Livio, Ab urbe condita: Libro 08, Parte 03, pag 3

Livio, Ab urbe condita: Libro 08, Parte 03

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 08, Parte 03
nam praeterquam quod intersaeptis munimentis hostium pars parti abscisa erat, foediora aliquanto intra muros iis quibus hostis territabat patiebantur et velut capti a suismet ipsis praesidiis indigna iam liberis quoque ac coniugibus et quae captarum urbium extrema sunt patiebantur]

itaque cum et a Tarento et a Samnitibus fama esset nova auxilia uentura, Samnitium plus quam uellent intra moenia esse rebantur, Tarentinorum iuventutem, Graeci Graecos, haud minus per quos Samniti Nolanoque quam ut Romanis hostibus resisterent, exspectabant
Infatti non solo una parte dei nemici aveva perso ogni collegamento con l'altra a causa delle opere di fortificazione costruite in mezzo dai Romani, ma all'interno delle loro stesse mura stavano succedendo cose ben più preoccupanti delle minacce degli avversari: quasi prigionieri dei loro alleati, dovevano ormai sottostare agli oltraggi rivolti anche contro i figli e le mogli, e soffrire tutti gli orrori delle città conquistate

E così, quando arrivò la voce che da Taranto e dai Sanniti sarebbero arrivati nuovi rinforzi, pensavano di avere all'interno delle mura più Sanniti di quanti non ne volesseroIn quanto Greci, invece, non vedevano l'ora che arrivassero i giovani greci di Taranto, con il cui apporto avrebbero potuto resistere non tanto ai Sanniti e ai Nolani quanto ai nemici romani
postremo leuissimum malorum deditio ad Romanos visa: Charilaus et Nymphius principes civitatis communicato inter se consilio partes ad rem agendam diuisere, ut alter ad imperatorem Romanorum transfugeret, alter subsisteret ad praebendam opportunam consilio urbem

Charilaus fuit qui ad Publilium Philonem venit et, quod bonum faustum felix Palaepolitanis populoque Romano esset, tradere se ait moenia statuisse

eo facto utrum ab se prodita an servata patria videatur, in fide Romana positum esse

sibi privatim nec pacisci quicquam nec petere; publice petere quam pacisci magis ut, si successisset inceptum, cogitaret populus Romanus potius cum quanto studio periculoque reditum in amicitiam suam esset quam qua stultitia et temeritate de officio decessum
Ma alla fine sembrò che la resa ai Romani fosse il male minoreCarilao e Ninfio, i personaggi più in vista della città, dopo essersi consultati tra di loro, si divisero le parti per mettere in pratica il piano convenuto: uno di essi si sarebbe recato dal comandante romano, l'altro si sarebbe fermato a predisporre la città all'esecuzione del piano

Fu Carilao che si presentò a Publilio Filone e, pregando che la cosa portasse vantaggio e prosperità a Paleopoli e al popolo romano, annunciò di aver deciso di consegnare le mura della città

Sarebbe poi dipeso dal senso di lealtà dei Romani se, a fatti compiuti, egli sarebbe apparso il traditore o il salvatore della città

Quanto a sé come privato cittadino, egli non patteggiava né chiedeva alcunchéA nome della sua gente chiedeva - più che patteggiare - che, qualora l'impresa fosse andata a buon fine, il popolo romano considerasse con quanto sforzo e a prezzo di quali rischi gli assediati fossero tornati in amicizia con Roma, piuttosto che ricordare quale follia e quale temerarietà li avesse distolti dal proprio dovere
conlaudatus ab imperatore tria milia militum ad occupandam eam partem urbis quam Samnites insidebant accepit; praesidio ei L Quinctius tribunus militum praepositus

Eodem tempore et Nymphius praetorem Samnitium arte adgressus perpulerat, ut, quoniam omnis Romanus exercitus aut circa Palaepolim aut in Samnio esset, sineret se classe circumuehi ad Romanum agrum, non oram modo maris sed ipsi urbi propinqua loca depopulaturum; sed ut falleret, nocte proficiscendum esse extemploque naues deducendas

quod quo maturius fieret, omnis iuventus Samnitium praeter necessarium urbis praesidium ad litus missa
Ricevute le congratulazioni del comandante, ottenne tremila uomini per riconquistare la parte di città presidiata dai SannitiA capo del contingente armato venne posto il tribuno militare Lucio Quinzio

Nel contempo Ninfio, per parte sua, aveva raggirato il comandante del presidio sannita, portandolo a concedergli, poiché l'intero esercito romano si trovava o intorno a Paleopoli o nel Sannio, di arrivare per via di mare in territorio romano e di devastare non solo la costa ma anche i dintorni stessi di RomaMa per evitare di essere scoperti, era necessario salpare in piena notte e mettere sùbito le navi in mare

Perché la cosa potesse essere attuata il più velocemente possibile, tutti i soldati sanniti, eccetto quei pochi necessari per fare da presidio armato alla città, vennero inviati sulla spiaggia

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 01, 01-15

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 01, 01-15

ubi dum Nymphius in tenebris et multitudine semet ipsa impediente, sedulo aliis alia imperia turbans, terit tempus, Charilaus ex composito ab sociis in urbem receptus, cum summa urbis Romano milite implesset, tolli clamorem iussit; ad quem Graeci signo accepto a principibus quieuere, Nolani per auersam partem urbis uia Nolam ferente effugiunt

Samnitibus exclusis ab urbe ut expeditior in praesentia fuga, ita foedior postquam periculo euaserunt visa, quippe qui inermes nulla rerum suarum non relicta inter hostes, ludibrium non externis modo sed etiam popularibus, spoliati atque egentes domos rediere
Mentre Ninfio, nel buio della notte, faceva scorrere il tempo impartendo ad arte ordini contraddittori per confondere una gran massa di armati già impacciata dalla sua stessa mole, Carilao, introdotto in città dai compagni secondo l'accordo prestabilito, occupata con i soldati romani la parte più alta della città, diede loro ordine di levare un grido: udendolo, i Greci obbedirono al segnale ricevuto e rimasero fermi, mentre i Nolani fuggirono dalla parte opposta della città per la strada che porta a Nola

I Sanniti, tagliati fuori dalla città, se da una parte ebbero sul momento dei vantaggi nella fuga, dall'altra essa sembrò loro ben più umiliante, quando si trovarono fuori pericoloDisarmati com'erano, avendo lasciato tutto in mano al nemico, tornarono in patria spogliati e privi di ogni cosa, dileggiati non solo dagli stranieri ma anche dai loro concittadini
haud ignarus opinionis alterius, qua haec proditio ab Samnitibus facta traditur, cum auctoribus hoc dedi, quibus dignius credi est, tum foedus Neapolitanum eo enim deinde summa rei Graecorum venit similius uero facit ipsos in amicitiam redisse

Publilio triumphus decretus, quod satis credebatur obsidione domitos hostes in fidem venisse

duo singularia haec ei uiro primum contigere, prorogatio imperii non ante in ullo facta et acto honore triumphus

Aliud subinde bellum cum alterius orae Graecis exortum
Pur non essendo all'oscuro dell'altra versione dei fatti che attribuisce la presa della città al tradimento compiuto dai Sanniti, non mi sono soltanto limitato a seguire gli autori più affidabili: è anche il trattato stipulato con Napoli - lì infatti i Greci trasferirono il loro quartier generale - a rendere più verosimile il fatto che essi siano spontaneamente tornati a un rapporto di amicizia

A Publilio venne decretato il trionfo perché vi erano sufficienti ragioni per credere che i nemici si fossero arresi a séguito dell'assedio

A lui toccarono per la prima volta due onori singolari: la proroga del comando, fino ad allora mai concessa ad alcuno, e un trionfo celebrato dopo la scadenza del mandato

Sùbito dopo scoppiò un'altra guerra con i Greci della costa orientale

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 08, Parte 01

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 08, Parte 01

namque Tarentini cum rem Palaepolitanam uana spe auxilii aliquamdiu sustinuissent, postquam Romanos urbe potitos accepere, velut destituti ac non qui ipsi destituissent, increpare Palaepolitanos, ira atque inuidia in Romanos furere, eo etiam quod Lucanos et Apulos nam utraque eo anno societas coepta est in fidem populi Romani venisse allatum est: quippe propemodum perventum ad se esse iamque in eo rem fore ut Romani aut hostes aut domini habendi sint Infatti i Tarentini, dopo aver per qualche tempo sostenuto la causa dei Paleopolitani con vane speranze di aiuto, quando vennero a sapere che i Romani si erano impossessati della città, quasi non avessero essi stessi abbandonato i Paleopolitani ma fossero stati abbandonati, inveirono contro questi ultimi, spinti da rabbia e invidia verso i Romani, specialmente quando arrivò la notizia che Lucani e Apuli si erano messi sotto la protezione del popolo romano (e infatti quell'anno era stata stipulata un'alleanza con l'uno e l'altro popolo)
discrimen profecto rerum suarum in bello Samnitium eventuque eius uerti; eam solam gentem restare nec eam ipsam satis ualidam, quando Lucanus defecerit; quem revocari adhuc impellique ad abolendam societatem Romanam posse, si qua ars serendis discordiis adhibeaturhaec consilia cum apud cupidos rerum novandarum ualuissent, ex iuventute quidam Lucanorum pretio adsciti, clari magis inter populares quam honesti, inter se mulcati ipsi uirgis, cum corpora nuda intulissent in ciuium coetum, uociferati sunt se, quod castra Romana ingredi ausi essent, a consulibus uirgis caesos ac prope securi percussos esse Sostenevano che i Romani erano ormai giunti quasi a Taranto e che presto essi si sarebbero trovati nella condizione di avere i Romani o come nemici o come padroniEra chiaro che la loro sorte dipendeva dall'esito della guerra coi Sanniti: questo era l'unico popolo che continuava a resistere, e non era sufficientemente forte per i Romani, vista la defezione dei LucaniMa questi ultimi li si poteva ancora far recedere dalla loro decisione e indurli a ripudiare l'allenza coi Romani, qualora si fosse fatto ricorso a un po' di astuzia nel seminare discordieSiccome queste tesi ebbero la meglio presso quanti miravano a rivolgimenti politici, vennero corrotti alcuni giovani lucani (famosi tra i propri concittadini più di quanto non fossero onesti): questi, dopo essersi colpiti a vicenda con dei bastoni, si presentarono nudi in pubblico gridando di essere stati fustigati per ordine dei consoli e di aver rischiato l'esecuzione solo per aver osato entrare nell'accampamento romano

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 21-30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 21-30

deformis suapte natura res cum speciem iniuriae magis quam doli prae se ferret, concitati homines cogunt clamore suo magistratus senatum vocare; et alii circumstantes concilium bellum in Romanos poscunt, alii ad concitandam in arma multitudinem agrestium discurrunt, tumultuque etiam sanos consternante animos decernitur ut societas cum Samnitibus renovaretur, legatique ad eam rem mittuntur

repentina res quia quam causam nullam tam ne fidem qvidem habebat, coacti a Samnitibus et obsides dare et praesidia in loca munita accipere, caeci fraude et ira nihil recusarunt

dilucere deinde breui fraus coepit postquam criminum falsorum auctores Tarentum commigrauere; sed amissa omni de se potestate nihil ultra quam ut paeniteret frustra restabat
Siccome quello spettacolo, effettivamente raccapricciante, dava l'impressione di essere più un atto di violenza che un inganno, la folla eccitata costrinse i magistrati a convocare il senatoAlcuni chiedevano a gran voce la guerra contro i Romani, altri invece si sparpagliarono da una parte e dall'altra per spingere le masse rurali a prendere le armi; e dato che quel clima di agitazione aveva fatto perdere la testa anche ai più assennati, fu votato di rinnovare l'alleanza con i Sanniti, inviando ambasciatori per mettere in atto la deliberazione

Ma siccome l'iniziativa non aveva ragioni plausibili e non dava garanzie, i Tarentini, costretti dai Sanniti a consegnare ostaggi e ad accettare guarnigioni armate all'interno delle loro piazzeforti, accecati com'erano dal raggiro e dalla rabbia accettarono tutte le condizioni

Poco dopo, ritiratisi a Taranto gli autori delle false accuse, l'inganno cominciò a venire alla luceMa avendo ormai perso ogni libertà d'azione, non restava loro altro che pentirsi invano
Eo anno plebi Romanae velut aliud initium libertatis factum est quod necti desierunt; mutatum autem ius ob unius feneratoris simul libidinem, simul crudelitatem insignemL Papirius is fuit, cui cum se C Publilius ob aes alienum paternum nexum dedisset, quae aetas formaque misericordiam elicere poterant, ad libidinem et contumeliam animum accenderunt

utflorem aetatis eius fructum aduenticium crediti ratus, primo perlicere adulescentem sermone incesto est conatus; dein, postquam aspernabantur flagitium aures, minis territare atque identidem admonere fortunae; postremo, cum ingenuitatis magis quam praesentis condicionis memorem videret, nudari iubet verberaque adferri
Quell'anno fu per la plebe romana quasi l'inizio di una nuova libertà, perché si cessò di imprigionare la gente per debitiIl cambiamento fu dovuto alla smodata bramosia e insieme alla crudeltà di un unico usuraio, Lucio Papirio, cui si era dato in schiavitù Gaio Publilio a causa di un debito contratto dal padreL'età e la bellezza del giovane, qualità che avrebbero potuto suscitare la misericordia del creditore, lo infiammarono alla libidine e all'oltraggio

E considerando il fiore della sua giovinezza come un ulteriore compenso al credito, sulle prime tentò di adescare il ragazzo con proposte oscenePoi, dato che il giovane rifiutava di prestare orecchio all'infame profferta, prese a intimidirlo con minacce e a ricordargli ripetutamente la sua condizioneAlla fine, quando si rese conto che il ragazzo dava maggiore importanza alla sua libera origine che allo stato presente, ordinò di denudarlo e di farlo fustigare

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 45; 23 - 44

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 45; 23 - 44

quibus laceratus iuvenis cum se in publicum proripuisset, libidinem crudelitatemque conquerens feneratoris, ingens uis hominum cum aetatis miseratione atque indignitate iniuriae accensa, tum suae condicionis liberumque suorum respectu, in forum atque inde agmine facto ad curiam concurrit; et cum consules tumultu repentino coacti senatum vocarent, introeuntibus in curiam patribus laceratum iuvenis tergum procumbentes ad singulorum pedes ostentabant

uictum eo die ob impotentem iniuriam unius ingens uinculum fidei iussique consules ferre ad populum ne quis, nisi qui noxam meruisset, donec poenam lueret in compedibus aut in neruo teneretur; pecuniae creditae bona debitoris, non corpus obnoxium esset
Quando il giovane, straziato dai colpi, corse fuori tra la gente lamentandosi a gran voce della libidine e della crudeltà del creditore, si raccolse una massa di persone che, non solo presa da compassione per la sua giovane età e indignata per l'affronto riservatogli, ma anche considerando la condizione propria e dei propri figli, si riversò nel foro e di lì, in formazione compatta, si diresse verso la curiaE visto che i consoli furono obbligati dall'improvviso tumulto a convocare il senato, mentre i senatori entravano nella curia, la gente si inginocchiò davanti a ciascuno di essi, indicando la schiena martoriata del giovane

Quel giorno, per la tracotanza offensiva di un solo uomo venne infranto un potente vincolo, e ai consoli venne dato ordine di presentare di fronte al popolo la proposta che nessuno potesse più essere tenuto in ceppi o incarcerato, fatta eccezione per quanti avessero commesso qualche delitto, fino alla completa espiazione della pena; e che i beni soltanto, e non la persona del debitore, potessero essere presi come garanzia della somma dovuta

Maybe you might be interested

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 51-63

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 51-63

Livio, Ab urbe condita: Libro 39; 26 - 30

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 39; 26 - 30

Livio, Ab urbe condita: Libro 06, 31-35

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 06, 31-35