Cicerone, De Natura deorum: Libro 03; 11-15, pag 3

Cicerone, De Natura deorum: Libro 03; 11-15

Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 03; 11-15
[34] Innumerabilia sunt, ex quibus effici cogique possit nihil esse, quod sensum habeat, quin id intereat; etenim ea ipsa, quae sentiuntur, ut frigus, ut calor, ut voluptas, ut dolor, ut cetera, cum amplificata sunt, interimunt; nec ullum animal est sine sensu; nullum igitur animal aeternum est [34] Innumerevoli sono le ragioni che ci costringono a concludere che non esiste essere dotato di sensibilità che non sia destinato a perire; le stesse sensazioni di caldo e di freddo, di piacere e di dolore e tutte le altre consimili quando raggiungono un certo grado uccidono, e poiché non esiste animale privo di sensibilità, nessuno potrà essere eterno
XIV Etenim aut simplex est natura animantis, ut vel terrena sit vel ignea vel animalis vel umida, quod quale sit ne intellegi quidem potest, aut concretum ex pluribus naturis, quarum suum quaeque locum habeat, quo naturae vi feratur, alia infimum, alia summum, alia medium XIV La natura di un essere vivente o si identificherà con un singolo elemento come la terra, il fuoco, l'aria e l'acqua (il che sfugge ogni possibilità di comprensione) o risulterà costituita di più elementi, ciascuno dei quali ha una posizione sua propria cui tende per forza di natura, in alto l'uno, in basso l'altro, al centro un terzo
Haec ad quoddam tempus cohaerere possunt, semper autem nullo modo possunt; necessest enim in suum quaeque locum natura rapiatur Questi elementi possono stare insieme per un certo periodo di tempo, ma non possono certo starlo sempre in quanto ciascuno di essi non può non essere tratto, ad un certo momento, laddove tende per natura

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Cicerone, De Natura deorum: Libro 03; 16-20
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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 03; 16-20

Nullum igitur animal est sempiternum Nessun essere vivente dunque può essere eterno
[35] Sed omnia vestri, Balbe, solent ad igneam vim referre Heraclitum, ut opinor, sequentes, quem ipsum non omnes interpretantur uno modo; quem, quoniam, quid diceret, intellegi noluit, omittamus; vos autem ita dicitis, omnem vim esse ignem, itaque et animantis, cum calor defecerit, tum interire, et in omni natura rerum id vivere, id vigere, quod caleat [35] Quelli della scuola dei nostro Balbo sono soliti ridurre tutto al fuoco rifacendosi, a quanto mi sembra di capire, ad Eraclito; non tutti però interpretano il pensiero di costui allo stesso modo e, dal momento che fu proprio lui a non volere di proposito farsi capire, lo lasceremo da parte; poi voi affermate che ogni forza si identifica coi fuoco, che la vita ha termine quando viene a mancare il calore e che in natura vive e vigoreggia tutto ciò che possiede calore

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 01; 16-20

Ego autem non intellego, quomodo calore extincto corpora intereant, non intereant umore aut spiritu amisso, praesertim cum intereant etiam nimio calore Io però non riesco proprio a comprendere perché mai i corpi dovrebbero perire quando viene loro a mancare il calore e non quando viene loro a mancare l'acqua o l'aria, specie se si considera che si muore anche per troppo calore
[36] Quamobrem id quidem commune est de calido; verum tamen videamus exitum [36] Ciò che vale per il fuoco vale ovviamente anche per gli altri elementi; ma vediamo quale sia la conclusione di tutto ciò

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Latino: dall'autore Cicerone, opera De Natura deorum parte Libro 02; 01-05

Ita voltis, opinor, nihil esse animal intrinsecus in natura atque mundo praeter ignem: qui magis quam praeter animam, unde animantium quoque constet animus, ex quo animal dicitur Secondo voi, penso, non esisterebbe in tutto l'universo nulla di vivente tranne il fuoco: in che modo di più dellaria che è l'elemento costitutivo dell'anima degli esseri viventi donde il nome stesso di animale
Quomodo autem hoc, quasi concedatur, sumitis, nihil esse animum nisi ignem; probabilius enim videtur tale quiddam esse animum, ut sit ex igni atque anima temperatum Su quale fondamento voi date per dimostrato che l'anima non sarebbe altro che fuoco; assai più probabile appare l'ipotesi che l'anima risulti dall'unione dell'aria col fuoco

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'Quodsi ignis ex sese ipse animal est nulla se alia admiscente natura, quoniam is, cum inest in corporibus nostris, efficit, ut sentiamus, non potest ipse esse sine sensu " Ma se il fuoco, soggiungete voi, è di per se stesso fornito di vita senza essere mescolato con altri elementi, sarà proprio il fuoco che, albergando nel nostro corpo, determinerà l'insorgere delle sensazioni e sarà, pertanto, esso stesso dotato di sensibilità "

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