Cicerone, In Verrem: 02; 05-66-72

Cicerone, In Verrem: 02; 05-66-72

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-66-72

[LXVI, 169] Sed quid ego plura de Gavio

Quasi tu Gavio tum fueris infestus ac non nomini generi iuri civium hostis

Non illi, inquam, homini sed causae communi libertatis inimicus fuisti

Quid enim attinuit, cum Mamertini more atque instituto suo crucem fixissent post urbem in via Pompeia, te iubere in ea parte figere quae ad fretum spectaret, et hoc addere,—quod negare nullo modo potes, quod omnibus audientibus dixisti palam,—te idcirco illum locum deligere, ut ille, quoniam se civem Romanum esse diceret, ex cruce Italiam cernere ac domum suam prospicere posset

Itaque illa crux sola, iudices, post conditam Messanam illo in loco fixa est
[LXVI, 169] Ma perché io dovrei insistere a parlare di Gavio

Come se tu allora ti fossi dimostrato avversario personale di Gavio e non piuttosto nemico pubblico del nome, del¬la stirpe e del diritto dei cittadini romani

Tu sei stato ostile non verso di lui come persona ma verso la causa della libertà comune

Che cosa infatti centra , dal momento che i Messinesi, seguendo le loro abitudini e la loro regola, avevano innalzato la croce dietro la città, sulla via Pom¬pea, che tu ordinassi di innalzar¬la in quel punto della città che guarda lo stretto e poi aggiungessi -una considerazione che adesso non puoi as¬solutamente smentire, una cosa che dicesti apertamente mentre tutti ti stavano a sentire- che tu sceglievi quel po¬sto appositamente perché il condannato, dal momento che si proclamava cittadino romano, dall'alto della croce potesse vedere l'Italia e scorgere di lontano la sua patria

E così, o giudici, fu quella la sola croce innalzata in quel luogo dalla fondazione di Messina in poi
Italiae conspectus ad eam rem ab isto delectus est, ut ille in dolore cruciatuque moriens perangusto fretu divisa servitutis ac libertatis iura cognosceret, Italia autem alumnum suum servitutis extremo summoque supplicio adfixum videret

[170] Facinus est vincire civem Romanum, scelus verberare, prope parricidium necare: quid dicam in crucem tollere

Verbo satis digno tam nefaria res appellari nullo modo potest

Non fuit his omnibus iste contentus; 'spectet,' inquit, 'patriam; in conspectu legum libertatisque moriatur

' Non tu hoc loco Gavium, non unum hominem nescio quem, sed communem libertatis et civitatis causam in illum cruciatum et crucem egisti

Iam vero videte hominis audaciam
Verre scelse con cura questo punto con vista sull'Italia per questo preciso scopo, affinchè il condannato, morendo negli spasimi di un'atroce sofferenza, potesse constatare che solo uno strettissimo braccio di mare divideva il regime della schiavitù da quello della Iibertà, e che l'Italia da parte sua vedesse uno dei suoi figli inchiodato alla croce, che è il più grave e spaventoso dei supplizi riservati agli schia¬vi

[170] È un delitto incatenare un cittadino romano, un sacrilegio sferzarlo, quasi un parricidio ucciderlo: ma come definire una mostruosità come la crocifissione

Una cosa così orrenda non la si può in nessun modo defi¬nire con un vocabolo adeguato alla sua gravità

Ma Ver¬re non si accontentò di tutte queste crudeltà; e disse ‘Abbia davanti agli occhi la sua patria; muoia ve¬dendo di fronte a sé le leggi e la libertà

’ Nel luogo di cui parliamo tu trascinasti a quella tortura e inchiodasti su quella croce non Gavio, non un solo uomo chiunque egli fosse, ma la causa della libertà e il diritto di cittadinanza, che sono beni comuni a tutti noi

Ma considerate adesso la sfrontatezza di quest'uomo
Nonne eum graviter tulisse arbitramini quod illam civibus Romanis crucem non posset in foro, non in comitio, non in rostris defigere

Quod enim his locis in provincia sua celebritate simillimum, regione proximum potuit, elegit; monumentum sceleris audaciaeque suae voluit esse in conspectu Italiae, vestibulo Siciliae, praetervectione omnium qui ultro citroque navigarent
Non credete forse che egli si sia fortemente rammaricato di non poter erigere quella croce, destinata ai cittadini romani, nel foro, nella piazza dove si riunisce l'assemblea del popolo o addirittura sulla tribuna degli oratori

Infatti egli scelse nella sua provin¬cia il punto il più possibile somigliante per affluenza e vi¬cino per posizione ai luoghi che ho citato; egli volle che il monumento alla sua scelleratezza e alla sua sfrontatezza fosse innalzato in vista dell'Italia, all'entrata della Sici¬lia, nel punto di passaggio di tutti coloro che navigassero in entrambe le direzioni

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Cicerone, In Verrem: 02; 05-56-60
Cicerone, In Verrem: 02; 05-56-60

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 05-56-60

[LXVII, 171] Si haec non ad civis Romanos, non ad aliquos amicos nostrae civitatis, non ad eos qui populi Romani nomen audissent, denique si non ad homines verum ad bestias, aut etiam, ut longius progrediar, si in aliqua desertissima solitudine ad saxa et ad scopulos haec conqueri ac deplorare vellem, tamen omnia muta atque inanima tanta et tam indigna rerum acerbitate commoverentur

Nunc vero cum loquar apud senatores populi Romani, legum et iudiciorum et iuris auctores, timere non debeo ne non unus iste civis Romanus illa cruce dignus, ceteri omnes simili periculo indignissimi iudicentur
[LXVII, 171] Se io volessi rammaricarmi e versare le mie lacri¬me su tali efferatezze non già di fronte a cittadini roma¬ni, non di fronte a persone amiche della nostra città, non di fronte a gente che avesse già sentito per lo meno nomi¬nare il popolo romano, né insomma di fronte a uomini, ma a bestie, o addirittura, per spingermi ancora più ol¬tre, di fronte alle pietre e agli scogli in una qualche locali¬tà assolutamente deserta e desolata, ebbene, tutti questi esseri, per quanto muti, tutti questi oggetti, per quanto inanimati, si lascerebbero commuovere da fatti di un'a¬trocità così grave e così ingiustificata

Ora però, dato che parlo di fronte a senatori del popolo romano, promotori e garanti delle leggi, dei tribunali e del diritto, non debbo nutrire timori sull'esito del processo, che Verre sarà il solo cittadino romano a essere giudicato degno di quella cro¬ce, mentre tutti gli altri saranno ritenuti assolutamente immeritevoli di una condanna simile
[172] Paulo ante, iudices, lacrimas in morte misera atque indigna nauarchorum non tenebamus, et recte ac merito sociorum innocentium miseria commovebamur: quid nunc in nostro sanguine tandem facere debemus

Nam civium Romanorum omnium sanguis coniunctus existimandus est, quoniam et salutis omnium ratio et veritas postulat

Omnes hoc loco cives Romani, et qui adsunt et qui ubique sunt, vestram severitatem desiderant, vestram fidem implorant, vestrum auxilium requirunt; omnia sua iura commoda auxilia, totam denique libertatem in vestris sententiis versari arbitrantur

[173] A me tametsi satis habent, tamen, si res aliter acciderit, plus habebunt fortasse quam postulant
[172] Poco fa, o giudici, non riuscivamo a trattenere le lacrime quando si trattò della morte deplorevole e iniqua dei comandanti delle navi, ed era più che giusto che ci sentissimo com mossi per la sventura toccata ad alleati innocenti: e allo¬ra, che cosa dobbiamo fare adesso che si tratta del nostro stesso sangue

Infatti il sangue di tutti i cittadini romani dev'essere considerato come una realtà inscindibile, per¬ché lo impone sia il principio della sicurezza comune sia la vera natura delle cose

In questa occasione tutti i citta¬dini romani, non importa se presenti o assenti, dovunque siano sentono il bisogno della vostra severità, implorano il vostro senso di giustizia, si appellano al vostro aiuto; essi fanno dipendere tutti i loro diritti, i loro privilegi, le loro difese, tutt'intera insomma la loro libertà dal ver¬detto che emetterete

[173] Da me, sebbene io abbia dato loro abbastanza, tuttavia, se il processo andrà di¬versamente dalle attese, otterranno forse più di quanto possano pretendere

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Cicerone, In Verrem: 01; 01-05

Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 01; 01-05

Nam si qua vis istum de vestra severitate eripuerit, id quod neque metuo, iudices, neque ullo modo fieri posse video,—sed si in hoc me ratio fefellerit, Siculi causam suam perisse querentur et mecum pariter moleste ferent, populus quidem Romanus brevi, quoniam mihi potestatem apud se agendi dedit, ius suum me agente suis suffragiis ante Kalendas Februarias recuperabit

Ac si de mea gloria atque amplitudine quaeritis, iudices, non est alienum meis rationibus istum mihi ex hoc iudicio ereptum ad illud populi Romani iudicium reservari
Infatti se l'intervento di qualche prepotente riuscirà a strappare costui al vostro rigore, eventualità che io non temo, o giudici, e vedo bene che non potrebbe in nessun modo accadere,- ma se insomma su questo punto i miei calcoli si riveleranno sbagliati, i Siciliani si lamenteranno di aver perso la causa e il dolore che io ne proverò sarà pari al loro, ma il popolo romano, poiché mi ha dato il potere di sottoporre le mie proposte al suo voto, entro breve tempo, prima dell'inizio di feb¬braio, riacquisterà i suoi diritti grazie alla mia accusa e con i suoi voti

Se poi, o giudici, volete sapere che cosa ne avranno da guadagnare la mia gloria e la mia autorità nella vita politica, non è contrario ai miei interessi che questo imputato mi sia strappato e si sottragga al presen¬te giudizio per essere riservato a quel tribunale in cui è giudice il popolo romano
Splendida est illa causa, probabilis mihi et facilis, populo grata atque iucunda; denique si videor hic, id quod ego non quaesivi, de uno isto voluisse crescere, isto absoluto, quod sine multorum scelere fieri non potest, de multis mihi crescere licebit

[LXVIII]Sed mehercule vestra reique publicae causa, iudices, nolo in hoc delecto consilio tantum flagiti esse commissum, nolo eos iudices quos ego probarim atque delegerim sic in hac urbe notatos isto absoluto ambulare ut non cera sed caeno obliti esse videantur

[174] Quam ob rem te quoque, Hortensi, si qui monendi locus ex hoc loco est, moneo videas etiam atque etiam et consideres quid agas, quo progrediare, quem hominem et qua ratione defendas
Quella sarebbe una causa brillante, piena di prove e quindi facile per me, per il popolo gratificato e avrebbe motivo di rallegrarsi; quindi se può sembrare che in questa circostanza io mi sia voluto far largo nella carriera politica a scapito di questo solo individuo, cosa che io non ho comunque cercato, se mai costui ottenesse l'assoluzione, cosa che non pub ac¬cadere senza la criminale complicità di molti, mi sarà permesso di farmi largo a scapito di molti

[LXVIII] Ma, per Ercole, o giudici, nel vostro interesse e in quello dello Stato, non voglio che in mezzo a questa giu¬ria ben selezionata scoppi uno scandalo così grave, non voglio che quei giudici, che io ho selezionato e approva¬to, circolino in questa città col marchio d'infamia per aver assolto costui, tanto da apparire non già spalmati di cera, ma imbrattati di fango

[174] Ecco perché, o Ortensio, se dalla posizione in cui mi trovo mi si consente di lanciare un monito, io ammonisco anche te a riflettere con ripetuta attenzione e a valutare che cosa fai, dove ti stai spingendo, che razza d'uomo difendi e con quali si¬stemi

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Latino: dall'autore Cicerone, opera In Verrem parte 02; 04-121-125

Neque de illo tibi quicquam praefinio quo minus ingenio mecum atque omni dicendi facultate contendas; cetera si qua putas te occultius extra iudicium quae ad iudicium pertineant facere posse, si quid artificio consilio potentia gratia, copiis istius moliri cogitas, magno opere censeo desistas, et illa quae temptata iam et coepta sunt ab isto, a me autem pervestigata et cognita, moneo ut exstinguas et longius progredi ne sinas

Magno tuo periculo peccabitur in hoc iudicio, maiore quam putas

[175] Quod enim te liberatum iam existimationis metu, defunctum honoribus designatum consulem cogites, mihi crede, ornamenta ista et beneficia populi Romani non minore negotio retinentur quam comparantur
E a questo proposito io non ti pongo nessuna re¬strizione per impedirti di gareggiare con me avvalendoti del tuo talento e di tutte le tue capacità oratorie; quanto al resto, se pensi di poter sistemare dietro le quinte, fuori dalle regole processuali, questioni che concernono il pro¬cesso, se hai in mente di ricorrere a qualche intrallazzo per via di astuzie e di intrighi, forte della tua influenza politica e del credito di cui godi e attingendo ai cospicui mezzi dell'imputato, ti consiglio decisamente di desiste¬re; e i tentativi già escogitati e intrapresi dall'imputato, ma a me ben noti perché scoperti dopo attente indagini, ti ammonisco a soffocarli e a non permettere che abbia no ulteriormente corso

Se commetti un'infrazione in questo processo, correrai gravi rischi, più gravi di quanto tu supponga

[175] Infatti che tu ti ritenga ormai svincolato dal timore di giocarti la reputazione, in quanto hai già ricoperto tutte le cariche pubbliche e ti trovi nella condizione di console designato, credimi pure se ti dico che questi onori e favori concessi dal po¬polo romano si mantengono con non minore fatica di quella con cui si acquistano
Tulit haec civitas quoad potuit, quoad necesse fuit, regiam istam vestram dominationem in iudiciis et in omni re publica, tulit; sed quo die populo Romano tribuni plebi restituti sunt, omnia ista vobis, si forte nondum intellegitis, adempta atque erepta sunt

Omnium nunc oculi coniecti sunt hoc ipso tempore in unum quemque nostrum, qua fide ego accusem, qua religione hi iudicent, qua tu ratione defendas

De omnibus nobis, si qui tantulum de recta regione deflexerit, non illa tacita existimatio quam antea contemnere solebatis, sed vehemens ac liberum populi Romani iudicium consequetur
Questa nazione ha sop¬portato finché ha potuto, finché ne fu costretta, questo vostro dispotismo tirannico esercitato sui processi e su tutta l'amministrazione statale, l’ha sopportato; ma nel giorno in cui sono stati restituiti al popolo romano i tri¬buni della plebe, tutti questi privilegi, se per caso non l'avete ancora capita, vi sono stati sottratti e strappati via

E adesso, in questo preciso momento, gli occhi di tutti stanno fissi su ciascuno di noi, per vedere con quale lealtà io sostengo l'accusa, con quale scrupolosità questi giudici compiono il loro dovere, con quali metodi tu con¬duci la difesa

Sul conto di tutti noi, posto che uno si sco¬sti un tantino dalla retta via, peserà come conseguenza non già quella silenziosa opinione pubblica che voi prima d'ora solitamente disprezzavate, bensì il giudizio appas¬sionato e libero del popolo romano

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[176] Nulla tibi, Quinte, cum isto cognatio, nulla necessitudo; quibus excusationibus antea nimium in aliquo iudicio studium tuum defendere solebas, earum habere in hoc homine nullam potes

Quae iste in provincia palam dictitabat, cum ea quae faciebat tua se fiducia facere dicebat, ea ne vera putentur tibi maxime est providendum

[LXIX, 177] Ego mei rationem iam offici confido esse omnibus iniquissimis meis persolutam; nam istum paucis horis primae actionis omnium mortalium sententiis condemnavi

Reliquum iudicium iam non de mea fide, quae perspecta est, nec de istius vita, quae damnata est, sed de iudicibus et, vere ut dicam, de te futurum est

At quo tempore futurum est
[176] Tu, o Quin¬to, non hai con l'imputato nessun legame di parentela, nessun vincolo di stretta amicizia; nel caso di questo in¬dividuo tu non puoi far valere nessuna di quelle scuse con cui in passato avevi l'abitudine di giustificare il tuo eccesso di zelo in qualche altro processo

Tu devi a tut¬ti i costi adoperarti affinché non siano ritenuti fondati quei discorsi che l'imputato andava ripetendo pubblicamente nella sua provincia, quando affermava di fare quello che faceva perché confidava nel tuo appoggio

[LXIX, 177] Io per parte mia sono sicuro di avere ormai saldato il conto del mio debito anche agli occhi dei miei avversari più accaniti, perché nelle poche ore del primo dibattito ho ottenuto un giudizio unanime di condan¬na dell'imputato da parte dell'opinione pubblica

La parte di processo che resta da svolgere riguarderà non più la mia lealtà, di cui ho fornito prove lampanti, né la vita di Verre, già condannata, ma i giudici e, a dir la veri¬tà, la tua persona

Ma in quale momento si svolgerà

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