Cicerone, Pro Cluentio: 112 - 121, pag 3

Cicerone, Pro Cluentio: 112 - 121

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 112 - 121
Itaque et maiestatis absoluti sunt permulti, quibus damnatis de pecuniis repetundis lites maiestatis essent aestimatae, et hoc cotidie fieri videmus, ut reo damnato de pecuniis repetundis, ad quos pervenisse pecunias in litibus aestimandis statutum sit, eos idem iudices absolvant; quod cum fit, non iudicia rescinduntur, sed hoc statuitur, aestimationem litium non esse iudicium E così sono stati assolti dallaccusa di lesa maestà tantissimi imputati, ai quali, dopo una condanna per concussione, erano state stabilite le relative ammende per il reato di lesa maestà; e, come vediamo succedere ogni giorno, dopo che un imputato di concussione è stato condannato, gli stessi giudici assolvono coloro presso i quali, in sede di determinazione delle pene, si è stabilito che il denaro sottratto sia giunto; quando accade ciò, non sono invalidate le sentenze già pronunciate, ma si stabilisce che la determinazione dellentità delle pene non ha il valore di una sentenza
Scaevola condemnatus est aliis criminibus, frequentissimis Apuliae testibus; omni contentione pugnatum est uti lis haec capitis aestimaretur Scevola fu condannato sulla base di altre imputazioni avvalorate da moltissimi testimoni apuli; ci si batté con ogni mezzo affinché nello stabilire la pena si contemplasse il delitto capitale oggetto di questo processo
Quae res si rei iudicatae pondus habuisset, ille postea vel isdem vel aliis inimicis reus hac lege ipsa factus esset Se ciò avesse assunto il peso di un giudicato, egli sarebbe stato in seguito incriminato, di fronte agli stessi o ad altri avversari, secondo proprio questa legge

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Cicerone, Pro Cluentio: 21 - 30
Cicerone, Pro Cluentio: 21 - 30

Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 21 - 30

XLII [117] Sequitur id quod illi iudicium appellant, maiores autem nostri numquam neque iudicium nominarunt neque proinde ut rem iudicatam observarunt, animadversionem atque auctoritatem censoriam XLII[117] Di seguito abbiamo ciò che quelli definiscono sentenza, ma a cui i nostri antenati non hanno mai attribuito questo nome, né mai hanno prestato losservanza che è dovuta a un giudicato: mi riferisco alla nota di biasimo inflitta dallautorità dei censori
Qua de re ante quam dicere incipio, perpauca mihi de meo officio verba faciunda sunt, ut a me cum huiusce periculi tum ceterorum quoque officiorum et amicitiarum ratio conservata esse videatur Ora, prima di iniziare a trattare questo argomento, è necessario che dica proprio due parole sul compito che mi spetta, perché sia evidente che, insieme alla colpevolezza del rischio corso dal mio cliente, ho anche conservato la cognizione degli altri miei doveri, compresi anche i legami di amicizia

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Cicerone, Pro Cluentio: 51 - 60
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Latino: dall'autore Cicerone, opera Pro Cluentio parte 51 - 60

Nam mihi cum viris fortibus qui censores proxime fuerunt ambobus est amicitia, cum altero vero, sicuti plerique vestrum sciunt, magnus usus et summa utriusque officiis constituta necessitudo Io, infatti, sono amico dei censori uscenti, ambedue uomini di valore; con uno di loro soprattutto, la maggior parte di voi ne è a conoscenza, condivido un rapporto molto stretto, fondato su unassidua reciprocità di servigi professionali
[118] Qua re quicquid de subscriptionibus eorum mihi dicendum erit, eo dicam animo ut omnem orationem meam non de illorum facto, sed de ratione censoria habitam existimari velim; a Lentulo autem, familiari meo, qui a me pro eximia sua virtute summisque honoribus quos a populo Romano adeptus est honoris causa nominatur, facile hoc, iudices, impetrabo, ut, quam ipse adhibere consuevit in amicorum periculis cum fidem et diligentiam tum vim animi libertatemque dicendi, ex hac mihi concedat ut tantum mihi sumam quantum sine huius periculo praeterire non possim [118] Perciò, qualunque cosa dovrò dire riguardo alle note di biasimo da loro sottoscritte, la dirò con lo scopo preciso che tutto il mio ragionamento sia riferito non al loro operato particolare, ma in generale alle statuto della censura; dal mio amico Lentulo poi, del quale voglio qui fare il nome in omaggio al suo alto valore e agli altissimi onori che ha ricevuto dal popolo romano, otterrò facilmente, o giudici, il permesso di attingere nella misura che riterrò adatta al fine di evitare al mio assistito la condanna, a quegli strumenti, lealtà, cura scrupolosa, forza danimo, libertà di parola, di cui egli è solito usare quando si tratta di difendere gli amici

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A me tamen, ut aequum est, omnia caute pedetemptimque dicentur, ut neque fides huius defensionis relicta neque cuiusquam aut dignitas laesa aut amicitia violata esse videatur Da parte mia, comunque, come è giusto che sia, ogni parola sarà pronunciata con cautela, affinché non si pensi che ho abbandonato la difesa del mio cliente, né tanto meno che ho voluto danneggiare la dignità di qualcuno o ferirne lamicizia
[119] Video igitur, iudices, animadvertisse censores in iudices quosdam illius consilii Iuniani, cum istam ipsam causam subscriberent [119] Vedo, dunque, o giudici, che con le loro note di biasimo i censori hanno voluto colpire alcuni componenti della giuria presieduta da Giunio, facendo chiaro riferimento alla causa in questione

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Hic illud primum commune proponam, numquam animadversionibus censoriis hanc civitatem ita contentam ut rebus iudicatis fuisse Ora intendo premettere innanzitutto una considerazione di tipo generale: mai in passato questa nostra città ha considerato le note censorie come un soddisfacente derivato delle sentenze di un tribunale

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