Cicerone, De officiis: Libro 01 - Parte 05, pag 2

Cicerone, De officiis: Libro 01 - Parte 05

Latino: dall'autore Cicerone, opera De officiis parte Libro 01 - Parte 05
Scaenicorum quidem mos tantam habet vetere disciplina verecundiam, ut in scaenam sine subligaculo prodeat nemo; verentur enim, ne, si quo casu evenerit, ut corporis partes quaedam aperiantur, aspiciantur non decore

Nostro quidem more cum parentibus puberes filii, cum soceris generi non lavantur

Retinenda igitur est huius generis verecundia, praesertim natura ipsa magistra et duce

Cum autem pulchritudinis duo genera sint, quorum in altero venustas sit, in altero dignitas, venustatem muliebrem ducere debemus, dignitatem virilem

Ergo et a forma removeatur omnis viro non dignus ornatus, et huic simile vitium in gestu motuque caveatur

Nam et palaestrici motus sunt saepe odiosiores et histrionum nonnulli gestus ineptiis non vacant, et in utroque genere quae sunt recta et simplicia laudantur
Certo, il costume degli attori comporta, per antica rigidezza morale, un cosi' delicato pudore che nessuno osa presentarsi su la scena senza mutandine per timore che, se per qualche accidente certe parti del corpo si scoprono, la loro vista non offenda il decoro

E cosi', secondo il nostro costume, i figlioli grandi non fanno il bagno insieme col padre, ne' il genero col suocero

Bisogna, dunque, osservare la pudicizia anche in queste cose, tanto piu' che la natura stessa ne e' maestra e guida

Vi sono due specie di bellezza: l'una ha in se' la grazia, l'altra la dignita';dobbiamo percio' apprezzare la grazia propria della donna e la dignita' propria dell'uomo

Si tenga dunque lontano dalla nostra persona ogni ornamento non degno dell'uomo; si rifugga da un simile difetto anche nel gesto e nel moto

Invero, come certe movenze da ginnasti sono spesso alquanto affettate, cosi' alcuni gesti di attori peccano di leziosaggine; nell'uno e nell'altro caso si lodano invece la semplicita' e la naturalezza
Formae autem dignitas coloris bonitate tuenda est, color exercitationibus corporis

Adhibenda praeterea munditia est non odiosa neque exquisita nimis, tantum quae fugiat agrestem et inhumanam neglegentiam

Eadem ratio est habenda vestitus, in quo, sicut in plerisque rebus, mediocritas optima est

Cavendum autem est, ne aut tarditatibus utamur (in) ingressu mollioribus, ut pomparum ferculis similes esse videamur, aut in festinationibus suscipiamus nimias celeritates, quae cum fiunt, anhelitus moventur, vultus mutantur, ora torquentur; ex quibus magna significatio fit non adesse constantiam

Sed multo etiam magis elaborandum est, ne animi motus a natura recedant, quod assequemur, si cavebimus ne in perturbationes atque exanimationes incidamus et si attentos animos ad decoris conservationem tenebimus

Motus autem animorum duplices sunt; alteri cogitationis, alteri appetitus
La nobilta' dell'aspetto si manterra' con la freschezza del colorito, e questo con gli esercizi del corpo

Si ami inoltre la pulizia, non affettata ne' ricercata, ma quanto basta per schivare la rustica e incivile trascuratezza

La stessa cura dobbiamo avere anche nel vestire; in questo come nella maggior parte delle cose, la via di mezzo e' la migliore

Anche nel camminare ci vuole misura: quando si e' in cammino, non si tenga un passo troppo lento e molle, come chi va in processione, e quando si ha fretta, non si prenda la corsa, perche' il respiro diventa affannoso, il volto si altera e la bocca si storce: segni evidenti che non c'e' in noi fermezza di carattere

Ma assai piu' ancora dobbiamo studiarci che non discordino dalla natura i moti dell'animo; il che ci verra' fatto, se ci guarderemo dal cadere in turbamenti e smarrimenti, e se terremo l'animo sempre vigile e attento a conservare il decoro

I moti dell'animo, poi, sono di due specie: del pensiero e del sentimento
Cogitatio in vero exquirendo maxime versatur, appetitus impellit ad agendum

Curandum est igitur, ut cogitatione ad res quam optimas utamur, appetitum rationi oboedientem praebeamus

Et quoniam magna vis orationis est eaque duplex, altera contentionis, altera sermonis, contentio disceptationibus tribuatur iudiciorum, contionum, senatus, sermo in circulis, disputationibus, congressionibus familiarium versetur, sequatur etiam convivia

Contentionis praecepta rhetorum sunt, nulla sermonis, quamquam haud scio an possint haec quoque esse

Sed discentium studiis inveniuntur magistri, huic autem qui studeant sunt nulli, rhetorum turba referta omnia; quamquam, quae verborum sententiarumque praecepta sunt, eadem ad sermonem pertinebunt
Il pensiero ha per fine supremo la ricerca della verita'; il sentimento ci spinge all'azione

Dobbiamo dunque cercare di rivolgere il pensiero al conseguimento dei piu' alti e nobili ideali, e di rendere docile il sentimento al controllo della ragione

Grande importanza ha il discorso, il quale e' di due tipi: quello della trattazione oratoria e quello della conversazione familiare;l'oratorio sia riservato alle discussioni che si fanno nei tribunali e nelle assemblee del popolo o del senato; il familiare si adoperi nei circoli, nelle dispute, nei convegni d'amici ed entri anche nei conviti

Per l'oratorio, ci sono i precetti dei retori, per il familiare non c'e' nessun precetto; credo, peraltro, che se ne possano dare anche per questo

In realta' e' la passione degli scolari che crea e moltiplica i maestri; a questo parlar familiare nessuno presta attenzione, tutto il mondo si affolla intorno ai retori;del resto, non esistono forse precetti intorno alle parole e ai pensieri; Ebbene, questi precetti si estendano anche al parlar familiare

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Sed cum orationis indicem vocem habeamus, in voce autem duo sequamur, ut clara sit, ut suavis, utrumque omnino a natura petundum est, verum alterum exercitatio augebit, alterum imitatio presse loquentium et leniter

Nihil fuit in Catulis, ut eos exquisito iudicio putares uti litterarum, quamquam erant litterati; sed et alii; hi autem optime uti lingua Latina putabantur:sonus erat dulcis, litterae neque expressae, neque oppressae, ne aut obscurum esset aut putidum, sine contentione vox nec languens nec canora

Uberior oratio L Crassi nec minus faceta, sed bene loquendi de Catulis opinio non minor

Sale vero et facetiis Caesar, Catuli patris frater, vicit omnes, ut in illo ipso forensi genere dicendi contentiones aliorum sermone vinceret
Come strumento del discorso abbiamo la voce e nella voce dobbiamo cercare due qualita': la chiarezza e la dolcezza;l'uno e l'altra dote la si deve richiedere dalla natura; ma l'una si accrescera' con l'esercizio e l'altra con l'imitazione di coloro che parlano con pronunzia precisa e pacata

Non c'era nulla nei Catuli che li facesse giudicare dotati di uno squisito gusto letterario; erano colti, si',ma come tanti altri; eppure essi avevano fama di parlar magnificamente il latino: il tono della loro voce era dolce; le sillabe non erano ne' strascicate ne' smozzicate, si' che non c'era neppure un'ombra ne' di affettazione, ne' di oscurita'; la voce usciva dalla loro bocca senza sforzo, ne' languida ne' canora

Piu' ricco, e non meno piacevole, era il discorrere di Lucio Crasso ma non minor fama di buoni parlatori ebbero i Catuli

Nelle arguzie e nelle facezie, poi, Cesare, fratello di Catulo padre, supero' tutti, cosi' che perfino nella eloquenza forense egli, col suo parlar familiare, vinceva il solenne parlare degli altri In tutte queste cose noi dobbiamo porre attenzione, se vogliamo conseguire in tutto e per tutto il decoro
In omnibus igitur his elaborandum est, si in omni re quid deceat exquirimus () Sit ergo hic sermo, in quo Socratici maxime excellunt, lenis minimeque pertinax, insit in eo lepos; nec vero, tamquam in possessionem suam venerit, excludat alios, sed cum reliquis in rebus tum in sermone communi vicissitudinem non iniquam putet

Ac videat in primis, quibus de rebus loquatur, si seriis, severitatem adhibeat, si iocosis leporem

In primisque provideat, ne sermo vitium aliquod indicet inesse in moribus; quod maxime tum solet evenire, cum studiose de absentibus detrahendi causa aut per ridiculum aut severe, maledice contumelioseque dicitur

Habentur autem plerumque sermones aut de domesticis negotiis aut de re publica aut de artium studiis atque doctrina
Dunque, questo parlar familiare, in cui si segnalano soprattutto i Socratici, sia placido e mite e non petulante; abbia in se' la grazia, e non escluda gli altri tipi di discorso, come se questo fosse il padrone assoluto del campo; anzi, come in ogni altra cosa, cosi' specialmente nel conversar comune e' giusto l'avvicendarsi degli interlocutori

E' bene che (chi parla) rifletta dapprima sui temi di cui deve discorrere: se seri, si adoperi un linguaggio austero; se scherzosi, la gaiezza

E prima di tutto procuri che il suo discorrere non tradisca mai qualche suo intimo difetto morale, come di solito accade quando, a bella posta, a scopo di denigrazione, si fa dell'offensiva maldicenza a carico di persone assenti, o con aria scherzosa, o con severo cipiglio

Offrono per lo piu' materia al conversar familiare gli affari privati, la politica, l'arte, la scienza

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Danda igitur opera est, ut, etiamsi aberrare ad alia coeperit, ad haec revocetur oratio, sed utcumque aderunt; neque enim isdem de rebus nec omni tempore nec similiter delectamur

Animadvertendum est etiam, quatenus sermo delectationem habeat, et ut incipiendi ratio fuerit, ita sit desinendi modus

Sed quomodo in omni vita rectissime praecipitur, ut perturbationes fugiamus, id est motus animi nimios rationi non obtemperantes, sic eiusmodi motibus sermo debet vacare, ne aut ira existat aut cupiditas aliqua aut pigritia aut ignavia aut tale aliquid appareat, maximeque curandum est, ut eos, quibuscum sermonem conferemus, et vereri et diligere videamur
Se il discorso comincia a scivolare verso altri argomenti, si cerchi di ricondurlo al tema, ma sempre in armonia col gusto dei presenti: poiche' noi non ci compiacciamo ne' in ogni momento ne' in egual modo delle stesse cose

Bisogna porre attenzione fino a che punto il discorso riesca dilettevole e interessante; e, come c'e' stata una buona ragione per cominciarlo, cosi' si trovi una bella maniera per terminarlo

Un giusto e sapiente precetto vuole che noi, in ogni momento della vita, evitiamo i turbamenti dell'animo, cioe' quei moti incomposti che si oppongono alla ragione; ebbene, anche il discorso familiare dev'essere assolutamente libero da tali moti, perche' non non si manifesti collera ne' alcun'altra passione, e perche' non ne traspaia ne' fiacchezza ne' vilta' di cuore ne' altro simile difetto; soprattutto dobbiamo cercar di mostrare apertamente il nostro rispetto e il nostro affetto per quelli coi quali conversiamo
Obiurgationes etiam nonnumquam incidunt necessariae, in quibus utendum est fortasse et vocis contentione maiore et verborum gravitate acriore, id agendum etiam, ut ea facere videamur irati

Sed ut ad urendum et secandum, sic ad hoc genus castigandi raro invitique veniemus, nec unquam nisi necessario, si nulla reperietur alia medicina, sed tamen ira procul absit, cum qua nihil recte fieri, nihil considerate potest

Magnam autem partem clementi castigatione licet uti, gravitate tamen adiuncta, ut et severitas adhibeatur et contumelia repellatur, atque etiam illud ipsum, quod acerbitatis habet obiurgatio, significandum est ipsius id causa, qui obiurgetur, esse susceptum
Talvolta sono necessari anche i rimproveri, e nel farli bisogna forse adoperare una intensita' di voce maggiore e una piu' aspra gravita' di parole; bisogna perfino atteggiarsi in modo da sembrare adirati

Ma, come i medici solo nei casi estremi ricorrono al ferro e al fuoco, cosi noi ricorreremo a questa specie di rimproveri, solo di rado e a malincuore, e non mai se non per necessita', quando, cioe', non si trovi nessun altro rimedio; ma anche allora stia lungi da noi l'ira, con la quale non si puo' far nulla ne' di giusto ne' di assennato

Nella maggior parte dei casi basta fare un dolce rimprovero, non disgiunto da una certa sostenutezza, di modo che si adoperi la severita' senza scendere fino all'offesa e anche quel tanto di amaro che il rimprovero comporta, bisogna far capire che l'abbiamo adoperato per amor di colui che si rimprovera

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Rectum est autem etiam in illis contentionibus, quae cum inimicissimis fiunt, etiam si nobis indigna audiamus, tamen gravitatem retinere, iracundiam pellere; quae enim cum aliqua perturbatione fiunt, ea nec constanter fieri possunt neque is, qui adsunt, probari

Deforme etiam est de se ipsum praedicare, falsa praesertim, et cum inrisione audientium imitari militem gloriosum

Et quoniam omnia persequimur, volumus quidem certe, dicendum est etiam, qualem hominis honorati et principis domum placeat esse, cuius finis est usus, ad quem accommodanda est aedificandi descriptio et tamen adhibenda commoditatis dignitatisque diligentia
E anche in quei contrasti, che sorgono tra noi e i nostri piu' fieri nemici, se pure ci accada di sentir cose indegne di noi, dobbiamo serbar tuttavia una dignitosa compostezza, reprimendo lo sdegno; tutto cio' che si fa nell'impeto d'una passione, non puo' ne' rispettare la coerenza ne' ottenere lode dai presenti

Gran brutta cosa e' anche il decantare i propri meriti, soprattutto non veri, e imitare il soldato millantatore, provocando le risa di chi ci ascolta

Io voglio, o almeno vorrei, trattare compiutamente ogni cosa; conviene percio' dire anche quale dev'essere, a mio parere, la casa di un uomo che gli onori e i meriti hanno posto in alto: scopo principale della casa e' l'utilita' pratica; e appunto a questa deve conformarsi la struttura generale dell'edificio; bisogna tuttavia tener conto a un tempo della comodita' e della dignita'
Cn Octavio, qui primus ex illa familia consul factus est, honori fuisse accepimus, quod praeclaram aedificasset in Palatio et plenam dignitatis domum, quae cum vulgo viseretur, suffragata domino, novo homini, ad consulatum putabatur

Hanc Scaurus demolitus accessionem adiunxit aedibus

Itaque ille in suam domum consulatum primus attulit, hic, summi et clarissimi viri filius, in domum multiplicatam non repulsam solum rettulit, sed ignominiam etiam et calamitatem

Ornanda enim est dignitas domo, non ex domo tota quaerenda, nec domo dominus, sed domino domus honestanda est, et, ut in ceteris habenda ratio non sua solum, sed etiam aliorum, sic in domo clari hominis, in quam et hospites multi recipiendi et admittenda hominum cuiusque modi multitudo, adhibenda cura est laxitatis
A Gneo Ottavio, che, primo della sua famiglia, fu eletto console, torno', com'e' noto, a grande onore l'aver costruito sul Palatino una bellissima e dignitosissima casa; e poiche' tutti andavano a vederla, si credeva che quella avesse aiutato il suo padrone, uomo nuovo, ad arrivare al consolato

Scauro la demoli' per farne un'appendice al suo palazzo

Fu cosi che, mentre quello porto' per primo nella sua casa il consolato, questi, figlio di un grande e illustre personaggio, riporto' nella sua casa piu' volte ingrandita non solo la sconfitta elettorale, ma anche il disonore e la sventura

E giustamente: poiche' la dignita' della persona deve trovar nella casa il suo ornamento, ma non deve cercare in essa la sua prima ed ultima ragione; non la casa deve conferir decoro al padrone, ma il padrone alla casa; e come in tutte le cose si deve tener conto non solo di se', ma anche degli altri, cosi' trattandosi della casa di un personaggio illustre, nella quale bisogna ricevere molti ospiti e ammettere molta gente d'ogni sorta, si procuri che essa abbia una giusta ampiezza

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Aliter ampla domus dedecori saepe domino fit, si est in ea solitudo, et maxime, si aliquando alio domino solita est frequentari

Odiosum est enim, cum a praetereuntibus dicitur: o domus antiqua, heu quam disparidominare domino

quod quidem his temporibus in multis licet dicere

Cavendum autem est, praesertim si ipse aedifices, ne extra modum sumptu et magnificentia prodeas, quo in genere multum mali etiam in exemplo est

Studiose enim plerique praesertim in hanc partem facta principum imitantur, ut L Luculli, summi viri, virtutem quis

at quam multi villarum magnificentiam imitati

Quarum quidem certe est adhibendus modus ad mediocritatemque revocandus ; eademque mediocritas ad omnem usum cultumque vitae transferenda est

Sed haec hactenus
Se no, una casa troppo vasta, se rimane vuota e deserta, risulta indecorosa per il padrone, tanto piu' se, in altro tempo e con altro padrone, era di solito molto frequentata

Fa pena sentir dire dai passanti: casa antica, in quali man cadesti

Cosa che in questi tempi si puo' dire a proposito di molti

E bisogna guardarsi, specialmente se uno si fabbrica per se' la sua casa, dall'eccedere nella spesa e nella magnificenza: in questo campo il cattivo esempio e' contagioso e pernicioso

I piu', infatti, specialmente a questo riguardo, si sforzano di imitare gli atti esteriori dei grandi: chi, ad esempio, imito' l'intima virtu' del grande Lucio Lucullo

Quanti, invece, non imitarono la magnificenza delle sue ville

Ma almeno in fatto di ville si osservi la modestia, e ci si attenga alla giusta misura; e la giusta misura, la si applichi anche a tutti i bisogni e a tutti i comodi della vita

Ma di cio' basti

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