano giunti dalla battaglia nell'accampamento posto all'ingresso della stretta che si apre sull'Umbria ed avevano narrato che il nemico era stato annientato

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Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 21-30
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 21-30

Et primo magis auribus quam animis id acceptum erat, ut maius laetiusque quam quod mente capere aut satis credere possent; et ipsa celeritas fidem impediebat quod biduo ante pugnatum dicebatur Prima la notizia fu accolta più con le orecchie che con l'animo, poiché pareva troppo grande e troppo bella per essere ideata o per poter essere creduta; la stessa velocità con la quale tale notizia era giunta, impediva che le si desse fede, poiché si diceva che la battaglia era accaduta appena due giorni prima
Litterae deinde ab L Manlio Acidino missae ex castris adferuntur de Narniensium equitum aduentu Subito dopo una lettera giunta dall'accampamento da parte di L Manlio Acidino, informava dell'arrivo dei cavalieri di Narnia

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Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 13 -14
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 13 -14

Hae litterae per forum ad tribunal praetoris latae senatum curia exciuerunt; tantoque certamine ac tumultu populi ad fores curiae concursum est ut adire nuntius non posset, sed traheretur a percontantibus uociferantibusque ut in rostris prius quam in senatu litterae recitarentur Questa lettera, portata attraverso il Foro al tribunale del pretore, fece uscire i senatori dalla Curia; il popolo allora si riempì alle porte della Curia con simile selvaggio sommossa, che il inviato non potendo entrare fu trascinato dalla folla di quelli che a gran voce domandavano che la lettera fosse letta in pubblico, prima sui rostri che in senato
tandem summoti et coerciti a magistratibus, dispensarique laetitia inter impotentes eius animos potuit Alla fine, quando la folla fu mandata via e trattenuta dai giudici, la gioia poté essere divisa tra coloro il cui animo era incapace di trattenerla

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Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 07 - 08
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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 07 - 08

In senatu primum, deinde in contione litterae recitatae sunt; et pro cuiusque ingenio aliis iam certum gaudium, aliis nulla ante futura fides erat quam legatos consulumue litteras audissent Prima in senato, poi nell'assemblea del popolo, fu letto la notizia e, secondo la diversità dei caratteri, alcuni ne trassero motivo di gioia leale, altri, invece, non si sentirono di dare fede assoluta alla notizia, prima di averla capita dai messaggeri e dalle lettere dei consoli

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