Cicerone, In Verrem: 02; 05-66-72, pag 2

Cicerone, In Verrem: 02; 05-66-72

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-66-72
—nam id maxime providendum est; etenim cum omnibus in rebus, tum in re publica permagni momenti est ratio atque inclinatio temporum

Nempe eo, cum populus Romanus aliud genus hominum atque alium ordinem ad res iudicandas requirit, nempe lege de iudiciis iudicibusque novis promulgata; quam non is promulgavit quo nomine proscriptam videtis, sed hic reus,—hic, inquam, sua spe atque opinione quam de vobis habet legem illam scribendam promulgandamque curavit
-è questo infatti che ci si deve a tutti i costi sforzare di prevedere, perché negli affari di Stato, proprio come in tutti gli altri, è della mas¬sima importanza una valutazione precisa delle circostan¬ze e dei loro mutamenti di indirizzo

Evidentemente nel momento in cui il popolo romano per amministrare la giustizia ricerca persone appartenenti a una classe diversa evi¬dentemente dopo che fu promulgata la proposta di legge sulla riforma dei tribunali e dei collegi giudi¬canti; vedete bene che la pubblicazione di questa legge non è dovuta al suo promotore, di cui essa porta il nome, ma a questo nostro imputato - lo ripeto, pro¬prio lui, con le sue speranze in un'assoluzione e con la cattiva opinione che nutre di voi, ha fatto in modo che il testo di quella legge venisse redatto e affisso all'albo
[178] Itaque cum primo agere coepimus, lex non erat promulgata; cum iste vestra severitate permotus multa signa dederat quam ob rem responsurus non videretur, mentio de lege nulla fiebat; posteaquam iste recreari et confirmari visus est, lex statim promulgata est

Cui legi cum vestra dignitas vehementer adversetur, istius spes falsa et insignis impudentia maxime suffragatur

Hic si quid erit commissum a quoquam vestrum quod reprendatur, aut populus Romanus iudicabit de eo homine quem iam ante iudiciis indignum putarit, aut ei qui propter offensionem iudiciorum de veteribus iudicibus lege nova novi iudices erunt constituti
[178] Perciò, quando cominciammo il primo dibattito, la legge non era stata ancora pubblicata; quando costui, al¬larmato per la vostra severità, aveva offerto una serie di indizi in base ai quali sembrava che non fosse disposto a ripresentarsi in tribunale, nessuno accennava alla legge; dopo che costui sembrò riprendersi e riacquistare la sua sicurezza, la legge fu subito pubblicata

Si tratta di una legge che, per quanto fieramente avversata da voi per motivi di prestigio, trova la sua più profonda giustifi¬cazione nelle vane speranze e nella sfacciata impudenza di Verre

Se a questo punto qualcuno di voi adotterà comportamenti che in qualsiasi modo risultino degni di riprovazione, dovrà risponderne in giudizio o di fronte al popolo romano, che su di un simile individuo avrà già da prima espresso parere di indegnità a esercitare il potere giudiziario, o di fronte a coloro che, a causa del discredi¬to che grava sui tribunali, saranno insediati dalla nuova legge come nuovi giudici chiamati a pronunziarsi sui vecchi giudici
[LXX, 179] Mihi porro, ut ego non dicam, quis omnium mortalium non intellegit quam longe progredi sit necesse

Potero silere, Hortensi, potero dissimulare, cum tantum res publica vulnus acceperit ut expilatae provinciae, vexati socii, di immortales spoliati, cives Romani cruciati et necati impune me actore esse videantur

Potero ego hoc onus tantum aut in hoc iudicio deponere aut tacitus sustinere

Non agitanda res erit, non in medium proferenda, non populi Romani fides imploranda, non omnes qui tanto se scelere obstrinxerunt ut aut fidem suam corrumpi paterentur aut iudicium corrumperent in discrimen aut iudicium vocandi
[LXX, 179] Quanto a me poi, anche se non lo dicessi esplicitamente, ci sarebbe forse qualcuno a questo mondo che non capisca come io debba spingere ancora più avanti la mia azione

O Ortensio, potrò io tace¬re, potrò fingere di non sapere anvendo lo Stato ricevuto una ferita così grave da sembrare che, malgrado la mia accusa, impunemente sia stata depreda¬ta una provincia, siano stati perseguitati gli alleati, siano stati derubati gli dèi immortali, siano stati torturati e uc¬cisi i cittadini romani

Questo incarico così gra¬voso potrò io considerarlo assolto con questo processo o continuare a sostenerlo standomene zitto

O il caso non dovrà essere dibattuto, non lo si dovrà rendere di domi¬nio pubblico, non ci si dovrà appellare al senso di giusti¬zia del popolo romano, non si dovranno incriminare o citare in giudizio tutti coloro che risultano implicati in un delitto così grave come quello di'essersi lasciati corrom¬pere nel loro senso di giustizia o di aver corrotto essi stes¬si i giudici

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Cicerone, In Verrem: 02; 04-41-45

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-41-45

[180] Quaeret aliquis fortasse, 'Tantumne igitur laborem, tantas inimicitias tot hominum suscepturus es

' Non studio quidem hercule ullo neque voluntate; sed non idem licet mihi quod iis qui nobili genere nati sunt, quibus omnia populi Romani beneficia dormientibus deferuntur; longe alia mihi lege in hac civitate et condicione vivendum est

Venit mihi in mentem M Catonis, hominis sapientissimi et vigilantissimi; qui cum se virtute non genere populo Romano commendari putaret, cum ipse sui generis initium ac nominis ab se gigni et propagari vellet, hominum potentissimorum suscepit inimicitias, et maximis laboribus suis usque ad summam senectutem summa cum gloria vixit
[180] Qualcuno forse potrebbe domandare ‘Ti accin¬gi dunque a sobbarcarti a una fatica così improba, a ti¬rarti addosso inimicizie così potenti da parte di tanta gente

’ Ma, per Ercole, non lo faccio certo perché mi ci senta portato o di mia spontanea volontà; il fatto è che a me non è consentito di comportarmi allo stesso modo di coloro che sono nati da famiglie nobili, sui quali pio¬vono, anche quando dormono, tutti i favori concessi dal popolo romano; le regole e le condizioni di vita che val¬gono per me in questa città sono profondamente diverse

Mi viene in mente il caso di Marco Catone, personag¬gio straordinariamente saggio ed estremamente attivo; che, ritenendo di doversi conquistare la stima del popolo romano con le sue doti personali e non per meriti di fa¬miglia, volendo che l'inizio del suo casato e la celebrità del suo nome cominciassero con lui e si trasmettessero ai discendenti a partire da lui, si tirò addosso le inimicizie degli uomini più potenti, affrontò le fatiche più gravose e visse fino alla vecchiaia più avanzata coprendosi di glo¬ria
[181] Postea Q Pompeius, humili atque obscuro loco natus, nonne plurimis inimicitiis maximisque suis periculis ac laboribus amplissimos honores est adeptus

Modo C Fimbriam, C Marium, C Caelium vidimus non mediocribus inimicitiis ac laboribus contendere ut ad istos honores pervenirent ad quos vos per ludum et per neglegentiam pervenistis

Haec eadem est nostrae rationis regio et via, horum nos hominum sectam atque instituta persequimur

[LXXI]Videmus quanta sit in invidia quantoque in odio apud quosdam nobilis homines novorum hominum virtus et industria; si tantulum oculos deiecerimus, praesto esse insidias; si ullum locum aperuerimus suspicioni aut crimini, accipiendum statim vulnus esse; semper nobis vigilandum, semper laborandum videmus
[181] Più tardi Quinto Pompeo, nato da una fami¬glia di bassa estrazione e di nessuna rinomanza, non ot¬tenne forse le più elevate cariche pubbliche affrontando innumerevoli inimicizie e grandissimi rischi e fatiche

Recentemente abbiamo visto Gaio Fimbria, Gaio Mario, Gaio Celio lottare a prezzo di inimicizie e fatiche tutt'altro che lievi per raggiungere quelle cariche che voi in¬vece avete raggiunto ridendo e scherzando e con noncu¬ranza

Uguale e identica è la direzione e la strada della ragione, sono questi gli uomini di cui seguo fino in fondo le norme di condotta e i princìpi

[LXXI]Noi vediamo con quanta gelosia e con quanto odio siano giudicati il merito e l'operosità degli uomini nuovi da parte di certi nobili; se appena appena distogliamo lo sguardo, è bell'e pronto un agguato; se lasciamo scoperto un fianco ai sospetti o alle accuse, subito ci arriva inesorabilmente la stoccata; noi dobbiamo stare sempre ben svegli, operare con impe¬gno costante

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[182] Inimicitiae sunt, subeantur; labor, suscipiatur; etenim tacitae magis et occultae inimicitiae timendae sunt quam indictae atque apertae

Hominum nobilium non fere quisquam nostrae industriae favet; nullis nostris officiis benivolentiam illorum adlicere possumus; quasi natura et genere diiuncti sint, ita dissident a nobis animo ac voluntate

Quare quid habent eorum inimicitiae periculi, quorum animos iam ante habueris inimicos et invidos quam ullas inimicitias susceperis
[182] Vi sono inimicizie, affrontiamole; fatiche, addossiamocele; anche perché le inimicizie silen¬ziose e nascoste sono più temibili di quelle dichiarate e aperte

Fra i nobili, quasi nessuno favorisce le nostre at¬tività; non c'è servigio da parte nostra che possa attirarci la loro benevolenza; discordano da noi nei sentimenti e negli ideali proprio come se appartenessimo a due mondi e a due razze diverse

Che pericolo possono dunque pre¬sentare per te le inimicizie di coloro che avevano un ani¬mo già ostile e maldisposto nei tuoi confronti, prima an¬cora che tu offrissi un pretesto qualsiasi alla loro ostili¬tà
[183] Quam ob rem mihi, iudices, optatum illud est, in hoc reo finem accusandi facere, cum et populo Romano satis factum et receptum officium Siculis, necessariis meis, erit persolutum; deliberatum autem est, si res opinionem meam quam de vobis habeo fefellerit, non modo eos persequi ad quos maxime culpa corrupti iudici, sed etiam illos ad quos conscientiae contagio pertinebit [183] E perciò, o giudici, questo io debbo desidera¬re, di considerare terminata con questo imputato la mia funzione di accusatore, quando avrò adempiuto ai miei impegni verso il popolo romano e avrò compiuto fino in fondo il mio dovere verso i Siciliani, a cui mi legano vin¬coli personali di amicizia e dai quali ho accettato questo incarico; è stato anche deciso, nel caso che le circostanze smentissero la buona opinione che ho di voi, di persegui¬re non solo coloro su cui in modo particolare ricadrà la colpa di aver corrotto i giudici, ma anche coloro che si saranno macchiati di complicità

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Proinde si qui sunt qui in hoc reo aut potentes aut audaces aut artifices ad corrumpendum iudicium velint esse, ita sint parati ut disceptante populo Romano mecum sibi rem videant futuram; et si me in hoc reo, quem mihi inimicum Siculi dederunt, satis vehementem, satis perseverantem, satis vigilantem esse cognorunt, existiment in iis hominibus quorum ego inimicitias populi Romani salutis causa suscepero multo graviorem atque acriorem futurum Di conseguenza, se ci sono degli individui che a proposito di questo imputato vogliono far leva sulla loro potenza o sulla loro audacia o sulla loro abilità di intrallazzatori al fine di corrompere il processo, si preparino fin d'ora a vedersela con me in una vertenza che avrà come arbitro il popolo romano; e se è vero che costoro mi hanno conosciuto quanto basta come persona appassionata, perseverante, sempre all'er¬ta nei riguardi di questo imputato che mi assegnarono come avversario i Siciliani, stiano pur sicuri che sarò molto più energico e aggressivo nei riguardi di quegli in¬dividui di cui io stesso affronterò le inimicizie per salva¬guardare gli interessi vitali del popolo romano

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