Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 35 - 37

Livio, Ab urbe condita: Libro 27; 35 - 37

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 27; 35 - 37

[35] Post diem tertium eius diei praetorum comitia habita [35] Tre giorni dopo si tennero i comizi per nominare i pretori
Praetores creati L Porcius Licinus C Mamilius C et A Hostilii Catones Furono scelti L Porcio Licino, C Mamilio, Caio e Aulo Ostilio Catone
Comitiis perfectis ludisque factis dictator et magister equitum magistratu abierunt Concluse le adunanze e onorati i ludi, il tiranno e il suo maestro della cavalleria si dimisero dal loro grado

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Livio, Ab urbe condita: Libro 02; 48 - 65
Livio, Ab urbe condita: Libro 02; 48 - 65

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02; 48 - 65

C Terentius Varro in Etruriam pro praetore missus ut ex ea provincia C Hostilius Tarentum ad eum exercitum iret quem T Quinctius consul habuerat; et L Manlius trans mare legatus iret viseretque quae res ibi gererentur; simul quod Olympiae ludicrum ea aestate futurum erat quod maximo coetu Graeciae celebraretur, ut si tuto per hostem posset adiret id concilium ut qui Siculi bello ibi profugi aut Tarentini cves relegati ab Hannibale essent, domos redirent scirentque sua omnia iis quae ante bellum habuissent reddere populum Romanum C Terenzio Varrone fu spedito in Etruria come propretore, perché C Ostilio potesse da quella provincia andare a Taranto presso quell'esercito che era stato già comandato dal console T Quinzio; fu deciso poi che L Manlio andasse come legato al di là del mare in Grecia per ricercare quali cose accadessero in quella regione, nello stesso tempo, poiché in quell'estate si sarebbero svolti i ludi ad Olimpia, che erano celebrati con grandissimo afflusso di tutte le popolazioni della Grecia, fu incaricato a Manlio che vi si arrecasse, se poteva con sicurezza passare attraverso i nemici, per far rientrare quei Siciliani che si fossero rifugiati là per la guerra, o quei Tarentini che vi fossero stati relegati da Annibale
Quia periculosissimus annus imminere videbatur neque consules in re publica erant, in consules designatos omnes versi quam primum eos sortiri provincias et praesciscere quam quisque eorum provinciam, quem hostem haberet volebant Manlio avrebbe dovuto informarli che il popolo romano renderebbe a loro tutto quello che avevano posseduto prima della guerra, poiché era chiaro che incombeva lavvertimento di un anno rischioso, mentre i consoli non avevano ancora assunto la loro carica, tutti indirizzavano le speranze ai consoli eletti e volevano che al più presto si attribuissero per sorte le province, in modo che ciascuno apprendesse subito le province che gli erano toccate e il nemico che avrebbe dovuto affrontare

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 21-30

De reconciliatione etiam gratiae eorum in senatu actum est principio facto a Q Fabio Maximo; inimicitiae autem nobiles inter eos erant et acerbiores eas indignioresque Livio sua calamitas fecerat quod spretum se in ea fortuna credebat In senato si trattò anche, per iniziativa di Q Fabio Massimo, della pace fra i due consoli, vi era, infatti, fra loro un ben noto risentimento, che in Livio era reso anche più forte e più triste a causa della sua stessa sfortuna, poiché egli si sentiva svilito nella sua sventura
Itaque is magis implacabilis erat et nihil opus esse reconciliatione aiebat: acrius et intentius omnia gesturos timentes ne crescendi ex se inimico collegae potestas fieret Pertanto egli era più che mai irriducibile, affermando che non vi era alcuna necessità di riconciliazione: ciascuno di loro avrebbe agito operosamente col massimo impegno, per paura che, per causa sua, venisse offerta al collega ed avversario l'occasione di diventare più forte

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 34; 45 - 49

Vicit tamen auctoritas senatus ut positis simultatibus communi animo consilioque administrarent rem publicam Prevalse, tuttavia, l'autorità del senato, che ottenne che i due consoli, deponendo ogni astio, guidassero lo stato in piena unione di intenti e di ordinanze
Provinciae iis non permixtae regionibus, sicut superioribus annis, sed diversae extremis Italiae finibus, alteri aduersus Hannibalem Bruttii et Lucani, alteri Gallia aduersus Hasdrubalem quem iam Alpibus adpropinquare fama erat, decreta; exercitum e duobus qui in Gallia quique in Etruria esset addito urbano eligeret quem mallet, qui Galliam esset sortitus: cui Bruttii provincia euenisset, novis legionibus urbanis scriptis utrius mallet consulum prioris anni exercitum sumeret; relictum a consule exercitum Q Fuluius proconsul acciperet eique in annum imperium esseT et C Hostilio, cui pro Etruria Tarentum mutauerant provinciam, pro Tarento Capuam mutauerunt; legio una data cui Fuluius proximo anno praefuera A loro non furono destinate delle province senza distinzione di regioni, come negli anni scorsi, ma essi furono inviati agli estremi confini dell'Italia; a Claudio furono dati il Bruzzio e la Lucania contro Annibale, a Livio la Gallia contro Asdrubale che, come si diceva, si stava già avvicinando alle Alpi; il console a cui era data in sorte la Gallia poteva scegliere fra i due eserciti, di Gallia e di Etruria, ed in più quello urbano, l'esercito che preferiva: il console che aveva avuto in sorte la provincia del Bruzzio, arruolate nuove legioni urbane, prendesse come suo esercito uno dei due eserciti consolari dell'anno precedente; l'esercito che il console lasciava sarebbe toccato al proconsole Q Fulvio, al quale sarebbe stato prorogato il comando per un anno; anche a C Ostilio, che in luogo dell'Etruria aveva avuto come provincia Taranto ed in luogo di Taranto Capua, fu data una legione, quella che l'anno prima era stata comandata da Fulvio

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[36] De Hasdrubalis aduentu in Italiam cura in dies crescebat [36] L'arrivo di Asdrubale in Italia inquietava sempre di più di giorno in giorno i Romani

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